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Autore: MadaraUchiha79    10/05/2014    2 recensioni
Una volta sporcata un anima non può essere mondata.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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A Tokyo la situazione si era di colpo calmata. In quegli ultimi giorni non si era fatto altro che arrestare piccoli spacciatori, o aggressori di poco conto. Nessuna esplosione, nessuna sparatoria. Tutto procedeva affogato nella noia del lavoro d’ufficio. Era da tempo che Hashirama non si annoiava in quel modo atroce. La schiena appoggiata alla sedia e gli occhi socchiusi erano indici di una sonnolenza derivata dall’ozio più totale.Aveva dato un’occhiata a tutte le scartoffie e si era persino stancato di sfogliarle. Il pensiero divagò sui ravioli che avrebbe preparato Mito. Mito, in quei momenti gli mancava di poter parlare un po’ con lei, che era sempre impegnata con i ragazzi della scuola. Da un certo punto di vista la invidiava, almeno aveva a che fare con i ragazzini e la loro crescita ,con il lato bello della vita. Lui invece doveva sempre provvedere a scovare malviventi, assistere alle rilevazioni ove si era consumato un omicidio. Morte, violenza e sangue erano cose che gli sarebbe piaciuto evitare a piè pari, e invece si era messo in testa di portare un minimo di giustizia in quella realtà. Il desiderio di portare giustizia però porta ad affrontare il male in tutte le sue forme e tante volte conduce sulla via di fallimenti necessari per rialzarsi e giungere più vicini all’obiettivo. L’uomo è piccolo nella realtà, così piccolo da sentirsi completamente impotente di fronte alla sconfinata forza della corruzione,del vizio, della brama di denaro e potere, ma sono le piccole cose a smuovere le rivoluzioni, o così almeno pensava Hashirama.
La porta si aprì di colpo e ne entrò Tobirama accompagnato da un altro agente.
 
-Fratello, abbiamo un grosso problema. -
Hashirama fissò esterrefatto il contenuto di una busta trasparente portata in mano dal collega . 
-Ecco l’emergenza alla quale sono stato chiamato, da registrare subito nella sezione omicidi. Assegnala a me.-
-A te? Tobirama, ma ti rendi conto di chi abbiamo contro? -
  - Sì e credo che proprio per questo motivo debba occuparmene io.-
  - Non ti lascerò fare questa cosa da solo.-
  - Non mi serve la tua protezione.-
  - Dovrai sopportarla invece.- 
 
Kakuzu spense il motore dell'auto e oscurò i fari. Appoggiò la schiena al sedile e si rilassò in attesa della chiamata di Madara.
 
