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Autore: Nadie    13/05/2014    2 recensioni
Vorrei parlarti di statica.
Io non ci ho mai capito nulla a scuola, ma il poco che so è che la statica studia delle dannate condizioni necessarie affinché un corpo mantenga il suo equilibrio anche dopo essere stato sconvolto da forze esterne.
Ecco, io e te siamo un esperimento di statica miseramente fallito.

[Ben e Prudence]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Temporale '
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Je ne t'aime plus tous les jours


Si rigira nel letto, infastidito.
Già, c’è qualcosa nell’aria di quella stanza che gli dà tremendamente fastidio.
L’odore della ragazza stesa accanto a lui, ad esempio, quell’odore gli dà davvero fastidio. Probabilmente ha addosso del profumo di marca.
Volta il capo e la guarda.
Ha i capelli biondi e dritti, la pelle bronzea e un corpo snello, senza alcuna imperfezione, è il genere di ragazza, di donna, che tutti gli uomini sognano al proprio fianco.
Ma tutti gli uomini non sono stati come lui, fortunati come lui.
Lui ha amato una sirena bellissima che aveva i capelli castani, la pelle estremamente chiara, pallida e fragile, e due occhi verdi pieni di acqua e di aria, e quella bellissima sirena ha amato lui, ha versato il suo infinito dentro al suo corpo e lo ha reso migliore, ha preso il vuoto che aveva dentro e l’ha riempito, e lui si è sentito pieno.
Ma è durato poco.
Perché poi la sirena ha capito che lui era solo un umano insignificante e allora si è ripresa l’infinito che gli aveva versato dentro, lo ha svuotato e si è allontanata in fretta.
Prende una sigaretta dal pacchetto, si avvicina alla finestra ed osserva la Nuova Zelanda al di là del vetro.
La Nuova Zelanda.
Non ci crede ancora che è riuscito ad arrivare fin là.
Alla fine quello stupido provino è riuscito davvero a passarlo, ed ora si ritrova davanti ad una finestra, in Nuova Zelanda a guardare il suo futuro.
Riesce già a vederlo.
Première, red carpet, premi, ammiratori, interviste, notorietà, giornalisti, e la sua fottuta storia sbattuta su Wikipedia.
Ma che ne sa la gente di lui?
Ma che ne sa la gente della sua fottuta storia?
Manda giù il fumo della sigaretta, perché con quel fumo vuole riempire il vuoto che ha dentro lo stomaco.
Ma lo sanno tutti che il fumo non riempie i vuoti.
Lo sanno tutti che l’alcol non affoga i dispiaceri.
Nuova Zelanda.
La Nuova Zelanda a Lei non sarebbe mai piaciuta, lui lo sa.
A Lei piacevano città come Amsterdam, piene di pioggia, di vento e di luci.
Ma lui non era riuscito a portarLa da nessuna parte, L’aveva lasciata a Dublino.
E lui era in Nuova Zelanda.
Senza Lei.
Prudence, Prudence, che cosa stai facendo ora, Prudence? pensa, e La immagina seduta a gambe incrociate nella loro metropolitana mentre finge di leggere un libro.
E poi vede un ragazzo alto, con i capelli scuri, che sembra un po’ sbronzo e non sa dove diavolo andare, e allora siede accanto a Lei e si mette ad aspettare qualcosa che è già arrivato e presto andrà via.
Prudence
Sente la ragazza bionda muoversi tra le lenzuola e il suo profumo lo raggiunge di nuovo, si fa strada violento tra le narici e gli ruba il fiato.
Vorrebbe spaccare quello stupido vetro, uscire fuori, correre, correre, attraversare a nuoto l’oceano e tornare da Lei.
Da Prudence.
Ma Prudence non posso tornare da te, perché sei andata via. Perché sei andata via?
Quella notte aveva bevuto un po’ troppo, se lo ricorda, si era affacciato alla sua finestra in affitto e aveva osservato attento i tetti di Dublino, poi Lei era comparsa davanti alla sua porta e si era spogliata.
‘Non mi fare domande, ti prego’ aveva detto, e poi avevano fatto l’amore, ma quando si era svegliato Lei non c’era più.
Era andata via, via per sempre.
Ed ora si sente svuotato, svuotato di tutto.
Vorrebbe tornare da Lei e dirLe di ridargli tutto ciò che si è presa quando se n’è andata.
Come ti sei permessa, Prudence, come ti sei permessa di svuotarmi?
Ma Prudence non gli ridarà mai nulla, perché Lei non tornerà da lui e lui non tornerà da Lei.
La ragazza bionda si è svegliata e lui sente i suoi passi leggeri avvicinarsi.
«Già sveglio?» gli chiede con voce roca e poi lo bacia.
Guarda, Prudence, guarda cosa ti ho fatto. Guarda cosa mi hai fatto, pensa mentre ricambia quel bacio così insignificante, così amaro.
Prudence, lo sai che non credo nell’amore, vero? Lo sai che per me quelle storie di rose, di baci e di eroi sono solo sciocchezze. Lo sai che non credo all’amore. Perché l’amore non crede a me. Perché l’amore non è niente, niente al confronto con noi due. Perché io non ti amavo e non ti amo, neanche un po’. Perché un ‘ti amo’ non sarà mai abbastanza per spiegarti cosa mi hai fatto. Tu ti sei presa ciò che avevo dentro al petto e lo hai cambiato, ci hai messo dentro l’infinito e mi sentivo proprio così: infinito. E tutto l’infinito che avevo dentro volevo darlo a te, che eri più infinita di me. Ma te ne sei andata via e il mio infinito è finito ed ora sono in Nuova Zelanda a baciare un’altra. Ed è colpa tua, è colpa tua, amore mio. No, non più amore mio. Io non ti amo più, amore mio. Non ti amo più tutti i giorni.
Preme il corpo della ragazza bionda contro il suo e cerca di annegare l’immagine di Prudence con quelle parole. Cerca di far annegare Lei e tutto il suo amore.
Ma Prudence è una bellissima sirena e non annegherà, lui non può fare nulla.
Lei vivrà dentro di lui, riesce già a sentirLa, si è scavata il suo angolino tra lo stomaco e il cuore e resta rannicchiata dentro di lui, oltre la carne e le ossa. Lei è il suo ‘io’ nascosto e invariabile, è la parte più profonda della sua esistenza, a cui nessuno, nemmeno lui stesso, potrà mai accedere. Lei vivrà dentro di lui, si nutrirà dei suoi sentimenti più nascosti e forse a volte riuscirà anche ad uscire dal suo angolino e stargli accanto, ma lui non La vedrà, sentirà soltanto il Suo odore e la Sua pelle e la Sua esistenza intangibile che lo tengono stretto, ma non La vedrà, non La vedrà mai più. Perché Lei vivrà dentro di lui e riempirà i suoi vuoti, e lui potrà dire qualunque cosa, potrà convincersi che ormai Lei è lontana, nuota lontana da lui, e potrà ripetersi che non La ama più, che ciò che è stato è solo un ricordo da non richiamare più.
Ma Lei vivrà dentro di lui.
Non ti amo più, amore mio.
Non ti amo più tutti i giorni.
 
 



Bonjour!
A 'sto giro son passata al francese.
No, in realtà non sono passata ad un bel niente, è che 'Je ne t'aime plus' di Manu Chao si meritava un tributo.... ve la ricordate? E' la canzone francese dell'autobus :)
Dunque, spero che questo viaggio nella mente del 'mio' Barny vi stia piacendo, e per il resto.... ci si sente Sabato.
Adieu!
C. 
  
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