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Autore: Whatsername1697    09/05/2014    1 recensioni
Non so perché sto cominciando a scrivere questa specie di diario o qualunque cosa sia, chiamatelo come volete, per me è semplicemente la mia schifosa vita.
In questi sedici anni della mia inutile esistenza non ho mai combinato nulla di buono, a parte forse diventare vegetariana.
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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14 novembre 2012

Vedo che guardate le mie braccia piene di tagli, ogni volta mi chiedete con stupore "Cosa ti e successo?"
"Nulla, il cane mi ha graffiata."
Non potrei sopportare le vostre espressioni di disprezzo o di compassione se dicessi che quei tagli me li sono procurata da sola con una lama affilata. 
Voi non capite, non potete capire. 
Sentirsi diversi, esclusi o soli è la sensazione più terribile di questo mondo.
Okay, forse, anzi, sicuramente ci sono persone che stanno peggio di me, che non hanno una casa o la salute ma nonostante tutto riescono a sorridere e ad affrontare la giornata. 
Io non sono così. Non riesco a vedere le cose positive della vita e quell'edificio circondato da quattro mura non lo sento come casa mia. "Casa è dov'è il tuo cuore.", peccato che non sappia nemmeno io dove sia il mio cuore. Forse è su Marte, insieme a quelli dei miei fratelli, anch'essi persi come me. Oppure potrebbe essere sepolto dalle delusioni che ho ricevuto in questi fottutissimi anni di vita. Ho ricevuto molto colpi duri e ognuno di loro mi ha indebolita a modo suo, chi più chi meno. 
Prima sì, ero forte, ma con il tempo sono diventata senza speranza, senza aspettative dalla vita, ed è difficile vivere senza sogni e speranze, senza un motivo valido per andare avanti. 
E mi rifugio in quella lama, impugnandola, tagliando fino a quando non vedo il sangue scorrere sulle braccia. È come vedere un nuovo piccolo torrente che sta nascendo, ha fretta di vedere il paesaggio che lo circonda. 
La soddisfazione che provo nel farmi del male è assurda, forse anche patetica per alcuni, ma è come se i miei problemi sparissero in quei pochi istanti nei quali ficco la lama nella mia pelle. Mi sento così libera che potrei urlarlo al mondo intero. 
Il problema non sono i tagli, il dolore o il sangue che perdo ma il dover nascondere la verità a tutti, dover inventare bugie su bugie e non è così facile, bisogna essere credibili. Ci sono giorni in cui vorrei andare in giro con le maniche tirate su mostrando i miei tagli a quelli che passano e esibendoli come trofei di cui vado fiera. "Ehi, ho avuto il coraggio di farlo, sono forte."
No, non sono forte, ma avere il controllo del mio corpo, avere una lama in mano, mi fa sentire forte. 
Autolesionarsi con il tempo diventa un bisogno quasi primario, appena trovi qualcosa di affilato ti viene la voglia di ficcartelo nel braccio o in qualunque altra parte del corpo. Anche se è bellissimo sentir penetrare una lama dentro alla pelle, sentire il bruciore e vedere il capolavoro ottenuto alla fine, è sbagliato farlo. Anzi, non è sbagliato, ma non è nemmeno giusto che qualcuno lo faccia. Dovremmo sentirci accettati per quelli che siamo senza sentire il bisogno di dover farci del male da soli. 
"Non farti del male, il mondo lo farà più di quanto possa fartelo tu da solo.", hai ragione Gerard, ma è il mondo che ci porta a farci del male, lui ci fa così male che noi dobbiamo farcene di più per coprire il dolore psicologico. 
Spero di poter dire un giorno "Sono sopravvissuta, ce l'ho fatta anche io e ce la potete fare anche voi". So che un giorno uscirò da questo tunnel e spero anche che succeda presto perché sono stufa di star male. 
Nessuno dovrebbe sentirsi solo e senza speranze. 
Fratelli, noi ce la faremo, basta crederci, un giorno torneremo ad essere felici, lo so, me lo sento.

9 maggio 2014

E dopo un anno e mezzo, finalmente posso dirlo. "Sono sopravvissuta, ce l'ho fatta anche io e ce la potete fare anche voi".

Gloria. 

   
 
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