  - Mi sono spostato per quasi duecento chilometri, ho lasciato il mio ristorante in mano ad un cinese e mi ritrovo anche a dover aspettare. -
  - Ti accontenterai più tardi, per lo meno a detta di Madara. Ci sono diverse teste da far saltare, peccato però che valgano molto poco. Sembra che non abbia voluto affidarci dei latitanti pericolosi, ma solo piccoli spacciatori di crack. Nemmeno agli affiliati delle famiglie nemiche a quelle di A interessa la loro testa tanto da pagarla.-
  - Meglio no? Almeno non dovremmo tenere conto di lasciarli riconoscibili.-
 Il telefono all'interno della vecchia Crysler di Kakuzu squillo più volte. Quello rispose in tutta calma.
  - Pronto.-
  - Arriverò tra pochi minuti. Intanto sfondate dal retro dello stabile e ammazzate quella manciata di drogati che si nasconde lì dietro. Dovrà essere una cosa rapida che ci consenta di liberarci di loro senza farci notare subito. -
  - Pistole di grosso calibro e silenziatore. Nessuno sentirà nulla.-
  Kisame obiettò.
  - Io ho il mio machete e non userò mai armi da fuoco,che sia chiaro.-
  - Kakuzu, ho sentito la protesta di Kisame, passamelo.-
  - Va bene.-
  Kakuzu cedette a malincuore il suo telefono a Kisame .
  - Qualche problema con i miei metodi, Madara-san?-
  - No, dritto alla gola in modo che non possano urlare.-
  - Non moriranno subito, posso giocarci un po'?-
  - Spezzettali il più possibile quando sono ancora vivi.-
  - È divertente lavorare per te, Madara-san!-
  - È solo l'inizio. Ora chiuderò la chiama e voi entrerete là dentro. A buon rendere. -
 Madara chiuse il collegamento .
Kakuzu riprese il telefono e lo adagiò all'interno della tasca dei pantaloni. Lo sportello del passeggero cigolò mentre si apriva. 
  - Fai silenzio Kisame.-
  - Prenditela con questo relitto. Nemmeno in fondo al mare ci sono mezzi di trasporto così vecchi. -
  L'altro non rispose e si limitò a lasciare l'abitacolo. Aprì il porta bagagli e ne cacciò fuori una borsa scura. Tirò fuori due pistole e montò il silenziatore in modo da attutire il rumore dello scoppio. Inserì i caricatori e senza dire una parola si avvio verso la porta metallica che chiudeva il deposito. Sparò tre colpi alla serratura che si aprì subito. Kisame era poco distante da lui. Toglieva le bende dal suo machete che si era abbattuto su centinaia di corpi. Nell'ambiente era conosciuto come "Il Demone" , poiché erano molti quelli che si rivolgevano a lui per fargli compiere vere e proprie stragi con metodi atroci. Come maggior tendenza dei membri della Yakuza, Kisame adorava le lame da taglio, ma a differenza dei più, lui preferiva il machete alla katana. Il taglio era più approssimativo e il peso stesso dell'arma rendeva la lenta incisione della grossa lama nella carne ancora più dolorosa. Kisame era cresciuto con suo zio, un pescatore che si guadagnava da vivere lavorando sulle tonnare che ogni mattina salpavano dal Golfo di Tokyo. Non era mai presente a casa e non gli aveva dato la ben che meno minima educazione. Tuttavia Kisame era cresciuto in maniera abbastanza normale, ma la solitudine aveva contorto i suoi pensieri in maniera subdola e incontrollabile. Fu un pugno ben assestato ad un suo compagno di scuola, quel piccolo schizzo di sangue che gli bagnò le labbra a risvegliare il lui una passione particolare per il sangue. Colpì il volto di quel ragazzino per così tante volte da distruggergli gli zigomi. Rideva tenendo gli occhi sgranati in un espressione di follia impressionante. Perse l'anno e dovette rimanere chiuso in casa per giorni e giorni :suo zio non si fidava di tenerlo in giro, anzi con l'andar del tempo non si fidava di tenerselo a casa, poiché il giovanissimo Kisame aveva di nuovo dato sfogo alla sua pazzia ferendo gravemente altre persone. Così era sul punto di mandarlo via di casa, e rinchiuderlo in un istituto di igiene mentale. Con quello che aveva fatto, di sicuro non lo avrebbero rifiutato. Ma suo zio non riuscì mai a inviare quei documenti. Le voci che giravano raccontavano che mentre l'uomo scriveva alla clinica psichiatrica, Kisame si avvicinò a lui e con un grosso coltello da cucina gli mozzò le dita e poi lo sgozzò per farlo tacere. Nessuno riuscì mai ad attribuirgli la colpa: il coltello non fu mai trovato e nemmeno le vesti lorde di sangue. E poi, chi sarebbe stato capace di attribuire ad un bambino di dodici anni , educato e rispettoso, un atto così efferato? Certe cose si vedono solo nei film. In quel caso però era la pura realtà. Da allora visse presso un istituto fino alla maggiore età, e una volta uscito, ricominciò a divertirsi, ma questa volta ampiamente remunerato. Madara lo assoldò per un lavoro eclatante contro il clan degli Shimura: la rivendicazione che l'Uchiha considerava migliore in assoluto. Quando l'Uchiha non ebbe più bisogno di lui si trasferì a San Diego e comprò un ristorante giapponese che usava come copertura per il suo secondo lavoro.
Per quello che riguarda Kakuzu invece, la storia è dal tutto diversa. Nacque in una famiglia benestante ad Osaka, ma non è detto che le famiglie in vista siano migliori delle altre. Il padre era un ricco imprenditore che però sperperò ogni centesimo del suo patrimonio nel gioco d'azzardo. La miseria che ne conseguì portò alla distruzione della sua famiglia. La madre di Kakuzu si dileguò . Il figlio non seppe più nulla di lei. Non gli lasciò nemmeno un messaggio d'addio,niente. Solo l'amara consapevolezza che lei non lo avesse mai amato. Nessuno lo avrebbe mai più amato. Il padre si sparò in testa dopo qualche annoi dalla partenza della moglie e Kakuzu fu affidato ad un amico di famiglia che ne prese la custodia. Quest'uomo era già famoso nell'ambito della malavita come usuraio, un cravattino che riscuoteva per il clan più in vista della zona. Da lui imparò il mestiere e con lui lavorò fino a che quello non tirò le cuoia, ammazzato da una pallottola sparata da un giovane alle prime armi. Un Uchiha: Obito Uchiha. Invece di vendicarsi, Kakuzu prese la strada più sensata e si affiliò al clan Uchiha. Si allontanò poi senza avvertire per trasferire le sue ricchezze in Costa Rica. Lì cercò di avviare un buon giro di prestiti e infatti riuscì ad essere un vero e proprio punto di riferimento per chi volesse dei soldi ignaro delle conseguenze derivate dal chiederli alla persona sbagliata.
Kakuzu sparò due precisi colpi sulla fronte ai primi che si trovò davanti. Caddero entrambi a terra con l'espressione di sorpresa freddata sul viso. Non una parola uscì da quelle bocche, non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto della loro morte. 
Questa volta fu Kisame ad avanzare verso gli altri che si erano allarmati per il tonfo. Due di loro si spostarono tra i bancali di legno tentando di nascondersi da eventuali proiettili. Uno di loro si sentì ticchettare una spalla. Dall'ombra emerse il luccichio di una lama che si conficcò velocemente nella gola del malcapitato.
  -Mi dispiace ma anche se so che ti fa male, non puoi urlare. Nel frattempo, posso tagliati una mano? Lo sai che chi tace acconsente?-
Kisame infierì su quell'uomo morente , recidendogli entrambe le mani , mentre un altro paio di colpi delle pistole di Kakuzu avevano freddato il suo compagno.   
  - Ehi voi, chi cazzo siete.-
Tre americani iniziarono a sparare su Kakuzu e Kisame che prontamente si fecero scudo con il legno delle casse, nascondendovisi dietro. I proiettili si conficcarono sul legno .Kisame reagì sorridendo, mentre Kakuzu rimase in silenzio, concentrato. Entrambi sapevano che quei miseri fattoni che si atteggiavano da guardie avrebbero consumato tutti i proiettili quasi nello stesso momento. E così fu. In quel momento Kisame scattò verso di loro e con colpi secchi ferì a morte tre di loro : gola , ventre e petto. Tagli profondi che li lasciarono agonizzanti. Kakuzu freddò i due a terra mentre l'altro tendeva il braccio pronto a sparare, braccio che poi gli fu quasi staccato da un veloce colpo di lama. Con un altro fendente gli colpì il collo con tanta veemenza quasi da staccargli la testa, che rimase ciondolante da un lato. Quel corpo martoriato cadde accanto a quello degli altri. 
 
