“Forza!
Papà, mamma, sbrigatevi!!!” urlava una bambina
correndo per le scale di Lindblum.
“Un
momento, Eiko!” urlò Hilda dalla sala del trono.
Eiko
si mosse impaziente verso l’Hilda Garde IV,
costruito da poco. Ma era quello il modo di trattare una signorina per
bene
come lei? Ormai era grande, aveva addirittura 7 anni e mezzo! Ed invece
i suoi
nuovi genitori la trattavano ancora come se fosse una bambina!
“Vi
prego! Fate in fretta!!!” urlò Eiko impaziente.
Dall’Hangar
dell’Hilda Garde IV arrivò Cid. “che
cosa
ha la mia piccola Eiko?”
“Mamma
perde tempo! Non arriveremo mai in tempo ad
Alexandria!!!” esclamò Eiko saltellando su e
giù.
“Calmati,
piccolina!” le disse Cid “vedrai che
arriverà
in pochissimo tempo verrà anche lei e partiremo
tutti!”
Eiko
mise il broncio. “Io non sono piccola”
esclamò.
“Può
darsi che tu non lo sia… questo in base alla tua
maturità, però…” rispose
Cid, con fare divertito.
“Hai
ragione. Aspetterò buona buona a mamma” disse
infine Eiko.
“Eccomi
qui!!!” disse Hilda arrivando vicino agli altri
due. “partiamo? Non vorremmo mica fare
tardi…”
Eiko
sorrise, prese per mano i due genitori adottivi e
si diresse all’interno dell’Hilda Garde IV, che
poco dopo prese il volo verso
il regno di Alexandria.
“Regina
Garnet” disse Beatrix “siete magnifica”.
Garnet
si girò verso di lei. Era vero, con quel vestito
era magnifica. Il miglior vestito da sposa di tutto il continente della
Nebbia.
Per il miglior matrimonio che probabilmente sarebbe mai avvenuto nel
continente. Non c’era nessuno, infatti, che non sapesse delle
nozze tra la
regina Garnet, sovrana del regno di Alexandria, e il prode cavaliere
Gidan,
distintosi per le sue numerose gesta durante la guerra contro Kuja.
“Grazie,
Beatrix” sussurrò Garnet in risposta.
Qualcuno
bussò alla porta.
“Avanti”
disse la regina.
Steiner
entrò sorridendo alla vista di Garnet.
“Se
mi permettete, princip… regina, siete la visione
più incantevole che io abbia mai visto”
“Grazie,
Steiner” disse la principessa. “Volevi dirmi
qualcosa?”
“Certamente…
Il cortile del castello è quasi colmo, e l’Hilda
Garde IV è appena atterrato, con al suo interno Il Granduca
Cid, la duchessa
Hilda e la piccola signorina Eiko”
“Sono
già qui?” domandò Garnet “e
gli altri? Vivi,
Freija, Amarant…”
“Il
signor Vivi è arrivato questa mattina, insieme ai
suoi figlioletti. Freija e Amarant sono appena venuti a salutarmi,
credo stiano
già andando alla cerimonia”.
“Quindi
ci sono tutti…” sussurrò Garnet.
“Bene, sono
pronta. Steiner, verrò tra poco. Aspettami
all’entrata del castello”.
“D’accordo”
detto ciò, Steiner si inchinò a Garnet e
uscì dalla stanza.
Non
erano passati neanche pochi attimi, che subito la porta
si spalanco ed entrò Quina.
“Aò,
Garnet, C’ho ‘na ricetta che è
‘na bomba! Er
cokaritos ripieno de prosciutto! Per te va bene?”
urlò la Qu.
“Sembra
buono… complimenti Quina…”
“E
non te voglio dì che ho preparà per dolce! Na
ricetta da leccarsi i baffi!” detto questo, Quina si
allontanò verso le cucine,
lodando ad alta voce le sue grandi abilità culinarie.
