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Autore: firephoenix    10/05/2014    4 recensioni
Maka, Tsubaki, Liz, Patty e Blair faccia a faccia con Soul, Black*star, Kid, Spirit e Chrona.
Il resto è tutto nel titolo :)
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Meeting Spirit Albarn

Il rumore di una sedia spostata e la lunga ombra che cadde sul tavolino fecero da segnale a Maka, che teneva la testa china mentre giocherellava con la penna, della presenza di una nuova persona di fronte a lei. La bionda alzò svogliatamente lo sguardo.
Mai errore fu più fatale.
«Tu!» strillarono contemporaneamente le due figure.
«Che diavolo ci fai qui, tu?» sbraitò Maka incredula.
«Io... io... e no! Non rigirare la frittata! Non è posto per te questo! Ascolta il tuo paparino» sorrise incerto l'uomo. Cacchio, sua figlia l'aveva colto proprio con le mani nel sacco questa volta.
Ogni venerdì sera Spirit veniva agli incontri sperando di fare colpo su qualche fanciulla; non avrebbe mai pensato di trovarci qualcuno che conosceva! La sua Makina, per giunta!
«Non sono affari tuoi perchè io sia qui, paparino» sputò velenosa la ragazza.
«Ma tesoro non si sa mai chi potresti trovare in questi posti...»
«Te! Ecco chi ci potrei trovare! Lurido, viscido...»
Spirit si guardò in torno sorridendo incerto alle persone che cominciavano a guardare i due famigliari con un certo interesse.
«Makina... tesoro... non urlare»
«IO URLO QUANTO MI PARE!» strillò lei alzandosi in piedi tra gli sguardi curiosi «Anzi me ne vado. Questo posto non fa per me»
«Temo che tu non possa, cara» Maka trasalì, la voce era arrivata inaspettatamente dalle sue spalle. Il signor Shinigami, direttore dello speed date, era giunto immediatamente per risistemare la calorosa atmosfera del locale; quella sera stranamente c'era più fervore del solito.
«Come sarebbe a dire che non posso?» fece la bionda, frustrata.
«Oh, oh, è molto semplice: siamo pari. Se lei se ne va, qualcuno rimarrà da solo»
Maka fissò con astio suo padre. Spirit le fece un cuoricino con le dita.
La campanella suonò.

.-.-.-.-.-.-

Da quando, con la coda dell'occhio, l'aveva visto muoversi tra i tavoli, Tsubaki aveva capito che sarebbe scoppiato il pandemonio non appena Maka avesse scoperto la presenza di Spirit nella sua stessa stanza.
«Tsubaki, anche tu qui?» le chiese il rosso non appena si fu seduto di fronte alla ragazza.
«Si, signor Albarn. Stasera siamo venute tutte in compagnia» rispose lei immancabilmente cortese.
«Ma credi che questo sia il posto adatto per mia figlia, la mia Makina?»
Tsubaki non rimase troppo sorpresa dalla domanda e, sorridendo cordiale, gli rispose:
«Io penso che ormai Maka sia grande abbastanza per decidere da sola, no?»
«Ma... ma... lei è la mia bambina» grossi lacrimoni iniziarono ad affacciarsi agli angoli degli occhi di Spirit. Tsubaki, prontamente, estrasse un fazzoletto dalla borsa e glielo porse.
«Coraggio, si faccia forza. Deve essere orgoglioso di Maka»
«È vero...» ammise lui tirando su col naso «sei una ragazza davvero gentile Tsubaki, dovremmo parlare più spesso»
Il sopracciglio della mora cominciò una lenta ascesa; Spirit stava entrando in modalità rimorchio. Accidenti, pensò sperando in un miracolo.
La campanella suonò.

.-.-.-.-.-.-

«Sei patetico» la lugubre serietà di Patricia Thompson inquietò Spirit.
«Perchè mi dici questooo?» domandò lui disperato accasciandosi sulla sedia e cominciando a prendere a testate il tavolo, singhiozzando.
«AHAHAHAH! Ho vinto! Sorellona mi devi un cinquantoneeee!» urlò la ragazza verso il secondo tavolo alla sua sinistra.
«Ho detto cinque non cinquanta, Patty! Non ti allargare!»
«Cosa?» Spirit si risollevò dal tavolo stordito e con ancora il viso bagnato dalle grandi lacrime appena versate.
«Io e Liz avevamo fatto una scommessa: se ti dicevo che eri patetico e tu prendevi a testate il tavolo vincevo io, se invece scappavi urlando vinceva la mia sorellona» spiegò allegra, poi si avvicinò al rosso con aria cospiratoria ed una mano a coprirle la bocca «Adesso mi deve un cinquantone hihihi»
«Ho detto cinque non cinquanta!»
Sia Patty che Spirit ignorarono la voce di sottofondo.
«Sei cattiva» mormorò poi l'uomo mentre un altro lacrimone gli scendeva dall'occhio destro.
«Non si abbatta, signor Spirit!» rise ancora la bionda «Pensi alla buona azione che ha fatto oggi!»
«Quale buona azione?» chiese lui un po' speranzoso.
«Mi ha fatto guadagnare un bel cinquantone!»
«HO DETTO CINQUE!»
La campanella suonò.

