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Autore: Aimee    23/12/2004    3 recensioni
Un insolito triangolo amoroso ... Usagi, Mamoru e ... Tuxedo Kamen!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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The Coldest December

Autore: Aimee

Tradotto in italiano dall'inglese da Erika per Erika's Fanfiction Page

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"Poichè Mi avete visto, avete creduto. Benedetti siano coloro che non hanno visto eppure hanno creduto."

Gesù, Giovanni 20:29

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Capitolo 6

"Ti sento dire che è tutto quello di cui
hai bisogno,ma non penso sia vero.
Perchè quello che provi non è reale.
Stai cercando di riempire il vuoto che
ti si sta ingrandendo e ti sta uccidendo."
~Michael W. Smith

Era notte fonda. Le nuvole all'orizzonte coprivano la luna, e le oscure ombre che coprivano la città erano più scure che mai.
Svegliandomi da una notte insonne, i miei occhi si aprirono di scatto al suono inesistente della nottte. L'aria nella mia stanza era densa e pesante - quasi oppressiva. Sgranando gli occhi così da riuscire a vedere al buio, mi sedetti sul letto e lanciai uno sguardo ai numeri rosso luccicanti della sveglia. Le 3 e 42. Ansimante, cercai di calmare il mio cuore impazzito.

C'era qualcosa che non andava. Come se avesse udito il mio pensiero, il suono del mio orologio Sailor ruppe il silenzio, facendomi sobbalzare. Facendo altri grossi sospiri per calmarmi i nervi, andai a prendere il comunicatore dal comodino. Accendendolo, fui accolta dallo sguardo stanco ma attento di Ami. "E' stato l'allarme del mio computer Sailor a svegliarmi," mi informò. "C'è del movimento nella parte nord della città, vicino al centro commerciale. Molto probabilmente è un demone. Fa' in fretta Usagi."

"Arrivo!" Le assicurai, spegnendo l'orologio e prendendo in mano la spilla. Dopo aver completato la trasformazione, uscii dalla finestra. Iniziai a correre per le strade di Tokyo..

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"Sono qui!" gridai come canticchiano, da sopra i rami di un albero. Avvistai le mie compagne Sailor e corsi a raggiungerle, castigandomi mentalmente per essere stata l'ultima ad arrivare.

"Secondo il mio computer," iniziò Mercury, "ci sono tre soggetti a circa 100 metri dal luogo in cui ci troviamo. Due di loro emettono energia negativa. Secondo me il terzo soggetto è la vittima."

"Due?" esclamai. Non avevamo mai affrontato due demoni alla volta, e lo stesso pensiero mi spaventava.

Un urlo spezzò il silenzio della notte. Le guerriere ed io girammo l'angolo di gran fretta, sperando e pregando che non fosse troppo tardi per il proprietario della voce spezzata. Ci fermammo quando vedemmo in lontananza tre figure. Stavamo sotto un lampione. Un ragazzo, quello che aveva gridato, era in ginocchio dolorante mentre un demone gli succhiava l'energia. La terza figura, nascosta dall'ombra, era ferma a guardare, a qualche centimetro da terra.

La luna venne fuori da dietro le nnuvole e il viso della terza persona venne alla luce. "Quello non è un demone ..." esclamò con un sospiro mozzato Mars, con gli occhi che si spalancavano.

"Zoycite!" esclamò Venus. Prima che chiunque potesse dire altro, un altro orribile grido lasciò le labbra del ragazzo mentre l'attacco del demone si intensificava. Gridai spaventata. "Dobbiamo fare qualcosa!"

"Andiamo!" urlò Jupiter.

"Oh no ..." brontolai quando le altre guerriere ripresero a correre. Se c'era una cosa che odiavo, era correre - e il cielo solo sapeva quante corse mi ero fatta già ogni mattina. Tuttavia, presi a correre anche io dietro alle mie amiche, e quando arrivammo, ansimavo, cercando aria.

"Fermo 'anf' dove sei 'pant' Zoycite!" Occhi freddi mi squadrarono. "Voi ... " ringhiò. "Vi consiglio di stare fuori da questa storia se tenete alla vostra incolumità."

"Neanche per sogno!" ringhiò Jupiter e fece un passo in avanti, i pugni serrati.

Zoycite si mise a ridere. A 'ridere' di Jupiter. Cari lettori, c'è una cosa che ho imparato che non bisogna 'mai' fare ... mai prendersi gioco di Sailor Jupiter. La mia amica diventò rossa dalla rabbia,  e io mi scostai impaurita guardando i suoi pugni stringersi. Anche Zoycite doveva aver notato la furia crescente della mia amica, poichè fece un rapido sorriso e disse, "Alla prossima volta, signore."

