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Autore: mattmary15    13/05/2014    3 recensioni
Questa storia comincia con una giornata come un'altra al liceo Shohoku. La ascolterete da tre punti di vista: quello del bel tenebroso Rukawa, quello dell'inarrestabile Sakuragi e quello della forte Ayako. Insieme racconteranno di come la vita scorre, giorno dopo giorno, e riserva sorprese. Ma ci vuole poco a fare in modo che un giorno come un altro diventi ... l'inizio di una storia da raccontare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Ayako, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Note dell'autrice sfortunata:
Perdonooooooo... La prima parola è doverosa. Non solo perchè sono sparita dalla circolazione per un botto come autrice ma anche perchè non ho risposto alle recensioni e ai messaggi privati di quelli che mi hanno ceracata. A mia discolpa posso dire che ho avuto un brutto periodo in cui sono stata un po' depressa e che il mio pc si è fuso cancellando tutto il lavoro che avevo fatto in un anno... la cosa ha aggravato la mia depressione e io odio navigare con il cellulare!
Mi merito perciò tutte le parolacce che vorrete dirmi in pubblico e privato. Non so se il capitolo in pubblicazione mi eviterà una condanna mortale ma prometto che, pc permettendo, pubblicherò il resto della storia con almeno un capitolo alla settimana, forse anche qualcosa di più. Ringrazio tutti coloro che vorranno riprendere la lettura della storia con tutto il cuore. Vi abbraccio tutti!

I giorni migliori della nostra vita


Allora facciamo un riassunto delle puntate precedenti. Ru è stato pestato da Fukuda che è geloso di Sendoh. Hanamichi lo soccorre e lo porta in ospedale. Da questo fatto nasce una specie di intesa fra queste due teste calde. A rovinare tutto arriva il padre di Ru che rischia quasi di fargli saltare il ritiro con la selezione giovanile delle all stars. Hanamichi però lo raggiunge e lo riporta a casa. Deve essere successo qualcosa tra loro perché, quando partono per il ritiro sembrano affiatati. Forse questa strana attrazione fra loro risveglia qualcosa anche in me perché bacio Ryota. Tutto sembra andare per il meglio, tuttavia Koshino, innamorato da sempre di Sendoh che a propria volta è cotto di Rukawa, mi mette a parte delle intenzioni malvage di un certo Samada. Raggiungiamo i ragazzi al ritiro per avvertirli ma scopriamo che questo pazzo ha già rapito Ru e Sendoh. Sono proprio io a trovarli ma vengo coinvolta in questo casino ed è il mio Ryo-chan che mi tira fuori dai guai. Lo guardo disteso accanto a me. Dorme tranquillo. La zazzera bruna distesa sul cuscino si mischia con i miei ricci. Sorrido e avvicino le mie labbra alle sue. Potrei svegliarlo e fare l’amore con lui ora. Sorrido di nuovo e mi limito  a sfiorargli le labbra. Lui si muove appena e pronuncia il mio nome nel sonno. Lo amo. Da un sacco di tempo. Anche se non gli ho mai risparmiato le mie sventagliate, anche se non mi sono mai preoccupata di dimostrarglielo perché mi sembrava giusto così. Eppure, nel bagno della palestra, lui mi ha guardata e ha lenito le paure più profonde del mio cuore con poche, semplici parole : ‘Chi l’ha detto?’.
Già, in effetti chi ha deciso che le nostre vite si separeranno? Che non potremo vivere così per sempre? Sono sempre stata una persona matura e so che, crescendo, le persone cambiano, le vite cambiano in meglio e in peggio. Come in un film, ci saranno alcuni che vivranno felici e contenti e altri che soffriranno. C’è quello che sparisce improvvisamente  e senza un perché e l’amico della porta accanto che non se ne andrà mai. Eppure ci sono legami che non si spezzano. Nel bene e nel male.
