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Autore: _itsmyworld    09/05/2014    1 recensioni
Ed era come se Hazel si ritrovasse catapultata in una vita completamente diversa da quella che viveva prima. Ed era come se quella ragazza fosse stata sempre così, fosse stata sempre così tranquilla.
Ogni persona chiudeva in se stesso un demone ed il suo era davvero forte, così forte che non poteva essere sconfitto. La perseguitava. Quel demone, che per lei era il suo passato, non lasciava la sua testa e continuava a rovinarle la vita. Trova nuovi amici, ma anche nuovi nemici. Si affeziona a queste persone che le stanno vicino e la fanno sorridere sempre, ma anche se ha tanta gente vicino lei, inconsciamente, vuole lui. Sono ostinati entrambi, provano un odio reciproco. Lui odia il carattere altezzoso di lei, quando non sa cosa si nasconde sotto quella ragazza che sembra tanto dura. Lei odia il giudicare senza conoscere di lui. Un odio reciproco, nato per futili motivazioni. Un odio così debole, che l'amore manderà a frantumi. L'amore vero, quell'amore che non nasce dall'oggi al domani. Quell'amore che ti fa sentire il bisogno di avere lui vicino.
L'amore che ti fa capire che lui è il solo che riesce a renderti forte.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TRE

Musica, pista piena di ragazzi ubriachi che ballavano avvinghiati alle ragazze, che si facevano toccare tranquillamente ma non ero assolutamente la persona adatta per giudicarle.
Eravamo in quella casa da soli dieci minuti e io avevo perso di vista tutti, Juliet era stata 'rapita' da Louis e gli altri quattro s'erano volatizzati. Così, mi trovavo sola in quel totale caos. Persone che camminavano bevendo, chi camminava con il bicchiere in mano e urlava, chi camminava mentre pomiciava. Se ne vedevano di tutti i colori e i tipi. 
Senza nessuna meta, decisi di muovermi e senza volerlo mi trovai coinvolta nella mischia formatasi in pista. Tutti si muovevano, tutti si scontravano e tutti urlavano per dare animo al tutto, come se fossero tutti dei morti lì. Cominciai anche io a ballare, un semplice movimento di anche e bacino con le braccia alzate e un movimento a semicerchio della testa. Avevo sempre amato la musica che ti entrava nelle vene e ti madava in confusione, ero cambiata ma quando si ama qualcosa non la si dimentica. Avevo dimenticato la droga, le scopate quotidiane con sconosciuti, il troppo bere e le gare, ma l'effetto che la musica aveva su di me c'era ancora e non mi dispiaceva. Mentre ballavo vedevo tanta gente intorno a me, tante coppie che ballavano e si toccavano freneticamente e poi, come dice una delle leggi che ordina il mondo delle feste, qualcuno mi si avvinghiò dietro. 
Si stava muovendo normalmente, senza toccarmi con un dito e così continuai a ballare. Non avevo bevuto e la cosa mi stupì e mi rese fiera di me stessa, almeno non avrei combinato cazzate. Sapevo con certezza che mia madre non sarebbe andata a letto fino al mio ritorno e la cosa mi fece sentire in colpa. Era da anni ormai che non andavo ad una festa e lei viveva serena, ma io no. Non andavo alle feste, non uscivo con altra gente, in poche parole ero sola con la mia grande tristezza e con i miei ricordi del passato. Ero sola con quella costante paura di crollare ancora in quel circolo vizioso, ero consapevole che tutto era cambiato, che avevo una figura maschile vicino a me che m'avrebbe aiutata, ma non ero ancora forte al massimo.
I miei pensieri cessarono quando sentì due grandi mani muoversi sul mio corpo, una stava per sollevare l'orlo del mio vestito e l'altra era troppo vicina al mio petto. Senza pensarci due volte, mi voltai verso quel grande pezzo di stronzo e lo salutai con un bel cinque in pieno viso. Mi feci spazio tra la folla e mi diressi verso quella che doveva essere la cucina, entrata venni invasa da una puzza che avrei riconosciuto tra mille. In quella stanza stavano fumando e non semplici sigarette, accompagnato tutto da drink super alcolici.
