Ciao a tutti XD!!
Sono felicissima che
il prologo della storia abbia avuto un grande impatto su di voi; mi ha
reso molto felice dato che ero un pò titubante a pubblicare
e immergermi in una nuova storia.
Grazie veramente a tutti per le parole molto carine che mi avete
lasciato. Un GRAZIE in particolare lo dedico a Meggie, la quale mi
tollera con i miei dubbi su ogni minima cosa che scrivo :P;
è stata lei a darmi la spinta finale a pubblicare XD.
Ultimo paio di cose poi vi lascio al capitolo. Questi primi capitoli non sono molto tiva perchè mi servono per dare un senso a tutta la storia; servono a spiegare come siamo arrivati a questo punto della vita di Ziva e che cambiamenti si troverà a dover affrontare. Inoltre, come noterete, io ho il brutto vizio di scrivere molto e a volte perdermi in tanti passaggi, arrivando a fare capitoli molto lunghi; spero che mi perdonerete per questo, ma non sono proprio portata per le sintesi :P
Capitolo 1.
Gibbs,
Tony e McGee erano in macchina. Gibbs per una volta stava guidando ad
una
velocità normale, ma questo era dovuto al fatto che stavano
seguendo il furgone
di Ducky, all’interno del quale si trovava la ragazza priva
di sensi. Quella
mattina quando ebbero la soffiata sul cottage appartenente ad Ari non
pensavano
che si sarebbero imbattuti in una
ragazza spaventata, invece del famigerato terrorista sospettato
dell’omicidio
di Kate, la loro giovane collega.
Quella
mattina, dopo varie ricerche incrociate svolte da McGee, la squadra di
Gibbs
era riuscita a scoprire la presenza di questo cottage nel bosco poco
fuori DC.
Appena ottenuta la posizione precisa non persero tempo si armarono e
avvertirono Ducky di seguirli, in caso ci fossero stati dei problemi.
Giunti
sul luogo Gibbs dette istruzioni su come muoversi, molto lentamente
aggirarono
il cottage per controllare possibili uscite secondarie, trovando una
piccola
porta sul retro. Era chiaro che Ari non fosse sul luogo, ma facendo il
più
silenziosamente possibile i tre agenti riuscirono ad intrufolarsi
all’interno
senza dover sfondare le porte; una volta all’interno
controllarono ogni stanza
fino a ritrovarsi davanti ad una porta chiusa dall’esterno. I
tre agenti pensavano di trovarsi davanti ad uno studio pieno
d’informazioni
utili per incastrare Ari dell’omicidio, ma una volta sfondata
la porta si
accorsero di essersi completamente sbagliati. Quella ragazza apparve
loro
subito così spaventata e fragile che quasi si rammaricarono
di averla
terrorizzata con le loro pistole, vederla svenire e sbattere la testa
in quel
modo senza che nessuno di loro fosse in grado di impedirle
l’impatto con il
suolo li fece quasi sentire in colpa, fortunatamente Ducky era fuori a
portata
di mano. Una volta che i tre agenti si ripresero dallo shock McGee
corse ad
avvertire Ducky mentre Gibbs e Tony accorsero subito dalla ragazza
misteriosa.
Ed ora eccoli qui a seguire il furgone, diretto verso la sede del NCIS, e cercare di trovare
spiegazioni logiche alle
mille domande che frullavano nelle loro teste.
Una
volta giunti al NCIS McGee si diresse subito in ufficio per aggiornare
il
direttore, Gibbs e Tony aspettarono pazientemente che Ducky
parcheggiasse e
aprisse loro gli sportelli posteriori per dare un accesso al retro del
furgone.
La ragazza era ancora priva di sensi, ma Ducky tranquillizzò
entrambe gli
agenti che si sarebbe ripresa a momenti e di non starle troppo vicino
in modo
da non spaventarla più di quanto non lo fosse
già. Proprio come gli occhi della
ragazza cominciarono a svolazzare il telefono di Gibbs
cominciò a suonare
costringendolo ad allontanarsi, ma non prima di aver ordinato a Tony di
condurre la ragazza in sala interrogatorio una volta che si fosse
ripresa.
