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Autore: ansaldobreda    11/05/2014    1 recensioni
allora, prima di tutto è la mia prima storia (vi prego non sbranatemi!) e volevo dedicarla al mio personaggio preferito di sempre, C-17. da quando ero piccola mi sono sempre divertita a creare storie insieme a lui, e vorrei raccontarvi la mia versione della sua storia, o almeno provarci :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sapete che cos'è l'amicizia? Sì, essere fratello e sorella, due anime che si toccano senza confondersi, le due dita della mano.” Victor Hugo
 
Sono sdraiato. Alle elementari ci hanno insegnato ad assegnare a ogni aspetto negativo di una situazione uno positivo. Di aspetti negativi ce ne sono troppi, non mi va di ricordarli. Però mi sforzo lo stesso di trovarne almeno uno positivo, il primo che mi viene in mente è: sono sdraiato. Per terra, ma sono comunque comodo, supino, distendo le braccia e le gambe. Era da tanto che non mi sdraiavo così, neanche di notte, penso che sia un bel modo di cominciare le vacanze di natale. Altro aspetto positivo: fra poco torna mia sorella. È partita stamattina molto presto, e ormai fra poco sarà qui. Un altro? L’ematoma sotto l’occhio è quasi completamente sparito. Il quasi completamente mi fa preoccupare, perché ormai è passato qualche mese. Ma non è nulla in confronto alle mie braccia. La mia “malattia”, mi piace chiamarla così, è peggiorata, mi sa che quest’estate sarò costretto a rimanere con le braccia coperte, perché i polsini che usavo per nascondere i tagli non bastano. No, così non va bene! Devo trovare gli aspetti positivi! Allora…
Sento suonare il citofono. Corro verso la porta prima di rendermene conto, quando arrivo in salotto sono ancora convinto di essere sdraiato. Apro la porta, e mi getto verso una figura snella che incontro a metà del cortile. Stringo Alison più forte che posso e lei ricambia. Non l’ho ancora vista in faccia, ma in pochi attimi è come se non fosse mai stata via. Non ho mai amato gli abbracci, non ho mai fatto questa sceneggiata quando ritorna, ma in questo periodo tutto è così strano, io sono strano, cioè, più strano del solito. Restiamo abbracciati molto se ho il tempo di pensare tutte queste cose, quando me ne accorgo mi stacco per consentirci di respirare. La guardo negli occhi, diventa più bella ogni volta, ma mi accorgo che c’è qualcosa che non va.
«Hai tagliato i capelli!» Ora i capelli biondi le arrivano sopra le spalle, sono quasi più lunghi i miei, mentre prima le ricoprivano tutta la schiena. Non posso fare a meno di notare che così il suo sguardo è ancora più tagliente di prima.
«Dovresti farlo anche tu!» Mi passa una mano fra i capelli e si blocca quando incontra un nodo bello grosso «E dovresti anche pettinarti.» “Mi dispiace, ma in questo periodo i capelli sono l’ultima preoccupazione”.
«I miei capelli vanno benissimo, sono i tuoi che non vanno.»
«Non ti piacciono?»
«Sì, però così fai paura. Sembri perfida.» Lei ride, poi cerca di sollevare la valigia per portarla dentro, ma sono più veloce di lei. Quando entriamo lei e Annabel si salutano in modo quasi formale, mentre Hector non ci prova neanche. Annuisce e le dice di portare la valigia in camera. Ormai Hector non ha più potere su di lei, appena troverà un lavoro prenderà una casa, e non tornerà mai più. Lui se n’è accorto, per questo ha iniziato a sfogarsi su di me. Anche perché gli servono i soldi del mio mantenimento, una volta che Alison se ne sarà andata, per me sarà la fine. Lei dice che mi  porterà insieme a lei, sono bravo con i computer, potrei trovare un lavoro, ma lui non mi farà mai andare via. E dopo quello che è successo, non ho più voglia di lottare. Appena siamo da soli in camera, Alison mi sfiora la guancia con la mano. «Non si vede quasi niente.» Sospiro. «Com’è andato il colloquio con lo psicologo?»
«Uno schifo. Emily si è fatta convincere a tenere il bambino.» Già…
«Come? Quindi avrai un figlio?»
«Ormai non può più abortire.»
«E cosa pensa di fare? Di sposarsi con te e vivere per sempre felici e contenti?»
«No, vuole dei soldi. E io cosa ci faccio con un bambino?» Mi siedo sul mio letto reggendo la testa fra le mani. «Andiamo via.» Alison ride, ma io sono serio. «Andiamo via! Ovunque, andiamo a vivere nel deserto.» Okay, forse non troppo serio. «Viviamo da nomadi, ci sposiamo e inventiamo una religione. Sai quanti soldi?»
«Che religione vuoi inventare?»
«Una basata.. sullo sballo. Niente cazzate tipo messe o preghiere.»
«Inventiamo il dio della marijuana.»
«Quello è Bob Marley.»
«Allora il dio del sesso?»
«Quello sono io.» Lei ride forte e si appoggia sulla mia spalla. «Sai che è una bella idea? Possiamo proclamarci dèi.»
«E come si fa?»
«Basta che dici ‘da oggi io sono un dio’.»
«Allora da oggi io sono un dio.»
«Una dea!»
«Stai calmo! Adesso devi adorarmi.» Forse non è stata una buona idea…
«Cosa devo fare?»
«Disfarmi la valigia. E poi mi accompagni a fare shopping?» Adoro mia sorella.

 
 
Angolo autore: Ciao a tutti! Scusate se ho aggiornato tardi e se questo capitolo è corto e una vera schifezza :\ ma volevo fare intervenire anche C-18. Grazie a tutti quelli che leggono e che continueranno a leggere <3 e grazzissimo a quelli che lasceranno un commento <3
  
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