16° CAPITOLO

Medico: Signori abbiamo una buona notizia!

Justin e i miei genitori si alzarono dalle sedie tutti assonnati, hanno passato una settimana intera in ospedale bevendo solo caffè e fare a turno per stare svegli e aspettare qualche notizia del medico, papà si alzò per primo e andò vicino al medico per saperne di più.

Papà: Si è svegliata?! 

Medico: No.. ma abbiamo trovato un modo.

Mamma si alzò dalla sedia con Justin dandole la mano.

Justin: QUALE!

Mamma: Calmati Justin..

Medico: Ecco, ci servirebbe una persona compatibile per poter prendere un bel pò di sangue e darlo alla signorina. In questo modo il sangue perso potrà formarsi il più velocemente possibile. 

Justin: Ci penso io datele il mio!

Mamma: Justin.. -le tocca il braccio per frenarlo-

Papà: E se non ci fosse la persona compatibile potrete trovare un'altro modo?

Justin: Papà ma cosa cazzo dici! Abbiamo tutto il sangue che gli serve! Ci sono io, tu , mamma basterà!

Medico: In tal caso dovremmmo cercare di darle più medicinali ma il suo corpo è troppo debole per assumerne..

Papà : Capisco..

Justin: Papà ma sei idiota ! Hai paura di dare il tuo sangue a tua figlia! Mi disgustate! Datele il mio Dottore, prendetene quanto più ne serve!

Mamma: Justin.. non fare così non puoi dargli l tuo sangue..

Justin: Sono suo fratello, posso e voglio dargli anche il cuore se necessario!

Mamma cominciò a piangere ma si asciugò in fretta le lacrime con la manica della camicia. Mise una mano sulla spalla di Justin e lo guardò negli occhi ancora bagnati dalle lacrime.

Mamma: Tesoro, non puoi dargli il tuo sangue, come non possiamo dargli il nostro. Miley, ecco...non è tua sorella.

Justin rimase fermo a guardarla e si guardò intorno dal padre al medico poi alla madre, gli sembrava tutto uno scherzo.

Justin: Andiamo vi sembra il momento di scherzare?-accenando un piccolo sorriso-

Papà: Ti sembra uno scherzo? Pensi che in questo momento siamo in vena di scherzi?

Mamma: Piccolo.. -accarezzando il viso di Justin-

Justin gli tolse la mano dal viso violentemente e il suo sguardo era davvero indescrivibile, tante emozioni , troppe.
Si allontanò e andò verso la porta dove c'èro io collegata ad una macchina infernale e ad un letto. Mi guardò dalla piccola finestrella che si trovava sulla porta.Mise una mano sul vetro e cacciò una lacrima.

Justin: Non potevo avere una notizia più bella ma allo stesso tempo brutta...non posso salvarti piccola, non posso fare un cazzo per toglierti da lì! 

Justin si avvicinò al padre e lo prese per il colletto, aveva uno sguardo assassino,i suoi occhi rossi dalla rabbia e dal pianto erano incorniciati da quel bel colore caramello che ormai era cupo.

Justin: QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMELO! QUANDO! 

Papà: Justin, calmati. Non sei in te.

Justin: COME PENSI CHE STIA QUANDO LA DONNA CHE AMO STA MORENDO ED IO CHE POTEVO SALVARLA NON POSSO PIU' FARLO! COME PENSI CHE STIA QUANDO OGNI GIORNO PROVAVO UN SENTIMENTO NON FRATERNO PER LEI, E MI SONO SEMPRE COMPLICATO L'ANIMA PER COLPA DI QUELLO CHE PENSAVO SU DI LEI,MI FACEVO SCHIFO PER QUELLO CHE IMMAGINAVO ,CHE FACEVO! COME PENSI CHE STIA!!!

-spinse il padre e lo guardò infuriato-

Il medico e mia mamma rimasero a guardarli non sapendo che fare.

Papà: Mi dispiace.

Justin: Non chiedere scusa a me! Devi scusare lei! La sua morte sarà sulla tua coscienza! Sulla vostra!

E detto questo si avvicinò alla madre guardandola dusgustata e avendo una sola domanda da fargli.

Justin: Chi sono i suoi genitori?

Mamma: Ecco.. veramente l'abbiamo trovata in fasce sotto ad un albero in una cesta, di notte. E quindi l'abbiamo presa noi.

Justin: Perfetto, quindi non possiamo neanche trovare i suoi genitori!

La madre abbassò il capo e rimase in silenzio.

Justin entrò nella camera dove mi trovavo io, si sedette vicino al mio letto poggiando la testa affianco alla mia e si addormentò con me, per parecchio tempo.