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Autore: Yumemi_sama    12/05/2014    7 recensioni
Naruto si sente in colpa.
Durante una missione, ha fatto una mossa azzardata che ha causato la morte del Maestro Iruka.
Si sente più solo che mai, e decide di partire da Konoha, per tornare quando sarà pronto.
Cosa succederà quando tornerà?
Sarà davvero cambiato come voleva?
Dopo due anni di assenza, cominciano a dubitare del suo ritorno.
Quando durante una missione per portare a termine un compito, che si pensava fosse stato concluso, tutto cambierà...
*******
-Che cosa?!-
-Non può essere!-
-Invece è così- ribatté la voce secca dell'Hokage -Il jutsu del Clan Hyuga è stato nuovamente portato via-
-Vuol dire che...- Kiba sbarrò gli occhi, terrorizzato
Shino sussurrò una sola parola, spaventato -Hinata...!-
*******
Sakura piangeva.
-Dov'è Naruto quando serve!? - singhiozzò
Ino era disperata anche lei -Naruto... possiamo farcela solo con il tuo aiuto.... ti prego... NARUTOO!- Ino urlava sconvolta e in preda alle lacrime. Tremavano tutti.
Volevano che tornasse. Sapevano che urlavano in vano.
Non li avrebbe sentiti da li...
Lui non c'era...
Speravano in troppo.
Lui non sarebbe venuto a salvarli di nuovo come con Pain.
Finché...
-RASENGAN!-
*******
Una storia Naruto\Hinata. Romantica.
Il rating rischia di alternarsi fra rosso e arancione!
Potrebbe essere leggermente OOC!
Buona lettura! ^^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
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                                                                                                                                                             UN NUOVO NARUTO 

Capitolo 5: Hokage assente 

(*la carta nebbia che è nel capitolo di prima è una cosa che mi sono inventata io, spero sia piaciuta ^^
Comunico, inoltre, che mi dispiace per gli imbarazzanti errori di grammatica e delle disposizioni delle parole nelle frasi non esattamente corrette, ma spesso non ho molto tempo per rileggere i miei capitoli e correggerli, quindi vi chiedo di essere pazienti XD
Arigato! ^^)
 
-Che cosa significa?!-
-Non lo so! Perché il palazzo è chiuso?!-
Gli uomini erano nel panico. Cosa potevano fare?
In quel momento, uno shinobi ANBU del Villaggio piombò giù dall’alto davanti a loro. Portava una maschera bianca rivestita di spirali rossi e blu –Come posso esservi d’aiuto?-la voce calma e placata fece recuperare un po’ di lucidità agli Hyuga
-Dov’è l’Hokage? Abbiamo un emergenza da comunicarle immediatamente!- si fece avanti uno di loro.
-Mi dispiace, ma l’Hokage in questo momento non può servire nessuno. Lei è …-
-Lascia, Juuki, ci penso io-
Una donna comparve all’improvviso alle spalle degli uomini. Aveva dei capelli corti neri e portava in braccio un porcellino rosa
-Shizune!- escalmò Ko –Per tutti i Kage, meno male che ci siete!-
Intanto, Juuki tornò alla sua posizione sul tetto con un salto.
-La signorina Tsunade è partita per un summit dei Kage. Ci sono stati un sacco di rapimenti nei Villaggi di tutte le Nazioni…-
Gli Hyuga sobbalzarono, pensando subito a Hinata. Allora non è soltanto a lei che è capitato! Possibile che fosse a causa di quei samurai?
Intanto, Shizune continuò -… e ha dovuto partire in segreto per non far cadere nel panico il Villaggio. Ha lasciato me in carica. Cos’ è successo?-
-La signorina Hinata è stata catturata da dei samurai!-
Shizune sbiancò e sbarrò gli occhi –E Hiashi?-
-Hiashi sta bene, e anche la sorella Hanabi, l’abbiamo trovata che stava correndo via a tutta velocità verso di noi. Sembrava molto scossa. Ci ha implorati di andare a salvare la signorina Hinata che l’ha salvata mettendo in pericolo sé stessa.
Ho spedito uno shinobi della mia squadra a riaccompagnarla alla Casata Cadetta dove starà al sicuro- spiegò Ko –Ma adesso la signorina Hinata è stata portata via e io ho incaricato dei ninja a portarla indietro, ma abbiamo bisogno del permesso dell’Hokage per organizzare una vera e propria missione di recupero-
-Oh, maledizione…- mormorò Shizune -… Hinata… perché?- chiuse un attimo gli occhi, poi li riaprì e guardò gli uomini –Non possiamo fare niente adesso. Io non sono l’Hokage, non posso prendere decisioni di questo tipo. Posso risolvere problemi di piccola importanza, ma questa è una cosa grossa… non posso fare niente, mi dispiace-
-Ci autorizzi! Lasciateci andare a prendere noi la signorina Hinata! Non dovremo usare nessuno degli ANBU del Villaggio o dei Team! Ci penseremo noi Hyuga!- sbottò Hoheto
Shizune scosse la testa, affranta –Mi è stato ordinato di difendere gli abitanti del Villaggio. Mandare voi in una missione come questa sarebbe come disobbedire agli ordini che mi sono stati assegnati. Mi dispiace, sono triste quanto voi per Hinata: è una ragazza meravigliosa, ma non possiamo fare nulla…-
-Che cosa?!- gemette Hoheto
Shizune abbassò lo sguardo, inflitta dalle silenziose accuse degli Hyuga
Ko stava tremando dalla rabbia –Possiamo almeno sapere quando tornerà l’Hokage?-
-Domani pomeriggio. Verso le quattro, forse, sarà qui-
Hoheto chiuse gli occhi per cercare di calmarsi, mentre Ko abbassò lo sguardo e annuì –Molto bene. Allora rispetteremo i vostri ordini, Shizune-
-Io… vi prego di perdonarmi- chiese la donna chinandosi fino a curvare le spalle, ma gli Hyuga, dopo un leggero saluto, si voltarono e saltarono via verso la Casata Cadetta
“Accidenti, signorina Tsunade, perché è dovuta partire proprio adesso?” pensò, affranta, l’assistente dell’Hokage.
