Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: hugmecupcake    09/05/2014    1 recensioni
Cercai di correre verso la mia stanza ma sentì un tocco gelido sulla mia pelle, ancora calda dal getto d'acqua. Girandomi trovai quel bastardo con un sorriso a 32 denti, l'esatto contrario di me che ero diventata giallognola. Si avvicinò di scatto facendomi indietreggiare fino a far scontrare il mio corpo contro il muro, appiccicando successivamente il suo al mio.
-Non preoccuparti questa sera proveremo qualcosa di diverso.- sussurrò
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Josh Devine, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 22

-Vista la tua scarsa dote nel mantenere l’alcool ho pensato di lasciarti dormire. La colazione… la colazione, scusami ma non ho fatto in tempo a preparare un misero pasto. La cucina è tutta tua. H. xx.-

Bene. La comunicazione scritta su tanto di foglio attirò la mia attenzione solo dopo che il mio forte mal di testa fosse passato. Che più di un mal di testa pareva una noce di cocco che osava colpirmi ripetutamente. Non avrei mai più bevuto così tanto. Quelle sostanze trasformavano il momento in qui le si bevevano immensamente spensierato. Credi di stare in un mondo tutto tuo, è il risveglio che ti riporta alla realtà.

Scesi di sotto, sbuffando. Avevo una gran fame e per un momento dovevo mettere da parte il mal di testa per la sbronza e sfamare i miei istinti. Mi ci vollero non pochi minuti a trovare tutto l’occorrente per preparare delle frittelle. Comprensibile se ci si trovava davanti ad un immenso numero di ripostigli, non che fosse così grande la cucina ma era ben fornita. La cucina di ultima generazione faceva sì che tu cucinassi il prima possibile. Posizionai la frittella sul fornello ed essa aspettava solo che il calore trapelasse dalla padella.

Mentre invece preparavo il caffè i miei pensieri avevano un solo nome: Giada. Non la sentivo, né vedevo da quasi un mese, ed era piuttosto strano. Forse avevo sbagliato a non farmi viva in questi giorni ma nella maggior parte dei casi era lei che osava chiamarmi, organizzando una delle solite uscite.

Ero uscita da poco lasciando anche io un biglietto ad Harry. Certo che io ero abituata al clima della città, così come tutti i Londinesi lo erano, e sentire i numerosi turisti lamentarsi rabbiosamente della pioggia improvvisa era… divertente. Avevo preso appuntamento con la mia Jade in un quartiere a me sconosciuto.

Con lo sguardo fisso sul display del mio cellulare, rammentai la zona di casa Horan.

-Brixton.- depositando il dispositivo nella borsa alzai il capo ritrovandomi lo sguardo interrogativo dell’autista. Ero a conoscenza che fosse uno dei quartieri malfamati di Londra, centro multietnico abitato da asiatici e indiani.

-Sicura?- chiese voltandosi puntando i suoi occhi castani sulla mia figura, strizzandoli. Annuii prontamente. Cosa ci facesse Giada lì, non ne avevo la minima idea. Insomma, la capitale offre un enorme quantità di appartamenti adatti a tutte le esigenze.

-Ecco a lei, ragazza.- fermando l’automobile si girò verso i sedili posteriori, ancorandosi invece al sedile accanto alla sua postazione. –Faccia attenzione.- disse quasi con tono paterno. Sorrisi annuendo e sporgendomi un po’, lasciai la somma di denaro sul cruscotto di pelle. Scesi dall’auto trovandomi davanti un’esplosione di colori e tutto d’un tratto dimenticai le recensioni che avevo letto tramite computer, nel caso sarei dovuta venire a piedi. Non avevo nulla da temere!

-Appena sei qui, fammi uno squillo.- mentre camminavo, cercando di individuare la strada giusta, inciampai in una piccola buca sul marciapiede. Molto bene. Dopo aver fatto di tutto per non cadere, riacquistai l’equilibrio e avvisai Giada del mio arrivo.

Prima che potessi pigiare il tastino Invia, fin troppo piccolo per i miei gusti, delle braccia si impossessarono della mia vita, bloccandomi per qualche istante il flusso d’aria. Girandomi con cautela e con un leggero tremolio, mi trovai davanti due occhioni neri incorniciati da un sorriso a trentadue denti. Ripresi a respirare non appena riconobbi il faccino della mia amica. L’abbracciai d’istinto respirando il suo odore che tanto desideravo risentire.

-Conviene entrare, fa un po’ freddo.- disse Giada guardandosi attorno. Capisco che il clima non era coerente con se stesso, insomma cinque minuti c’è il sole e cinque minuti dopo invece ti ritrovi con dieci maglioni e con tanto di pantofole imbottite, però era metà estate e l’aria freschetta era da un certo punto di vista, piacevole. Del sole si erano perse le tracce già da qualche ora, colpa delle solite nuvole portatrici di pioggerellina.