E detto ciò, svanì in un turbine di petali di rosa, col suo sorriso che riecheggiava nella notte. Rabbrividì al suono mentre i petali mi si posavano addosso.

"Certo che fa delle uscite spettacolari, non trovate?"

"Dimenticatevi di Zoicite," disse Mars, indicando il demone, che si erano allontanato dal ragazzo ora svenuto. "Abbiamo cose più importanti a cui pensare al momento." Trattenendo il respiro, osserva il il demone, completamente sbalordita. Era la prima volta che lo osservavo per bene. Coperto interamente di nero, era alto e magro. Occhi iniettati di sangue mi squadravano, e l'odio traspariva chiaramente dalle loro profondità. In tutta onestà, sembrava più uno che aveva letto Dracula troppe volte. Guardandolo ancora una volta, feci l'unica cosa ragionevole che mi venne in mente ... scoppiai a ridere.

"Un vampiro?" sbottai, ridendo per quanto era ridicola tutta la scena davanti a me. Era troppo. Ma il regno del Male non poteva venirsene fuori con qualcosa di più originale? (NdA: hmmm ... sicuramente Aimee poteva).

"Ehi, El Chupacabra!" lo presi in giro senza ritegno. "Halloween è stato tre mesi fa! E' passato un po' di tempo amico!"

"Voglio succhiarti il sangue ... " Jupiter si unì alle mie risate.

"Ragazze, penso che lo stiate facendo arrabbiare," Mercury deglutì nervosamente. "Vi consiglio caldamente di finirla."

"Andiamo, Mercury!" replicò Jupiter, dando alla nostra secchiona preferita una bella 'pacca' sulle spalle. A Mercury scappò un gridolino di dolore. "Vivi l'attimo! Non trovi anche tu sia divertente!"

"Non c'è niente di divertente in una dissanguazione notturna," rispose Mercury, diventando sempre più pallida.

"Dissang- che?" mormorò Venus.

"Ma voi due vi deciderete mai a crescere!" ci rimproverò Mars. "Abbiamo un nemico da combattere se non l'avete notato. Siete pronte o no?"

Come se l'avesse sentita, il demone uscì dall'ombra in cui si trovava. Deglutì profondamente, non volendo ammettere a me stessa che questo mostro di Halloween mal vestito mi stesse facendo paura. Si mosse piano, a passi cadenzati. Un leggero ghigno gli uscì dalla bocca, e mi fece venire i brividi. All'improvviso, desiderai di non essermi presa gioco della situazione. Mercury aveva ragione - dissanguazione, o quel che cavolo era, non sembrava un modo piacevole di morire.

"Non mi piace ..." bisbigliai, mettendomi dietro Mars.

"Allora facciamo qualcosa," disse Venus, preparandosi ad attaccare "Fascio di luce!" L'attacco si diresse verso il demone a velocità supersonica. Vicino ... più vicino ... e poi all'improvviso, il demone sparì. Il fascio di luce attraversò il luogo dove si sarebbe dovuto trovare il mostro e si spense. "Aspettate un attimo," disse Venus, sorpresa.

"D-dov'è andato?" balbettò Mars. Ci guardammo intorno frenetiche, sorvegliando l'area che ci stava intorno alla ricerca dell'ombra del mostro. La notte sembrava all'improvviso stranamente calma. Il silenzio era più assordante di qualunque altro suono avessi potuto immaginare.

"Non mi piace ... non mi piace ..." Tremavo di paura, e mi aggrappai forte al braccio di Jupiter cercando sostegno. Il computer di Mercury emetteva piccoli suoni mentre lei vi digitava sopra velocemente. "E' vicino, ragazze." disse, facendo calcoli su calcoli.

"A 20 metri."

"In quale direzione?" chiese Mars impaziente. Per la prima volta, sentì la paura nella sua voce.

"Ci sto lavorando ..."

"Beh, lavora in fretta! Non è divertente!" la incitai, cercando di non piangere. Mi guardai disperata intorno, sia a destra che a sinistra, ma non vidi niente che non fossero ombre oscure e vie poco illuminate. Qualcosa in lontananza attirò la mia attenzione. Mi allontanai da Jupiter e mi avvicinai di alcuni passi a quell'oggetto curioso. Sgranai gli occhi e cercai di focalizzarlo meglio. Fu allora che lo riconobbi. Il demone si nascondeva dentro le oscure ombre dell'angolo di un edificio e mi fissò dritto per tutto il tempo in cui lo guardai. Lanciai un piccolo gemito quando il suo sguardo pieno d'odio incrociò i miei occhi per la prima volta, ma non riuscivo a guardare altrove. Cercai di avvertire le ragazze, ma scoprii che non potevo parlare, nè muovermi. Ero come paralizzata. Il panico percorse tutto il mio corpo mentre vidi il demone sghignazzare, ben cosciente di quello che mi stava succedendo. Compresi con mio orrore che era lui a farmi rimanere ferma - mi aveva in un qualche modo intrappolata. Cominciò ad avvicinarsi a me a passo spedito, forse preparandosi ad attaccare e i miei occhi si spalancarono terrorizzati.

