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Autore: CainxAbel    14/05/2014    1 recensioni
Non è una scuola, ma un manicomio. Non è una scuola, ma l'inferno. Per me la Shinsengumi High school sembrava questo, fin quando mi chiesi se dei bellissimi occhi potessero farmi cambiare idea. No, questa non è la cronaca di un'asociale, ma non ho chiesto io di studiare qui, nel top del top dell'istruzione, come dicono.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hajime Saitou, Heisuke Todou, Nuovo personaggio, Souji Okita, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Potevo aspettarmi di tutto, tranne trovare così presto la mia compagna di stanza. Si chiamava Hanabi Takigawa e non sembrava infastidita dalla mia presenza, cosa davvero strana, devo aggiungere. Aveva lasciato il suo blocco di disegni, ma lanciai una rapida occhiata: quello che mi trovai ad ammirare era una riproduzione praticamente perfetta del paesaggio circostante. Lei si accorse del mio sguardo e mi lanciò un’occhiata di intesa.
“ In realtà è solo uno schizzo” ammise, imbarazzata.
“Schizzo? Quello?!” esclamai stupefatta.
Lei annuì appena, altrettanto stupita dalla mia domanda.
“I paesaggi non sono il mio forte” confessò “ Preferisco i ritratti”.
Le lanciai una rapida occhiata. Aveva lasciato a terra un altro blocchetto per i disegni con la copertina nera.
“Stanno tutti lì?” chiesi, indicandolo “Posso vedere?”
Lei scattò, come se l’avesse morsa un ragno,afferrandolo rapidamente.
“Veramente non ho ancora disegnato niente qui” ridacchiò, ma mi parve imbarazzata. Non ne capii il motivo. Mi sentii anch’io impacciata, ma ero incuriosita dai suoi disegni. Mi resi conto di invidiarla: a malapena riuscivo a disegnare un paio di occhi che non fossero asimmetrici o strabici. Sospirai, sconsolata.
“Sono curiosa di vedere almeno altri disegni” farfugliai, con un tono quasi infantile.
“D’accordo” concesse lei, tirando un sospiro di sollievo.
Non ebbi idea del tempo che trascorse nel guardare i suoi disegni, però era certo che ne rimasi talmente incantata da dimenticare i miei guai, la mia irritazione per la situazione in cui mi avevano cacciato i miei e l’ansia per il test. Mi scordai di tutto questo, ma non dell’irritazione che tornò, sotto forma di una specie di pizzicore alla nuca.
“Okita-san, dove stai andando? I fan ti stanno aspettando e persino quelli del primo anno…”
Quella voce mi provocò quella spiacevole sensazione, seguita da un malessere all’altezza dello stomaco. Quel tipo bellissimo che mi aveva colpito dal primo istante sembrava voler dileguarsi e anche lui, come me e Hanabi, voleva isolarsi da tutto. Così credevo. Lei sembrava piuttosto irritata da quella situazione. Lanciò una rapida occhiata al ragazzo. Lo stupendo ragazzo che mi aveva fatto pensare che mia madre avesse ragione sull’avvenenza della componente maschile della Shinsengumi high school.
“Okita-san, ti prego. Tre ragazze vogliono il tuo autografo e stanno insistendo. Non posso farle aspettare così tanto”.
Mi colpì lo sguardo del ragazzo e i suoi occhi verdi che  si fecero improvvisamente seri quando guardò Chizuru.
“C’è tempo per gli autografi. Ho bisogno di un po’ di tranquillità”.
“Veramente ne avremmo bisogno di più noi. Come pesa la popolarità..”
Hanabi borbottò quelle parole. Solo io riuscii a sentirla e ringraziai mentalmente che fosse così. Si alzò di scatto e prese i suoi blocchetti per i disegni, allontanandosi di fretta.
“Non lo sopporto. Ora quanto scommettiamo che seguirà Chizuru? Mi ci gioco tutto quello che ho”.
Mi guardò, con un’espressione che tradì la sua irritazione. Sfortunatamente non sbagliò. Dopo le iniziali proteste, seppur riluttante, il ragazzo la seguì.
“Lo zerbino ha fatto il suo dovere”commentò.
La guardai perplessa, senza pronunciare una parola. Una smorfia affiorò sul viso di Hanabi quando parlò.
“Sai chi è peggio di Chizuru? Chiunque le dica di sì e si comporta come un cagnolino”.
Borbottò quelle parole tra i denti, gettando un’ultima occhiata ai due ragazzi che si allontanavano. Non osai fiatare.
“Quel Souji poi” aggiunse lei “ è il peggiore di tutti. Uno stupido esibizionista che mette in ombra chi davvero merita di essere considerato”.
Avrei voluto dire qualcosa, ma non sapevo nemmeno cosa rispondere. Non conoscevo né lei né Okita, così dopo qualche esitazione, pensai di iniziare un nuovo discorso.
“Quali club hai intenzione di frequentare quest’anno?”
“Non saprei davvero da dove iniziare” ridacchiò lei “ Ma quello di recitazione e quello di arte sono sicuri, però avrei anche un sogno proibito…”
Mi guardò, lanciandomi un’occhiata che voleva dire tante cose. Ero davvero curiosa di saperlo.
“Giocare a basket. Qui è davvero un sogno proibito, soprattutto per colpa del capitano” rise amaramente “Un tipo strano, che odia le ragazze e si porta sempre un quaderno nero. Non riesco nemmeno a immaginare cosa diavolo ci scriva sopra”.