Voglio tenere Ryota con me per sempre. Un giorno, magari, aprirò gli occhi come ho fatto poco fa e ci sarà un piccolo Ryo-chin tra di noi che sgambetta e che vuole il pallone del suo papà.
Vorrei che questa storia finisse qui. Con me che prendo le dita del mio ragazzo e le intreccio alle mie ma so che c’è molto di più. Quando sono stata in pericolo, Rukawa c’è stato per me. Ora tocca a me aiutarlo. Solo io e Sendoh sappiamo cosa è successo davvero al capanno. Conoscendo Rukawa, vorrà tenersi tutto dentro.  Kaede merita di essere felice e io so che per farlo, Hanamichi è fondamentale.
Improvvisamente sento le dita di Ryota stringere le mie.
“Ehi! Stai bene Aya? Hai bisogno di qualcosa?”
“No. Ho tutto ciò che mi serve proprio qui.” Dico baciandogli il naso.
Ryota rimane serio. Mi passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Ho avuto una tremenda paura di perderti.” Dice.
“Sono una tosta io!”
“Lo so. Per questo mi piaci. Anche se minacci continuamente di uccidermi.”
“Solo se riveli i miei segreti!” dico ridendo e carezzandogli la schiena.
“Che Rukawa e Sakuragi sono qualcosa di più che compagni di squadra è un tuo segreto?”
Fermo la mano e abbasso gli occhi. Lui mi rassicura.
“Non dirò niente a nessuno.”
“Sono fragili ora. Hanno bisogno di tempo.”
“Forse Rukawa. Hanamichi mi sembra più che sicuro di ciò che prova!”
“Tutto il contrario!” lo incalzo io “Ru è sicuro dei suoi sentimenti ma ha delle difficoltà ad accompagnarli con i gesti in questo momento. Hana invece è meno disinibito tuttavia non sa cosa i suoi desideri significhino!”
“Fossi in te, non mi preoccuperei. Anche se finora quei due hanno fatto di tutto per ignorarsi o distruggersi, sono legati a doppio filo dal primo momento in cui si sono guardati.”
“Tu credi?”
“Credo nel destino.”
“Tu? Ryo non l’avrei mai detto!”
“Sennò come farei a sapere che noi due staremo insieme per sempre?”
Lo guardo con gli occhi pieni di speranze e aspettative.
“Noi due ci diventeremo vecchi insieme! Avremo tanti piccoli Ryo-chin e Ayakuccie e un giorno racconteremo ai nipotini come ci siamo incontrati.”
Lo bacio d’istinto. Lui mi spinge schiena sul letto e mi sale sopra. Mi sento sua e lo lascio fare. Quando le sue mani stanno per sbottonarmi la camicetta lo blocco.
“Ryota se…”
Lui mi bacia per non farmi finire la frase.
“Se lo dico a qualcuno, mi ammazzi.” Conclude sorridendo mentre affonda la testa tra i miei seni. Io sorrido e lo stringo forte. Non so se il destino ci lascerà insieme per sempre ma, per il momento, sono convinta che crescere insieme sarà possibile.

Ultimamente finisce sempre così. Mi ritrovo sveglio a guardarlo dormire. Oramai è mattina. Guardo i segni di bruciatura sulle sue braccia che testimoniano che, ancora una volta, è stato lui a tirarmi fuori dai guai. Mi alzo per primo e raggiungo il bagno. Mi guardo allo specchio e mi rendo conto che faccio davvero schifo. Le occhiaie non si riescono più a nascondere e sono più pallido del solito. Se contiamo poi che ho ancora qualche livido addosso, la scena è davvero pietosa. Non sono però quelli i segni che mi fanno più male.
Mi spoglio e faccio una doccia veloce. E’ mia intenzione uscire dal bagno e rivestirmi prima che si svegli ma, quando esco dalla doccia, lui è già in piedi sulla porta del bagno.
“Dormito bene volpaccia?”
“Nh.”
