Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    14/05/2014    2 recensioni
Per proteggere Arendelle e i suoi abitanti, Elsa decide di rinunciare ai propri poteri. Ma dal mare giunge Nadir, un ragazzo che porta con sé una terribile tempesta. Se entro due giorni Elsa non lo fermerà, Arendelle verrà distrutta. Per restituire i poteri alla regina, Anna, Kristoff e il pupazzo Olaf dovranno affrontare il Cuore dell'Inverno, un abisso senza fondo dal quale nessuno è mai tornato...
Stormed è il primo episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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La parete di ghiaccio si sbriciola in mille pezzi. Il golem passa attraverso l'apertura seguito da Olaf.
I due danno un'occhiata in giro, poi il pupazzo di neve si volta e fa un cenno in direzione di Anna e Kristoff in attesa.
― Venite ― dice Olaf.
Il gruppo si lascia alle spalle un corridoio scavato nella roccia per entrare in un ambiente più vasto. Sulle loro teste si erge una cupola di ghiaccio alta duecento metri, sostenuta da colonne altre trenta e spesse cinque.
Passandovi vicino persino il golem sembra un nano al cospetto di tanta grandezza.
Una luce tenue filtra attraverso le pareti di ghiaccio della cupola.
― È meraviglioso ― dice Anna con espressione incantata. ― Mi domando chi abbia creato tutto questo.
― Già che c'era poteva anche metterci una scala ― dice Kristoff.
― Forse non gli andava di uscire ― dice Olaf trotterellando al fianco del golem.
― Anna ― dice Kristoff mentre attraversano la base della cupola. ― Sei ancora arrabbiata con me?
La ragazza scuote la testa. ― No. Anche se dovrei esserlo. Elsa è con Hans e non può difendersi. Se lui lo sapesse...
― Non le accadrà niente. Elsa è forte, con o senza i suoi poteri.
Anna abbozza un timido sorriso.
― A proposito di Hans ― riprende Kristoff dopo qualche secondo di silenzio. ― Mi sono sempre chiesto se... ecco... se lui non si fosse dimostrato il bugiardo che è... tu...
― Cosa?
Kristoff allarga le braccia. ― Insomma... le cose tra voi due andavano alla grande, no? Voglio dire, prima di tutto il resto.
Anna lo fissa in silenzio.
― Dai, non guardarmi in quel modo. Tu lo volevi sposare. Lui era perfetto per te.
― Certo. Ma questo era prima di sapere che razza di viscido e bugiardo...
― Quello che voglio dire ― la interrompe lui. ― È che sei rimasta delusa dal suo comportamento.
― Ci puoi giurare ― risponde Anna. ― Delusa e arrabbiata.
― E quindi sono arrivato io ― dice Kristoff abbassando la voce.
Anna solleva le sopracciglia. ― Credi di essere un... ripiego?
Stavolta è Kristoff a guardarla in silenzio.
― Io sono Anna di Arendelle ― risponde lei con tono imperioso, il mento alto e il portamento fiero. ― Non mi accontento del primo che passa, né di un ripiego.
― Ma tu vuoi qualcuno che sappia andare a cavallo, che sieda composto a tavola, che sappia ballare e... ― Kristoff allarga le braccia. ― Io non saprò mai fare nessuna di queste cose abbastanza bene. Tu ed io apparteniamo a due mondi diversi.
Anna lo fissa negli occhi. ― E questo che vuol dire?
Kristoff sta per rispondere, quando Olaf irrompe dicendo: ― Erik ha trovato qualcosa.
Il golem è fermo davanti a una nuova apertura circolare, l'espressione incerta. Guarda all'interno del pozzo, immerso nella semioscurità, senza osare avanzare di un passo.
― Erik? ― domanda Anna sorpresa.
― Sì ― risponde Olaf. Poi a bassa voce aggiunge: ― Non gli piace essere chiamato pupazzone, così ho deciso di chiamarlo Erik.
― È un nome stupido ― protesta Kristoff.
― Io lo trovo adorabile ― esclama Anna sorridendo. ― È davvero bello.
― Grazie ― dice Olaf. ― Tu si che ne capisci di pupazzi di neve, non come certe persone...
― Guarda che ti sento ― dice Kristoff alle loro spalle.
Anna si ferma davanti all'entrata della caverna. ― È lì che non vuoi entrare? ― domanda al golem.
