Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Riddge    12/05/2014    1 recensioni
Max e Billy partono, come ogni anno, a fare le vacanze estive su nella cittadina di Bethel, in Alaska. Sono convinte di passarle in serenità, lontane dagli studi ed il caos di Anchorage, insieme come hanno sempre fatto... e non immerse in una faccenda ancora più grande di loro.
Esse andranno a contatto con il soprannaturale attraverso due ragazzi che, apparentemente, vivono nel mezzo del bosco. Angoscia e felicità coroneranno le loro vacanze, così diverse e così speciali, che lascerà un marchio profondo nel cuore di entrambe.
Ps. Questa è una storia a quattro mani.
** *** ** *** ** *** ** *** ** *** ** *** ** *** ** ***
Dal capitolo due:
[...]– Ehi Max –
– Uh? –
– Esiste la super velocità? –
– Certo – le risponde l’amica, e Billy le guarda le ciocche rosse dei capelli, prima di spalancare gli occhi per guardarla confusa.
– Davvero? –
– Certo che sì… nei fumetti – scuote la testa Max.[...]
** *** ** *** ** *** ** *** ** *** ** *** ** *** ** ***
Dal capitolo tre:
[...]Intravede da lontano una figura non appartenente ad un essere umano, ma ad un animale.
Si blocca immediatamente e cerca di capire di quale si tratta.
Sente un altro ululato e, stavolta, è più vicino.
[...]
La percorrono, per tutto il corpo, delle ondate di brividi al solo pensiero di avere un lupo a pochi passi da lei.[...]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Saalve! *Prepara uno scudo molto, mooooolto resistente* ehm sì, sono tremend... leggermente in ritardo. Lo so, lo so! E' passata quanto, una settimana, di più? Non ho avuto proprio il tempo di aggiornare, tra la gita con la scuola e altre faccende varie, sono imperdonabile! *si inchina in cerca di perdono*
Ora però siamo tornate, e il capitolo è tutto per voi! Ci vediamo... hmm, in fondo?

_______________________________________________________________________________________________________________
 


Capitolo sei

Il sole che filtra dalla finestra desta bruscamente Billy dal suo sonno, che si siede di scatto a guardarsi intorno. Dapprima non capisce, forse per il sonno che ancora s’aggira tra i suoi desideri, ma qualcosa la sveglia completamente, ritrovandosi spaesata: quello non è il bosco.

Tasta il tappeto sulla quale è seduta, un tappeto caldo dai motivi complessi e soffice al tatto. Poi il rumore di un fuoco scoppiettante le arriva alle orecchie e s‘accorge di essere proprio davanti ad un camino; all’improvviso si accorge di non aver freddo. Anzi, lei sente addirittura caldo, un caldo piacevole, che le fa arrossare le guance già tanto piene.

Sente qualcosa muoversi al suo fianco ed uno sbuffo le sfiora la mano. Abbassa lo sguardo e vi trova il muso di un labrador albino, che alla luce del fuoco sembra dorato, e strabuzza gli occhi.

– Ma dove sono finita? – sussurra confusa, distogliendo lo sguardo dal cane.

Sul divano più vicino vi nota Max, sonnecchiante sotto a delle coperte dall’aria calda, molto calda.

Aggrotta la fronte e piano si alza per non svegliare il cane, ma questo apre gli occhi, sbadigliando. Billy lo accarezza dolcemente, porgendogli le sue scuse per averlo svegliato ma il cane le sorride, o almeno lei pensa che lui - o lei - le abbia sorriso.

Si alza seguita a ruota dal labrador, che prende a scodinzolare e tira fuori la lingua.

– Ma che bel cane che sei – sorride lei, accarezzandolo una seconda volta.

Billy si guarda le mani e nota di non avere più i guanti, e di conseguenza di non avere ne la giacca, cappello e sciarpa, e quest’ultima la trova sulla poltrona scarlatta alla sua destra.