Come
Gibbs si allontanò per salire in ufficio, gli occhi di Ziva
cominciarono ad
aprirsi. Ziva sentiva la sua testa martellare incessantemente,
cercò di
muoversi per capire dove si trovava e cose le era successo, ma si
sentì
bloccare da due mani forti ma gentili. Provò a liberare le
sue braccia, ma ogni
tentativo fu inutile era bloccata. Prima di farsi prendere dal panico
cercò di
calmarsi e tentò nuovamente ad aprire gli occhi. Ha aperto
entrambe gli occhi,
ma si ritrovò una forte luce scaraventata contro di loro e
fu costretta a
richiuderli immediatamente lasciandosi sfuggire un piccolo gemito.
Sentì
una voce gentile rivolgersi a lei e un’altra persona
“su
su cara ragazza prova nuovamente, vedrai che questa volta la luce
darà meno
fastidio. Anthony lascia andare le braccia di questa giovane, diamole
un po’ di
spazio” . incoraggiata da queste poche parole gentili decise
di riprovare ad
aprire gli occhi e questa volta si adattarono meglio
all’intensità della luce,
una volta messo a fuoco l’ambiente circostante fu presa dal
panico nuovamente.
Dove si trovava? Chi erano queste persone? Perché
l’avevano portata via da
casa? Ari dov’era? Mentre tutte queste domande le
martellavano in testa
cominciò a farsi prendere nuovamente dal panico e
provò ad alzarsi velocemente
da dove era sdraiata, ma nuovamente sentì due forti mani
bloccarla dove era.
Stava per urlare dal panico quando sentì nuovamente quella
voce gentile
parlarle
“ehi
cara calmati, non aver paura non ti faremo del male sei al sicuro.
Vogliamo
solo aiutarti. Adesso se ti vuoi alzare puoi farlo, ma lentamente
altrimenti
rischi di avere un altro capogiro e scommetto non vuoi ripetere
l’esperienza”;
Ziva
si concentrò nuovamente sulla voce e spostò lo
sguardo verso il signore anziano
che parlava. Non era uno degli uomini che era entrato nella sua camera,
era più
anziano e aveva uno sguardo così tranquillo che infondeva
una certa calma così
decise di seguire il consiglio e mettersi seduta lentamente. Come si
muoveva
sentì le mani che la tenevano bloccata allentare la presa e
lasciarla andare,
così spostò lo sguardo verso l’altro
uomo che era vicino a lei. Rimase
immediatamente colpita da un paio di occhi verdi che la fissavano tra
un misto
di preoccupazione e curiosità. Tony ricambiò lo
sguardo facendo un piccolo
sorriso incoraggiate.
Questo
scambio di sguardi fu interrotto dal buon dottore che era vicino ai due.
“allora
mia cara visto che la seconda volta è andata meglio? Come ti
senti? Comunque mi
presento io sono il dottor Donald Mallard, ma puoi chiamarmi
semplicemente
Ducky”, Ziva sentendosi interpellata si costrinse a togliere
lo sguardo da
quegli occhi così magnetici e rispondere al signore vicino a
lei, anche se in
modo esitante
“salve
dottor Mallard!”
“Ducky,
puoi chiamarmi Ducky”
Lasciandosi
sfuggire una piccola risata Ziva ricominciò
“Ducky, salve Ducky”
“come
ti senti?”
“la
mia testa sta martellando. Ma dove mi trovo? perchè sono
qui? Cosa volete da
me?” Ziva riprese ad agitarsi, non riusciva proprio a capire
cosa stesse succedendo
e perché non si trovava a casa sua nella sicurezza della sua
camera.
“ehi
ehi calma non ti agitare, ti spiegheremo tutto, ma prima ci puoi dire
il tuo
nome?” questa volta fu Tony ad intervenire e a calmare la
ragazza.
