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Autore: Nanek    14/05/2014    42 recensioni
Ashton Fletcher Irwin: Serpeverde.
Calum Thomas Hood: Grifondoro.
Luke Robert Hemmings: Serpeverde.
Michael Gordon Clifford: Grifondoro.
Tethy Berenice Juno Clifford: Grifondoro.
Tratto dalla storia:

Si voltò verso il ragazzo più alto, il ragazzo che le aveva sorriso solo una volta, il ragazzo dagli occhi azzurri e dall’animo nero.
Tethy aveva la mano a mezz’aria, quasi intenta a porgergliela, ma i lineamenti duri di Luke, gliela fecero ritrarre, portandola lungo il fianco, facendole abbassare lo sguardo, intimorita come non mai.
«Luke Robert Hemmings» disse una voce profonda davanti a lei, e una mano si fece vedere sotto i suoi occhi.
Deglutì ancora, si morse il labbro inferiore, e alzando i suoi occhi su quelli di Luke, riavvicinò la mano, alla sua: una stretta che poteva sembrare una carezza, si toccarono quasi per sbaglio, nessuno dei due strinse, nessuno dei due esitò a concludere in fretta quel gesto, come se le loro mani, toccandosi, bruciassero.
E lei, sapeva bene il motivo di tale bruciore: Serpeverde e Grifondoro, Puro sangue e Mezzosangue, una vergogna.
Trailer https://www.youtube.com/watch?v=ftIiIhRYZHk
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 25

Love is Magic
 
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Just think of the future,
And think of your dreams.
You'll get away from here,
You'll get away eventually.
So, just think of the future,
Think of a new life.
And don't get lost in the memories,
Keep your eyes on a new prize.

 
Da quando ha preso quella decisione non fa altro che darsi della stupida.
Scegliere il lavoro di guaritrice è stata la scelta più stupida mai fatta prima.
Lei che cura le persone, ma cosa le è saltato in testa? È stata una scelta folle, ne è sicura, anche se Michael ha insistito tanto in quella scelta, ma la fa semplice lui, allenatore di Quidditch, mica deve salvare qualche vita o trovare pozioni contro incantesimi che lei ha solo intravisto nei libri di magia, fare la curatrice è un lavoro importante, fare la curatrice è mettere nelle proprie mani la vita di qualcuno, come può farlo davvero?
Lei che non sa neanche badare al suo gufo, come può salvare un ragazzo con ferite sul proprio corpo?
Scuote la testa, mentre legge ancora una volta come si prepara la pozione per far ricrescere le ossa: non la imparerà mai.
«Devi stare più calma, Tethy, è logico che se ti perdi nelle tue paranoie non ti ricorderai mai nulla» la rimprovera Michael, seduto davanti a lei in quei corridoi che ha lasciato solo pochi mesi fa, i corridoi di Hogwarts, ancora una volta in quella scuola, prima dell’inizio dell’anno, scuola che lei non deve più frequentare come studentessa, ma come apprendista.
Grazie a Michael ed Emily, entrambi ancora legati a quel posto, dato che lui allena la squadra di Quidditch Grifondoro, mentre lei prende sempre più piede all’interno dell’insegnamento, Tethy si ritrova ad avere la possibilità di fare un po’ di pratica nel campo della medicina, perché i due “piccioncini” hanno trovato un modo per convincere Madama Pomfrey a prendere in considerazione la talentuosa e giovane Clifford, che a parole del cugino è «Perfettamente in grado di essere d’aiuto, visti i suoi ottimi risultati e dato il suo impegno costante durante l’estate per avere questa occasione».
Tethy crede che Michael abbia esagerato, e non poco, dato che continua a ripassare come una matta, nonostante la mano dolce di Emily la stia accarezzando sulla schiena: Tethy si sente davvero al limite, si sente le mani fredde, i piedi che non stanno fermi, le gambe che tremano, ha paura di deludere le aspettative di Madama Pomfrey, ha paura di far fare una brutta figura al cugino, ha paura come non mai e non riesce a pensare ad altro.
Per la prima volta, nella sua mente non c’è traccia di Luke Hemmings.
Ma pure in questo stato di ansia, quello lì riesce ad andare a tormentarla, dato che Tethy, alzando lo sguardo, nota i colori della casa Serpeverde sbandierare sopra di lei insieme alle altre bandiere delle varie case.
Luke Hemmings, da quanto tempo che non lo vede.
Chiude il libro, ha bisogno di camminare un po’, non riesce a respirare, si sente soffocare, ha bisogno di un istante di stacco prima di affrontare quell’esercitazione.
E Tethy cammina per i corridoi, lasciano che i polpastrelli tocchino quelle mura, lasciando che quella sensazione di ruvido le accarezzi la pelle, lasciando che i pensieri su Luke si facciano più vivi che mai, come se, per assurdo, fossero l’unico modo per calmarla davvero.
I corridoi di Hogwarts non sono mai stati così vuoti, le lezioni non sono ancora cominciate, la sensazione che prova in questo momento è strana e non riesce neanche a spiegarsela.
 
