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Autore: SivvHerondale    13/05/2014    1 recensioni
Fabio, ragazzo diciassettenne, ha un grande peso sul cuore: pensa che la morte del fratellino sia colpa sua. In una storia di intrighi, ragazze e amici falsi, qualcuno lo salverà dall'abisso terribile in cui si è buttato.
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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ANGOLO DELL’AUTRICE: Salve a tutti! Eccomi qua con il secondo capitolo, che vede l’incontro “magnetico” fra Fabio e Celeste! Ricordo che Celeste ha 16 anni, quindi fa seconda superiore, mentre Fabio ne ha 17, ma è stato bocciato.
Ma non vi anticipo nulla!
Mi raccomando, per problemi o critiche scrivetemi! Beh anche se volete recensire per complimenti eh! J
Enjoy reading!
-Sivv
 
 
CAPITOLO DUE
 
Era una brutta giornata di pioggia, e Celeste non ce la faceva proprio ad alzarsi per il primo giorno di scuola. L’unica cosa esaltante della giornata era che tramite una sua amica aveva saputo che ci sarebbe stato un ragazzo nuovo quell’anno. Si alzò al quinto richiamo della mamma e cominciò a prepararsi. Per prima cosa andò in bagno, dove si lavò la faccia e tentò di legarsi i capelli, ma quei lunghi capelli “rosso Weasley” , come amava definirli, non ne volevano proprio sapere. A discapito del suo nome, Celeste non aveva nulla di azzurro, anche se ogni tanto i suoi occhi grigio “nuvole di temporale” (come li definiva la sua migliore amica Stefania) tendevano lievemente al celeste. Alla fine, dopo almeno dieci tentativi, cedette e pettinò i capelli lisci che cadevano sulle spalle. Non era brutta, anzi, tutti le dicevano che era molto carina, ma lei continuava a dire di no, che non era vero, altrimenti qualcuno l’avrebbe guardata in quei sedici anni no? Ma le sue amiche non mollavano, e le riempivano le orecchie di tutte quelle frottole.
Celeste uscì dal bagno e si diresse in camera sua per vestirsi. Le piaceva vestirsi bene, ma niente cose firmate o troppo striminzite! Semplicemente scelse un paio di jeans blu scuro e una maglietta a maniche corte, la sua preferita. Abbinò la collana che Stefania le aveva regalato quell’estate per il suo compleanno poi corse in bagno a truccarsi; solo due linee di matita, nulla di esagerato.  Prese la cartella, la giacca e l’ombrello, salutò la mamma e uscì per andare a chiamare a casa Stefania, che come al solito era in ritardo. Alla seconda volta che suonava il campanello, Stefania uscì. –Finalmente, dormigliona! Ce ne hai messo di tempo eh? Dai muoviti, siamo in ritardo!- Disse Celeste. Stefania borbottò assonnata un “arrivo” e insieme s’incamminarono verso scuola, sotto l’ombrello.
Sulla strada di scuola si comprarono due brioches calde calde, per colazione. Quando arrivarono a scuola si diressero verso il loro gruppetto di amiche. Dopo i saluti, cominciarono tutte a “civettare” su chi fosse il nuovo arrivo, si guardarono intorno per vedere se ci fosse qualche faccia nuova. Celeste chiacchierava, però non era molto in vena di tutto quello spettegolare. Si girò un attimo e si allontanò giusto di un paio di metri e lo vide, quasi di fianco a lei mentre passava: quel ragazzo era bellissimo, con quei capelli castani che a quel piccolissimo spiraglio di luce sembravano quasi biondi, e quegli occhi verde smeraldo, profondi come due enormi pozzi. Sempre quegli occhi, avevano una strana scintilla, come di profondo dolore, ma Celeste pensò di esserselo immaginato. Quando le passò affianco, una ventata di fresco profumo di sapone di Marsiglia la investì. Si accorse di essersi imbambolata a fissarlo, si ricompose e tornò dalle sue amiche. Intanto ovviamente si erano accorte tutte del nuovo arrivo, e stavano tutte spettegolando. Stefania le tirò una gomitata e le disse:- Oh, ma hai visto quanto è sexy? Scommetto che riesco a baciarlo nel giro di una settimana! E non vedo l’ora!