Ziva
rivolse nuovamente la sua attenzione all’altro uomo accanto a
lei osservandolo
prima di rispondere non sapendo ancora se poteva fidarsi. Tony si
sentiva
osservato e studiato, sapeva che doveva portare la ragazza in sala
interrogatorio, ma non voleva neppure agitarla e metterle fretta.
Nonostante
Gibbs ancora lo intimorisse decise che preferiva affrontare la sua
furia per
aver ritardato l’interrogatorio che continuare a far agitare
ancora questa
ragazza misteriosa.
“Ziva.
Il mio nome è Ziva” sussurrò la ragazza,
“ehi
questo è un bel nome. Piacere Ziva io sono Anthony DiNozzo,
ma puoi chiamarmi
Tony” lui rispose e sorrise gentilmente. Ziva
annuì in segno di riconoscimento,
mentre si accomodava meglio sulla barella in cui si trovava. Ducky
scambiò un
veloce sguardo di approvazione con Tony. Ziva richiuse brevemente gli
occhi,
per cercare di calmare il lieve dolore alla testa. Tony
lasciò a Ziva un paio
di minuti per riprendersi e assimilare tutte queste nuove informazioni
prima di
portarla al piano di sopra.
Quando
Ziva riaprì gli occhi Tony ne approfittò per
parlarle
“Ziva
adesso devi venire con me, il mio capo, l’agente Gibbs, deve
farti alcune
domande” così dicendo l’aiutò
ad alzarsi dalla barella e a scendere dal furgone
in modo da poter raggiungere l’ascensore. Ziva non era per
niente sicura di
quello che stava avvenendo in torno a lei e non riusciva proprio a
capire cose
volevano da lei queste persone e soprattutto chi erano? un agente?
Però sia
Anthony che Ducky erano stati molto gentili con lei, quindi forse non
doveva
aver paura e magari se rispondeva a queste domande poi
l’avrebbero riportata a
casa da suo fratello.
Una
volta giunti alla sala interrogatori Tony fece entrare Ziva e le
spiegò dove
sedersi e di aspettare lì il suo capo, lui non sarebbe
rimasto in stanza con
lei. Una volta che Tony uscì dalla stanza, Ziva
cominciò a guardarsi intorno e
osservare la stanza. Era una stanza spoglia ad esclusione del tavolo
che si
trovava davanti a lei e la sedia posta dal lato opposto; poi
c’era uno specchio
gigante, il più grande che avesse mai visto, che prendeva
tutta la parete
davanti a lei; inoltre ha notato che in alto in un angolo della stanza
era
posta una telecamera inclinata verso di lei con una luce rossa
lampeggiate.
Tutto questo cominciò ad essere snervante. Si
ritrovò a deglutire ansiosamente
e a giocherellare con le dita. Le pareva di essere seduta lì
da una vita quando
sentì aprire la porta della stanza e l’uomo dai
capelli grigi entrò in
silenzio.
Ziva
osservò come l’uomo appena entrato si mise seduto
nella sedia dall’altro lato
del tavolo, inoltre notò come la luce rossa della telecamera
smise di
lampeggiare, ma adesso era fissa e capì la stavano
registrando. Tutto questo e
l’assordante silenzio della stanza aumentarono la sua ansia.
In questo momento
non voleva altro che essere al sicuro tra le braccia del fratello, il
quale sin
da piccola era l’unico che riusciva a calmarla.
Gibbs
continuò ad osservare la ragazza. Prima di entrare Tony
l’aveva fermato
dicendogli che aveva scoperto il nome, Ziva, e stranamente senza un
minimo di
titubanza lo aveva avvertito di andarci piano con lei, visto come era
spaventata e spaesata, non era il caso di infierire ulteriormente.
Gibbs
sorrise al pensiero del suo giovane agente. Naturalmente non aveva
bisogno
dell’avvertimento del giovane, ma era felice di vedere come
il ragazzo stava
crescendo all’interno della sua squadra.