Cammina lentamente, lasciando che i ricordi di quel posto l’assalgano, lasciando che quelle immagini di loro due insieme cancellino gli ingredienti per una pozione qualsiasi e poi lo vede.
Vede quella divisa davanti ai suoi occhi, vede quei capelli biondi, quella figura alta davanti a lei, lo vede di spalle, mentre cammina davanti a lei.
Tethy si sente gli occhi un po’ umidi, sente le lacrime farsi vive, ma nelle sue labbra sboccia un sorriso a quel ricordo: lei sta ricordando, Luke non è lì davvero, l’immagine che lei vede è surreale, è frutto della sua immaginazione e, per la prima volta dopo tanto tempo, quell’immagine le dà sollievo.
Lo vede camminare, la testa alta, il passo sicuro, l’aria di chi non deve neanche essere guardato, l’aria di chi, come lui, può permettersi di essere considerato come il più pericoloso dell’intera scuola, un ragazzo da non sfidare, neanche per scherzo, un ragazzo che potrebbe ucciderti solo con il suo sguardo, sguardo che lei vede, perché lui si volta, occhi azzurri vanno a fissarsi su quelli di lei, con la stessa freddezza di quando si sono conosciuti la prima volta.
Ma lei non teme quegli occhi, non li ha mai temuti davvero perché, quegli occhi che la stanno guardando, vengono accompagnati da un sorriso appena accennato, un sorriso che lascia intravedere una fossetta sulla guancia, un sorriso che solo lei ha sempre capito, a differenza degli altri.
Lo guarda, mentre quel ricordo avanza verso di lei, mentre quell’immagine cammina nella sua direzione: le mani lungo i fianchi, gli occhi che non osano perdere quel contatto tra di loro, quel sorriso che non sfugge e che continua a farle bene, continua a renderla così felice, senza un motivo preciso.
E quando quell’immagine è davvero troppo vicina a lei, così vicina che lei potrebbe percepirne la presenza, tutto svanisce.
 
«Tethy muoviti!» sente esclamare Michael che, raggiungendola, la trascina via, prendendole il braccio, portandola via da quel ricordo, distruggendo quell’immagine che le dava la calma necessaria.
«Pure tu sei qui? Mi fate salire l’ansia» dice in tono troppo sgarbato non appena nota la figura di Calum vicino ad Emily: il moro l’avvolge in un abbraccio, nonostante quelle parole, per poi prenderla in giro.
«Qualcuno è troppo nervoso» la giustifica, mentre Michael annuisce dietro di lei e mimando con le labbra un “Dopo ti racconto”.
«Dico davvero, peggio degli esami finali, ho paura adesso» si lamenta di nuovo la giovane Clifford che sente il cuore balzarle in gola non appena la porta dell’ufficio di Madama Pomfrey si apre: nessuna voce a chiamarla, nessuno che dice il suo nome, è il suo turno e basta, la cosa la fa innervosire ancora di più.
Madama Pomfrey è di cattivo umore, ne è certa.
Emily, Calum e Michael le lasciano un altro abbraccio prima di farla entrare, nonostante i lamenti di lei che, non appena chiude la porta alle sue spalle, lascia scappare un sospiro di sollievo.
Respira Tethy, respira. Si ripete dentro di sé, avanzando verso la scrivania di Madama Pomfrey che ancora non ha notato: che si sia nascosta? Che se la sia data a gambe pur di non fare questo colloquio? Mille idee la invadono, molte delle quali sono proprio assurdità.