"Qualcuno ... mi aiuti ... " pregai in silenzio, con le lacrime agli occhi. "Tuxedo Kamen ... " Miracolosamente, una rosa fendette l'aria e si piantò pericolosamente vicino al demone. Quello si fermò di colpo, completamente stordito dall'attacco. La presa mentale che aveva su di me svanì e io ne uscì con gioia, scuotendo la testa furiosamente per sbarazzarmi dell'orribile sensazione. Le guerriere, allarmata dall'improvvisa apparizione della rosa, si spaventarono nel vedere il demone.

"Ora, Sailor Moon!" gridò Tuxedo Kamen da lontano. Guardai alla mia destra e lo vidi osservare la battaglia da un tetto. Gli mandai mille ringraziamenti nella mia testa, mentre rimuovevo la mia tiara luccicante dalla fronte. La mandai dritto verso il demone a una velocità pazzesca. Ancora scioccato dalla rosa, il demone non riuscì a schivare l'attacco. Rimasi lì impalata, ancora terrorizzata, mentre il demone si disintegrava in un mucchio di polvere.

"Stai bene?" mi chiese una voce profonda. Mi girai a fissai senza espressione gli occhi di Tuxedo Kamen. Stavo sognando? Era davvero qui? Non era mai rimasto dopo l'attacco di un demone.

"Tuxedo Kamen," bisbigliai. "Io ..."

"Cosa vuoi?" gridò Jupiter, mettendosi fra me e lui che si avvicinava. Osservai la scena in un muto silenzio, perdendo all'improvviso il mio coraggio. Mercury mi mise una mano sulla spalla, il suo modo di ricordarmi della discussione che avevamo avuto prima - non dovevo avvicinarmi a Tuxedo Kamen.

"Ragazze, voi non capite ..." iniziò a contraddirle Mars, esitante. Le altre guerriere, accaldate com'erano, la ignorarono e perseguirono nella loro linea.

"Ascolta," si intromise Venus, fissando male l'uomo in nero. "Non sappiamo chi sei o cosa vuoi."

"E fino a che non lo sapremo, non ti vogliamo vicino a Sailor Moon." aggiunse Mercury mostrando un'insolita risolutezza.

Vidi, mentre la lacrime mi appannavano la vista, gli occhi di Tuxedo Kamen indurirsi e guardare nei miei, aspettando che dicessi qualcosa. Volevo intervenire e prendere le sue difese, ma qualcosa dentro di me mi diceva di trattenermi e nascondermi dietro le mie amiche. Le ragazze continuarono a guardarlo storto, anche se il sollievo si fece largo nei loro sguardi quando il ragazzo alto girò sui tacchi e se ne andò, ovviamente irritato dalle parole delle guerriere e dal fatto che non avevo detto niente. Mentre spariva nell'oscurità, ritrovai la mia voce.

"Voleva solo sapere se stavo bene ... " bisbigliai piano, cercando di fare del mio meglio per non piangere mentre vedevo la sua figura sparire in lontananza.

"Non mi importa di cosa voleva," disse Jupiter, con le braccia incrociate al petto. "Non ti si deve avvicinare."

Guardai le altre guerriere, e sembravano tutte testarde quanto Jupiter. Tutte tranne Mars, naturalmente. Sembrava esitare, e quando la guardai interrogativa, scostò rapidamente lo sguardo. Cosa nascondeva?

"Mars .. ?" dissi piano.

"E' tardi Sailor Moon," rispose tranquilla. "Dovresti andare a riposare."

Detto ciò, si girò e se ne andò, lasciandomi da sola con le altre guerriere, mentre mille domande mi giravano in testa.

