The first time, I should
remember…
La prima volta era successo tutto
troppo in fretta, senza
che Tetsuya riuscisse realmente a rendersene conto. Si trovava a casa
di Kagami
per i ripassi di routine di fine semestre, assieme al coach Riko e al senpai Hyuga, che si era offerto di
aiutare la ragazza nel recupero di quell’idiota di Kagami:
lui è la matematica
non ne volevano proprio sapere di andare d’accordo. Kuroko si
era offerto di
dare una mano più per la paura della sfuriata che Riko
avrebbe fatto anche a
lui, nel caso di fallimento, che per altro.
Avevano studiato per tre ore di
seguito i teoremi più
assurdi e incomprensibili, fino a che la coach non aveva dichiarato che
era
l’ora del pranzo e Taiga e Tetsuya si erano detti disposti,
all’unisono, a
preparare il pasto, onde evitare la morte per ingestione di cibo potenzialmente letale. Si erano ritrovati da soli in cucina nel tentativo di
trasformare
le tre provviste rimaste nel frigorifero in qualcosa di commestibile.
Kuroko si
stava allungando verso la busta di riso che stava sulla mensola
più alta e che
sembrava volerlo prendere in giro per la sua piccola statura, quando
due mani
forti lo avevano preso per fianchi, tirandolo su, verso la meta tanto
ambita.
Una volta toccato terra, Kuroko si era girato verso Kagami, mormorando
un
grazie, un po’ stizzito dal fatto che il compagno di squadra
l’avesse dovuto
aiutare. Aveva tentato di raggiungere i fornelli ma Taiga non era parso
dello
stesso avviso; non si era mosso di un centimetro per farlo passare,
anzi le sue
mani avevano ripreso la posizione di prima sui suoi fianchi, lasciando
Kuroko
stranamente interdetto, non che si potesse capire dalla sua espressione
sempre
e totalmente indifferente, ma interiormente lo era. Il movimento
seguente di
Taiga non era stato semplicemente non previsto da Kuroko, ma del tutto
inaspettato: lo aveva baciato, era stato un semplice sfiorarsi di
labbra prima
che la voce di Riko tuonasse violenta, quasi facendo tremare le mura
della
casa, ma c’era stato e Kuroko ci aveva pensato per tutto il
giorno, senza poter
chiedere, né ottenere alcuna spiegazione.
………
La seconda volta era stata ancora
più strana, probabilmente
perché Kuroko si era dimenticato dell’accaduto e,
dopo aver rincontrato Aomine,
si era sentito nuovamente attratto da lui, in quel modo strano, che
accadeva
soltanto con lui: era quasi come se ci fosse una forza estranea a
spingerlo
verso Daiki, quasi come se il suo essere così oscuro e
spento come persona
attraesse ancora di più la sua ombra rispetto a quanto non
avesse fatto in
passato.
Bisogna ammettere che la
sensibilità e il tatto non erano
mai state le qualità migliori di Kuroko, ma forse gli
sarebbe bastato fermarsi
a pensare un secondo di più per non causare a se stesso
altri problemi.
“Kagami…”
aveva iniziato il discorso, quando ormai tutti gli
altri erano usciti e aveva sentito gli occhi rossi del compagno di
squadra
sondargli la schiena in un attimo, quasi a volergli leggere dentro
l’anima.
Aveva sospirato e poi si era fatto coraggio: prima l’avrebbe
ammesso ad alta
voce e prima il problema gli sarebbe sembrato meno insormontabile.
“Credo di
sentirmi attratto da Aomine.” Aveva detto neutro, tenendo gli
occhi fissi sulla
parete azzurra dello spogliatoio.
“Cosa?! E lo vieni a dire
proprio a me?” aveva chiesto Kagami
con un tono tra l’infuriato e lo scioccato, girandolo di
botto. Kuroko aveva
aperto la bocca per rispondere, ma il rosso non gliene aveva dato il
tempo e
aveva poggiato le labbra sulle sue, forzandolo ad approfondire il
bacio. In
quel momento, Kuroko si era ricordato di quel giorno a casa di Kagami e
si era
insultato interiormente; sapeva che avrebbe dovuto staccarsi, fare
perno sul
suo autocontrollo e sul fatto di non voler illudere Taiga, ma
semplicemente il
suo corpo aveva risposto per lui e si erano scambiati un bacio che di
casto non
aveva neanche l’apparenza e che nessuno dei due sembrava
voler concludere.
“Non
dire mai più che
ti piace un altro uomo” Aveva detto Kagami, staccandosi per
primo e guardandolo
furibondo.
“ … la seconda
volta” Aveva risposto Kuroko, puntando lo sguardo
azzurro nel suo con fare un po’ colpevole
“Cosa?”
“Che
mi baci!”
“In realtà la
terza… ma ormai non è necessario che tu tenga
il conto.” E poi Kagami aveva sorriso, lasciando
il ragazzo dai capelli
azzurri interdetto.
“No…”
aveva sussurrato. “È la seconda!” aveva
affermato
nuovamente.
Taiga aveva mostrato un sorriso
imbarazzato e aveva
abbassato lo sguardo, quando si era sentito trafitto dallo sguardo
arrabbiato di
Kuroko.
“Beh…
c’è stato quella volta alle terme, però
eri giusto un
po’ svenuto… forse non ti ricordi.”
Kuroko aveva scosso la testa e, in un
attimo, il pensiero
che ne avesse approfittato malignamente si era fatto strada in lui.
“Io ho pure pensato di
essere stato indelicato quando ti ho
detto di Aomine e poi anche di essere attratto da te, in un certo
momento.”
Aveva detto neutro, indifferente. Poi un sorriso crudele, che non era
parte
della sua persona aveva fatto capolino dalle sue labbra.
“Credo che Daiki mi
meriti molto più di te, credo andrò a riferirgli
la verità…” poi era uscito
dalla stanza e
aveva corso per alcuni
metri, fermandosi davanti ai bagni.
Uno, due e tre! Aveva contato piano e
poi si era girato.
“Kuroko!” aveva
sentito urlare Kagami, agitato come non mai.
“Mi dispiace, ok?” gli aveva detto poi, piantando i
piedi un attimo prima di
finirgli addosso. “Ma non andare da lui, Aomine no! Ti prego,
preferirei Momoi
o Kise o beh… chiunque altro, a dire il vero!”
esclamò sincero, facendo
nascere un piccolo sorriso sulle labbra di Tetsuya. Un attimo dopo
l’ombra si era
sporta verso la luce e aveva unito le labbra con essa. Kagami aveva
perso il
controllo del bacio nell’immediato, cingendo i fianchi di
Kuroko.
“Questa è la
quarta, quindi.” Aveva detto Kuroko, appena si
erano separati.
“No, è la prima!
Mi hai baciato tu!” aveva affermato Taiga
sicuro.
“Baka!” Era stata
l’unica risposta di Kuroko, prima di
sorridergli.