«Tethy Berenice Juno Clifford»
Una voce le fa voltare lo sguardo verso sinistra.
Una voce che la fa pietrificare.
Una voce che non può essere reale, ne è così convinta.
Eppure: perché alla sua sinistra, seduto su una sedia, c’è davvero quella figura a lei tanto cara? Perché c’è davvero un ragazzo dai capelli color dell’oro in quella stanza? Perché a fissarla ci sono davvero occhi azzurri che si perdono in occhi blu? Perché c’è davvero quel sorriso, che pensava di aver dimenticato, che si rivolge a lei?
«L-Luke?» balbetta, mentre quella figura si alza, avanzando verso di lei.
«Balbetti?» inarca il sopracciglio «L’ultima volta che ti sei rivolta a me non hai balbettato nemmeno un secondo, lo sai?» ecco che gioca quel gioco che tanto gli piace: rinfacciarle quello che fa «Non hai balbettato neanche per dirmi che valgo meno di zero, la cosa mi sorprende, lasciatelo dire» sorride appena, facendola arrossire ancora, facendole voltare lo sguardo.
«Che ci fai qui? Io avrei un colloquio, un test, qualcosa, con Madama Pomfrey…» si spiega, mentre lui riprende posto alla sua sedia.
«Sì lo so, lo so» gesticola con le mani «Sono io che mi occupo di queste cose» si mette a rovistare delle carte, mentre il viso di Tethy passa dal rosso al bianco.
«C-come?» non ci crede, non può essere vero.
«Sì, Tethy, io mi occupo di queste cose: analizzo gli aspiranti aiutanti, mica possono farlo i professori» continua a cercare fogli di carta, non rivolgendole lo sguardo «Pensavo lo sapessi, ho dato io a Michael l’appuntamento per questo colloquio» e Tethy si sente svenire, ancora in piedi, imbambolata, la bocca semi aperta: la prima cosa che fa è uccidere Michael, lo giura a se stessa.
Luke sorride, alza lo sguardo su di lei «A quanto pare non te l’ha detto» sghignazza appena.
«Da quanto tempo fai…» non riesce a finire la domanda.
«Da un mese ormai: mia madre non mi sopportava più in casa, quindi ha “costretto” un po’ di gente a farmi lavorare così, mia madre sa essere molto persuasiva» spiega, dando il giusto tono di voce ad ogni singola parola, per poi continuare «è per questo che non sono potuto venire da te quest’estate, scusami» dice veloce, porgendole un foglio, dicendole di firmare in vari punti e di sedersi, dato che la trova un tantino agitata e sull’orlo di un cedimento.
Tethy firma con la mano tremante, riconsegna il foglio, Luke lo scruta.
«Nella lettera che mi hai scritto avevi una calligrafia più carina, sai?» e il cuore di Tethy perde un battito: ma di che parla?
«Quella busta nera, con fogli gialli, so che te la ricordi» spiega ancora, mentre lei si irrigidisce: come diamine ha fatto a trovarla?
«Te lo racconterò, magari non ora, devo farti alcune domande» alza nuovamente gli occhi su di lei: Tethy non riesce a pensare, non riesce a fare nulla in questo momento, ha solo un tremolio alle gambe e il cuore che potrebbe esploderle da un momento all’altro, ne è sicura.
«Il paziente è stato pietrificato: qualche rimedio?» e secondo lui, lei riesce pure a pensare alla soluzione? È davvero così spiritoso? A momenti neanche si ricorda il suo nome, figuriamoci una pozione.
Ma se è vero che il suo destino come aiutante curatrice dipende da lui, meglio concentrarsi, al meglio.
«Pozione Ricostituente alla Mandragola» dice sicura, senza esitazione, mentre gli occhi azzurri di Luke la incitano a dire qualcosa di più «A base di: Mandragore ben mature, Bezoar, Bile di Armadillo, Crine di Unicorno, Elleboro, Lumache Cornute, Pietra di Luna, da non confondere con l’Elisir di Mandragola...» Luke le fa segno con la mano di fermarsi, possono andare avanti.