*******
-Ce l’abbiamo fatta, ragazzi!-
-SII!- esultarono gli uomini. Stavano correndo tra un albero e l’altro mentre un samurai teneva sulle spalle la ragazza.
-Come va la ferita, Mirio?- chiese quell’uomo
-Bene. Ma tu pensa a tenere quella serpe! Maledetti Hyuga…- gemette tenendo ben stretto il braccio al petto per cercare di sopportare al meglio la ferita alla scapola.
-Io sono esausto… quanti ne mancano ancora?-chiese un terzo
-Penso tre, ma non ne sono sicuro- rispose il quarto
L’uomo che reggeva la ragazza si fermò –Si sta svegliando, che facciamo?-
-Dalle un altro colpo in testa, o spaccale il naso. Vedi come starà buona- propose Mirio
-Ha un così bel viso, non glielo voglio rovinare…- mormorò lui
-Dajo, stai scherzando vero?-
In tanto la ragazza aveva cominciato ad aprire gli occhi.
-SIGNORINA HINATA!- si sentì in lontananza. Saranno stati una ventina di metri
-Oh dannazione, stanno venendo a cercarla!-
La ragazza riprese conoscenza e cominciò a scalciare per liberarsi –SONO QUI! SONO QUI! LASCIATEMI!- e lo morse al collo. L’uomo gemette e la tirò a terra facendole sbattere con forza la schiena. La Hyuga gemette.
-TIENILA FERMA!- urlò il quarto.
Hinata si alzò in piedi, ma non riuscì ad andare troppo lontano che quello gli mollò un altro colpo forte sul collo, e tanto per essere sicuri anche un pugno sullo zigomo.
Hinata cadde a terra sulle ginocchia, ma prima di sbatterci anche il viso, l’uomo l’afferrò per le spalle e se la coricò sulla schiena.
-Muoviamoci!- urlò
-Sissignore!-
E partirono velocemente verso la base.
-SIGNORINA HINATA! DOVE SIETE?- la voce si era fatta ancora più lontana
-Li stiamo seminando!- disse il quarto ai suoi compagni
-Avete ragione, Koichi!- esclamò Dajo guardandosi indietro
-Se continuiamo con questa andatura non ci troveranno più!- concordò Mirio
-Muoversi!-
-Sissignore!-
Accelerarono il passo, e ormai erano quasi giunti al confine. In lontananza videro i loro cavalli dove li avevano lasciati.
-Siamo arrivati!-
Superato il confine, salirono in groppa ai propri cavalli, legarono una benda intorno agli occhi della ragazza, nel caso si svegliasse e scoprisse dove la stavano portando, e le legarono i polsi, le caviglie e le ginocchia.
Koichi la posò davanti a lui, e dopodiché diede una tallonata sui fianchi del cavallo e partirono.
Ormai le voci dei ninja non si sentivano più, mentre loro erano sempre più lontani.
*******
-C-Cosa?-
Naruto alzò l’angolo destro delle labbra –A quanto ne so sull’organizzazione degli ANBU, coloro che sono specializzati nelle tecniche di spionaggio non vengono addestrati per affrontare lunghe corse o combattere per giorni interi: non vi serve. Venite portati segretamente sul campo, e una volta svolto il vostro lavoro venite riportati via. Non sei abituata a correre su lunghe distanze, o sbaglio? Ti stanchi abbastanza velocemente-
All’inizio Mahra pensò di mentire e dire “Io non ho alcun problema a correre!” , ma sarebbe stato inutile. Lui era abituato a correre alla massima velocità anche per giorni interi, non sarebbe riuscita a tenere il suo passo.
E poi, ci aveva azzeccato in maniera impeccabile –E tu come lo sai? Eri tra gli ANBU del tuo Villaggio?-
Naruto scosse la testa –No. Però un mio amico sì. E’ nella radice e mi ha spiegato qualcosa- Sorrise –Quindi, non mi freghi. Adesso hai due possibilità: Impari a cavalcare una volpe- e indicò Leia –oppure ti porto sulle spalle io, a te la scelta-
Mahra era terrorizzata all’idea di cavalcare una volpe, ma non aveva intenzione di apparire una scansafatiche andando sulle spalle del biondino.
-E va bene! Vada per la volpe…- mormorò, seccata.
-Leia?- la chiamò Naurto. La volpe, obbediente, si avvicinò al padrone e si sedette di fianco a lui. Lo shinobi le accarezzò il collo, guardò Mahre e le allungò la mano -Vieni-
La ragazza prese la mano dello shinobi che la tirò verso di sé e le fece posare una mano sul collo della volpe dove prima teneva la sua. Poi la lasciò.
