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Autore: Blacklu    14/05/2014    0 recensioni
Bridgette è una ragazza di campagna, residente in Minnesota, che si dovrà trasferire a Miami poiché il padre ha trovato un nuovo lavoro, abbandonando così i suoi vecchi amici e il suo vecchio stile di vita. A Miami, Bridgette entrerà nella Liberty High School, dove dovrà affrontare nuove sfide e decidere se essere sè stessa, o crearsi una maschera.
Dal testo:
"Bridgette non sorrideva molto spesso; ultimamente anche meno del solito.
Da quando suo padre perse il lavoro due settimane fa, il clima che c’era in casa non aiutava la piccola bionda sedicenne. Sua madre, Ilary, riusciva qualche volta a strapparle un sorriso con qualche barzelletta, ma anche lei sapeva che in sua figlia c’era qualcosa di strano."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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!!!! AVVISO del 12/6: Ehy, non sono morto sto bene. Purtroppo non sto più aggiornando da un po' perché lo schermo del mio pc si è rotto e quindi, nonostante il pc in sè funzioni, non riesco a vedere ciò che scrivo per via dei cristallli liquidi frantumati, posso solo vedere collegandolo alla tv, ma aggiornare sarebbe un casino. Inoltre tra poco partirò per le vacanze e non credo porterò il computer. Anche perché è rotto. Se tutto va bene a fine Giugno riuscirò a riaggiornare perché ho da poco ordinato un nuovo schermo del pc. Buone Vacanze a tutti e scusate per l'inconveniente.



 
Capitolo 3:
Un’uscita tra “amiche”.


Beep. Beep. Beep. Bee-

“Che due scatole…”
La voce assonnata di Bridgette era talmente bassa e roca da far venire la pelle d’oca perfino a sé stessa.
Spense la sveglia e controllò il telefono.
Leona aveva da poco risposto al messaggio che Bridgette le aveva inviato la sera prima.

“Wow, sono contenta che hai già fatto nuove amicizie.
Sì, ti conviene stare attenta a quella Alicia, mi raccomando. Comunque, qui tutto procede per il meglio; mio fratello si è slogato un polso (non immagini quanto ci stia godendo in questo istante) e Amber è qui con me. Stamattina vogliamo andare al lago, quello vicino alla pineta. Un pic-nic tra amiche. Quanto vorrei che ci fossi anche tu qui con noi, ci staremmo divertendo un mondo. Saluti dal Minnesota. :P”

Quello era il modo migliore per iniziare la giornata: buone notizie.
Bridgette era contentissima che le sue amiche si stavano divertendo, e in un certo modo era contenta anche del fatto che anche lei mancava a loro; si sentiva come… importante. Lo si sentiva ancora di più, anche perché quel giorno, sarebbe uscita con Alicia, e avrebbe conosciuto altra gente.
Le mancava poco tempo, dopo tutto tra poco sarebbe iniziata la scuola, e quei momenti erano importanti. Sì, bisognava cogliere la palla al balzo.

Dopo una colazione abbondante a base di latte e cereali, la bionda aspettò sul divano finendo di leggere il libro che le comprò sua madre, la quale le fece compagnia sedendosi accanto a lei, sul divano del piccolo salotto.
“Papà dov’è?” chiese Bridgette non togliendo lo sguardo dalle ultime pagine del libro.
“Al lavoro…” rispose Ilary, sua madre.
“Come sempre…”
L’espressione di Bridgette sembrava piuttosto seccata, e a dir poco scontenta. Suo padre era presente solo a cena da quando si erano trasferiti a Miami; per questo le mancava ancor di più il Minnesota. Almeno là era tutto diverso, e soprattutto, molto più semplice.
Ilary annuì guardando il soffitto bianco latte.
“Cosa fai oggi?” chiese Ilary, mettendole una mano sulla spalla.
Bridgette, continuando a tenere lo sguardo sul libro, le rispose: “Esco con Alicia, l’amica che mi ha regalato questa maglia.”
Ilary alzò le sopracciglia, tenendo un’espressione comunque vuota, e le rispose: “Wow. Da quando la gente a caso regala le cose qui?”
“Infatti me lo sono chiesto anche io, ma la volevo così tanto. Mi ha prestato alcuni spiccioli per comprarmela. Solo che così ho fatto una figura da poveraccia.”
“Capisco…” disse Ilary “E dove dovreste andare di bello?”
“In un bar, lo gestisce una sua amica.” Rispose Bridgette.
Chiuse il libro e tirò un grosso sospiro, portandosi una mano alla nuca.
“Hai mal di testa?” chiese sua madre.
“La smetti fare domande?  Sei pesante mamma!”
Bridgette si alzò dal divano e andò in camera sua, lanciando il libro sul letto. Il telefono aveva lo schermo illuminato di bianco, e stava ad indicare che le era arrivato un messaggio.
“E’ Alicia.” Disse Bridgette.
Il messaggio diceva:

“Ehy Brie, alle 15:00 al bar di Brook? Ti vengo a prendere io?”