“Loquace come al solito? Sbrigati, ho fame e vorrei fare colazione.” Dice entrando nella doccia. Io ho infilato l’accappatoio rapidamente perché non voglio che mi veda nudo. Non voglio che si accorga di quello che mi ha fatto Samada. Si avvicina con l’intenzione di darmi un bacio sulla fronte. Lo lascio fare ma non ricambio. Sono troppo occupato a cercare un modo per svignarmela. Mi guarda con un’espressione accigliata. Apre l’acqua e io torno in camera a vestirmi.
Prendiamo la via per la sala comune insieme. Camminare al suo fianco è piacevole. Qualcosa che fa bene al cuore. Al tavolo ci sono gli altri. C’è anche Sendoh che mi sorride e mi invita a raggiungerlo. Ovviamente Hanamichi mi segue. Gli ho promesso che non lo farò più ingelosire? Lui lo ha chiesto, io non ricordo di averlo promesso.
“Come stai?” mi chiede.
“Sta bene.” Risponde Hanamichi al mio posto.
“Già non parla di suo, se ti metti a rispondere anche alle domande dirette che gli faccio, non sentirò più la sua voce!” dice Sendoh sorridendo. Hana gli fa una boccaccia.
“Come sta Koshino?” chiedo realmente interessato. Lo sguardo di Sendoh si rattrista.
“Sta meglio, ha preso un colpo alla testa ma starà bene. E’ stato per colpa mia. Ho combinato un casino dopo l’altro.”
“Sono certo che non sia colpa tua. Se una persona ti vuole bene, è disposta a tutto per aiutarti.” Gli dico e lui mi guarda perplesso. Forse è la prima volta che dico una cosa gentile nei suoi confronti. Il mister batte le mani e raccoglie l’attenzione di tutti.
“Ragazzi, ascoltate. Abbiamo perso contro la Lituania. Domani ci sarà la partita con gli Stati Uniti. So che abbiamo passato dei brutti momenti tuttavia vorrei che ci impegnassimo tutti al massimo. Oggi faremo un allenamento intensivo e poi vi comunicherò la formazione.”
Sentire il mister parlare di basket mi distrae dai miei pensieri.
La colazione dura pochi minuti e, come al solito, è intervallata dalle chiacchiere di Hanamichi e Mitsui accompagnate da lancio di panini e scatole di succhi di frutta. Il solito delirio.
Sto cercando di non rimanere solo con Hana. So che è una carognata. Soprattutto dopo quello che è successo ieri sera. Eppure sento uno strano disagio a rimanere solo con lui.
Gli allenamenti, pertanto, sono graditi. Tutta la giornata scorre via tranquilla. La mia intesa con Hana è perfetta e, giocando insieme, abbiamo fatto vincere la partita di allenamento alla nostra squadra.
Nel tardo pomeriggio l’allenatore ci comunica la formazione. Le sue parole risuonano nell’ampia palestra in modo solenne.
“Ho deciso la formazione. Domani scenderanno in campo Fujima playmaker, Akagi centro, Sendoh ala piccola, Rukawa guardia tiratrice e Sakuragi ala grande. Prometto che darò spazio a ognuno di voi contro gli States perché meritate tutti un’occasione ma questo sarà il quintetto di partenza.”
Il volto di Hanamichi si illumina e si volta subito a guardarmi. Il mio piano ha funzionato. Non che avessi dubbi, io non fallisco mai i miei obiettivi. Lui ovviamente si pavoneggia da grande genio del basket.
“Ah,ah,ah! Visto Hisashi? Sono entrato tra i titolari! Guarda la faccia del povero Jin!!! Ora indosserò anche io la divisa bianca!!!”
“Ma se Jin non ti sta minimamente pensando! Smettila di fare il buffone! E poi durerai due minuti. Il tempo di sbattere contro la difesa degli americani! Uno senza tecnica come te non ha speranze!”