«Pozione Polisucco: che mi dici?» una risata scappa, Tethy si sente presa in giro, ma risponde ugualmente, lei non deve deludere Michael.
«Permette di trasformarsi in un'altra persona per la durata di un'ora…» Luke interrompe il suo discorso, scoppiando in una risata troppo rumorosa che infastidisce Tethy.
«O in un gatto magari» la corregge il biondo, continuando a ridere da solo, facendo arrossire Tethy che, se potesse, non esiterebbe a colpirlo con un incantesimo, si limita a sospirare.
«Andiamo avanti: parlami del Filtro d’Amore» e Tethy diventa rosso fuoco, la sta prendendo in giro, è palese!
«Ma che gioco è questo?! Dannazione!» si ribella, esausta: come si permette di prendersi gioco di lei? Come si permette di poter manipolarla a suo piacimento in questo modo? Con chi crede di avere a che fare? O deve per forza trattarla così e magari non farle avere quel posto? Giusto per vendicarsi, dato che l’ha lasciato.
Tethy si alza dalla sedia, non resterà un solo secondo di più per essere derisa in questo modo.
«Fermati Clifford! Fermati, siediti» la incita il biondo, mentre lei si prepara l’arma di difesa «Se no che fai? Cerchi di bloccarmi con un misero “Immobilus”?» il biondo accenna un sorriso, nulla sembra turbarlo, tanto che le si avvicina e la prende per il polso.
«Scusami, per favore» lo sente sussurrare, quegli occhi azzurri vanno a puntare contro il pavimento «Ho bisogno di parlarti» confessa, mentre dentro di lei l’ansia da esame si mescola all’ansia che lui riesce sempre a procurarle.
«Non essere stupida, è ovvio che verrai spesso qui, Madama Pomfrey sarà soddisfatta» le dice lui, come se le avesse letto nei pensieri, come se avesse già notato la sua inquietudine, lasciandola senza parole.
«La lettera l’ho trovata molto tempo fa» comincia a spiegare «Ancora quella volta a casa tua, l’unico Natale passato insieme» i ricordi si fanno vivi alla mente di Tethy, i ricordi le fanno strani effetti, si sente tremare.
«L’ho trovata per caso e l’ho presa, c’era il mio nome come destinatario, ho pensato mi appartenesse» le iridi azzurre di Luke si alzano, finalmente, andando a specchiarsi su quelle blu di lei, che non osano fissare altro.
«Ma l’ho letta solo qualche mese fa, a luglio, prima ancora di avere questo lavoro, grazie ad Ashton: l’ha trovata nel macello di camera mia» al sentire quel nome le sfugge un sorrisino.
«È tornato da te, Irwin» afferma, mentre Luke annuisce appena, sorridendo anche lui un po’, per poi cambiare discorso, non è Ashton il loro argomento, ma loro due.
«Poteva buttarla, non l’ha fatto, quello lì mi stupisce sempre di più» dice ancora Tethy, mentre Luke comincia a spazientirsi: da quando Ashton è il suo argomento preferito? Da quando le interessa così tanto?
«Possiamo andare avanti? Non è di lui che devo parlare, dannazione!» il viso di Luke è rosso, stringe i denti nel dire quella frase, la gelosia è fin troppo evidente, tanto che Tethy sorride appena, non aggiunge altro.
«Voglio essere macchiato dal tuo giallo» confessa tutto d’un fiato, dandosi dell’idiota al pronunciare quelle parole a voce così alta: sembra un pazzo, un pazzo ostinato a riprendersi ciò che gli appartiene.
«Lo voglio davvero, Tethy, io…» abbassa gli occhi, arrossendo ancora «Io non so neanche con che coraggio ti sto dicendo queste cose, ma se lo sto facendo è perché…» respira a fondo, la vergogna nell’ammettere quei sentimenti è all’estremo, Tethy lo guarda, non vuole dire nulla, vuole vedere di cosa è capace.