Senza prestare attenzione al resto, infilando anche gli scarponi che devono averle tolto, lasciando un bacio sulla fronte a Max, Billy esce fuori da quella che presume sia la sala, inoltrandosi nel lungo corridoio. Alla sinistra di questo vi sono le porte conducenti alle stanze, mentre alla destra è esposto al paesaggio innevato, grazie alle grandi vetrate che occupano quasi interamente il lungo muro.

Si ferma a guardare il bosco candido di neve, mentre il cane appoggia il muso sul vetro creando un grosso alone sfocato.

Billy ride e torna a camminare, entrando nella cucina.

Rimane a bocca aperta data la grandezza della stanza e del suo arredamento forse un po’ troppo sofisticato, con tutte le superfici di marmo bianco e le credenze e gli armadi di un legno molto scuro ed elegante, semplici, mentre le pentole e le padelle sono appese sopra il lavandino, ma non ad asciugare.

Il tavolo in mezzo è circolare e dello stesso colore degli altri mobili, scoperto, come le sedie senza cuscino.

– Dov’è il tuo padrone bello? – chiede la ragazza, accarezzandogli il capo, mentre il cane scodinzola gaio, con la lingua di fuori.

Billy vede la porta di servizio e la apre, trovandosi fuori in un prato completamene bianco e intatto, mentre a pochi metri gli alberi spuntano sempre con più frequenza, formando il bosco.

Si stringe tra le braccia ed esce, affondando il piede nella neve vergine, cominciando a guardarsi intorno mentre grosse nuvole condensate si formano ogni volta che respira.

– Dove siamo? –

Il cane salta nella neve, giocando, e Billy sorride prima di fare un giro attorno alla casa.

Non vede macchine ne bici attorno, e si chiede se il padrone di casa non sia in realtà dentro a dormire. Potrebbe anche darsi, infondo che ore sono?

Billy guarda l’orologio.

– Cielo, sono le dodici del pomeriggio – strabuzza gli occhi.

Dunque dov’è il signore che si era tanto disturbato dal portare lei e la sua amica dentro in casa propria, evitandole la morte per assideramento?

Billy starnutisce; il cane comincia ad abbaiare, correndole intorno, mordendole il maglione e tirandola verso un punto del bosco, con forza.

– Ehi –.

Poi questo torna a correre, inoltrandosi nella fitta vegetazione verde e Billy, terrorizzata dall’eventualità di perderlo e subire l’ira del proprietario, si mette ad inseguirlo.

– Accidenti, perché doveva scappare nel bosco? – esclama correndo, incespicando, cercando di non inciampare.

Operazione inutile, dato che dopo circa venti metri affonda la faccia dritta nella neve.

Billy sente il viso gelare non appena lo tira fuori dalla coltre bianca, dove ha appena lasciato l’impronta del suo nasino.

Se lo tasta, sentendo di averlo battuto da qualche parte, mentre sente il sangue bollire in fretta per scaldarla, e di conseguenza spera che nessuno la veda perché, dato il suo solito pallore, sarebbe sembrata un bel pomodoro maturo. Invece un’altra volta Billy si ritrova a sperare le cose troppo in fretta, dato che una mano munita da perfette dita lunghe e affusolate le appare davanti.

– Ehi, tutto okay? –

Billy annuisce ed accetta l’aiuto, e questo l’aiuta ad alzarsi.

– Sì, grazie mille –, poi alza lo sguardo e per poco non le cade la mascella. ma poi si ricorda subito che fuori fa un freddo allucinante e prende a battere i denti, non distogliendo lo sguardo dall’uomo che l’ha appena aiutata.

Lo guarda ad occhi sgranati, ricordandosi perfettamente il viso, nonostante sia nascosto per metà da occhiali talmente scuri da impedirle la vista degli occhi nascosti. Poi si ricorda del cane, un bel labrador albino, e, facendo un veloce calcolo, capisce in fretta che sia quel cane che l’uomo davanti a lei sono gli stessi che le avevano intralciato la strada solo il giorno innanzi.