Quei ragazzi ero me, erano il riflesso della vecchia Hazel, di quella ragazza di ben sei anni fa. Mi si strinse il cuore nel vederli così, perchè sapevo cosa li portava a comportarsi in quel modo. Perchè nessuna persona senza problemi poteva ridursi così, non parlo di situazioni economiche e cioè di coloro che hanno tutto e sono felici. No, perchè quelli che hanno tutto nascondono sempre una parte di vita infelice, forse non come coloro che non hanno nulla, ma vivono ugualmente l'infelicità.
«Ciao bellezza vuoi unirti a noi?» mi chiese un ragazzo evidentemente fatto e brillo, rifiutai con un cenno di capo e andai via da quel posto. Quella casa stava iniziando a diventar stretta e io non respiravo più, così decisi d'uscire per prendere un po d'aria. Non ero più abituata a tanta gente, non ero più abituata a ballare per ore illimitate e volevo solo tornare a casa. Volevo andare a casa e mettermi sotto le coperte, leggere un libro e poi addormentarmi. Forse aveva ragione Zayn, se non avessi avuto l'imput da Juliet alla festa non ci avrei messo piede. 
Vedevo molti ragazzi fuori con birre in mano, alcuni che barcollavano e altri che parlavano con i proprio amici. In un gruppo, notai un viso famigliare. Era Zayn. Decisi di raggiungerlo, per non passare il resto della serata sola. 
«Sera» dissi indiscreta avvicinandomi a Zayn, che quando mi vide sorrise e mi fece spazio per entrare nel cerchio che si era formato.
«Ci stai?» chiese un ragazzo a Zayn, che annuì «Tu? Scusa chi saresti? Sei arrivata adesso?» mi chiese guardandomi curioso e quel numero di domande poste in modo frettoloso, mi fece sorridere.
«Ah si, scusatemi. Ragazzi questa è la mia amica Hazel, Hazel questi sono i miei compagni di classe» ci presentò il moro e io salutai tutti con un timido sorriso.
«Ciao Hazel, ci stai allora?» chiese ancora il ragazzo e io lo guardai interrogativo «Ah si non sai, avevamo deciso di andare al lago visto che la festa fa davvero pena» mi chiarì le idee.
«Ma fa freddo, siamo a novembre ragazzi» dissi quasi scioccata dalla loro folle idea.
«Proprio per questo, vogliamo provare il brivido dell'avventura» mi sorrise Zayn.
«Proviamo questo brivido» gli sorrisi e il ragazzo continuò a porre la medesima domanda al resto dei componenti del gruppo.
Dopo qualche minuto, decidemmo di andare. Zayn non prese la sua macchina, perchè altrimenti avrebbe lasciato gli latri a piedi, così andammo in macchina di un suo amico. Io mi sedetti nei posti di dietro e Zayn fece lo stesso. Eravamo quattro in macchina, il guidatore e la sua ragazzo e noi due.
«Comunque se mi viene la febbre, colpa tua sarà» sussurai ciò al moro che era vicino a me e che guardava da fuori il finestrino, il paesaggio immerso nel buio della notte.
«Almeno poi salti scuola, dovresti dirmi grazie» disse ammiccando verso la mia direzione e io sollevai gli occhi al cielo o meglio al 'soffitto' dell'auto «Se vuoi, poi, posso prestarti la mia giacca mentre mi faccio una bella nuotata nel fiume gelido» strabuzzai gli occhi guardandolo incredula.
«Farete il bagno in quel coso?» annuì divertito.
Passò più di un'ora e finalmente, modo di dire, arrivammo al famoso lago e appena uscì dalla macchina un vento gelido mi trafisse la pelle. Seguì Zayn e gli latri, cercando di avvicinarmi il più possibile al moro, che appena vide ciò sorrise mettendomi un braccio sulla spalla per riscaldarmi.
«Guarda che ti odio comunque» l'avvisai e lui rise mentre si toglieva tutto ciò che aveva addosso, esclusi i boxer, e poi corse in acqua dove si trovava già tutto il resto del gruppo.