In
ogni caso Gibbs voleva scoprire il prima possibile dove si trovasse Ari
e se
lei era la sua unica possibilità doveva sottoporla a tutto
ciò. Voleva
arrestare quell’assassino, lo doveva a Kate, e se questo
significava spaventare
un po’ la ragazza davanti a lui avrebbe rischiato.
“dov’è
Ari?” chiese improvvisamente Gibbs, sentendo quel tono di
voce così sicuro e
forte Ziva si riscosse.
“ti
ho chiesto dove si trova Ari?” riprovò Gibbs, ma
invece di ottenere una
risposta alla domanda, vide la ragazza cominciare a trattenere le
lacrime.
Gibbs
si sporse un po’ sul tavolo e abbassando la voce
continuò
“Ziva
giusto?” Ziva trovò il coraggio di annuire
“senti
voglio solamente sapere dove si trova Ari, quel bastardo che ha ucciso
la mia
agente e che ti teneva rinchiusa in casa sua”.
Ziva
stava piangendo apertamente, ma sentendo
le accuse rivolte verso il fratello trovò il coraggio di
rispondere
“Ari
non ha ucciso nessuno! Mio fratello è una brava persona e un
buon medico, non
farebbe mai del male a nessuno volontariamente”
“tuo
fratello?” domandò Gibbs, ora più
curioso e interessato a scoprire il più
possibile su questa ragazza e ciò che sapeva sul bastardo
che aveva ucciso la
sua agente.
Ziva
voltò la testa di lato rifiutandosi di rispondere ad altre
domande, mentre
piangeva silenziosamente.
“Ari
non ha fatto niente” ribattè a bassa voce
“e adesso voglio andarmene da qui,
voglio tornare a casa!” cominciò ad agitarsi Ziva.
Gibbs si voltò verso lo
specchio, ben consapevole che il suo giovane agente li stava
osservando, e fece
cenno di raggiungerli in sala. Pochi istanti dopo Tony entrò
in sala dove si
trovavano Gibbs e Ziva. Nel sentire entrare qualcuno nella stanza Ziva
alzò lo
sguardo e riconobbe subito Tony, il quale prese una sedia e
andò a stare vicino
a Gibbs prima di parlare.
“Ziva
devi ascoltarci, tu fratello non è colui che
pensi” mentre Tony cercava di
spiegare a Ziva che
ciò che sapeva del
fratello era sbagliato, Gibbs andò a prendere un
po’ d’acqua e dei fazzoletti
per la ragazza alla quale avevano stravolto il proprio mondo nel giro
di poche
ore. Pochi minuti dopo Gibbs rientrò nella stanza trovando i
due giovani
proprio come li aveva lasciati, così si avvicinò
a Ziva passandole i fazzoletti
che lei accettò volentieri e cominciò a tamponare
le lacrime sulle guance
“vuoi
un po’ da bere?” le offrì Gibbs, lei
scosse la testa rispondendo “Ari ha detto
di non accettare cose da persone che non conosco” disse con
tono sommesso.
“Ari
ha fatto alcune cose molto cattive Ziva, non sempre devi credere a lui
o fare
quello che dice” provò a spiegare Gibbs cercando
di non sconvolgerla
nuovamente. Ziva scosse la testa negando tutto ciò che le
veniva detto.
“ha
ucciso una nostra collega e amica Ziva, ti ha portato via dai tuoi
genitori
come fai a crederlo così innocente?”
tentò Tony.
“No
non è così. State mentendo vi state sbagliando su
di lui” disse con
determinazione Ziva.
“Ziva
non ti stiamo mentendo, devi capire chi è in
realtà tuo fratello” disse Tony
dolcemente, guardandola dritto nei suoi bellissimi occhi color
cioccolato che
in quel momento mostravano quanto fosse spaventata.
“io conosco Ari so che non farebbe mai del male a nessuno, vi posso dimostrare che è una brava persona. Lui mi ha salvato!”
ok questo è
tutto per questa settimana, alla prossima XD...