– Sei pazza a voler uscire con solo quel maglione mentre qui ci sono circa dieci gradi sotto zero? – la rimprovera incredulo, guardandola battere i denti e tremare da capo a piedi.

Billy arrossisce all’improvviso, poi sente il cane abbaiare e correre in loro direzione. Dunque con un cenno del capo lo indica e dice: – Il cane è scappato all’improvviso è sono corsa a cercarlo senza pensarci –.

L’uomo annuisce e la precede, con il cane dietro, e Billy li segue.

Dopo un lungo silenzio, decide di romperlo, interrotto solo dal battere dei suoi denti.

– Io sono Billy, e ti ringrazio tanto per aver portato me e la mia amica sotto il vostro tetto. Però andremo via subito, appena lei si sveglia… –

– Restate almeno per il pranzo –

– Okay, fino a pranzo e… –

– Niente da fare, per i prossimi quattro giorni saremo ingabbiati dalla tempesta di neve –.

Billy aggrotta la fronte e non sa se essere irritata o grata per la notizia. Uno perché lui l’ha interrotta ben due volte e non le ha minimamente accennato il suo nome, due perché si è offerto di dare loro alloggio per altri quattro giorni, dato che uscire nel bosco con una bufera di neve sarebbe stato pari al pensiero di uno completamente folle.

Come se l’uomo davanti a lei fosse capace di leggere nel pensiero, gira la testa di tre quarti e le dice il suo nome.

– Piacere Stark – sussurra.

Questi arrivano finalmente davanti alla casa e lei nota che altri passi si sono aggiunti a quelli suoi lasciati nella neve.

Entrano nella cucina e Billy scorge i capelli di Max, scompigliati, sulla soglia per il corridoio. Sembra pietrificata.

– Si è svegliata anche l’altra ragazza, bene –.

Nota anche un’altra persona nella stanza, una persona ben alta, dai capelli neri e gli occhi del medesimo colore, con solo una canotta addosso e dei jeans, poi gli scarponi.

Prima che questo si giri verso di lei, a Billy viene la pazza idea di strillargli come non facesse a soffrire il freddo, ma gli occhi dello sconosciuto si voltano a guardarla scocciato, e per un attimo ella scorge un bagliore giallo nei suoi occhi, uno di quelli che ti mettono la pelle d’oca, minacciosi, di una belva, pronto ad ucciderti all’istante. Guarda Max e capisce il suo sguardo sconvolto, probabilmente anche lei ha scorto ciò che a Billy ha fatto accapponare la pelle.

Il silenzio cade nella stanza, un silenzio opprimente, e Billy si guarda intorno con un po’ di timore, forse spaventata.

Non le piacciono quegli occhi, quelli del ragazzo, e cerca disperatamente di allontanarsi dal suo campo visivo, ma non sa come muoversi.

Poi guarda Stark e osserva la sua mano tirare indietro la zazzera castano chiaro, ma sente che il suo sguardo è rivolto al ragazzo con i capelli neri; è esasperato, forse anche irritato, o almeno niente che prometta nulla di buono.

Poi il freddo spiffera nella stanza, attraverso la porta ancora aperta, e Billy starnutisce. Il silenzio si rompe, e Stark sembra accorgersi solo ora della sua presenza nella stanza, sua e di quella di Max, che si è avvicinata all’amica.

Stark si schiarisce la voce e posa un sacchetto, che Billy prima non gli aveva visto, sul tavolo. Decide di fare le veci del ragazzo, chiamandolo Gray e dicendo che sono fratelli. E così anche Billy e Max si presentano, timorose dal palese scontro tra i due fratelli, mentre l’uomo di nome Gray resta comunque in silenzio, senza proferire parola. E poi esce da quella stanza, borbottando qualcosa tra sé, e Stark prepara la tavola, sotto lo sguardo delle due ragazze.

