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Autore: Saysomething97    10/05/2014    2 recensioni
KURTBASTIAN
Kurt come tutti i giorni scappa da Karofsky e dalla sua banda. Un semplice livido sulla guancia lo farà avvicinare a Sebastian e magari un semplice aiuto da uno sconosciuto si trasformerà in altro.
Dal primo capitolo: *“Okay, comunque sono Sebastian Smythe e sai dovresti metterci qualcosa su quel livido o continuerà a gonfiarsi”
“Cosa sei ora la mia infermiera?”
“Se per te va bene” mi rispose Sebastian facendomi l’occhiolino.
Mi prese per un braccio e mi fece uscire dal locale.
“Comunque non mi hai detto come ti chiami”
“Kurt, Kurt Hummel” risposi.
Non sapevo per quale motivo lo stessi seguendo ma tanto ormai la situazione non poteva peggiorare.*
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V. Kurt
Uscii da scuola e mi trovai Sebastian ad aspettarmi all’uscita, era appoggiato al muto con un piede alzato che sfiorava il muro e con una mano si stava sistemando il ciuffo che si era spettinato a causa del vento che quella giornata di ottobre aveva portato.

Ormai da una settimana dopo scuola mi ritrovavo questa scena davanti agli occhi. Dopo il nostro patto Sebastian non era mai mancato a venirmi a prendere e proprio come tutti i giorni lui era lì, bellissimo ed affascinante come sempre. La divisa della Dalton gli stava da dio, ma quando quelle poche volte, come oggi, si metteva abiti casual era ancora più bello. Indossava un semplice paio di jeans blu scuro, un paio di converse bianche ed una camicia a maniche lunghe blu. Non era niente di eccezionale come outfit, ma valorizzava la sua figura in una maniera divina. I jeans fasciavano la gamba in modo che si potesse vedere quanto erano fine e lunghe, la camicia era perfettamente adagiata sulla schiena che ad ogni minimo movimento si potevano vedere delle piccole righine formarsi nella parte del petto.

Non era normale che io notavo tutti questi dettagli in Sebastian, ormai avevo constatato che avevo preso una cotta bella e buona. Ma sinceramente non volevo farglielo sapere visto che molto probabilmente a lui faccio solamente pena ed è per questo che mi aiuta. E poi magari questa mia cotta era solamente dovuta al fatto che nessun ragazzo si fosse mai avvicinato così tanto a me. Tutti si tenevano a debita distanza per paura che potessi “contagiarli” e farli diventare gay come me o per paura che io li molestassi. Neanche andassi in giro a molestare le persone. E per non parlare del fatto che non conoscevo nessuno come me, mi sono sempre sentito come un pesce fuor d’acqua ed ora con Sebastian non era più così.

Mi incamminai verso di lui, avevo sempre paura che quella banda di gorilla potesse attaccarmi anche con la presenza di Sebastian, o ancora peggio che potessero attaccare lui. Quindi ogni giorno mi sbrigavo a fare quel piccolo tragitto. Stranamente in nessuno di quei giorni si sono fatti vedere. Era stata una settimana piuttosto tranquilla ed ovviamente Sebastian pensava che questo fosse dovuto alla sua partecipazione.

“Ciao” dissi, mentre lui stava giocherellando con le chiavi della sua auto.

Vedendomi fece una grande sorriso che mi tolse il fiato per un nanosecondo.

“Ciao bellezza, com’è andata oggi a scuola?”

Odiavo quando mi chiamava bellezza non so se lo usava con tono dispregiativo o no, ma per me era senz’altro dispregiativo.

“Niente di che, tutto bene. Una solita noiosa giornata al Mckinley, e non chiamarmi bellezza mi da fastidio”

Sentendo quell’ultima frase Sebastian si girò stupito.

“Non ti piace? Non sei la prima persona che chiamo così, tutti gli altri non si sono lamentati”

“Con altri intendi le svariate storie che hai con dei ragazzi che sono una scopata e via?”

Ero sarcastico, ma mi interessava davvero la risposta di Sebastian.

“Beh diciamo di si, non sono un tipo da relazioni serie. Non fanno per me, le trovo stupide e senza senso”

“Io invece trovo stupido e senza senso il tuo commento”

“Oh non venirmi a dire che sei uno di quei tipi che aspetta il principe azzurro su un cavallo bianco!?”

Fece unna specie di faccia schifata guardandomi.

Quei maledetti occhi verdi. Smettila Kurt ti sta praticamente insultano, non pensare ai suoi occhi.

“Perché no? Sognare non costa nulla, e poi sono sicuro che là fuori c’è il mio principe azzurro pronto ad aspettarmi”

“Convinto tu”

Detto questo stava aprendo la macchina quando mi disse:

“Oggi non posso venire con te al Bean, devo incontrare un amico. Ti dispiace?”

“No no vai, è già tanto che mi vieni a prendere a scuola” sorrisi.

“Perfetto allora ci vediamo domani, sbrigati ad entrare in macchina” lo sentii accelerare e se ne andò lasciando una scia di fumo dietro si sé. Quella macchina aveva decisamente bisogno di una sistemata.