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Dopo aver sciolto la trasformazione, iniziai a tornare a casa da sola, in silenzio. Le altre guerriere avevano voluto accompagnarmi, ma avevo rifiutato. Avevo bisogno di un po' di tempo per riflettere. Non sapevo che pensare dell'incontro che avevo appena avuto con Tuxedo Kamen. Sembrava che se la fosse presa per il fatto che non lo avevo difeso, e mi sentivo terribilmente in colpa per quello. Ma perchè si era avvicinato a me dopo la sconfitta del demone? Non l'aveva mai fatto prima. Non era mai rimasto a vedere se ero ferita o avevo bisogno di aiuto. Cosa c'era di diverso stanotte? Il sangue mi si gelò nelle vene quando mi venne in mente una cosa. E se 'fosse' rimasto a controllare anche dopo tutte le altre battaglie? E se si era nascosto nell'ombra e mi seguiva da lontano?

< Veglierò >

< Non sei sola. >

Erano le parole che aveva pronunciato ai nostri precedenti incontri, e all'improvviso assunsero nuovo significato. Vegliava su di me? Mi seguiva? Tutto il tempo?! Era qui adesso? Mi fermai di scatto sotto un lampione. Mi guardai intorno, a destra e a sinistra, e sui tetti sopra di me. Non vidi altro che l'oscurità, e il mio stesso respiro che gelava nella notte.

"Tuxedo Kamen?" urlai, girando su me stessa. La mia voce sembrava piccola e poco familiare alle mie stesse orecchie, mentre riecheggiava sui muri degli edifici abbandonati intorno a me.

"Sei lì? Per favore - voglio parlarti."

"Di cosa?" Gridai terrorizzata. Mi voltai rapida e lanciai un esclamazione quando i miei occhi incontrarono i suoi. Eccolo lì, alla mia destra, con uno sguardo tranquillo in viso.

"Tu ... come ...?" Balbettai incredula. "M-mi segui dappertutto?" gli domandai in tono accusatorio.

"No," rispose semplicemente lui, per nulla colpito dalla rabbia nella mia voce. "Solo dopo che un demone ti attacca ti seguo. Per assicurarmi della tua incolumità, naturalmente. Non fare quella faccia offesa. A quanto pare hai avuto bisogno del mio aiuto, una o due volte, se ben ricordo."

Il sangue mi si gelò nelle vene al ricordo di quell'orribile notte di pioggia in cui mi aveva appoggiato il fazzoletto su un labbro sanguinante, col mio assalitore privo di conoscenza solo a qualche passo da noi. Iniziai a tremare quando capii cosa avevano voluto dire le parole che aveva pronunciato quella notte.

< Mi dispiace di essere arrivato tardi. >

"Ecco come sapevi!" esclamai in tono accusatorio, sentendomi improvvisamente la più grande idiota della terra. "Ecco come hai scoperto che sono Sailor Moon! Perchè mi hai seguito!"

"E la cosa non ti piace perchè...?" mi invitò ad andare avanti, quasi prendendosi gioco di me. Capivo dalla sua voce che era arrabbiato con me, ma stava cercando di nasconderlo con queste battute. Dannazione a lui ...

"Non capisco che vuoi da me!" praticamente gli urlai in faccia. "Non voglio che tu mi segua! Non ho mai chiesto il tuo aiuto!"

"Non hai mai dovuto chiederlo," rispose con la stessa voce calma, le braccia incrociate al petto. "E' mio compito proteggerti. Mio dovere. E non solo questo - morirei se ti accadesse qualcosa."

"Che? Ma l'altra notte mi hai detto che-"

"Ti ho detto che ti ho salvata semplicemente perchè eri un essere umano che meritava di vivere, e questo è vero - fino a un certo punto. Ora sai tutta la verità."

"Tu credi?" lo sfidai, facendo un passo in avanti, con rabbia. "Tutta la verità? Chissà perchè, ne dubito! Sembra sempre che nascondi qualcosa!"

"Ho le mie ragioni," ribattè lui, avvicinandosi un passo anche lui. Eravamo vicini. Troppo vicini. Deglutii, a disagio. "Non guardarmi in quel modo. Sai bene che non ti farei mai del male."

"Ah sì?" bisbigliai, con voce tremolante. Aggrottò lo sguardo alle mie parole, e i suoi occhi diventarono visibilmente più scuri sotto la sua maschera. "Perchè non riesci a fidarti di me? Perchè è così difficile?"

"Non lo so," confessai, e i miei occhi caddero al terreno. "Le altre guerriere mi hanno detto che-"

"Al diavolo le altre guerriere!" ringhiò, costringendomi ad alzare lo sguardo su di lui per la sorpresa. "Loro non c'entrano in questa storia!"

"Io penso di sì invece!" ribattei, arrabbiata per le sue parole. "Forse hanno ragione su di te in fondo! Forse sei un nemico!"

"Col cavolo che lo sono ... " ringhiò a bassa voce.