-. Stefania era fatta così, appena c’era qualche individuo di sesso maschile (non troppo sfigato, come ripeteva sempre lei) lì vicino, lei era sempre la prima che ci provava; Non era una ragazza facile, semplicemente le piaceva stare al centro dell’attenzione e fare un po’ l’oca del gruppo. Nonostante questo, era davvero una buona amica, e c’era sempre nel momento del bisogno. A quel punto suonò la campanella, e Celeste e le sue amiche entrarono in classe. Quando furono tutti ai loro posti, la professoressa di matematica li salutò:- Buongiorno ragazzi e bentornati a scuola. Quest’anno c’è un nuovo allievo, Fabio. Vieni pure in classe!- Disse a voce un po’ più alta l’ultima frase, rivolta alla porta. Dalla porta entrò il ragazzo di quella mattina, e in classe ci furono risatine “ochesche” dappertutto. –Facciamoci subito riconoscere eh?- pensò Celeste. Da tutta la classe arrivavano sussurri della serie:- Oh dio, il figo è da noi! Devo troppo mandare un messaggio a Daniela!- oppure –Guarda, guarda quanto è bello, scommetto che lo è ancora di più senza maglia!-. Fabio sembrava un pochino infastidito. –O forse è solo una mia impressione- pensò di nuovo Celeste. Proprio mentre stava pensando a quanto fosse stupida con quelle impressioni, Fabio la guardò, anzi la fissò proprio.
E in quell’attimo, nulla esisteva tranne loro due. Celeste aveva piantato i suoi occhi in quegli occhi verde smeraldo, e Fabio sembrava completamente rapito da quel paio di occhi grigi. O forse era di nuovo la sua immaginazione, cosa che accadeva decisamente troppo spesso. Passarono minuti, ore, anni (Chi può dirlo? A lei era sembrata un’eternità!), e una gomitata di Stefania la riportò alla realtà:- Ehi! Vi stavate fissando, eh?-  Celeste rimase ancora un attimo a guardarlo negli occhi, poi li distolse, e Fabio tornò a fissare il pavimento. –Ma va, mica guardava me, sicuramente guardava Sonia!-  Stefania obiettò:- Il fatto che Sonia sia considerata la più carina della classe (e che sia obbiettivamente dietro di te), non significa che tu non stesse guardando te! Anzi, sai cosa? Lo lascerò stare, solo per te!- Celeste fissò Stefania allibita. –Cosa? Ti lasci scappare un così bella preda? Sei davvero malata stamattina Ste’! Sicura di non voler tornare a casa?- continuò scherzosamente Celeste. Intanto la prof continuava a parlare, ma chi la ascoltava più ormai. Alla fine del suo discorso, la prof disse:- … e per il momento, Fabio, puoi sederti laggiù, tra Alessandro e Celeste, in terza fila. Fabio non disse una parola, prese lo zaino e prese posto, sempre in rigoroso silenzio e col cappuccio calato sulla testa. Celeste stava per esplodere quando sentì di nuovo il suo profumo, e non riusciva a capire perché, considerando che anche sua madre lo usava per lavare i panni, e fino a quel giorno on c’era stato mai nulla di interessante in quell’odore. Si sentiva lo stomaco sottosopra e il cuore a mille nel momento esatto in cui Fabio, passando, le toccò di striscio un braccio, e poi si sedette. Lei provò a guardarlo, ma lui niente, fissava ancora il dannato pavimento. La giornata trascorse lenta, e anche se era il primo giorno di scuola due dei sei professori fecero comunque lezione. Maledetti professori, avete già tutto l’anno a seguire e ci sfruttate pure il primo giorno? Sadici.
Celeste però, non seguì nessuna delle lezioni, perché pensava continuamente a Fabio, che però non la degnava di uno sguardo.
Fabio continuò ad avere la felpa con il cappuccio in testa tutto il tempo, e quando suonò la campanella, riprese lo zaino e semplicemente se ne andò. Mentre tutti si preparavano, lui si voltò una volta sola, e incrociò di nuovo gli occhi di Celeste. Restarono così qualche secondo, poi Fabio si voltò e se ne andò sempre a passo più spedito, finchè uscito da scuola, cominciò a correre verso casa. Lui non avrebbe mai potuto avere una vita felice, era colpa sua. Era tutta colpa sua. Glielo ripeteva sempre il padre. Certo, mentre lo faceva era ubriaco, ma si sa, il vino veritas.
  
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