― È un posto brutto ― dice il golem. ― Ci sono ombre cattive.
― Faremo attenzione alle ombre ― dice Kristoff inoltrandosi per primo nella galleria.
Anna lo segue dopo un attimo di esitazione, seguita da Olaf che fa segno al golem di avanzare. ―Vieni. Ci sono qua io.
Il mostro emette un brontolio sommesso e li segue.
Dopo una decina di metri la galleria si allarga fino a consentire il passaggio di più persone affiancate. Le pareti sono coperte da lastre di ghiaccio. Anna fissa affascinata la sua versione dalla testa enorme e il corpo schiacciato. Al pannello successivo l'immagine si trasforma come se fosse stata spalmata su una superficie piatta e schiacciata da un peso enorme.
― Specchi deformanti ― sussurra Kristoff. ― Li ho visti a una fiera, una volta.
Anna passa davanti a una versione di sé stessa con il viso allungato e il corpo attorcigliato come quello di un serpente. ― Meraviglioso ― dice osservando il suo profilo riflesso in una lastra crepata dal tempo. Mille occhi sembrano fissarla.
All'improvviso, uno di quegli occhi si trasforma in una versione più giovane di lei.
Anna osserva una ragazzina dai capelli rossi legati in due piccole trecce correre su e giù per le sale vuote di un castello.
La ragazzina passa davanti a una porta chiusa, sembra esitare, poi prosegue e scende di corsa una scala a chiocciola.
La porta si apre e dallo spiraglio appaiono due occhi e un viso incorniciato da capelli biondo platino.
La scena cambia. La ragazzina dai capelli rossi è in compagnia di due adulti, uno dei quali siede su di un trono di legno e indossa abiti da cerimonia. L'altro, una donna, indossa abiti lunghi e vaporosi. I capelli sono neri e lunghi e sormontati da una corona che sembra fatta di ghiaccio.
― Perché Elsa non può giocare con me? ― domanda la ragazzina con tono infantile.
― La principessa è malata ― risponde l'uomo con tono gentile. ― Deve riposare.
― Ma era malata anche ieri. E il giorno prima ― risponde la ragazzina.
― È malata ― ribadisce l'uomo.
La donna si sporge verso di lei. ― Elsa è cattiva ― dice in una sorta di sibilo. ― Tutti sono cattivi.
― No ― protesta la ragazzina. ― Non è vero.
La donna annuisce. Sul suo viso appare un sorriso simile a un ghigno. ― È così. Un giorno lo scoprirai.
Un altro cambio di scena.
La ragazzina dai capelli rossi ora è una giovane donna dal fisico slanciato. Due lunghe trecce le scendono fino alle spalle.
Sta camminando lungo la battigia di una spiaggia, le onde di un mare agitato che sembrano volersi spingere fino all'entroterra.
Il cielo è carico di nubi, l'orizzonte ogni tanto si accende per via di un lampo.
A qualche metro di distanza, una ragazza dai capelli color platino siede con le gambe raccolte contro il petto e la testa appoggiata alle ginocchia. Il corpo è squassato dai singhiozzi.
Accanto a lei, una vecchia dai capelli neri e lunghi le punta contro l'indice. ― Sei cattiva ― dice con voce gracchiante. ― Tutti quelli come te sono cattivi.
― Lasciala stare ― grida la ragazza dai capelli rossi.
La vecchia solleva la testa e le rivolge un ghigno. Poi con un braccio scheletrico indica il mare. ― Guarda tu stessa.
Al largo una nave sfida le onde alte come montagne. Un lampo squarcia l'aria illuminando l'imbarcazione. Stendardi verdi e viola si agitano nel vento.
Un'onda più alta delle altre ingoia la nave, trascinandola a fondo.
― Ti prego, no ― grida la ragazza dai capelli rossi entrando in acqua. ― Salvali ― dice rivolta alla ragazza dai capelli color platino.
La ragazza alza la testa, gli occhi pieni di lacrime. Il suo volto è quello di Elsa. ― Mi dispiace Anna. È tutta colpa mia.
Anna apre gli occhi, il mare, la vecchia e tutto il resto spariscono, sostituiti dal suo viso riflesso in una lastra di ghiaccio.
Kristoff le cinge il fianco con un braccio. ― Anna ― Esclama. ― Torna in te.