Li guardavo sconcertata e l'invidiavo per il coraggio che avevano, come si poteva fare un bagno in quell'acqua gelida dove nemmeno i pinguini sarebbero entrati? Mistero.
Il freddo mi stava pian piano congelando il sangue nelle vene, così presi la giacca di Zayn e l'indossai. Sentì il mio telefono fibrare e quando controllai lo schermo, lessi il nome di Juliet sullo schermo. Non avevo la forza di rispondere al messaggio, così la chiamai.
«Pronto Juliet, cosa succede?» chiesi appena la chiamata s'aprì.
«Dove sei?» urlò sulla musica a volume sparato.
«Sono con Zayn e dei suoi amici al lago».
«Al lago? Con questo freddo? Quel ragazzo è pazzo».
«Non dirmelo va'. Comunque perchè hai chiamato?» arrivai al sodo visto che la mia mano stava diventando viola per il freddo.
«Dovete tornare, i ragazzi sono tutti brilli e io non so guidare».
«Ok avviso Zayn, arriviamo» dissi chiudendo.
Mi avvicinai al lago e chiamai Zayn, che non mi sentiva visto che era impegnato a slinguazzarsi una ragazza del gruppo. Non volevo disturbarlo, non era rispettoso, ma Juliet aveva bisogno di noi e io avevo bisogno di riscaldarmi, così gridai facendo voltare tutti, compreso lui.
«Zayn dobbiamo andare» dissi solo e lui mi guardò confuso «Sono tutti brilli e Juliet non sa guidare» continuai e non appena capì, salutò la ragazza e uscì dall'acqua.
«Dammi la giacca» disse mentre indossava gli altri indumenti.
«Scordatelo, ora congeli» dissi andando via, verso l'auto del suo amico.
«Patrick la macchina la lascio vicino alla villa della festa, grazie e ciao ragazzi» lo sentì mentre si decideva a raggiungermi «Tu, dammi la giacca» disse iniziando a rincorrermi.
«Non rompere, per colpa tua andrò a finire nel letto e quindi la giacca è mia» dissi entrando in macchina, lasciandolo impalato fuori a guardarmi scioccato «Muoviti» urlai divertita.
«Sei proprio strana» disse dopo essere entrato in macchina.
«Grazie, me lo dicono tutti» dissi ironica e lui scosse la testa divertito.
«Sei strana perchè sembri una ragazza casa e chiesa, ma tu la timidezza non la conosci e dici la cosa giusta nel momento giusto» spiegò mettendo in moto l'auto.
«Dovrei prenderlo come un complimento o cosa?».
«Fai un po te» disse sorridendo sotto i baffi. 
Quel ragazzo era davvero strano, non io. L'avevo conosciuto non meno di tre settimane fa e non avevamo mai parlato più di tanto, era sempre quello riservato. Talmente riservato che sembrava fare il fighettino e credersi ad un gradino più in alto di tutti, ma mi sbagliavo. Zayn era il ragazzo più semplice che avessi mai conosciuto, riservato perchè timido con chi non conosceva bene ed ero felice che con me aveva mostrato il vero lui. Quello che ride e fa battutte alcune volte sensate altre senza un filo logico.
Il viaggio fu silenzioso e quando arrivammo a destinazione, tornammo in quel caos totale. La gente era triplicata e il volume era tre volte più alto di quando ero andata via. Non avrei mai trovato Juliet e avrei perso anche Zayn. Mi voltai sperando di trovare il moro dietro di me e così fu, tirai un respiro di sollievo.
«Non li troveremo mai» urlai avvicinandomi al suo orecchio e quando m'allontanai mi prese per mano.
