Koalettaaaa:
Credo di essere qualcosa di sovrumano, boh. Aggiorno come una furia. Amatemi.
È l’ultima drabble, purtroppo, ma come dico
sempre: “Ogni cosa ha una fine.”
Quindi, ecco a voi l’ultima piccola drabble,
attenti a non piangere perché è la più triste tra le tre... davvero, mentre la
scrivevo mi è uscita qualche lacrima (sì, anche io ho un cuore).
Dicevamo: buona lettura.
Vi abbraccio,
Chihiro-chan (la quale si sente potente.)
Death.
Sorrise
tristemente, sedendosi sulla pietra dura, allungando un dito per sfiorare con
tenerezza la vecchia foto.
Sospirò,
poggiando un teschietto di
legno lì sopra: «Credo che tu preferisca questo ad un mazzo di fiori, sbaglio?»
Cercò di
ridere, ma inevitabilmente le cadde una lacrima.
Prese dalla
tasca una fazzoletto di stoffa, si soffiò il naso e disse: «Perché l’hai fatto?
Tu eri forte. Non dovevi...»
Forse lui,
in qualche modo, riusciva a sentirla. Era
stato un vero codardo, uno stupido, ma lo voleva con sé.
«Sono
passati settantanove anni e otto mesi, eppure non riesco a dimenticarti.»
Detto questo
si girò, lasciandosi alle spalle la scritta:
Duncan
Nelson 1997 -2030.
Noticina:
non so se avete notato quel “2030”… beh, l’ho messo perché non potevo farlo
suicidare nel 2014, ops.