-Di solito non mi piace usarli per fare i miei viaggi: preferisco trattarli come compagni e correre al loro fianco, ma visto che ci sei tu possiamo fare un eccezione- spiegò –Prima di tutto, devi sapere che Leia è una volpe di grado cinque, quindi non sarà troppo aggressiva con te e si lascerà cavalcare senza alcun problema-
-In che senso è di grado cinque?-
-Dobbiamo fare in fretta, non possiamo perdere tempo così adesso. Te lo dirò un'altra volta. Adesso, afferrale il muso-
-C-Cosa?-
Naruto le prese l’altra mano che teneva stesa su un fianco e gliela portò vicino al naso della volpe, avvolgendogli il muso. Poi le lasciò la mano e le disse di tenerla così.
Fu un po’ difficile per lei, perché Leia cercava di tirarlo via.  
-Devi essere più forte di lei- le disse lo shinobi.
-Ma non le faccio male?-
Naruto rise –Scherzi vero? Le da solo fastidio, ma non le puoi permettere di dominarti. Calmala accarezzandola lì sul collo, e una volta che capirà che non hai cattive intenzioni, tirale il muso verso il basso e lasciala così per qualche secondo finché non senti che il suo respiro si è calmato-
Mahra obbedì e cercò di mandare tranquillità e dolcezza con il suo gesto . Dopo pochi secondi ci riuscì. Dopodiché le  tirò il muso verso il basso lentamente, e quando sentì che stava per accelerare il respiro l’accarezzò con la mano che teneva sul suo collo.
Ci riuscì, e la volpe, per istinto,  si alzò in piedi e lasciò che il suo muso guardasse verso il basso.
-Fino a terra, Mahre-
La ragazza annuì e trascinò il suo muso verso il pavimento
La schiena, adesso era ben esposta in tutta la sua lunghezza, il petto era sceso verso il pavimento in una posizione inchinata.
Aveva raccolto la zampa destra a rannicchiarsi contro il suo petto, mentre l’altra era distesa lunga.
-Questo gesto che hai appena fatto, è segno di sottomissione. Le hai in pratica comunicato che si può fidare di te, e lei, assumendo questa posizione, si è completamente sottomessa a te. Ora puoi anche salirle in groppa-
Anche se era inginocchiata, Leia era davvero alta
-E come faccio?-
-Devo afferrarle il pelo che si trova sotto il suo collo, posare un piede sulla sua zampa raccolta lì e slanciarti dall’altra parte-
-Ehm… ok-
La shinobi afferrò il pelo bianco della volpe e posò il piede dove aveva detto Naruto.
“Ok, al tre… “ pensò chiudendo gli occhi
“Uno… “ ce la posso fare!
“… due… ” oh cavolo, e se non ci riesco?
“… tre…!” troppo tardi per ripensarci!
Mahre saltò e allungò l’altra gamba sulla schiena di Leia.
 Un secondo dopo era sopra a Leia.
-Oh cavolo… uau!- esclamò, e un secondo dopo scoppiò a ridere.
Leia si alzò in peidi, e Mahre simise di ridere e si aggrappò forte al pelo della volpe
-Oh cielo! Leia, sei altissima!-
Il corpo della volpe era morbido e comodo, ma aveva la schiena molto stretta e Mahra si sentiva troppo squilibrata. Sarebbe potuta cadere facilmente se non trovava l’equilibrio adatto.
-Bravissima, Mahre. Adesso, sopra di lei devi tenere le gambe raccolte con le ginocchia che premono contro di lei con forza, così troverai l’equilibrio. La mano destra deve tenere con forza il pelo sotto il suo collo, mentre l’altra deve stare tra la tua mano e il tuo bacino.
Allontanati un po’ e tieni la schiena lunga, quasi sdraiata sopra di lei. Questo ti darà l’aereodinamica per la corsa e aiuterai Leia a non andare lentamente-
Mahre assunse quella posizione. Si sentì un po’ una scema all’inizio, ma presto si sentì quasi a suo agio e la paura di cadere le svanì.
Era stranamente bello ed eccitante stare sopra una volpe (così alta, poi!) e si sentì sicura e imbattibile.
Mahre rise –E’… bellissimo!-
Naruto sorrise –Vediamo come te la cavi mentre lei si muove. Leia?-
La volpe avanzò fuori dalla grotta.
All’inizio Mahre si spaventò, e per un secondo si sentì le mani deboli e non abbastanza forti per reggersi, ma con pochi giri di prova, si abituò al movimento oscillante dei fianchi della volpe.
La shinobi sentiva tutto il corpo di Leia muoversi sottò di sé. Percepiva l’andamento veloce, ma forte e stabile, delle zampe e il leggero su e giù del corpo che le faceva  pensare di cadere da un momento all’altro. Contro le ginocchia, sentiva anche le ossa della volpe e i suoi fianchi andare avanti e indietro al ritmo delle zampe.
La sentiva tutta, e lo trovava strano, meraviglioso ma allo stesso tempo le incuteva un certo effetto.
-Appena ti abituerai al movimento, sarà molto più comodo, fidati- sembrò leggerle nella mente.
Mahre osservò Naruto andare verso Rotus. La volpe si alzò in piedi e si mise già nella posizione di sottomissione. Mahre lo trovò ingiusto.
