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Autore: Yum_R_i    13/05/2014    1 recensioni
è stato un incontro. Anzi, due.
Di sicuro destino, direbbero molti, ma noi no, non ci crediamo.
Siamo semplicemente noi e questa è semplicemente la nostra complicata storia.
A quattro mani con Akkarin90 (per chi ha già iniziato a leggerla: c'è stato solo un cambio di nickname)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Gaara, Naruto/Sakura, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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“Muovetevi con quelle escargot fannulloni, i clienti stanno aspettando!” disse il capo del ristorante spalancando e richiudendo la porta della cucina.
“Occazzo, occazzo, dove cavolo sono finite le lumache, Choji?”
“Non ne ho la più pallida idea Naruto! L'ultima volta le avevi in mano tu!”
Il ragazzo biondo che stava scorrazzando per la cucina da almeno dieci minuti, si catapultò verso un ripiano poco distante con un urlo di gioia:
“TROVATE!”
“UZUMAKI!”
Un nuovo richiamo.
No, quella non era decisamente serata.
Si morse la lingua per mettere a tacere il suo solito orgoglio e richiamò tutta la concentrazione possibile. Era una portata importante di una serata importante, i suoi problemi personali sarebbero venuti dopo.
'Qualche foglia di prezzemolo, un ricciolo di burro, una spolverata di pepe. Andiamo Naruto, ce la puoi fare, solite dosi, vecchia ricetta.'
Il ragazzo si passò una mano sugli occhi, prendendo fiato: il turno, grazie al cielo, era quasi giunto al termine.

Un venticello frizzante lo accolse fuori dal locale, facendolo sentire subito meglio.
Si incamminò verso casa con un turbinio di pensieri nella testa.
'Non ho più tempo, devo trovare un nuovo appartamento il prima possibile, altrimenti mi toccherà tornare da nonno Jiraya. Speriamo che l'appuntamento di domani vada bene.'
Giunto davanti all'ingresso inserì faticosamente le chiavi nella serratura, entrò e si diresse senza alcuna esitazione verso il letto.
Non ce l'avrebbe fatta a fare qualsiasi altra cosa.
Si lasciò cadere sul materasso, e si addormentò così com'era.


La luce filtrava pallida dalle tapparelle abbassate illuminando uno spaccato di stanza: bianca, asettica, anonima.
È così che lei si sentiva. Sakura sorrise, lo sguardo perso.

Era sveglia da circa quattro ore, anche quella notte il sonno non era venuto a portarle ristoro. Sospirò, tirandosi a sedere e gettando un'occhiata veloce al calendario appeso vicino alla porta: un cerchio rosso sulla data le ricordava che oggi ci sarebbe stato un incontro con una possibile candidata a dividere con lei l'appartamento.
Si alzò con estrema calma, gesti lenti e controllati, scostando una trapunta diventata ormai quasi soffocante.
Le pantofole di Pippo la aspettavano ai piedi del letto. Si diresse in bagno, legandosi i capelli chiari in una coda alta. Non si guardò allo specchio, lo odiava con tutta se stessa.
Occhi sempre troppo verdi, volto sempre troppo pallido e scavato, occhiaie sempre troppo profonde.

Senza pensarci due volte annegò ogni pensiero sotto il getto dell'acqua ghiacciata.


Driiiiiiin.
Un suono irritante fendette l'aria di prima mattina.
Driiiiiiiin.
Un colpo di spada dritto nei timpani.
Driiiiiiiin.
Con assoluta lentezza un braccio venne allungato verso la fonte di tale rumore, le dita faticarono a chiudersi intorno all'aggeggio.
'Chi? Coshha? Che ore shon...' Non finì di bofonchiare le ultime sillabe che Naruto si alzò di soprassalto, con una scarica adrenalinica micidiale ad attraversargli le vene.
'le nove?' urlò nella stanza vuota.
Il ragazzo scese di corsa dal letto, si diresse in bagno, si lanciò nel lavandino e si lavò il viso in fretta e furia, nella speranza di far scomparire i segni orribili lasciati dal cuscino. Tornò in camera con lo spazzolino inforcato tra i denti, scelse i primi vestiti che parevano idonei all'incontro.
Cinque minuti dopo, a cavallo di una Kawasaki nera metallizzata, sfrecciò per le strade di Konoha, in direzione del luogo fatidico.

Quartiere Kurama, 27.

Scese in tutta fretta dalla moto, si tolse il casco, salì di corsa i pochi scalini dell'ingresso e suonò il campanello.
Si diede quei pochi secondi di attesa per darsi un contegno ed aspettò l'aprirsi della porta.


Sakura Haruno era tutto, si sforzava davvero di essere tutto, tranne che paziente.
Lanciò per l'ennesima volta un'occhiata all'orologio della cucina.
20 minuti di ritardo. La ragazza non partiva bene. Affatto.
Perchè Sakura Haruno non li sopportava proprio i ritardi.
Li trovava non solo una mancanza di rispetto, ma soprattutto uno spreco del suo preziosissimo tempo. Aveva una scansione della giornata molto rigida, nessun imprevisto, nessun ripensamento.
Sveglia alle 7.30, saltava la colazione sempre perchè la nausea era insopportabile al mattino, lezioni, studio, spiluccava qualcosa per pranzo e poi si rintanava nuovamente in biblioteca.
Odiava il caos, le file alle poste, i ragazzini troppo rumorosi e i voti inferiori al 28.

Un trillo acuto la interruppe dalla lettura del suo manuale di Anatomia.
Un' “innocua” mezzora di ritardo. Un sorriso di sfida le comparve sul volto.
Secondo trillo.

Terzo.
Al diavolo!” La ragazza sbattè il libro sul tavolo, percorrendo il corridoio ad ampie falcate.
Spalancò la porta di ingresso. 

  
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