«Perché ti amo. Ti amo e sono un miserabile, ti amo e solo adesso capisco quanto idiota sono stato, nonostante stessi cercando di proteggerti, a modo mio». Ecco che deve sempre avere ragione, pensa Tethy nella sua testa.
«Ma ti amo Tethy e tu mi hai cambiato, anche se a te non sembra, io non sono più quello che ero, io non sono più quel Nero che tutti vedevano: lo ha detto Ashton, nessuno mi conosce meglio di lui, quindi fidati di quel che dico, io sono cambiato, sono cambiato davvero» alza gli occhi su di lei «Sono cambiato per te, perché sei l’unica persona che voglio al mio fianco, l’unico colore che voglio mescolato al mio, voglio il tuo giallo» e sorride «E mi sento un idiota: trovare una metafora più seria no, Clifford? Mi sembra di essere un poppante» sorride anche lei, lei che non crede a quello che sente, se lo sta sognando?
«Voglio Tethy, non Tethy Berenice Juno Clifford, Mezzosangue e Grifondoro: Tethy e basta, e nessun’altra al mondo» la mano di Luke si intreccia a quella di lei, il pollice che le accarezza il dorso «Non lasciarmi Tethy, ti sto implorando di…» non riesce a terminare la frase perché Tethy, alzandosi in punta di piedi, agisce ascoltando quello che sente dentro di lei e, il suo grande cuore, le dice solo di appoggiare le labbra alle sue.
Le labbra di Tethy si uniscono a quelle di Luke, le mani di Tethy gli accarezzano le guance, mentre quelle del ragazzo la sollevano di peso, la stringono a lui, i loro petti combaciano alla perfezione, i loro respiri si fondono in un unico respiro e, per la prima volta dopo tanto tempo, Tethy sa che questa è la cosa più giusta da fare.
Nella sua testa si sente così libera da ogni inquietudine, da ogni pensiero triste e desolante, sente che quello che sta facendo è giusto e sente pure un leggero senso di colpa dentro di sé: lui è stato un idiota, uno sciocco, ma lui l’ha fatto perché la ama più di ogni altra cosa al mondo, ha solo cercato di proteggerla da qualcosa di più grande di lui, ha solo cercato di pensare a lei e alla sua vita, vita che gli è molto cara, vita che ora vuole mescolare alla sua, perché lui lo ha detto, lui è tornato per restare, questa volta per sempre: se lui è qui con lei, se lui ha appena detto quelle parole, se lui la sta baciando con lo stesso amore di troppi mesi fa, vuol dire che qualcosa è davvero cambiato in lui, significa che Luke, il Serpeverde Puro sangue, ha deciso di andare contro la sua stessa famiglia per lei, mettendo lei davanti ad ogni cosa, pure al suo onore, pure al suo sangue puro, lei e basta, lei che è l’unica persona che vuole nella sua vita, perché lui l’onore degli Hemmings non lo vuole più.
Dentro di lei non sente l’insicurezza, dentro di lei non c’è nessuno a dirle “Lui è pericoloso e ti farà del male”, dentro di lei sente solo la forza necessaria a perdonarlo, sente la volontà di ricominciare tutto dall’inizio, sente che la sua vita sta cambiando, sta per intraprendere un nuovo viaggio, un viaggio che da sola non avrebbe mai vissuto al meglio, perché sarebbe stata sola, avrebbe sentito il vuoto dentro di sé, il vuoto che solo lui può riempire, con il suo nero che si mescola al suo giallo, il suo nero che le appartiene come non mai, il suo nero che ha ammesso di non vivere senza il suo giallo.
«Ti amo Tethy» sente la sua voce bisbigliare sulle sue labbra.
«Ti amo anche io, Luke» risponde sicura come non mai, sicura che sta volta sarà tutto diverso, sicura che lui non l’abbandonerà di nuovo, sicura che questa volta è per sempre, sicura che questa è la cosa più giusta.
 