-Ehi! Perché io ho dovuto  fare tutte quelle mosse, e tu invece no?-
Intanto, Naruto era salito sulla groppa di Rotus. La guardò e sorrise –Una volta che hai sottomesso una volpe di Kurama e ti sei guadagnato la sua fiducia, non hai più bisogno di sottometterla a te. Basta una volta sola, poi ti permetterà di cavalcarla ogni volta che vuoi. E comunque mi sembra anche ovvio che mi rispettino dato che, in un certo senso, le ho create io- e si aprì in un grande sorriso.
Rotus era ancora più grande di Leia, quindi Naruto era anche più in alto di lei e per guardarla doveva abbassare un po’ lo sguardo.
La shinobi si sentì quasi bassa e piccola.
-Oh… si be’… questo ha senso-
-Vi sentite bene, cucciola mia?- chiese Leia. Mahre annuì, ma quando capì che lei non la poteva vedere le rispose –Ehm… si, certo-
Naruto le passò accanto con Rotus, e si posizionò come lei –Le volpi di Kurama possono raggiungere una velocità estrema e sanno tenerla anche per giorni,  quindi per adesso partiremo abbastanza lentamente, e una volta che ti sarai abituata partiremo alla massima velocità… sei pronta?-
“Oh, cavolo” Mahre era davvero agitata, ma una strana adrenalina le scorreva per tutto il corpo, voleva davvero vedere cosa erano in grado di fare le volpi di Kurama.
Aveva davvero paura di cadere. “Andrà tutto bene” si disse “Coraggio!”
Sorrise –Prontissima!-
-Leia, seguici- disse Naruto
-Si, Maestro Naruto-
-Rotus? Parti lentamente-
Rotus ringhiò, probabilmente infastidito, ma cominciò a camminare.
Leia lo seguì.
Su quello, Mahre non aveva problemi, si sentiva pronta ad andare anche più veloce, ma non voleva accelerare troppo i tempi. Si concentrò a tenersi ben aggrappata al pelo di Leia e guardare davanti a lei.
Dopo poco il ritmo accelerò in una specie di trotto, come una piccola corsetta.
E’ più facile di quel che pensavo…” si disse.
Accelerarono ancora un po’, e ormai era quasi una corsa.
La ragazza lanciò una leggera occhiata verso Naruto.
 Aveva la fronte leggermente corrugata di impazienza. Sicuramente pensava ad Hinata. Sapeva che presto sarebbe stata rapita da quei strani samurai, probabilmente era già successo ma non poteva saperlo.
Dovevano fare in fretta, ma prima Mahra doveva imparare a reggersi, stare in equilibrio e abituarsi ai movimenti di Leia. Si sentiva un po’ in colpa.
-Naruto, possiamo anche andare più veloci-
Il ragazzo la guardò, come sorpreso –Sicura?-
-Lo so che dobbiamo fare in fretta, e io non ho intenzione di sprecare tempo così! Partiamo veloci e continuiamo accelerando man mano che mi sentirò pronta-
-Oh, grazie Mahre- il suo era un sussurro debolissimo, ma lei lo sentì. Sembrava che gli avesse tolto il peso del cielo dalle spalle. Si sentì meglio.
-Rotus, ancora più veloce. Corri forte-
La Volpe Superiore ringhiò di piacere  -Subito, Maestro Naruto!-
Il ritmo accelerò, ma il respiro delle volpi non cambiò. Il muso si allungò verso lo spazio davanti a loro. Le orecchie si appiattirono leggermente e i passi si fecero più lunghi e leggeri. Correvano davvero forte.
Sentiva dei leggeri sbuffi d’aria sulle guance, ma a parte quello non aveva freddo. La pelliccia era morbida e calda e la teneva ben al caldo. Non aveva bisogno di assottigliare troppo gli occhi perché le orecchie della volpe le facevano da protezione e riusciva a vedere sopra la sua testa il paesaggio.
Sfrecciavano nel bosco così velocemente che aveva paura di andare a finire contro un albero.
Il corpo di Leia era flessuoso e attivo e non fu difficile reggersi, anzi era più facile della camminata perché il ritmo era costante e facile da capire.
A Mahre, dopo settimane che portava la bandana, pensò che era bellissimo sentire l’aria sui cappelli e sul viso.
Erano velocissimi, ma riusciva a sentire che si stava trattenendo.
Ad un tratto davanti a loro si presentò un tronco d’albero che era caduto a causa del temporale del giorno prima. Faceva da ostacolo.
-E ora come facciamo?!- urlò la shinobi a Naruto
-Tieniti forte! Lo salteranno!- le urlò, e al tempo stesso sorrise.
“Oh cavolo” pensò. Quando furono vicinissimi al tronco, la ragazza chiuse gli occhi e si aspettò di cadere e sfracellarsi a terra.
Sentì le zampe posteriori della volpe piegarsi, la schiena farsi orizzontale e le zampe anteriori, posate a terra, prendere una spinta per poi allungarsi verso l’alto.
Mahra si appiattì contro il corpo della volpe come a far finta di essere una parte di essa e strizzò forte gli occhi.
Per un millesimo di secondo si sentì sospesa, e un attimo dopo fu svegliata dal colpo secco dell’impatto con la terra.