"Beh, cosa sei allora? Un alleato? Dannazione, dimmelo!"

Con un solo movimento veloce, avvicinò il mio corpo al suo e sigillò le mie labbra con le sue, facendomi gridare per la sorpresa. I miei sensi andarono in tilt nel medesimo istante in cui posò la sua bocca sulla mia in un bacio che avrebbe fatto arrossire chiunque. Dopo essermi preso dallo shock iniziale, il mio cuore si sentì immediatamente oltraggiato. Cercai di svincolarmi, ma la sua presa era salda. Non dolorosa, ma salda e irremovibile. Dopo aver cercato invano di divincolarmi, caddi come morta nel suo abbraccio. Lasciandomi prendere dal bacio, lasciai che un mare di sensazioni inesplorate mi avvolgesse.

Non avevo troppa esperienza coi baci, ma sapevo di per certo che questo faceva impallidire quello fra me e Mamoru. Il bacio di Tuxedo Kamen era pieno di passione e di emozione, mentre quello di Mamoru era innocente e dolce. Per favore, non fraintendetemi cari lettori - adoro ancora adesso il bellissimo momento fra Mamoru e me, ma questo ... questo era ... wow.

Il bacio proseguì, e la mia mente iniziò a vacillare. Cosa avrebbe pensato Mamoru se avesse mi avesse visto baciare appassionatamente Tuxedo Kamen sotto il chiaro di luna, nel modo intimo in cui solo gli innamorati dovrebbero baciare? Ne sarebbe stato geloso? Ricordai gli eventi di qualche ora prima, sentendomi colpevole - il modo in cui Mamoru mi aveva stretto mentre piangevo, le sue parole gentili, il suo tocco delicato, il suo bacio. Era stato così dolce - così affettuoso, come non lo era mai. Ed io invece, eccomi qui a baciare un altro uomo quando il sapore delle labbra di Mamoru era ancora fresco nella mia mente.

Non sono certa di quanto a lungo Tuxedo Kamen ed io siamo rimasti così, in quell'intimo abbraccio, ma mi sembrò un'eternità. Quando finalmente la sua bocca si separò dalla mia, i suoi baci caldi si trasferirono alla mia guancia e poi al mio collo. I miei occhi si chiusero tristemente mentre le lacrime cominciavano a scendermi lungo le guance.

< Mamoru ... mi sembra di averti tradito ... >

"Questo risponde alla tua domanda, Usagi?" mi chiese Tuxedo Kamen, ancora tracciando baci lungo il mio collo.

"Tuxedo Kamen ... " bisbigliai, mentre le mie lacrime aumentavano in intensità. "Per favore, fermati ... io non ... io non posso. Non è giusto."

La sua bocca si fermò immediatamente alle mie parole e mi guardò dritto negli occhi. Notai per la prima volta quanto erano grigi i suoi occhi, così simili a quelli di Mamoru - quelli di un bambino che cercava di atteggiarsi da adulto. Erano occhi tristi, e io scostai lo sguardo, spaventata da quello che potevano nascondere. "Sei certa che vuoi che smetta?" chiese, il suo fiato corto che si mischiava col mio.

"Sì ... io non posso farlo ... non con te," risposi con voce tremante. "Scusami, Tuxedo Kamen. Il mio cuore appartiene ad un altro."

Lui si allontanò di un poco, forse ferito dalle mia parole, anche se stava facendo un buon lavoro nel nasconderlo.

"Capisco," disse, schiarendosi la gola. "Beh allora - di sicuro ti devo delle scuse."

Mi lasciò andare di colpo, e io dondolai un poco di lato, ancora scossa. "Per favore, non c'è bisogno di-"

"Buona notte, Usagi," mi interruppe. "Continuerò a vegliare." Aprii la bocca per protestare, ma se n'era già andato.

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NdT - da questo capitolo in poi riprendo a tradurre io, Erika la webmistress. Non ho contattato a dire la verità la precedente traduttrice ... visto che è tanto tempo che non traduce e non mi contatta, suppongo avrà avuto altri impegni. O forse sono io stessa che non mi sono ricordata di contattarla ... sinceramente non ricordo, e me ne rammarico.Figuratevi che mi sono ricordata che questa traduzione era incompleta per puro, purissimo caso. Per dirvi il livello di impegni che ho, che vanno naturalmente ben oltre questi lavori.

Attualmente seguo altre 3 o 4 traduzioni, comunque cercherò di terminare in fretta questa, data l'attesa che avete già dovuto soffrire. Quindi aspettatevi il prossimo capitolo a breve.

Ancora scuse.

  
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