«Cerchiamo, non lasciarmi la mano altrimenti dovrò trovare anche te poi» disse e io annuì, prima di buttarci in quella massa di gente ubriaca marcia. Erano ormai dieci minuti che cercavamo, ma nulla. Eravamo nel bel mezzo della pista e uscire sarebbe stato impossibile, continuavamo a guardarci intorno fino a quando qualcuno non mi strappò da Zayn. Cercavo di liberarmi ma senza risultati, sentivo delle mani stringermi i fianchi e la mia paura saliva alle stelle. Se fossi stata la vecchia Hazel, ora sarei stata tranquilla pensando a cosa sarebbe successo dopo ma adesso no. Adesso stavo male, avevo paura d'essere toccata da uno sconosciuto. Continuai a divincolarmi, fino a quando qualcuno non mi prese per mano e con molta forza mi tirò verso di sè. Alzai lo sguardo e quando vidi Zayn ringraziai il cielo.
«Dov'è andato?» chiese stringendomi mentre guardava tra la gente.
«Non lo so e non importa» dissi cercando di calmarlo, mentre uscivamo dalla folla.
«Non importa? Ti stava per portare non so dove e dovrei stare calmo? Tutto, ma non toccarmi i miei amici e poi in quel modo orribile» disse stringendomi forte la mano e sorrisi per quella frase che aveva detto. Mi reputava sua amica e s'era preoccupato per me, ero felice per questo.
«L'avrei fermato» dissi non convinta delle mie parole, mi aveva spaventata e i ricordi del passato mi avevo tolto quel pizzico di lucidità.
«Hazel eri ferma come un salame, non oso immaginare dove potevi essere in questo momento. Adesso andiamo a cercare i ragazzi, stammi vicino» disse incamminandosi verso l'uscita con me dietro. Ripensando a tutto quello che poteva succedermi, mi venne da piangere. Ero cambiata in modo drastico. Prima tutto quello era normale per me, adesso invece mi spaventava talmente tanto da farmi piangere. Strinsi, senza rendermene conto, la mano di Zayn che subito si voltò a guardarmi con fare interrogativo. Guardò i miei occhi e subito si fermò, eravamo ormai fuori da quel postaccio e l'unica cosa che avevo voglia di fare, era correre a casa per piangere e liberarmi da quel pensiero orribile che mi occupava la testa.
«Ehi che succede?» chiese Zayn avvicinandosi a me.
«Nulla tutto ok» cercai di sorridere senza nessun risultato «Troviamo i ragazzi, così poi torno a casa» dissi iniziando a camminare, ma la mano di Zayn mi bloccò il braccio e fui obbligata a voltarmi. 
«Che succede?» chiese ancora avvicinandosi a me.
«Ho detto nulla, scusa ma io voglio andare a casa. Prova a chiamare Juliet ti prego» dissi allontanandomi da lui.




Guardai la ragazza davanti a me, che mi dava le spalle in modo preoccupato. Sapevo che c'era qualcosa che non andava, sapevo anche che si trattava di quello che era accaduto prima, ma volevo che si confidasse con me. Avevo voglia di conoscerla bene, come amica ovviamente, e non mi piaceva saperla così distante e diffidente nei miei confronti. Ok, conosceva tutti noi da poco e potevo capire il suo essere restia, speravo solo di poterla conoscere meglio con il passare dei giorni. 
Voleva tornare a casa e così feci come mi aveva detto, chiamai Juliet. Dopo vari tentativi rispose e non potei che esserne felice.
«Dove siete?» chiesi e subito Hazel si voltò verso di me.
«Ci hanno portato a casa mia, siamo tutti qui» disse e mi rilassai, stavano bene.
«Ok dai arrivo, porto Hazel a casa e arrivo» chiusi la chiamata e mi avvicinai alla ragazza che era ritornata a darmi le spalle.
«Dove sono?» chiese.
«Sono a casa di Juliet e Liam» risposi mettendomi davanti a lei, notai i suoi occhi lucidi.
«Andiamo allora» s'incamminò verso la macchina, era difficile come persona.
«Dove abiti?» le chiesi una volta saliti in auto.
«Non voglio andare a casa, vengo anche io da Juliet» disse con tono disponente, appoggiando la testa vicino al finestrino. Aveva un carattere davvero strano,era lunatica e quasi menefreghista e se devo essere sincero, mi dava ai nervi. Mi dava l'impressione di una che snobasse tutti e tutto, come se si reputasse più importante di tutti. Prima era felice e sembra insicura di se stessa, dopo era la ragazza più antipatica di questo mondo. Quella voglia di conoscerla meglio, stava svanendo piano piano e tutto per colpa sua e dei suoi atteggiamenti, che invogliavano la gente a picchiarla.