Aprì gli occhi e per un momento rischiò di scivolare, ma si tenne forte.
-Stai bene, cucciola?- chiese Leia rallentando di un poco il ritmo e girando leggermente il muso per guardarla.
Mahra non era mai stata meglio. Si sentiva viva, piena di energia e adrenalina. Aveva voglia di urlare.
-Mai stata meglio!- urlò e scoppiò a ridere. Quando passarono il bosco, e vide davanti a sé una pianura di terra secca e pochi alberi, con il cielo che si estendeva in tutta al sua grandezza e il sole che picchiò forte contro la sua pelle con tutta la sua luminosità, le sentì mancare il fiato.
Dopo anni che era stata abituata a lavorare soprattutto di notte in missioni segrete in cui non doveva essere vista o riconosciuta, e doveva stare soprattutto in spazi chiusi passando per vie nascoste e sotterranei, sentirsi così esposta la fece sentire libera e forte.
Raddrizzò di poco la schiena, e una forte ventata le trascinò indietro i capelli facendoli volteggiare dietro la sua testa, scompigliandoli qualche volta davanti agli occhi.
La ragazza piegò indietro la testa e osservò il sole, cercando di riuscire a battere la sua luminosità. Sentiva il caldo secco del sole sul viso e sui capelli, e lo trovava meraviglioso.
Si aprì il giaccone da viaggio e gli permise di contorcersi dietro di lei.
Ascoltava il rumore delle zampe sul terreno arido, il respiro regolare di Leia contro le sue ginocchia e la pelle del cappotto strusciare e sbattere su sé stesso.
Si piegò un'altra volta verso Leia e le urlò all’orecchio –Che ne dici di una gara? Sono pronta ormai-
Leia drizzò le orecchie e si voltò a guardare Rotus –Dobbiamo continuare dritti per molto?-
La volpe superiore si girò a guardarla –Sei già stanca? Comunque si. Dritto finché non si vede un burrone-
-Quanto ci vorrà?-
-Se corriamo con questa andatura tre o quattro ore, se invece acceleriamo…- e lasciò una sospensione
-Leia, più veloce! Corri al massimo della velocità!- urlò Mahre
-Si, cucciola mia. Ma tieniti forte!-
Leia partì con uno scatto talmente forte che sembrò fosse stata sparato dalla canna di una pistola e lei fosse il proiettile.
L’aria era fortissima, e il giaccone sembrava pesare tre kili. Mahre decise di toglierselo, e lo lasciò volare via dietro di sé, contorcendosi su sé stesso per poi rotolare sulla terra. Pochi secondi dopo non si vedeva già più. Solo un piccolo puntino nero.
Mahre sentì l’aria e il sole sulla pelle. Stava benissimo. Era tutto meraviglioso. Era nata per correre su una volpe.
Per un momento dimenticò perché stavano andando così veloci, così di fretta. Pensava solo a quello che la circondava, e le preoccupazioni furono trascinate via dalla sua mente con il vento.
-Ehi!- dietro di loro, Rotus e Naruto avevano una faccia indignata. Mahre scoppiò a ridere
-Superateci, se ci riuscite!- urlò –Vai più veloce, Leia!-
La volpe obbedì con piacere, e orami Mahre pensava di saper volare.
Avevano già fatto chissà quanti kilometri superando tutto il bosco e gran parte di quel deserto.
Naruto, dietro di loro, le aveva quasi raggiunte.
-Leia, ci stanno raggiungendo!-
La volpe provò ad andare ancora più veloce, ma presto la volpe Superiore era al loro fianco –E’ inutile che ci provi, sono più veloce di te!-
-Questo è tutto da vedere!- ringhiò lei e provò uno scatto che fu recuperato velocemente.
Naruto, sopra di Rotus, guardò Mahre –Allora ti sei già abituata?-urlò per superare il rumore del vento
-Puoi dirlo forte!-
-Allora prova ad azionare il turbo- le propose –Fai scorrere il tuo chakra sulle zampe di Leia, e a quel punto avrai raggiunto la velocità estrema-
Naruto le fece vedere come fare, e posò una mano sulla “spalla” di Rotus.
Mahre vide dei filamenti di chakra avvolgere la sua gamba, e immediatamente, si allungarono gli artigli delle sue zampe che premevano ancora più forte sul terreno.
La pianta era colorata di blu e lasciava come un vapore di chakra dietro di loro.
Così era su tutte e quattro.
-Rotus, scatta!-
La volpe obbedì, e presto furono superate di gran lunga.
Mahre provò a fare la stessa cosa, e ci riuscì anche abbastanza bene. Ma ciò la costrinse ad abbassarsi ancora di più e tenersi ben aggrappata, ma non aveva più paura.
Bastarono due ore in cui fecero da competizione, superandosi a vicenda e facendo a chi arrivava prima a passare un tot di kilometri. Per la maggioranza aveva vinto Rotus e Naruto (ovviamente), ma qualche parte di vincita andava anche alle ragazze.
Tre ore di corsa dopo, che erano sembrati pochi minuti, dovettero cominciare a rallentare.
-Ci stiamo avvicinando al burrone- Naruto annullò la circolazione di chakra sulle gambe del Superiore –cominciamo a rallentare-
La shinobi annuì e fece lo stesso. Cominciarono a rallentare sempre di più, e in lontananza, ormai, cominciò a vedersi.