“Ok calma.” Pensò Bridgette.
Tutto questo era vero, non era un sogno. Le era davvero arrivato quel messaggio.
Si sentiva così potente ad avere già un’amica con cui uscire il pomeriggio e magari anche la sera, nel week-end.
“Bene, cosa le dico?”
Aprì una nuova pagina sul telefono per rispondere al messaggio di Alicia, e scrisse:

“Ok.”

Fece per inviare, con un sorriso, ma rilesse attentamente la risposta che le stava inviando.
“No! Annulla!” urlò, schiacciando il tasto ‘Annulla’ sul telefono.
Si girò verso la porta sperando di non aver urlato troppo, e di non aver attirato l’attenzione di sua madre.
Posò il telefono sul letto e guardò l’ora sull’orologio di camera sua.
“Le 12:30” disse, assumendo poi una faccia peprlessa “ … Ma perché non le ho guardate sul cellulare?”
Si sentiva così stupida.
“Non deconcentriamoci, troviamo una risposta adatta.” Si disse, tirandosi qualche schiaffo.
 

****

“Le 14:45!”
Le urla della bionda risuonavano in tutta la casa.
Non solo Bridgette si era distratta più volte dal messaggio di conferma che doveva inviare ad Alicia, dalle chiamate sul telefono fisso, dai favori che le chiedeva sua madre e dal pisolino dopo una colazione abbondante, ma si era addirittura dimenticata di pranzare.
Prese il telefono e rispose al messaggio di Alicia:

“Ok, sono pronta.”

“Invia.” Disse Bridgette, sedendosi sul letto.
Nello stesso momento il campanello di casa suonò.
“Vado io!” urlò Ilary per farsi sentire dalla figlia.
“No! Lascia rispondere me!” urlò a sua volta Bridgette, scansando la madre dal citofono.
Ilary venne spinta con così tanta forza da sbattere contro il muro che divideva il corridoio dalla cucina.
“Scusa” mugolò la figlia prima di rispondere al citofono “Chi è?”
“Sono Alicia, sei Brie?” chiese Alicia.
“Sì sì, sono io. Adesso scendo e andiamo ok?”
“Ok, ti aspetto.” Disse con un tono contento Alicia.
Bridgette si girò vedendo sua madre con la mano alla schiena.
“Oddio mamma, ti ho fatto male?” chiese Bridgette aiutandola a spostarsi di qualche passo.
“E’ tutto ok… credo.” Rispose Ilary “Vado a sdraiarmi un po’ sul divano. I soldi li hai?”
“Sì sì, ho tutto. Vado.”

Scarpe da ginnastic, jeans, e Bridgette era pronta ad uscire per la sua prima volta con un’amica a Miami.
Scese di corsa le scale e salutò la receptionist,  tirandole ancora un’occhiata minacciosa per l’ultimo avvenimento imbarazzante avvenuto all’entrata dell’hotel.
Uscì e trovò Alicia, vestita come una modella in maniera casual.
“Wow Alicia, dove dobbiamo andare?” chiese eccitata Bridgette, con un grosso sorriso stampato in faccia.
“Ehm… al bar. Mi pare ovvio. Te ne eri scordata?” chiese titubante l’altra bionda.
“No no, è che sei vestita bene.” Disse umilmente Bridgette.
“Pensavo te ne fossi scordata. Come ti sei scordata di rispondermi al messaggio.”
Alicia inarcò le sopracciglia e Bridgette era in preda ad un attacco di ansia. Il suo sguardo incuteva una paura folle.
“Io… Io ho cercato ma, mia mamma ha pr-“
“Sciocca stavo scherzando.” La interruppe Alicia ridendo. “Mica arrabbio per queste stupidaggini.”
Bridgette fece un grosso respiro e rise di gusto.
“Hai fatto un corso di recitazione?” chiese Bridgette curiosa?
“Sì, in seconda elementare. Ero Cenerentola.” Rispose Alicia, dirigendosi verso il bar di Brook.