Per tutto il tragitto restammo in silenzio. Non volevo più sapere cosa la preoccupava, non m'importava più. Volevo portarla a casa sua e non vederla più. Ero caro e buono con tutti, ma quando la mia pazienza arrivava al limite non si poteva tornare indietro. Non capivo, però, il motivo di tanta ostilità nei miei confronti e la cosa mi faceva perdere la calma, perchè era un'ostilità nata senza nessun motivo valido. Un'ostilità creatasi in soli due minuti.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua Zayn?» chiese guardandomi, odiavo quel tono saccente che usava.
«Hai bevuto due litri di antipatia tu?» chiesi a mia volta, osservandola capì d'averla ferita.
«Non sono antipatica» alzò il volume della radio.
«Certo, basta esserene convinti nella vita».
«Zayn la smetti? Non sai nulla di me e non puoi permetterti di giudicarmi» s'alterò.
«L'impressione che mi stai dando è di una bimba viziata, che si crede superiore a tutti solo perchè vive una vita serena. Poi sei strana, prima buona e poi diventi antipatica».
«No caro mio, tu di me non sai nulla. Della mia vita non sai nulla. Fammi scendere» disse cercando d'aprire lo sportello, mentre l'auto era in movimento.
Mi fermai e lei scese immediatamente, chiudendo con forza lo sportello facendomi innervosire ancora di più. Diede un calcio allo sportello e vidi tutto nero per la rabbia, senza pensarci scesi anche io dall'auto e la raggiunsi. Appena la ritrovai difronte a me, avevo una voglia di prenderela a schiaffi ma non avrei mai toccato in quel modo una donna in tutto la mia vita.
«Grande stronza, la macchina costa più di te» urlai in cagnesco, ma in lei non notai nessun tipo di paura. Era una tipa forte di carattere.
«Grande testa di cazzo che non sei altro, non chiamarmi stronza» urlò avvicinandosi a me. Eravamo faccia a faccia, così vicini da passare per due che stavano per baciarsi, ma l'unica cosa che volevamo fare in quel momento era ucciderci senza pietà.
«Sei una stronza, non posso mentire» s'avvicinò ancora di più a me, per poi prendere il mio viso tra le sue mani e avvicinarlo al suo. Cosa aveva intenzione di fare?
«Sei un bastardo» disse sorridendo con fare..malizioso? Voleva baciarmi? Stava impazzendo? Pensandoci un suo bacio non mi sarebbe dispiaciuto, era una bella ragazza e sapeva farci con i ragazzi. Ehi, ma cosa stavo pensando? Colpa di quel drink troppo forte.
«Non credo proprio» dissi e in una frazione di secondi, sentì un qualcosa di bagnato sulle mie labbra. Mi aveva sputato!
«Fanculo mio caro» disse sorridendo e andando via. 
Non potevo crederci, mi aveva davvero sputato e io me ne stavo lì fermo mentre la vedevo andar via. Era davvero tardi, era pericoloso camminare soli per quelle vie buie ma non m'importava di lei e della sua sicurezza, se l'avessero rapita avrebbero fatto un piacere al mondo intero.
Mi rimisi in macchina e mi tolsi quella saliva dalla mia faccia, rimisi in moto l'auto e sfrecciai verso casa Payne.



*Spazio autrice
Sera a tutte, come va? Io sono distrutta per questa scuola, fortunatamente altre tre settimane e stop *-*
Spero vi piaccia il capitolo, volevo chiedervi se la storia vi piace altrimenti stoppo tutto.
Vedo che è recensita dalle solite persone, che ringrazio tanto, e mi dispiace come cosa :(
Vabbè vedremo più in là, ora vado. Un bacio **
TRAILER: 
https://www.youtube.com/watch?v=RnaGxF0eTO8
  
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