Arrivarono al limite del burrone e si fermarono.
-E ora come facciamo?- chiese la shinobi guardando in fondo ad esso.  Sarà stato alto un infinità di metri –Tu come hai fatto?-
-Io ho fatto il giro lungo passando sopra le montagne- e indicò tutto un percorso che andava scendendo sempre più in lontananza –ma questa è la via più breve. Qui sotto c’è il Villaggio della Sabbia- e indicò un punto più vicinò, ma in lontananza.
-Da dove siamo noi a raggiungere il Villaggio della Sabbia, con un andatura normale delle volpi, ci vogliono almeno due ore-
Mahre annuì –Ma quindi…?-
-Ti spiegherò il resto dei tempi e delle ore di viaggio per arrivare al Villaggio della Foglia, più tardi. Adesso ti dico solo che il grosso che dobbiamo fare in questo momento e superare questo burrone-
-E come facciamo?-
-Semplice: ci buttiamo-
*******
Intanto i samurai arrivarono alla loro base.
Portarono dentro Hinata.
La ragazza si risvegliò lentamente sulle spalle di Dajo. Questa volta non poté muoversi legata com’era.
“Di nuovo… oh no…  ma aspetta un attimo! Questo non è lo stesso posto di due anni fa!” tutto intorno a lei era buio. Non si vedeva niente.
Le avevano tolto la benda dagli occhi, ma non si vedeva comunque nulla. Hinata intravedeva solo un leggero bagliore chiaro che colpiva su di lei, che in realtà era la porta da cui erano entrati.
Andarono sempre più in basso, tant’è che Hinata pensò che stessero entrando dentro le profondità della terra
“Forse è una grotta” ragionò dentro di sé “Ma dove siamo? Per quanto sono stata priva di coscienza? Potrebbero anche avermi portata chissà dove, o anche portata a soltanto qualche minuto di distanza dal Villaggio della Foglia: questo non si può dire. Potrei essere ovunque.”
Una volta finito di scendere, Hinata sentì che stavano attraversando un lungo corridoio pieno di curve e leggere salite e discese “Il terreno non è preciso. Ci sono avvallamenti e gobbe sul terreno” annusò l’aria. C’era odore di terra, umido e chiuso “Si, sicuramente è una grotta. E se fossimo nel Villaggio della Roccia? No, non può essere… c’è troppo umido” Hinata non capiva proprio dove potessero essere, e non aveva abbastanza lucidità mentale per pensarci troppo.
Arrivarono all’interno di una grande stanza circolare, illuminata da poche candele.
Hinata venne posata a terra, su una roccia dura, e dietro di lei, la schiena sbatté contro un palo e la legarono ad esso.
-Chiamate Toruku- disse Mirio
Due uomini partirono e scomparvero dalla stanza.
Hinata era sorvegliata da quegli uomini, che sembravano controllare che non facesse chissà quali mosse azzardate.
-Togliete armi e vari oggetti ninja- ordinò Mirio, e subito obbedirono.
La svestirono del suo marsupio legato sul fianco e della fascia intorno alla coscia che reggeva i kunai. Le tolsero anche la felpa, nel caso ci nascondesse qualcosa, e infine fu rilegata al palo.
Hinata si sentiva sporca ad essere stata toccata da mani così rudi.
Gli uomini portarono via le sue cose.
Subito dopo, un altro uomo ricomparve dalla porta lontana, ma Hinata, ancora imbambolata dal colpo alla testa, non riusciva a capire come fosse fatto, e l’oscurità non aiutava molto.
Fece dei gesti veloci con le mani e le posò l’indice sulla fronte e pronunciò delle parole che poteva assomigliare molto alla pronuncia di un jutsu
“Un ninja?! Ma non sono tutti samurai?!”
La shinobi sentì come un botto dentro il suo petto e lanciò un piccolo grido
-Quello che ti ho inserito sulla fronte è un marchio maledetto. Non potrai usare né il tuo chakra né il tuo Byakugan- e rise sottovoce –benvenuta all’inferno, Hyuga-
Gli uomini la lasciarono lì sola.
Ma Hinata, in poco tempo, capì di non essere sola. La vista si abituò all’oscurità e cominciò a vedere che la stanza era molto ampia e diversi pali erano disposti in tutto il perimetro: e legati ad esse c’erano delle persone.
Hinata prese respiro e guardò ad occhi sbarrati tutte quelle persone. Erano tutti ninja, ma non solo ragazzi come lei: c’erano adulti, vecchi e bambini.
La più piccola, a occhio, era forse una bambina sui dieci anni che rimaneva lì legata con uno sguardo triste e rassegnato. Era del Villaggio della Roccia.
Il più grande, invece, era un vecchio di settant’anni con una barba un po’ troppo cresciuta. Hinata si chiese se era rimasto prigioniero qui a lungo o la teneva così di sua spontanea volontà.
Provò una gran fitta di odio verso quei samurai e verso quello che facevano. Quella povera gente rinchiusa e marchiata di un simbolo maledetto.
-Hinata?- una voce la chiamò. Era stranamente molto familiare.
Il tono era basso e secco, ma con una punta di curiosità. Come se si volesse assicurare che fosse lei. La voce era sicuramente quella di un uomo.
Era alla sua sinistra.
A differenza delle altre persone, lui era legato con delle catene sopra al soffitto e possedeva diversi simboli maledetti anche sul corpo. Aveva un fisico tonico e asciutto.