Billy aggrotta la fronte.

 

* * *

 

La neve cade fitta, il vento genera sibili sinistri tra gli spifferi delle finestre e delle porte, ma nella casa il caldo domina, tant’è che Billy e Max sono quasi costrette a stare senza maglione. Ma i brividi continuano a scuoterle, e non per il freddo: le due ragazze sono agitate, ansiose, forse provano paura.

Nessuno c’è in casa, tranne loro due. I due ragazzi sono usciti nel bosco, nonostante il tempaccio, con il cane senza nome al loro seguito.

Max si è presa la libertà di farsi un bagno, dato che Billy lo aveva già fatto innanzi fa, e quest’ultima si trova rannicchiata davanti al camino della stanza del ragazzo di nome Stark, con i capelli gocciolanti, il viso illuminato dal bagliore delle fiamme attizzate, ed i capelli prendono profonde sfumature rosse, facendoli sembrare incandescenti.

Billy sospira e si guarda intorno, soffermandosi ad osservare il grande letto al centro della stanza, con il piumone scarlatto ed i cuscini color crema.

Stark le ha dato la sua stanza, in assenza di altre per gli ospiti, a sua disposizione, e lei aveva accettato dopo essersi opposta, dicendo che il tappeto giù nel salone sarebbe stato più che perfetto. Ma alla fine lui la costrinse, quasi rabbioso, e lei dovette annuire sconcertata da tanta insistenza.

– E Max? – aveva però chiesto, e Gray aveva parlato per la prima volta, facendole sapere che lui è in possesso di una voce acuta e fin troppo minacciosa. Forse era anche arrabbiato, perché scoccò al fratello, somigliante forse solo nel taglio del viso, un'occhiata capace di rivoltare lo stomaco dalla paura.

Billy sospira e si alza a prendere la giacca, piegandola come un cuscino, e poi si sdraia sul tappeto.

– Non so se è stata una buona idea lasciare che Max dorma da quell'altro. Avrei preferito stare in cucina piuttosto – sussurra stanca tra sé, mentre l'ululato del vento la culla come una dolce sinfonia al violino.

Poi pensa a Max, rilassata nel suo bagno di bolle, e si chiede se non fosse stato il caso di dormire con lei: sicuramente avrebbe avuto difficoltà a dormire con tutto questo sibilare e ululare, lei odia ogni cosa che le ricordi anche solo qualcosa di aggressivo, di selvaggio. Ciò spiega anche il perché prima, venendo a conoscenza di dover condividere stanza con il più strano dei due fratelli, lei abbia dato uno strillo tutt'altro che basso, e Billy sa che Max aveva ricordato la furia muta di Gray, visibile attraverso gli occhi.

Ma, prima di pensare di alzarsi ed accomodarsi nella stanza dello strano, per dormire con Max, Billy s'addormenta quasi all'istante vicino al camino scoppiettante, come se gli avvenimenti di quei soli due giorni le siano ricaduti addosso pesantemente, portandola al completo sfinimento.

 

È buio fuori e Stark decide di rientrare a casa propria, lasciando nella ciotola di Bells un po' di carne fresca, frutto di un quarto della sua caccia.

Ora è sazio, la sua sete placata, ed è più calmo e tranquillo.

Guarda fuori un attimo e, scrutando lo spicchio di luna visibile, cerca Gray attraverso il filo che li lega dalla nascita, quel maledetto gemello. Lo tiene d'occhio, essendo lui spoglio di ogni qualsivoglia umanità, e dista chissà quanti chilometri da Stark, ma non irraggiungibile.

Dannato sacco di pulci, Stark non ha voglia di stare a fargli da babysitter, ma deve, è un suo compito per non farli scoprire. Quello l'ultima volta aveva rischiato di sbranare quel uomo, così sfortunato a trovarsi nella strada di Gray, che ultimamente aveva acquisito il potere di potersi lasciar andare quando più voleva, anche durante il giorno.