“Geloso, geloso, geloso!” continua Hana saltellando qua e la davanti ai compagni. Ora è troppo. Gli tiro un pallone in faccia e lui si volta con uno sguardo furente negli occhi.
“Maledetto Rukawa! Come osi? Ti faccio vedere io!” urla con l’espressione più minacciosa che trova nel repertorio.
“Calma i bollenti spiriti.” Dico piano indicando la porta della palestra. Un gruppo di ragazzi altissimi se la ride sotto ai baffi. Le loro divise blu notte indicano che sono della selezione statunitense e la mia freddezza fatica a restare tale. Atleticamente sembrano mostruosi. Uno di loro fa un cenno con la mano e si avvicinano.
“Hi, guys! Nice to meet you! We’ll have an amazing match tomorrow!”* dice, continuando a sorridere, un ragazzo dai capelli biondissimi. Nessuno di noi parla.
“Do you understand me?”** prosegue girandosi verso i suoi compagni continuando a ridere. Spocchioso. Io non parlo mai in queste circostanze ma non voglio che passiamo tutti per imbecilli.
“The match will be amazing only if we’ll win.”*** Dico senza scompormi. Sendoh sorride. Hana guarda me e lui voltando la testa a destra e a sinistra. Quella testa vuota non accennerebbe mai una parola d’inglese ma ha ben compreso il concetto perché raggiunge il capellone biondo e lo guarda dritto negli occhi. A ben vedere Hana è più alto dell’americano e messo meglio fisicamente. Ho proprio ragione quando penso che le sue potenzialità siano infinite.
“Non ridete di noi!” urla a muso duro “Vi daremo del filo da torcere! Traduci, volpe malefica!”
Il biondo ride ancora e io raggiungo il fianco ad Hanamichi.
“If you get him mad, you’ll regret it. You’ll see.”**** Dico sottovoce e l’espressione del biondo cambia lasciando Hanamichi di stucco. Lo prendo per un braccio e lo trascino via.
“Cosa gli hai detto?” mi chiede nell’orecchio.
“Quello che mi hai chiesto di tradurre.”
“Sicuro? Mi ha guardato in un modo!”
“Forse crede che sei un imbecille a pensare di potergli dare del filo da torcere.”
“Ma io lo farò!” ripete stavolta a voce alta.
Mi fermo e lui, non accorgendosene, mi viene addosso. Parlo con il tono più serio e sicuro che ho.
“Lo so, idiota. Per questo gli ho detto che si pentirà del suo sorrisetto di superiorità.”
Il suo volto si illumina e sorride abbracciandomi.
“Andiamo a fare una passeggiata, Rukawa 2.0?”
“Finiscila!” dico fingendo fastidio che non provo.
“2.0.”
“Ancora?”
“2.0.”
“Non te lo dico più, finiscila.”
“Ok, ok, musone.”
“Nh.”
“Musone.”
“Nh?”
“Musone!”
“Hai rotto.”
Si ferma e mi sorride questa volta guardando il pavimento.
“Cosa c’è ora?” chiedo con un filo di preoccupazione nella voce. Gli altri hanno raggiunto le loro stanze e siamo rimasti soli. Lui continua a guardare per terra e non parla. La mia voce si fa più dolce.
“Hana?”
“Tu fai di me una persona migliore.”
Le sue parole mi spiazzano.
“Finiscila, ok?”
“Ok. Volevo solo dirtelo.”
“L’hai detto.”
“L’ho detto.” Dice riprendendo a camminare. Mi lascia di qualche passo indietro. Non riesco a muovermi. Da questa mattina ho cercato di mettere spazio fra di noi per non lasciargli capire quanto sono fragile adesso eppure è così facile amarlo, sarebbe così facile lascarmi cadere tra quelle braccia forti e abbandonarmi. Si accorge che non lo sto seguendo. Si ferma e si volta. I suoi occhi si sgranano e torna indietro a passo svelto.
“Ru, stai bene? Improvvisamente sei pallido.”