 

****


Entrarono nel bar, chiamato Howling Gale.
Rustico, ben ordinato, ricco di bevande alcoliche e analcoliche e con qualche stuzzichino salato in una teca, dietro al bancone dove giaceva Brook, la figlia dei gestori del bar. Non troppo alta e sicuramente sottopeso, Brook aveva i suoi lunghi capelli castani tutti raccolti in una coda alta, la sua maglietta era color celeste, simile al colore dei suoi occhi, coperti da ciglia lunghissime.

“Bonjour ragazze.” Salutò Brook, agitando la mano.
Alicia le mandò un bacio con la mano, e si diresse verso un frigo pieno di lattine di bibite gasate; invece Bridgette si avvicinò al bancone, stupefatta dall’ordine e dalla lucentezza del bar di Brook.
“Ciao Brook. Mi chia-“
“Bridgette. Lo so, mi ha già raccontato tutto Ali.” Disse indicandola con lo sguardo.
Alicia si sedette su una sedia del bancone, aprendo una soda, e porgendone altre due alle sue amiche.
“Fai come se fossi casa tua.” Disse Brook a Bridgette “Basta che non ti scoli sette lattine di vario tipo come fa questa ragazza!” disse accanendosi su Alicia.
“Questo dimostra che sono davvero delle ottime bibite. Sono una dai gusti raffinati, e tu lo sai.” Disse la bionda  sorseggiandosi dolcemente la soda.
“Comunque… come ti sembra Miami?” domandò Brook a Bridgette, che allontanò da sé la lattina, per non sembrare troppo approfittatrice.
“La trovo carina per il momento. Non la conosco ancora molto bene, ma non mi lamento.” Rispose annuendo la bionda, battendo le dita sul tavolo.
“Ti mancherà tanto il Minnesota… deve essere bello lì.”
Brook aveva sempre sognato di andare a vivere in posti come quello, forse perché preferiva l’aria pulita e la natura, piuttosto che rumore e grandi città.
“Mio nonno vive da quelle parti sai?”
“Mh…” Alicia intervenne con un verso per prendere parte alla discussione, siccome si stava finendo la lattina di soda. “I suoi parenti sono sparsi in tutta l’America: nel Dakota, a Washington, a Philadelphia…”
“Nel Main e addirittura in Brasile e in Canada.” Disse Brook, con un sorriso, mettendosi a braccia conserte.
Era sempre stata fiera che la sua famiglia fosse così numerosa e soprattutto che vivesse in posti completamente diversi l’uno dall’altro.
“E tu li vai a trovare qualche volta?” chiese Bridgette, incuriosita.
“Non tutti ovviamente, ma ogni anno vado dai miei nonni, nel Dakota; poi vado dai miei zii, a Philadelphia. Ah e mio zio William nell’Ohio a volte.” Rispose Brook, elencando tutti i luoghi, facendo venire a Bridgette, la voglia di viaggiare il mondo intero.
“Dovresti andare in vacanza con lei qualche volta.” Disse Alicia “Due anni fa siamo andate dai suoi nonni in Dakota, è stato favoloso.”
“Non sai come mi piacerebbe!”
Bridgette diventava sempre più felice. Non solo perché stava facendo conoscenza con nuove persone, ma anche perché entrambe condividevano i suoi stessi interessi. Era stata davvero fortunata.
O almeno fino a quel momento.