.-.-.-.-.-.-

«Era così difficile??»
Spirit, che ormai si aspettava di tutto quella sera, non si scompose nemmeno più di tanto.
«Me lo dica, signor Spirit» Liz lo guardava con occhi sottili ed indagatori «Era così difficile urlare un po' ed andarsene! Era così difficile?»
«Ma... ma io...» provò a difendersi il rosso.
«No no. Niente scuse. Questa me la rinfaccerà tutta la vita» brontolò lei tirandosi indietro i capelli frustrata.
«Qualcosa da dire a sua discolpa?»
«Io...»
«Anzi no, taccia! Sono già nervosa abbastanza»
«Però...»
«Ma lo sa, dico, cosa avrei potuto comprare con quel “cinquantone”? Perchè è evidente ormai che dovrò darglieli tutti, quei preziosi soldi privati dallo shopping»
«Ma...»
«E sa la cosa peggiore? Che non li userà per comprare vestiti, che magari potrei indossare anche io, ma per comprare giraffe o matite colorate!»
«Si vede che...»
«E quando dico matite colorate, Signor Spirit, non intendo quelle per gli occhi!»
Il rosso emanò un lamento sospirato. Liz, in preda al fervore, ormai stava occupando metà tavolino, gesticolando ad effetto per sottolineare per bene il suo disappunto.
«Mi viene da piangere, sa?» fece poi intristendosi alla velocità della luce «l'ho vista proprio stamattina. In vetrina. La maglietta della mia vita» sospirò con gli occhi pieni di lacrime «Sul cartellino c'era scritto proprio “cinquanta”, era perfetto» sussurrò Liz affranta, poi puntò uno sguardo minaccioso sul rosso «E adesso non potrò averla a causa tua» lo fulminò.
Spirit represse un gemito tra il disperato e lo spaventato. Una maglietta? Ma non aveva detto che avrebbe potuto comprare un sacco di roba con quel cinquantone?
La campanella suonò.

.-.-.-.-.-.-

Spirit si accasciò sfinito sulla sedia seguente, senza nemmeno guardare chi aveva seduto davanti.
Quel posto lo stava uccidendo; era sicuramente una delle serate peggiori della sua vita da quando era diventato scapolo e seduttore.
Lo schiocco di una lingua sul palato lo fece rinsavire dai suoi mesti pensieri.
Il rosso alzò lo sguardo e per poco gli occhi non gli uscirono dalle orbite.
«Ciaaaao» snocciolò sensuale la donna davanti a lui «Io sono Blair»
E Spirit fu l'uomo più felice di Death City.
Lei lo guardava attorcigliandoci placidamente una ciocca di capelli viola attorno all'indice, appoggiata al tavolo in modo da offrire una perfetta vista panoramica al rosso.
«Tu chi sei?» gli chiese smielata.
Spirit ritrovò in un attimo tutto il testosterone che gli era stato calpestato e sotterrato dagli incontri precedenti e sfoggiò il suo infallibile charm.
«Una donna del tuo calibro dovrebbe già conoscere il mio nome, dolcezza» disse alzando ed abbassando le sopracciglia due volte.
«Mmmmm... un uomo misterioso» proferì maliziosa Blair sporgendosi maggiormente verso di lui «Mi piace» sussurrò.
«Piaccio a molte donne» fece lui, rimanendo sul vago.
Lei si stiracchiò soddisfatta sulla sedia nel suo vestitino succinto. Adesso veniva la parte che preferiva.
«Sotto o sopra?» chiese all'improvviso. Spirit non esitò:
«Sopra»
«Calzini?»
«Solo d'inverno»
«Durata?»
«Segreto professionale»
«Performance?»
«Posso darti un assaggio»
«Figli?»
Un lungo gemito si allungò dalla bocca del rosso mentre si accasciava sul tavolino.
«Oooooow» mormorò Blair sinceramente dispiaciuta «Stavi andando così beneee» si lamentò e prendendo la cartellina, con nonchalance, segnò il nome “Spirit” sotto la colonna “SEDURRE ED ABBANDONARE”, guardando con rammarico i pochi nomi che invece stavano incolonnati sotto a “DA PORTARE A LETTO”.
«No!» fece l'uomo allarmato dal foglio della ragazza «Sono fantastico! Giuro! Ti prego mettimi in lista!» la implorò aggrappandosi al suo braccio con i lacrimoni agli occhi.
«Povero, paparino premurosooo» disse lei, stringendolo in un abbraccio soffocante «I tuoi figli devono essere così fieri di te!»
Spirit soffocò un lamento.
La campanella suonò.

 

Tra le generose prosperità di Blair, Spirit realizzò che le donne non le avrebbe proprio mai capite.

 

 

 

Salve salvinooooo

Sono tornata! Acciderboli (?) in questo periodo non ho proprio mai tempo per scrivere :(
Spero comunque che questo capitoletto vi sia piaciuto, anche se non è un granché :) e ovviamente fatemi sapere come sempre qual è il vostro incontro preferito che sono curiosa ;)
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e letto, non sapete quanto vi voglio bene <3
Alla prossima!

XOXO
firephoenix

  
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