“beh,
Regina Garnet, di certo sua madre sarebbe stata
fiera di lei!” disse Beatrix.
“Lo
pensate davvero, Beatrix?” domandò Garnet.
“Certamente.
Se solo avesse potuto vedervi oggi…
sarebbe sicuramente commossa”
Garnet
sorrise “venite, Shogun Beatrix. Accompagnatemi fino
a Steiner”.
“hai
visto, Eiko? Siamo arrivati in tempo!” sussurrò
Hilda alla bambina.
“Voglio
vedere Daga!” esclamò Eiko.
“Sai,
dovresti chiamarla Garnet…” disse Cid “e
comunque, arriverà adesso…
e dopo il
matrimonio noi siamo invitati al tavolo di Garnet, e, se vorrai, potrai
sederti
anche accanto a lei”.
Gli
occhi di Eiko si spalancarono “Sul serio?”
Cid
le sorrise scompigliandole i capelli. “Ma certo”
rispose.
Una
fanfara proveniente dall’orchestra zittì la folla,
che si mise in silenzio, in attesa dell’inizio della
cerimonia. Poi una nuova
melodia si fece largo tra la piazza, un inconfondibile marcia nuziale.
Ed
ecco che le porte del castello si spalancarono. Una
figura uscì dalla porta, i capelli biondi che fluivano mossi
dal vento di
quella tiepida giornata primaverile. Era il cavaliere Gidan, vestito in
un
elegante abito nero che lo faceva apparire più grande di
quanto non fosse in
realtà.
Eiko
notò che mancava la coda, ma quando chiese a Cid
come mai non riusciva a vederla, Cid si limitò a rispondere
che era solo
nascosta dal vestito, un’idea di Garnet per non creare
intrighi sulla
provenienza del suo futuro marito.
Gidan
camminò fino all’altare allestito al centro della
piazza, poi si fermò e si voltò verso la porta da
cui lui stesso era venuto. La
gente presente in piazza urlò a squarciagola il nome di
Gidan. Era infatti
molto amato dal popolo, che lo vedeva come un eroe.
Quando
tutto tornò silenzioso, Tutto il popolo si girò
verso il portone del castello, in attesa.
E
poi il portone si aprì, E Garnet uscì dalla
penombra
del castello mostrando il suo splendore al mondo intero. Era
sottobraccio a
Steiner, che, fiero, come non mai, la portava a passo di marcia verso
l’altare.
Alle spalle, la Shogun Beatrix, con la sua Save the Queen levata in
alto,
camminava sorridendo verso chiunque incontrasse il suo sguardo.
Quello
era un giorno di gioia per Alexandria e per il
mondo intero. E tutti lo sapevano.
“Eiko”
sussurrò Cid alla bambina “Vieni qui con me. Io
e Hilda facciamo i testimoni e non possiamo lasciarti qui da
sola”
“D’accordo”
disse Eiko, che segui i due verso l’altare.
Quando
furono arrivati, vide Gidan che le fece l’occhiolino.
Eiko sorrise a Garnet, che pareva parecchio nervosa.
“Cari
fratelli e sorelle” disse il gran sacerdote di
Alexandria “Siamo qui riuniti per…”
La
cerimonia andò avanti a lungo. Eiko, che non aveva
mai visto un matrimonio, si stupì della noia che provava.
Era solo un
accozzaglia di parole e parole! Stava un po’ irrequieta sulla
sedia, e
desiderava potersi muovere, ma sapeva che non poteva proprio.
“…
e grazie al potere conferitomi io vi dichiaro…”
Eiko
si riscosse dai suoi pensieri proprio nelle
battute finali.
“…
marito e moglie. Ora può baciare la sposa” disse
il
Gran sacerdote.
Gidan
e Garnet si baciarono profondamente, davanti a
tutto il popolo.
La
gente applaudì, acclamando i nuovi sovrani di
Alexandria.