“Non dirmelo…”
Lo splendido viso di Brook, prima pieno di gioia si era spento. Fissava attentamente la porta d’entrata, fatta in vetro.
“Che succede?” domandò Bridgette.
“Io me ne vado.”
Alicia si alzò e ringhiò per un attimo e andò nel bagno delle donne.
Bridgette era un tantino disorientata dal comportamento di Alicia.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese Bridgette.
“Loro sono sbagliate.” Disse Brook indicando tre ragazze al di fuori del bar, che attraversavano la strada proprio dirigendosi verso di esso.
“Quelle tre ragazze!? Sembrano… un sottogruppo delle Spice Girls.” Disse Bridgette, guardandole attentamente.
“Ora arrivano, mostrati indifferente.” Disse Brook, facendo voltare Bridgette verso il bancone. “Questo sarà solo un assaggio di quello che faranno quest’anno a scuola.”
Detto questo, la ragazza centrale, bionda, con degli occhiali da sole e una borsetta rosa, aprì le porte ed entrò con uno schiocco di dita, assumendo un atteggiamento snob e da superiore.
“Bene bene… Brook Adams.” Disse la ragazza, con una risatina stridula.
“Cassandra…” disse Brook con tono altezzoso “Cosa ti porta qui?”
“La sete. Voglio una lattina di Soda.” Disse Cassandra, indicando il frigorifero.
“Anche noi la vogliamo.”
All’unisono, le due ragazze dietro Cassandra si fecero notare, non solo dal tono snob con cui chiesero da bere, ma anche dalla loro straordinaria uguaglianza. Entrambe castane con occhi scuri, ed entrambe con una maglietta bianca e pantaloncini viola.
“Chelsea e Crystal… come mai non avete anche le scarpe uguali oggi?” disse ironicamente Brook, con una risata.
“Non te ne frega. Voglio da bere!”
Cassandra continuava ad insistere e così Bridgette, per sembrare educata, le porse la sua lattina di soda.
La guardò con un sorriso, sperando che l’avrebbe ricambiato.
Peccato che Cassandra le rubò la lattina dalla mano e se la sorseggiò lentamente, poi si mise i capelli da una sola parte con un movimento sensuale e con uno sguardo magnetico.
Poteva anche essere una maleducata, ma la bellezza era il suo punto di forza. Specialmente le due gambe slanciate e perfette.
“Un dollaro e venti.” Disse Brook.
Chelsea e Crystal spalancarono lentamente la bocca, e una di loro se la coprì, ed  entrambe guardarono stupite sia Brook che Cassandra. Come se la prima avesse detto una bestemmia o un qualcosa di grave.
“Questo… è… oltraggioso!” urlò Crystal ìscandalizzata.
“Già… come ti permetti? Non ci hai neanche dato da bere a noi due.” Continuò l’altra ragazza castana, alzando un sopracciglio.
“Questo bar non ha per niente un buon servizio per i suoi clienti. Che tempo sprecato.”
Cassandra gettò la lattina vuota a terra e la schiacciò col piede, per poi guardare Brook con un sorriso malefico.
“Se non vi piace il bar allora perché siete venute?” chiese Brook, perdendo la pazienza.
Bridgette era molto disorientata. Non capiva bene cosa stava succedendo; non aveva mai assistito a cose simili prima d’ora.
Il Minnesota era sempre stato un luogo tranquillo e molto pacifico, dove regnava il rispetto e l’altruismo. Evidentemente le voci che le erano arrivate su posti come Miami e New York erano vere: tutti superiori.
“Noi ora ce ne andiamo di qui carina.” Disse Cassandra “stai pure con la tua amichetta sfigata.”
Bridgette alzò lo sguardo verso Brook e spalancò gli occhi. L’avevano chiamata davvero così?
Non si era mai sentita così umiliata.
E arrabbiata.
Graffiò con le unghie il bancone e strinse i denti. Chiuse gli occhi per mantenere la calma e fece finta di non aver sentito.
“D’accordo avete fatto abbastanza, uscite di qui!” Brook urlò e fece uscire dalla porta del bar Cassandra, Crystal e Chelsea, che se la ridevano fra di loro.
Alicia uscì finalmente dal bagno e andò a sedersi infuriata al posto in cui era seduta.
“Non posso vederle, solo la loro voce mi fa venire il sangue acido.” Disse la bionda nervosissima.
“Sono proprio delle maleducate. Ma come si permettono!?”
Bridgette era incredula per quel che Cassandra e le altre avevano fatto.
“Ogni giorno a scuola sarà così, ecco perché ne stiamo alla larga.” Spiegò Brook a Bridgette.
“Ma evidentemente avranno un radar, siccome ci trovano in continuazione!” urlò Alicia, furibonda.
Bridgette aveva già capito che quell’anno non sarebbe stato facile per lei a scuola. Specialmente con delle persone come quelle.
Il lato positivo era quello che aveva già delle amiche e che l’avrebbe difesa in ogni momento.
L’odio verso quelle tre, era un altro argomento in comune tra di loro.


 

 

Salve a tutti, scusate il ritardo megagalattico, di tipo... 3 settimane ^^"
La scuola sta finendo e come ogni studente può capire, il mese di Maggio è un inferno. Escluso compleanno.
Bene, in questo capitolo sono apparsi nuovi personaggi, nel prossimo ne arriveranno altri, di cui due molto importanti...
Riuscirà Brie ad avere un anno scolastico normale con queste tre e *nome del personaggio che apparirà nel prossimo capitolo*?
Io non ce la farei mai; ma stiamo a vedere.
A presto, e grazie :)

BL
 
   
 
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