  - Ora facciamo irruzione nella prossima stanza.-
  - Con immenso piacere, Kakuzu-san.-
  Con un calcio Kisame abbatté la porta e si trovò di fronte Deidara che armeggiava con una bombola del gas.
  - Allontanati da quella cosa, Deidara.-
  - Kisame? Che diavolo ci fai qui?-
  - Per tua informazione, Deidara, io e Kakuzu siamo venuti a salvarvi tutti. Dovreste ringraziarci .-
  Passi sì, rumore di passi. Sicuramente qualcuno aveva avvertito le sporadiche grida di coloro che erano stati abbattuti poco prima. Kakuzu ricaricò le pistole mentre Kisame provvedeva a spezzare le catene e a sciogliere i nodi. 
  - Cazzo, datti una mossa, pescivendolo!!-
  - E non mettergli fretta,Hidan. La fretta è una cattiva consigliera.-
  - Ha ragione Sasori,Mh!Muoviti però!-
  - Kakuzu, è un po' che non ci vediamo.-
  - Sembra che il piccolo Obito sia passato da teppista a consigliere in breve tempo. Sapevo che avevi stoffa. Non avevo mai visto un diciottenne sparare a sangue freddo come hai fatto tu.- 
  - Ce l'ho nel sangue.- 
  I passi erano sempre più vicini, ma oramai i vincoli erano sciolti. Hidan strinse fra le mani la catena che fino a poco prima gli vincolava i polsi. La girò fra le mani. Gli altri anche si alzarono e si misero in posizione difensiva, tranne Obito che si accarezzava un polso e sorrideva.
Scesero le scale altri tre volti noti : Mal , Itachi e Sasuke.
 
  - Ma che cazzo? Ehi , come avete fatto a liberarvi? -
  - Hanno pensato che il più piccolo non avesse abbastanza cervello da riuscire a slegare una fune di canapa. Gran cazzata per uno come me.-
  - Sasuke, allora hai qualche qualità anche tu.-
  - Ne ho molte che non sai Hidan. -
  - Non mi sembra il caso di perderci in chiacchiere. Dobbiamo allontanarci da qui. Una delle due porte dovrebbe aprirci per il loro garage. Da lì potremmo allontanarci prima che si accorgano!-
  - E Rasetsuya?- 
  - Non preoccupatevi, a lei ci penserà Madara.-
  - Non avevo dubbi, Kisame. -
  - Ha in mente di fare un disastro , sarà il diversivo che ci farà scappare. È tanto matto quanto determinato. -
  Itachi posò le mani sulle guance di Yoake e la guardò negli occhi. Dallo sguardo di lei non traspariva paura, tanto che gli regalò un sorriso, sebbene tenue. Lui la ricambiò, e approfittando della confusione scatenata da Deidara, Hidan e Sasuke ,si ritagliò un piccolo spazio solo per loro due, un breve attimo necessario per un bacio, una fugace carezza tra le loro labbra.
 