Hinata non riuscì a distinguere bene chi fosse, ma quando lo guardò in faccia, dovette ringraziare che fosse seduta o sarebbe svenuta. Spalancò gli occhi.
-S-Sasuke-kun?!-
*******
-NON SONO D’ACCORDO!- urlò Tsunade –Qui si tratta di cose ben più serie! Non è un caso di piccola massa!-
-Io propongo di far finta di niente-
-E lasciare che i  nostri cittadini vengano portati via per chissà quale scopo orribile?! No, grazie, ma io non ci sto! Concordo con l’Hokage- si unì la Mizukage
-Ascoltate: ognuno di noi vuole difendere il proprio Villaggio, e questo è giusto, ,a dobbiamo anche far in modo di terminare questi rapimenti, e il modo migliore di farlo è fare in modo che continuino- continuò il Tsuchikage
-Come scusa?! Mi sa proprio che la vostra età vi abbia dato di volta al cervello!-
-Ma come si permette?! E comunque potete stare tranquilli che io sono a posto di cervello quanto voi!-
A Tsunade si rizzarono i capelli in testa “Maledetto vecchio fannullone…!” ringhiò dentro di sé mentre stringeva con forza i pugni.
-Non mi avete fatto finire: ci tengo alla vita del mio popolo e a quella di tutti gli altri nelle altre Nazioni, ma il modo migliore è far in modo che continuino! Così possiamo mandare una squadra sensitiva a trovare il loro nascondiglio e liberare quella povera gente-
Per un momento, tutti i Kage si zittirono, perfino Tsunade si calmò e ci rifletté su
-Perché non alziamo semplicemente le difese sui Villaggi? Così la prossima volta che provano a rapire qualcun altro non ci riusciranno!- propose la Mizukage
-Perché rallenteremo solo il processo- si unì il Kazekage –e poi che mi dite del resto della gente che è già stata portata via dalle proprie famiglie? Li lasceremo marcire là? E in ogni caso, questo nemico è tutto meno che stupido: troverebbero un altro modo per penetrare le nostre difese per quanto strategiche e potenti siano. L’idea migliore, finora, è quella del Tsuchikage. Anche se un po’ rischiosa, e in qualche modo crudele, è quella che permette più possibilità di riuscita dalla nostra parte per salvare i nostri cittadini- il tono con cui lo disse fece sembrare gli altri Kage dei bambini dispettosi. Aveva parlato con calma, precisione e accurando ogni parola.
-Quanti a favore dell’idea del Tsuchikage?- chiese il Moderato Mifune
Tutti, tranne l’interpellato, ovviamente, alzarono la mano.
-Molto bene. Alla fine abbiamo trovato un idea che ci accomuna dopo trenta ore di riunione- sospirò Mifune –Ogni kage può tornare al proprio Villaggio se vuole. In caso contrario, sono disponibili camere d’albergo aperte per ospitarvi qui stanotte. La seduta è tolta-
I kage si alzarono in piedi, e dopo un reciproco cenno alla testa di saluto per rispetto, si rinfilarono i copricapi e se ne andarono.
Soltanto il Kazekage Gaara raggiunse un attimo l’Hokage Tsunade
-Hokage, posso porle un quesito?-
-Dimmi, Gaara- gli concesse. Intanto, Shino e Kiba, accanto a lei, salutarono con un cenno Temari e Kankuro e si posizionarono, insieme, dietro ai loro kage.
-Ditemi di Naruto: sono passati due anni. E’ tornato?-
Tsunade abbassò lo sguardo –No, purtroppo. Non conosciamo né la sua posizione né le sue intenzioni-
-Che cosa?!- si lasciò sfuggire Kankuro.
-Non si hanno nessun tipo di informazioni? Movimenti strani tra i Villaggi? Niente!?- domandò Temari
-No. A quanto pare, Naruto è diventato molto bravo a nascondersi e passare inosservato-
-Molto bene. Allora grazie. Fatemi sapere se torna-
Tsunade sorrise –Ma certo, Gaara. Shino, Kiba, andiamo!-
Così i due kage partirono per le proprie strade
-Signorina Tsunade, dovete fermarvi. Non reggerà un viaggio talmente lungo se non riposa. Partiremo domani mattina- propose Shino
Tsunade ci pensò su “E se fosse successo qualcosa al Villaggio mentre non c’ero? E’ già da un giorno che sono via. Ma Shino ha ragione. Non riuscirei a difendere il Villaggio se arrivassi stanca e affamata. Non mi rimane che passare la notte qua”
-Hai ragione, Shino. Andiamo-
*******
-Sta per venire buio. Dobbiamo sbrigarci-
-Ma come facciamo a saltare da un dirupo, me lo spieghi?! E comunque mi rifiuto!-
-Non abbiamo altra scelta, Mahre. Tra poco verrà freddo, e dobbiamo arrivare al Villaggio della Sabbia il prima possibile-
Mahre era sconvolta –S-Si, l-lo so ma… io non so come si fa! Cioè… non sono addestrata per questo tipo di cose!-
Naruto rise e scivolò dalla groppa di Rotus –Vieni Mahre- e le fece cenno di raggiungerla.
Anche lei scivolò, a malincuore, dalla groppa di Leia e si affiancò a Naruto.