Annuisco ma lui insiste e mi prende per le spalle.
“Sicuro?”
“Sì, sono sicuro.” Dico lentamente scandendo le parole anche se lui non sa di che cosa realmente sono sicuro. Le sue mani si abbassano anche se non sembra convinto.
“Sembra quasi che tu non riesca a respirare.” Dice e io vorrei rispondergli che, a volte, sento questo sentimento che provo per lui con un’intensità tale che il mio fisico pare non sopportarlo. Muovo appena le labbra ma la voce non esce.
“Kaede?” La sua è una richiesta di spiegazione.
“Tu sei la persona migliore che abbia mai conosciuto.” Gli dico sinceramente e lui scuote la testa come se volesse dirmi che mi sto sbagliando di grosso. “Non sono io a fare di te una persona migliore. Tu fai di me una persona migliore. Guardami,” dico abbassando il capo “io a stento formulo frasi di senso compiuto. Tu tiri fuori il meglio dalle persone.”
Hanamichi mi solleva il capo con una mano.
“Finiscila ok?” mi dice facendomi il verso con un occhiolino. E accade un miracolo. Sorrido. Le mie labbra, possedute, s’inarcano verso l’alto. Un vero sorriso. Non una delle mie smorfie. Un sorriso.
Hana mi passa un braccio intorno al collo.
“Allora sei capace anche tu!” dice tirandomi a se.
“Nh.”
“Sei bello quando sorridi.”
Le mie guance si tingono di rosso e nascondo la testa nell’incavo del suo collo.
“Anche tu.” Dico in un sussurro.
Lui mi stringe un altro po’ e mi accompagna fino alla mia camera. Ora ricomincerà la solita solfa con il porcospino ma questo momento vale tutto. Il mio cuore è stato un luogo freddo e solitario per tanto tempo. Ora è un luogo migliore. E’ diventato accogliente. Un luogo riservato solo a lui. Qualunque cosa accada. In qualunque posto sarò.  Io sarò lo spazio protetto di Hana.

Non riesco a dormire. Domattina giocherò titolare contro la selezione americana.
Devo dormire. Nobunaga russa alla grande.
Mi alzo ed esco.
Faccio due passi fuori e sento odore di fumo. Volto l’angolo e vedo Ayako. Lei si accorge di me e, imbarazzata, non sa che fare della sigaretta che ha tra le dita.
“Fumi?” chiedo assonnato.
“Di tanto in tanto.” Risponde lei.
“Dicono che allenti la tensione. E’ vero?” le chiedo sedendomi per terra.
“In parte. Io non ci credo molto. Non funziona sempre insomma. Stasera non funziona per esempio.”
“Sei tesa?”
“Un po’.”
“Come mai?”
Lei tira un sospiro e riporta la sigaretta alle labbra. Poi mi fa una domanda con tono severo.
“Credi che la squadra la prenderebbe troppo male se mi mettessi insieme a Miyagi?”
Io la guardo con un’espressione corrucciata e incrocio le braccia come se ci stessi pensando seriamente, poi scoppio a ridere.
“Ayako, ma sei scema? Guarda che la squadra sa già che voi due state insieme!”
Lei abbandona il labbro inferiore e la sigaretta le cade in terra.
“Davvero pensi che non sappiamo che in fondo siete una coppia?”
Lei si riprende e stringe i pugni.
“Non siamo mai stati una coppia!”
“Non ufficialmente. Non ti sei mai chiesta perché nessun ragazzo si è mai fatto avanti con te in palestra nonostante il viavai? Miyagi ti gira intorno come una leonessa con i cuccioli. E poi credi che non ci siamo accorti di come segui Ryota in campo? Sei davvero buffa Ayako!”
Lei sorride.
“Sempre facile quando si tratta degli altri, vero Hana? Non è forse vero che il tuo modo di litigare con Rukawa è sempre stato un modo per stargli vicino e basta?”
Arrossisco.