  - Sei pronta? Questa sarà la fuga più rocambolesca a cui tu abbia mai partecipato. -
  - Non credere che questo mi spaventi.Non sono sola.-
  - Non lo sarai mai più.- 
  Sasori richiamò l'attenzione dopo aver trovato l'uscita verso il garage. 
  - Da questa parte.-
  - E le chiavi?-
  Gli chiese Sasuke. L'altro scosse la testa trattenendo una risata.
  - A me non sono mai servite. -
  Schiamazzi in inglese provenienti dal piano di sopra. Non erano molto lontani da loro. 
  - Andiamo dannazione!- 
Gridò Deidara imboccando la porta. Gli altri lo seguirono velocemente. Ora bastava scassinare le auto e metterle in moto, ma ci voleva tempo! 
 
Arrivò a tutta velocità di fronte a quel dannato stabile. Fermò l'auto in bella vista e ne scese a fatica. Aprì il bagagliaio e ne estrasse una grossa arma.La caricò con tutta calma. Due degli uomini di A in vedetta si avviarono per raggiungere l'interno e riferire tutto al loro capo che sicuramente era con Rasetsuya.
Madara puntò proprio in direzione dei due. 
  - È un bazooka cazzo!!!- 
  - Scappa!-
  L'Uchiha rise per poi prendere la mira e fare fuoco. Il suo unico occhio ci vedeva ancora molto bene e infatti li centrò facendoli saltare in mille pezzi. 
  - Boom-
  Affermò ironicamente per poi abbassare l'arma e dirigersi verso l'entrata. La fece saltare con un altro proiettile. Ricaricò e proseguì. 
  - Signore!!Ci attaccano con un bazooka! Un fottuto bazooka!-
  - Chi?-
  - Susanò'o! Ha fatto fuori due dei nostri. -
  A prese per il colletto il suo alleato , mentre nel frattempo Rasetsuya stava cercando di liberare le mani dalle catene. Le aveva sporcate di olio lubrificante per auto che macchiava il pavimento della stanza. Lei stessa l'aveva versato fingendo di colpire la tanica in uno dei suoi falsi tentativi di liberarsi. Con dolore abbastanza forte riuscì a far sgusciare le manidal cappio. Saltò così la balaustra, giungendo al piano inferiore. Non era molto alto, però sentì comunque un forte dolore alle caviglie. 
  - Che aspettate?Sparate le addosso, cretini! Lo vedete che sta scappando?-
  I proiettili colpirono a pochi centimetri da lei, ma Rasetsuya sapeva di non poter arrestare la sua corsa, non finché non avesse raggiunto l'uscita. L'olio però aveva anche macchiato le sue scarpe e la fece scivolare a terra. Era inseguita e tentò di rialzarsi velocemente, ma ricadde poco dopo. L'avevano quasi raggiunta quando un altro grosso proiettile si abbatté su di loro , facendoli saltare in aria. 
  - Ancora...Kaboom. Non è divertente, sapete? -
  - Madara! - 
Madara tese la mano destra a Tsuya e la aiutò a rialzarsi. 
  -Bastardo!!!!- 
Gridò A , impossibilitato a scendere la scala, poiché distrutta e in fiamme.
  - Andiamo, ha un'uscita secondaria e io non posso correre. Potrebbe ancora fregarci. E poi non li abbiamo ancora ammazzati tutti. Americani bastardi. -
  - Non possono colpirci da qui. -
  - No ma incroceranno gli altri passando dall'uscita secondaria.-
  - Dobbiamo raggiungerli prima noi, andiamo!- 
 