Sospirò profondamente. Doveva davvero amare molto giocare a basket, a giudicare dalla sua espressione amareggiata.
“Ormai ci ho fatto l’abitudine. Da due anni la stessa storia con quel capitano: niente ragazze”.
“ Immagino il tipo” borbottai.
“Light Yagami fa sembrare un angelo un qualsiasi dittatore”.
Il commento di Hanabi mi fece sorridere. Il tempo trascorse davvero in fretta in sua compagnia. Mi fece prendere un po’ confidenza con gli ambienti della Shinsengumi High school, ma mi pareva che nemmeno lei si trovasse a suo agio con la gente.
Mi sentii avvolta come da una bolla di felicità, che non tardò a scoppiare, quando vidi che mancava praticamente mezz’ora prima che conoscessi i risultati del mio disastroso test.
“Solo santo Itachi può aiutarmi” confessai con un’alzata di spalle “ Il mio test è stato una schifezza”.
Le mie parole furono seguite dalla fragorosa risata di Hanabi. Mi sentii stranamente a disagio.
“Allora dovresti vedere il mio” disse, lanciandomi un’occhiata eloquente “ Dicono tutti così quelli che vanno bene”.
“Ma…”
“Ci scommetto tutto quello che vuoi. Il tuo punteggio sarà superiore a 35 punti”.
Non ne ero convinta, ma non pronunciai parola. Tra meno di un’ora sarebbe stato deciso il mio destino di studentessa, a dispetto dell’orgoglio di famiglia, che voleva vedermi come un modello esemplare. Di cosa? Di comicità forse?
“Dimmi un po’: che prima impressione ti sei fatta di questa scuola?”
La domanda di Hanabi mi colse impreparata. Alzai le spalle, disorientata, con una smorfia.
“Non saprei dire… sono stata costretta dai miei a stare qui”.
Non volevo raccontare il mio anno trascorso nella precedente scuola. Una specie di innominabile Inferno in Terra.
“ Penso che ti troverai bene, se eviterai le persone giuste” commentò lei.
Una di quelle doveva essere Light Yagami, pensai, ma la cosa in fondo non mi riguardava, visto che non avrei mai giocato a basket. Ero una frana in qualsiasi sport ed era una fortuna quando non mi facevo male in qualche modo. Avevo il cuore in gola, come se fossi pronta a un’esecuzione. Ad Hanabi non importava. Così credevo: in realtà non potevo nemmeno immaginare quanto fosse rassegnata ai suoi soliti risultati. I punteggi dei test presto si fecero vedere, in tutta la loro “bellezza”, un immenso foglio appeso, ironia della sorte, non molto lontano dall’aula in cui io avevo affrontato la prova. Avevo davvero il cuore in gola. Ansia? La mia era pura e semplice angoscia. Il mio nome, il mio cognome e il mio punteggio sarebbero rimasti in bella vista, come quelli degli altri. Non mi stupii affatto del punteggio di Chizuru: un 75 che era molto alto considerando la classifica. Il suo punteggio impallidiva in confronto a quello di Saito: 89. era al primo posto, ma a lui sembrava non bastare. Come al solito l’espressione sul suo volto era indecifrabile, ma pareva un po’ compiaciuto di essere comunque il primo, per dare un esempio a tutti gli altri studenti della Shinsengumi high school. I miei occhi si abbassarono di molti posti prima di arrivare al mio nome e al mio cognome: 37 punti. Avevo raggiunto un punteggio sufficiente per non avere debiti. Il mio cuore si alleggerì di quello che era stato un peso insopportabile.
“Che fortuna”.
Quelle parole mi sfuggirono. Avrei voluto tacere. Secondo me Hanabi rise per non piangere.
“Cosa c’è?” domandai, perplessa.
“Guarda un po’” mi sussurrò all’orecchio “ Il mio punteggio. C’è qualcun altro che l’ha preso”.
Cercai un punteggio che si aggirasse intorno al 30, ma Hanabi con lo sguardo mi spinse a guardare in basso, molto più in basso, fino all’ultimo ( o forse penultimo?) posto. Due punti. Non riuscivo a crederci, ma lei non disperava. Anche Todou Heisuke… stesso, identico punteggio, nemmeno mezzo punto di differenza.
“Il nanet..”
“Come l’hai chiamato?”
Mi lanciò un’occhiataccia che, ero sicura, mi fece  impallidire.
“Heisuke” farfugliai con voce strozzata.
Tirai un sospiro di sollievo: la prima cosa che imparai a scuola fu di non chiamare “nanetto” Heisuke per nessuna ragione al mondo, per la mia incolumità.
Ero curiosa di conoscere i punteggi di quei pochi ragazzi che conoscevo di vista, ma non mi soffermai a guardarli: assurdo, ma vero ( dopotutto i punteggi erano in bella vista), mi sembrava di violare la loro privacy. Cercai di scacciare idee così assurde e mi allontanai con Hanabi.
“Ci sono cose in cui nemmeno santo Itachi può intervenire” ridacchiò.
Alzai le spalle, senza sapere cosa dire. Dopo aver visto il mio risultato, ero davvero sollevata, ma cercai di non farlo vedere. Avrei voluto dire a papà che avevo tenuto alto “ l’onore della famiglia”, o almeno a livelli accettabili….


ANGOLO DELL'AUTRICE: Rieccomi qui ^^ Dopo i risultati del test, inizierà la vera vita alla Shinsengumi High school... continuate a seguirmi ;) 
   
 
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