“Ora non ho più bisogno di farlo arrabbiare per farlo parlare con me!”
Ayako sorride poi si rabbuia.
“Che c’è Ayako?”
“Mi fai una promessa Hana?”
“Quale?”
“Non arrenderti mai con lui. Rukawa non è una persona facile con cui avere a che fare. Lui è come uno di quegli animali selvaggi che, una volta feriti, attaccano e non si fidano più.”
“Credo di averlo capito.”
“Se dovesse farlo, attaccarti dico o respingerti, pensa che forse è stato ferito da qualcosa o qualcuno.”
“Va tutto bene Ayako.” Le dico per tranquillizzarla.
“Ti ama.” Risponde e la sua sicurezza mi colpisce.
“Lo amo anche io.”
“Lo so. Ma ricorda che tu sei più forte.”
“Non gli farei mai del male.” Sono sincero.
“Altri potrebbero.”
“Lo difenderò da chiunque.”
“Potresti non riuscirci.” Il suo modo di parlare mi irrita e scatto.
“Dannazione Ayako! Se hai qualcosa da dire, parla!”
“Scusa. Pensavo solo a quello che ha fatto Samada.”
Mi incupisco e torno seduto.
“Hai ragione. Scusa.”
“Non fa nulla. Abbiate cura di voi. Solo questo. Finora avevo sempre pensato che, finito il liceo, le nostre strade si sarebbero divise. Quelle di tutti noi. In realtà era una forma di difesa. Pensavo che così avrei potuto non dare così tanta importanza a questi giorni che sono quelli più belli della mia vita finora. Avevo sempre pensato che questa vita, questo mio ridere con Ryota, questo mio correre dietro a voi, questo mio vivere spensierata, fosse tanto bello perché legato al periodo dell’adolescenza. Finito il liceo sarebbe cominciata la vita vera e avrei dovuto lasciarmi tutto alle spalle per farla funzionare. La mia vita vera. Che stupida. Io sto già vivendo. Quelle che sono intorno a me sono le persone che amo davvero e che non voglio perdere. Avevo pensato che avrei dovuto concentrarmi sullo Shohoku. Che ci sarebbero stati altri giorni per l’amore, altro tempo da passare assieme all’uomo della mia vita. Ora so che ogni giorno che non ho passato con Ryota è andato perso. Non posso perderne ancora. Per questo voglio dirlo a tutti. Voglio camminare in mezzo alla gente, andare nel mondo là fuori senza nascondere i miei sentimenti. E’ sbagliato?” mi chiede con gli occhi pieni di speranza e lacrime.
Vorrei dirle che ha ragione su tutto ma mi si è formato un groppo in gola. Mi passo un braccio sugli occhi e le mie lacrime si infrangono sul pavimento insieme alle sue. Rimaniamo in silenzio a soffocare i singhiozzi per almeno un quarto d’ora. La luna fa capolino da dietro ad alcune nuvole e illumina il sorriso di Ayako.
“Me lo prometti?”
“Ti prometto che non mi arrenderò mai con Ru. Ti prometto che i giorni migliori della nostra vita non sono ancora passati tutti. Non finché ci saremo gli uni per gli altri.”
“Grazie Hanamichi.”
“Grazie a te, Ayako.”
Mi alzo e la tiro su. Rientriamo e torno subito in camera. Quando sono di nuovo disteso nel mio letto, mentre Nobunaga russa, sento che il mio cuore batte regolare. Gli occhi, lentamente, si chiudono mentre la luce lunare mi ricorda la pelle di Kaede.
“I giorni migliori della nostra vita stanno per arrivare.” Dico piano scivolando nel sonno.

Traduzione dall'inglese :
* Ciao ragazzi. Piacere di conoscervi! Domani disputeremo una partita memorabile!
** Mi capite?
*** La partita sarà memorabile solo se vinceremo.
**** Se lo fai arrabbiare, te ne pentirai. Vedrai!

  
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