  - Questa è l'ultima. Quattro auto in tempo record, sto migliorando.-
 Alla guida delle auto vi erano Sasori, Itachi, Obito e Kakuzu. Hidan e Deidara nella stessa auto di Sasori, Itachi con Yoake , Obito con Sasuke e Kakuzu con Kisame. I motori già accesi rombarono all'unisono. All'esterno si vedeva già la luce dei fari di altre auto illuminare la notte. Un inseguimento con i piloti di A alle calcagna. Non c'erano problemi per Sasori , ma gli altri non erano abituati alle corse. Tuttavia la situazione era scappare o morire, scappare sotto i proiettili di quella gente era più rischioso di correre un "ultimo segnale" a Tokyo in pieno giorno. Gli americani non sanno correre ma sanno sparare. Partirono per primi, a tutta velocità tentando di stare più vicini possibile . Le auto di A si immisero nella corsia a sinistra , affiancandoli ed iniziando ad aprire il fuoco su di loro. Obito iniziò a sbandare, dopo aver ricevuto un colpo al parabrezza dell'auto. Abbassò la testa per istinto, per poi rialzarla subito dopo e riprendere il controllo. Itachi era freddo come sempre e come sempre attento ad ogni spostamento del nemico. Yoake lo osservava stupita del suo sangue freddo. Non voleva far trasparire la tensione dal volto, ma inevitabilmente le mani si strinsero l'una all'altra con forza. A non aveva preso parte all'inseguimento, come in genere un capo dovrebbe fare,ma aveva mandato tutti i suoi uomini migliori, i piloti con cui Madara aveva corso. Dalle auto sparavano concentrando il fuoco su quella più vicina a loro, quella di Obito. Ma dalla corsia destra si immise Madara, frapponendosi tra le auto degli americani e quelle dei suoi alleati. 
 
  - Tsuya, sai cosa fare.-
  - Non ho mai sparato con un bazooka.-
  - Fregatene, prendi la mira e spara!-
  - Il rinculo? -
  - Poggia l'arma sulla spalla, aiuta.-
  - OK!-
  Rasetsuya posizionò il bazooka in modo che sparasse dal centro del lunotto. Quando il proiettile partì il vetro si frantumò. Il colpo andò a segno e riuscì a colpire una delle auto, distruggendola.
  - Bingo!!-
  - Giù!-
  Una raffica di colpi colpì l'auto, Rasetsuya si nascose tra i sedili, per poi rialzarsi e ricaricare. Intanto una delle auto era passata oltre la loro e affiancava quella di Sasori.
  - Non sprechiamo l'occasione che ci ha dato Madara. Tenetevi forte, sarà una manovra brusca, gente. -
  - Che cazzo..?-
  - Tieniti e sta zitto Hidan.-
  Sasori sterzò a tutta velocità verso la corsia a destra , prese accelerazione e andò a colpire l'auto che lo aveva precedentemente affiancato sterzando bruscamente dalla parte opposta. Quello alla guida dell'altra auto prese il controllo e fu costretto a decelerare. Sasori invece accelerò e lo distanziò notevolmente. Intanto ancora un'auto era stata distrutta da Rasetsuya. Kakuzu notò che uno degli inseguitori si distaccò dagli altri deviando in un'altra strada. 
  - Ci è sfuggito, maledizione.- 
  - Distruggiamo i restanti no? -
  - Ho solo le mie pistole.-
  - Vanno bene, se ci avviciniamo tanto da sparare in testa al conducente dell'auto che ci sta dietro. Decelera, lasciamo che ci affianchi,Kakuzu-san-
  Kisame caricò una delle armi di Kakuzu. L'altro decelerò, fino a lasciarsi affiancare. Kisame abbassò il finestrino e mirò verso l'altro che non fece in tempo a puntare la pistola contro di lui.
  - Buonanotte.-
  Premette il grilletto e lo ammazzò con un colpo sulla tempia sinistra.L'auto fuori controllo decelerò vistosamente, fino a fermarsi dal tutto. Al momento non vi erano inseguitori. Il gruppo proseguì dunque verso l'alloggio segreto di Madara, dove Izuna e Akane li aspettavano. La superstrada portava al quartiere residenziale dove Madara aveva affittato un appartamento,si immisero nella strada secondaria che li avrebbe portati a destinazione. Rasetsuya si rilassò e riprese a respirare tranquillamente. Obito si tranquillizzò, una corsa del genere non era proprio quello che si era aspettato da una vacanza a Los Angeles.
  - Però ci dai dentro eh? Non pensavo che uno sfigato come te potesse essere così bravo.-
  - Vedi , culetto? Io sono un uomo pieno di sorprese. -
Parcheggiarono quelle auto sbucherellate in un luogo abbastanza nascosto e si avvicinarono all'entrata di casa. Una sorpresa però li aspettava. Veloce e come la raffica di un mitra ,piovve fuoco su di due di loro, gli ultimi che si avviavano verso il loro rifugio. Un grido di donna spezzò il silenzio di quella notte maledetta.
  - ITACHI!!!!!!!-
  
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