Micidiale e tanto stupido, come possono essere così diversi?

Stark sbuffa e si passa una mano tra i capelli, salendo in camera sua.

Apre la porta e la prima cosa che vede è la ragazza, quella Billy, rannicchiata dinanzi al camino ed una fiammella tremolante, il resto del fuoco che probabilmente attizzava la stanza. La osserva, con il viso coperto quasi da tutte quelle onde scure, sdraiata sul tappeto.

Stark aggrotta la fronte perplesso, chiedendosi del perché quella ragazza sia così testarda. Le aveva dato la stanza, perché occupare il tappeto?

S'inginocchia davanti al fuoco, vi aggiunge del legno e ravviva il fuoco, che illumina in parte tutta la stanza. Poi prende Billy in braccio e si alza, ascoltando il lento battito del cuore ed il respiro pesante, segno che sta dormendo profondamente.

La distende sul letto e la copre con le coperte scarlatte, e lei si muove, stringendo la mascella e afferrando il bordo del cuscino.

Stark non finisce di osservarla, mentre lentamente si spoglia ed indossa nuovi vestiti, prima di sdraiarsi anche esso sul grande letto.

Chissà il perché, ma questa Billy lo incuriosisce, con le guance piene e due occhi magnifici, profondi. Sembra così piccola ed indifesa, un cucciolo, con quell'aria fragile e al contempo dura.

Sbuffa e si gira di spalle, guardando il muro color nero, con strani disegni argentati, ed aspetta di sentire i passi di Gray sulla neve davanti a casa, per chiudere gli occhi. E si concede di pensare, per un po', alla ragazza che si muove alle sue spalle.

Anche Lisa si muoveva tanto nel sonno, e mugugnava sempre, riempiendo a quel modo le notti con lui, dato che non dorme mai, perché non ne ha bisogno.

Sente Gray sistemarsi sotto in sala, sporco e dall'odore di muschio, vicino al camino spento, in forma umana.

Poi questa volta il silenzio domina i suoi pensieri, sentendosi leggero, e chiude gli occhi per le prossime ore, fino all'alba.

La mano di Billy si allunga e gli tocca la schiena, e quel contatto aiuta la serenità.

Fuori la burrasca continua.

 
 
 
 



 








 

_______________________________________________________________________________________________________________
Angolino autrice:
Eccoci qui! Nell'ultimo capitolo ci siamo lasciati dopo aver dato un piccolo scorcio dei due fratelli, ma piccolo piccolo, che portano al riparo le due ragazze. Pensavate che le avremmo lasciate morire? Non siamo così cattive!
Ora, invece, sappiamo addirittura il nome del cane... ma quanto è bello? No davvero, se qualcuno ha un cane come Bells, vi scongiuro, portatemelo! Non lo riavrete più indietro!
...facciamo cadere un velo pietoso sulla parentesi cane. Comunque, scherzi a parte, torniamo dal punto di vista di Billy, che si sveglia improvvisamente in una casa a lei sconosciuta, scopre che le hanno portate al caldo e che sono in mezzo al nulla. E che (ma che mondo piccolo) l'adorabile cane e il proprietario sono proprio quelli che un paio di giorni fa lei ha scontrato proprio per strada. Coincidenze? Adesso sappiano quali sono i loro nomi, abbiamo una cornice sul rapporto che scorre tra i due fratelli per niente simili, e che Gray è un tantino assetato di sangue, e decisamente inquietante. Ma chi non lo è tra i due?
Bene, commenti, critiche? Vi lasciamo alle recensioni :)
Ci tenevo a ringraziare le anime pie che ci hanno messo nelle seguite e nelle preferite, e tutti coloro che sono passati a leggere fino al capitolo precedente... davvero, grazie!
Al prossimo aggiornamento!

Dess

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Riddge