Anna guarda di sotto. Ai suoi piedi si apre un baratro profondo diversi metri, dal cui fondo spuntano aculei di ghiaccio alti due o tre metri.
La ragazza si ritrae all'indietro, Kristoff che la sostiene. ― Sei al sicuro ― dice il ragazzo con tono rassicurante. ― Non sono reali. Ci stavo cascando anche io, ma Olaf mi ha salvato.
Il pupazzo sorride.
Anna abbraccia Kristoff, gli occhi pieni di lacrime. ― Ho visto come sono morti i miei genitori. È stato orribile.
― Chiunque abbia creato questo posto ― dice Kristoff sporgendosi con cautela per guardare gli spuntoni di ghiaccio. ― Non voleva seccatori.
― Andiamo via ― dice Anna decisa. ― Torniamo a casa. Ne ho abbastanza.
***
Fuori è quasi buio e nuvole grigie cariche di pioggia coprono il sole che sta tramontando. La caverna sorge alla base della montagna. Le braccia del golem liberano il passaggio dalla neve che si è accumulata.
Kristoff e Anna escono all'aperto tenendosi per mano, seguiti da Olaf. Il primo istinto è guardare il cielo.
― Sbaglio o il tempo sta peggiorando?
― Elsa rimetterà le cose a posto ― dice Anna, ma la voce è incerta, tremante.
Iniziano a cadere le prime gocce di pioggia e il vento si alza scompigliando abiti e capelli.
― Con questo tempo e senza cavalli ― dice Kristoff. ― Non ce la faremo mai a raggiungere Elsa prima che arrivi ad Arendelle.
Il golem grugnisce e si inginocchia. ― Vi porto io. Sono veloce ― dice con voce cavernosa.
Anna e Kristoff si scambiano un'occhiata perplessa.
Olaf dal canto suo salta in groppa al golem, fissandosi a uno spuntone di ghiaccio con le braccia. ― Sarà divertente.
―  Che abbiamo da perdere? ― La ragazza salta sulla schiena del golem.
Kristoff la imita. Appena il tempo di afferrare un pezzo di ghiaccio che spunta dalla schiena del golem che il gigante si mette in moto.
Aggrappati alla schiena del golem, Kristoff e Anna non osano guardare gli alberi e le rocce che sfilano veloci ai lati.
Arrivati a una discesa il golem esegue un salto di decine di metri.
Mentre si librano nel cielo, Kristoff alza la testa e grida: ― Voglio scendere!
― Scherzi? ― grida Anna felice. ― È troppo divertente.
Il golem atterra sulle zampe sollevando spruzzi di neve fresca che investono Kristoff e Anna.
Anna ride, Kristoff sputacchia neve.
***
Hans tira le redini del cavallo, arrestando la sua corsa davanti alle guardie armate di picca e balestra.
― Fermo ― grida uno dei soldati. ― Per il vostro bene, non potete andare oltre.
― Fateci passare ― esclama Hans stizzito.
Dietro di lui, Elsa rallenta e si ferma al suo fianco.
― Maestà ― dice una delle guardie inchinandosi, subito imitata dall'altra.
― Cosa ci fate qui? ― domanda Elsa.
― Proteggiamo la popolazione ― risponde la guardia.
Solo allora Elsa e Hans notano che lì vicino, nascosti nel folto della vegetazione, ci sono centinaia di persone accampate insieme a carri e cavalli.
― Maestà ― esclama il Primo Ministro emergendo dal folto della vegetazione. ― Siete tornata per fortuna. E non siete sola ― aggiunge rivolgendo un'occhiata a Hans. ― Arrestatelo.
Elsa alza un braccio per fermare le guardie. ― Il principe Hans è con me. Deve accompagnarmi ad Arendelle.
― Arendelle? ― esclama sorpreso il Primo Ministro. ― Maestà, è pericoloso andare in città. Il centro della tempesta è lì.
― Avete fatto un ottimo lavoro portando qui la popolazione ― dice Elsa guardando in direzione del fiordo. ― Tenetela al sicuro finché non avrò risolto la questione. Ora lasciateci passare.
Le guardie si scambiano un'occhiata perplessa e si fanno da parte.
Elsa e Hans ripartono al galoppo, accompagnati dallo sguardo preoccupato del Primo Ministro.
  
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