Percorremmo un piccolo tratto di strada e mi trovai davanti una piccola casa. Giada aprì il cancelletto mentre io osservavo il piccolo giardinetto che circondava l’abitazione. Un urlo attirò la mia attenzione.

-Tranquilla, sono i miei amici. Amano divertirsi.- sorrisi timidamente, facendomi mille filmini mentali riguardo a come mi sarei dovuta comportare in presenza di persone a me sconosciute. Conoscendomi molto bene Giada mi accarezzò la spalla facendomi superare la soglia di casa. Un’aria mista all’odore di sigarette e fragola, forse di un tipo d’alcool, rendeva l’atmosfera tipica di un night club. Feci pochi passi trovandomi davanti al salotto, quasi pieno, e Giada sbucandomi di dietro mi presentò a tutti, anche se una persona la conoscevo già.

-Piacere di rivederti.- disse Luke avvicinandosi a me posando la bottiglia di birra che avvolgeva nella mano, sul tavolino di legno.

-Roby, raggiungimi in cucina.- disse la mia ciufola alzando il tono di voce indicando il luogo alla sua destra. Con permesso di Luke la raggiunsi velocemente. Facendomi segno di sedermi sulla sedia di fronte al tavolo, lei aprì uno scomparto quasi sfogliando ogni straccio che le si presentava davanti. Prendendo uno scatolino si avvicinò silenziosamente come se stesse facendo qualcosa di illegale. Si appoggiò coi gomiti sulla lastra di legno e aprì la scatolina.

Avrei urlato se solo Giada non mi avesse messo la sua mano sulla mia bocca. Cominciai a farmi aria con entrambe le mani. Dire che ero diventata rossa era minimizzare di tanto la mia situazione attuale.

-Aspetta… te, devi darlo a… lui?- chiesi sorpresa.

-No no, l’ho scoperto io. Per sbaglio.- l’abbracciai pensando alla nuova coppia, ora ufficiale che sarebbe stata Niall e la mia ciufola. Solo dopo qualche secondo, che aspettavo una sua risposta, un suo abbraccio mi allontanai.

-Ehm, perché mi abbracci?- guardandola con faccia ovvia risposi: –Per te. Sono così felice. E poi… wo, quell’anello è perfetto.- dissi scrutando nei minimi particolari il diamante.

-Non è per me.- rispose con tono dispiaciuto, ed io appoggiando il mento sulla mia mano la guardavo, aspettando il verdetto finale.

-Prima ho guardato bene all’interno dello scatolo e ho trovato un bigliettino.- disse estraendo dal cofanetto un fogliettino rosato. Me lo porse. Vi era inciso un nome con una calligrafia molto graziosa. Fatta al computer, pensai. Alzai il capo osservando la figura della mia migliore amica a braccia conserte.

-Cosa vuol dire?- pochi pensieri inondarono la mia mente ma, ciò che prevedevo non si sarebbe mai potuto verificare. Non in così poco tempo. 

-Non ne ho idea.- disse scrollando le spalle. –Ma devi stare tranquilla. Non è per te, almeno spero.- concluse chiudendo il cofanetto riavvolgendolo con il nastrino viola, facendo un fiocchetto. Una volta riposto nel cassetto fece cenno di tornare nel salotto.

-Spero che una birra ti sia bastata.- disse Giada facendomi l’occhiolino, sorridendo. –Più che bene.- risposi ricambiando il sorriso, ritornando al mio posto.

-Che ne dite ragazzi, giochiamo a poker?- propose un ragazzo ricciolino. Esultando all’udire quella parola, balzai in piedi.

-Io gioco. Che voi lo vogliate o no.- dissi impuntandomi. Luke mi guardava fiero, con un sorriso a metà bocca. Cominciai a togliere tutto dal tavolo accompagnata dalla mia amica e, sotto indicazione di Giada, estrassi una tovaglia rigida verde, tipica dei giochi da tavolo. Una volta coperto completamente il tavolo, tutti si avvicinarono con le proprie sedie prendendo la postazione di gioco. Niall invece, cominciò a distribuire le fiches. Presi del denaro dalla tasca e posizionandolo a sinistra, poggiai i miei gomiti sul tavolo, ora verde.

-Aspettate. Vado a prendere…- Luke non terminò la frase, scomparendo dalla mia vista. Ora era in cucina e solo Dio, adesso sapeva cosa avevo nella mia pancia. Riassumendo la mia postazione guardai di sottecchi la ragazza davanti a me, Giada, la quale ricambiò il mio sguardò spaventato. Abbassai lo sguardo prendendo le fiches, portandomele quanto il più vicino possibile. Ancora con il fiato. Non restava altro che attendere.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: hugmecupcake