E se qualcuno si stesse ancora domandando “Può un Serpeverde amare una Grifondoro?”, Tethy e Luke si prenderebbero la mano, si guarderebbero negli occhi, sorriderebbero complici e lui risponderebbe per entrambi, prima di posare ancora una volta le labbra su quelle di lei.
«Sì, un Serpeverde può amare una Grifondoro. Sì, e sarà per sempre»
 
THE END
 
 



Note di Nanek
 
Vedere quel “The End” mi fa un po’ di tristezza, anzi, tanta tristezza: mi succede sempre quando termino una storia e, ad essere sincera, chiudere una storia come questa mi fa davvero venire i lacrimoni, soprattutto con quell’ultima frase di Luke che ricorda troppo il tenero Piton T.T
Il lieto fine regna, e spero che questo vi renda felici, ma sono triste comunque: come già detto l’altra volta, questa storia è stata un’autentica sfida per me, non è una storia d’amore ambientata tra comuni mortali, qui c’è la magia, qui ci sono luoghi e personaggi che avevo davvero paura di descrivere, perché non mi appartengono, perché non ho letto Harry Potter ecc cc…
Eppure, siamo arrivate qui, con 25 capitoli, tante recensioni e troppe persone che hanno seguito/ricordato/messo in preferiti questa storia: la cosa non può che rendermi più felice <3
Mi dispiace davvero di non potervi dare un sequel, mi dispiace perché molte di voi avrebbero anche lanciato qualche idea: tipo Ashton che si innamora di una babbana, questo sì che è forte! Oppure qualche battaglia contro le tenebre, figo anche quello, ma, purtroppo, non posso proprio farlo, lascio quindi a voi, l’immaginazione di continuare questa storia, come più volete <3
Io non so davvero che cosa dire, se non GRAZIE.
Grazie a tutte coloro che hanno seguito da subito questa storia, che inizialmente riceveva solo 5-6 recensioni, ed è arrivata a superare le 20.
Grazie davvero a chi si è aggiunto in seguito, grazie a chi ha trovato la storia solo al capitolo 24 e ha voluto lo stesso leggerla e recensirla, grazie di cuore a coloro che hanno fatto della pubblicità, consigliando questa ff ad amiche che sono arrivate a leggere e recensire, grazie per tutte quelle segnalazioni per le scelte, non me le dimentico, neanche una, sono state le sorprese più belle che potessi ricevere.
Grazie a chi non si è perso, grazie a chi ha sopportato i miei ritardi (suvvia ero sotto esami), grazie a chi ha passato tutti questi mesi qui con me e questi personaggi <3
Grazie grazie e mille volte grazie a tutte: grazie alle 191 persone che hanno lesso questa storia nelle preferite <3 grazie per le 35 ricordate <3 grazie per le 135 seguite <3 grazie per quel terzo posto tra le popolari <3 grazie per le 302 recensioni che mi fanno ancora commuovere <3
Grazie davvero ad ognuna di voi <3

Bene, e dopo tutti questi grazie, volevo solo concludere con un: VI VEDO.
Questa cosa che sto per scrivere non mi piace, però, mi sembra doveroso dirla, in quanto ho notato delle cose e alcune mie lettrici mi hanno segnalato questa cosa.
Io sono felice che questa storia piaccia, sono felice che l’idea dei 5SOS nel mondo di HP possa piacere anche ad altre persone e sono felice che magari voi possiate prendere spunto da quello che scrivo MA, a tutto c’è un limite.
Ho visto alcune storie, dove la trama di 200 parole che si mette per ogni ff era davvero TROPPO simile alla mia; ho letto capitoli di alcune storie dove la protagonista assomigliava TROPPO alla mia Tethy; ho trovato titoli di storie TROPPO simili al mio, e io qui non posso continuare a fare la finta tonta.
Ho gli occhiali, quindi ci vedo bene, vedo che tendete a “copiare” senza farvi troppi problemi, vedo quello che fate e molte persone, se qualcosa mi sfugge, mi segnalano queste cose un po’ troppo scorrette a mio parere: non vi sto dicendo che questa cross over sia di mia proprietà, assolutamente, ma almeno cercare di non copiare e lavorare con la vostra testa mi farebbe davvero piacere.
Perché lo sto scrivendo in queste note? Perché la cosa più “bruttina” da scoprire è che siete mie lettrici e copiate, e non lo trovo giusto, non credete?
Bene, dopo questa “ramanzina” che mi farà apparire cattiva/brutta/stronza/acida/quel che vi pare, io chiudo questa parentesi e mi auguro di non ritrovarmi la stessa storia copiata ancora.

Concludo, come faccio sempre, dedicando questa ff alle mie principali fonti di ispirazione <3
A Nek, perché è un dovere dedicargli qualcosa, sempre e comunque <3
A Luke, perché è il mio Serpeverde preferito e non sa quanto sexy sia quando fa il cattivone <3
A Michael per essere stato un bravo cugino ed aver recitato bene la parte del tenero <3
A Calum per essere sempre così adorabile <3
Ad Ashton perché anche se lui in realtà non è così cattivo, me lo vedo bene come bad boy <3
A Tethy, per aver fatto innamorare un Serpeverde con la sua semplicità <3
Uuuuuuuuuuuultima cosa: darò inizio all’hashtag #LoveIsMagicMemories in Twitter, spero di ritrovarvi anche lì <3
E con questo, io vi saluto, grazie davvero per ogni cosa <3 questa storia e voi lettrici mancherete molto alla sottoscritta <3
Vi adoro <3
Nanek

 
 
 
  
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