Guardò un’altra volta giù dal dirupo, e le vennero le vertigini.
In fondo si vedevano soltanto rocce sporgenti, e ancora più in fondo le chiome degli alberi. Ma era davvero troppo alto.
-A-Ascolta Naruto, i-io non lo posso fare!-
-Leia, Rotus, andate avanti-
-Si, Maestro Naruto- e si buttarono giù con una grazia felina. Strusciando con le zampe contro la roccia.
Dopo poco, non si videro già più.
-Perché non siamo potuti andare con loro? Sulle loro groppe?-
-Primo perché non sono abituati a portare in groppa nessuno quando si buttano da certe altezze, e poi avremmo entrambi più possibilità di farci male a vicenda e spiattellarci a terra; e secondo, almeno impari a combattere la tua paura dell’altezza- e le sorrise
Mahre assottigliò gli occhi –Io non ho paura dell’altezza! Cioè… un po’ si. Ma solo di quelle esagerate! Sugli alberi ci sto più che volentieri, come hai visto due giorni fa o meno…! Ma q-questo non lo posso fare, mi dispiace!-
Naruto si voltò e si allontanò dal dirupo, verso la direzione opposta.
-Ehi, ma dove vai?! Vuoi tornare indietro dopo aver lasciato Rotus e Leia da soli ad andare avanti?!-
A tre metri, Naruto si fermò e si voltò a guardarla –Non ho mai detto che tu ce l’avresti fatta…- e piegò la schiena come a voler prendere la rincorsa -… ma io si-
Scattò verso il dirupo, e corse verso di lei
-Cosa hai intenzione di fa…?!-
Ma un secondo dopo, Naruto aveva afferrato per la vita la ragazza e si buttò giù con lei ben stretta al fianco.
Mahre era terrorizzata. Lanciò un urlo acutissimo e si aggrappò al collo di Naruto con tutta la sua forza.
Lui, d’altro canto, rideva.
Mahre sentiva i suoi organi interni sospesi dentro di lei, come se si stessero muovendo dentro di lei attorcigliandole le budella.
I capelli volavano dritti sopra la sua testa e l’aria le solleticava tutto il corpo.
Si sarebbe mossa senza tregua se Naruto non la tenesse con forza dalla vita.
-Ci siamo quasi!- urlò lui
Strusciò gli scarponi contro la roccia, prese una spinta verso lo spazio davanti a loro e fece una capriola su sé stesso. Mentre la faceva, passò una mano sotto le gambe di Mahra e la tenne i braccio contro di sé. Lei non urlava più, ma si teneva fortissimo al ragazzo e teneva la testa contro l’incavo del suo collo.
L’adrenalina era salita a mille e le faceva quasi male pungendo su tutte le parti del suo corpo come a voler uscire.
Poco dopo aver fatto la famosa capriola, Naruto strusciò di nuovo i piedi contro la roccia come a voler rallentare, e si lanciò verso un albero.
Saltò su di esso, poi su un altro, un altro ancora, e infine, con un ultima capriola raggiunse la terra in ginocchio con ancora la ragazza in braccio.
Scrollò le spalle come se non fosse successo nulla e si rialzò in piedi
-Divertente, no?-
La ragazza non si mosse.
-Ehi, è finita. Siamo sulla terra, non senti che siamo fermi?-
La shinobi diede una sbirciatina, e in effetti vide che erano circondati dagli alberi.
Saltò giù dalle braccia del ragazzo e gli tirò una sberla alla nuca
-Dì UN PO’, MA SEI SCEMO?! TI SEMBRA IL MODO?! AFFERRARE UNA RAGAZZA E TRASCINARLA GIU’ PER UN DIRUPO DI CHISSA’ QUANTI METRI?! ANZI KILOMETRI MI SONO SEMBRATI! FALLO UN'ALTRA VOLTA, NARUTO UZUMAKI, E SCOMMETTIAMO CHE RIESCO IN QUELLO CHE PAIN HA FALLITO!?-
Il ragazzo si passò un braccio dietro la testa e si esibì in un sorriso un po’ tirato –Hai ragione, scusa. Ma almeno siamo arrivati a terra sani e salvi e ci siamo risparmiati un sacco di ore di viaggio-
Intanto Rotus e Leia li raggiunsero. Erano atterrati più indietro e li stavano guardando con una strana espressione. O almeno Leia. Rotus era il solito indifferente di sempre
-Ottima esibizione, Maestro. Sembravate due uccellini che cadevano dal nido- commentò Leia. Si avvicinò a Mahre –Tutto bene, cucciola mia?- e le passò il muso su una guancia come per coccolarla.
La shinobi la accarezzò –Si, più o meno- e lanciò uno sguardo minaccioso a Naruto, che rise. Presto fu seguito anche da lei. Non si poteva rimanere troppo arrabbiati con lui a lungo.
-Ora andiamo- disse una volta finito di ridere.
Risalirono sulle volpi e corsero verso il Villaggio della Sabbia.
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Ohayo! ^^ (spero di aver scritto giusto!)
Scusate per questo ritardo, ma ho avuto una settimana un po’ piena XD
Volevo fare il capitolo più lungo, ma non volevo farvi aspettare troppo.
Spero che questo capitolo mi possa far perdonare.
Grazie a tutti coloro che seguono e recensiscono la storia.
Un saluto!
-Lady Malfoy_01 
  
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