Lo guardavo andare via e nel mentre pensavo che molto probabilmente stava andando ad uno dei suoi appuntamenti. Mi sentivo un po’ triste, ma tanto lo sapevo che

Sebastian non sarebbe mai stato mio e che quella magia creatasi questa settimana sarebbe svanita tra poco lasciando dietro di sé solamente rimpianti ed un cuore infranto.

Con aria depressa mi avviai verso la mia macchina, non vedevo l’ora che quella giornata terminasse.


P.O.V. Sebastian

Mi era dispiaciuto lasciare Kurt da solo ma dovevo incontrare assolutamente Hunter, durante tutto il tragitto verso casa di Hunter pensai alla storia del principe azzurro.

Non potevi crederci che Kurt creda davvero in queste storie, ormai è constatato che il principe azzurro non esiste ed un po’ mi dispiaceva per lui, la vita gli avrebbe sicuramente spezzato il cuore riguardo questo argomento.

Tenevo a Kurt ed ogni giorno che passavo con lui mi rendeva sempre più felice. Continuavo le mie varie uscite con ragazzi appena incontrati, un po’ perché mi divertivo un po’ perché avevo il mio patto con Hunter.  E poi io sono sempre stato uno spirito libero, di certo non smetterò di esserlo solamente perché negli ultimi giorni ho un paio di occhi azzurri come il cielo che mi tormentano la testa.

E poi anche se volessi io non sono il tipo di Kurt, non potrei mai essere il suo principe azzurro.

Arrivai a casa di Hunter con questo pensiero in testa.

Suonai il campanello e mi venne ad aprire il maggiordomo di casa Clarington, chiesi di poter vedere Hunter e mi accompagnò nella sua camera.

Neanche il tempo di bussare che un ragazzo in lacrime uscì da quella stanza, ora che ci pensavo era lo stesso che avevo sedotto una settimana prima e che poi avevo mollato proprio per farlo finire con Hunter.

Questo ragazzo biondo del quale non ricordo neanche il nome si voltò a guardarmi e con una smorfia di disprezzo se ne andò scendendo le scale.

“Cosa hai fatto a quel povero ragazzo?” chiesi mentre varcavo la porta.

“Oh niente di che la solita storia, vengono correndo da me dopo che tu gli hai spezzato il cuore e poi faccio la stessa cosa io solamente per divertirmi”

Per ragazzo mi faceva seriamente paura, si divertiva con la tristezza della altre persone, era una cosa che mi disgustava, ma mi servivano i suoi soldi.

Avevamo cominciato quel patto l’anno prima, quando Hunter si era trasferito alla Dalton. Notando quanti ragazzi riuscivo a portarmi a letto mi ha “ingaggiato” per aiutarlo.

Noi le chiamavamo scommesse, ma non lo erano affatto, Hunter sceglieva un ragazzo che gli piaceva e li cominciava il mio lavoro. La prima volta che mi propose questa cosa ero riluttante perché io corteggiavo i ragazzi solamente per divertimento personale, per quale motivo dovevo farlo per far divertire qualcun altro? Ma quando cominciai a necessitare di una grande somma di denaro che qualsiasi lavoro avessi trovato alla mia età non mi avrebbe potuto dare, decisi di accettare.

“Quindi, dove sono i miei soldi?”

“Tieni” mi lanciò una busta con il mio “stipendio”.

“Allora come va con quel ragazzino che abbiamo incontrato al Lima Bean mentre piangeva?”

Argomento Kurt, odiavo parlare di Kurt davanti a lui. Non se lo meritava e non se lo sarebbe meritato mai.

“Non è un ragazzino, e poi niente. Non gli piaccio, quindi non so come farlo arrivare da te. Mi dispiace”

“Sei un bugiardo, ho visto come lo guardi e come lui guarda te. Diciamo che non vuoi condividerlo con il tuo migliore amico”

Migliore amico? Pft, ma per piacere.

“Non è questo, semplicemente lui non è interessato”

Mi si avvicino e cominciò a parlarmi all’orecchio:

“Fai come vuoi, lo so che mi stai mentendo. E se proprio non vuoi prestarmelo vorrà dire che me lo prenderò da solo. Sai ha davvero un culo da urlo”

Sentii le tempie pulsare dalla rabbia, Kurt con lui? Non sarebbe successo mai, ed io non lo avrei permesso. E poi come si permetteva di fare commenti sul mio Kurt!? Si mio perché fino a quando sarò io a proteggerlo è mio.

“Se ne sei sicuro buona fortuna, a quanto pare io non ti servo più qui” dissi andandomene, non potevo restare un minuto di più in quella casa. Altrimenti avrei preso a pugni Hunter.
 
 
*Ciao a tutti! Si sono viva, scusate ma a quanto avrete capito non sono una persona puntuale con gli aggiornamenti e quindi se volete continuare a leggere le mie storie purtroppo dovete prendermi così. Mi odio per questo, e come ogni volta mi scuso per quelle persone che stanno seguendo la storia. Pensate che quella sebtana non l’aggiorno da marzo, mi staranno dicendo miriadi di parolacce. Comunque cominciamo i ringraziamenti: a chi recensisce ed a chi mette questa ff tra le preferite/ricordate/seguite, state diventando in tanti, e questo mi rende felicissima. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e come promesso più Hunter! Penso di farlo diventare un personaggio piuttosto viscido non penso vi piacerà. Detto questo vi saluto ed aspetto recensioni! Alla prossima! Dì*
 
  
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