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Autore: Giadina22688    15/05/2014    5 recensioni
Jocelyn non si voltò indietro neanche una volta verso quello che sarebbe diventato il passato suo e dei suoi figli. Ma quando il passato ti trova quali sono le tue possibilità?! Due fratelli, un legame forte. Le scelte saranno decisive... Amore, amicizia, lealtà possono essere le strategie migliori per vincere una guerra?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Eccomi qua con un nuovo capitolo... mi scuso per l'attesa ma è stata una settimana lunga... ringrazio come sempre le mie sostenitrici Perla Bane, JessyR89 e Stella13 per le puntualissime e utilissime recensioni e i consigli... un grazie è di dovere anche alle lettrici silenziose e a chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate.

CAPITOLO 7

 

Dopo averci dormito su, la sfuriata della sera prima sembrava una sciocchezza in confronto a quello che si prospettava per i giovani cacciatori. Si ritrovarono tutti fuori dalle proprie stanze per andare a fare colazione e, notò con piacere John, Simon uscì dalla stanza insieme ad Izzy. Jace ne era meno entusiasta, evitò di darlo a vedere e prese Clary per mano. Lo stesso fece Jonathan con Perla e tutti si avviarono verso la cucina.

Arrivati trovarono Alec, Magnus, Jocelyn e Luke seduti al tavolo a fare colazione. Lo stregone aveva già provveduto ad imbandire la tavola. Anche i ragazzi presero posto e mentre mangiavano e sorseggiavano i loro caffè facevano il punto della situazione e programmavano le sessioni di allenamento di quel giorno.

Alec si rivolse a Jocelyn dicendole:«Visto che anche Jonathan e Simon sono parabatai come me e Jace, parlando con Magnus abbiamo deciso di sottoporre le ragazze ad una simulazione di battaglia per vedere se le loro capacità e abilità possano essere compatibili. Con i poteri di Perla, l'abilità con le rune di Clary e l'esperienza di Izzy potrebbero diventare un trio molto temibile. Ci siamo documentati anche chiedendo ai Fratelli Silenti e non c'è nessuna legge che vieta che i parabatai siano più di due. Siamo convinti che se sapranno interagire al meglio sarà molto difficile, una volta pronte, sopraffarle.» Poi, guardando Magnus e le tre ragazze continuò:«Visto come hanno fatto fronte comune contro i cacciatori di Valentine e contro i ragazzi ieri sera non ho nessun dubbio che saranno perfette. Voi ragazze cosa ne pensate?!»

Le tre ragazze si guardarono a vicenda, si scambiarono un sorriso e uno sguardo complice. Clary prese la parola e disse:«Ci piacerebbe molto diventare parabatai, ho già un paio di idee per nuove rune da usare su di noi ma anche su voi ragazzi. Visto che tra tre settimane ci sarà la convocazione per la verifica ad Idris tu e la mamma potreste chiedere al Conclave di effettuare il rituale in quell'occasione se lo riterrete opportuno. Nel frattempo ci rimettiamo al vostro giudizio.» Jace, Simon e John rimasero incantati nel vedere con quanta determinazione e serietà, le loro ragazze, erano questo ormai, avevano preso la proposta. Erano anche un po' preoccupati, loro in fondo già sapevano cosa voleva dire essere parabatai. Sapevano anche che il rapporto che si stava creando tra quelle tre era speciale e non avrebbero avuto problemi. Con le loro capacità combinate sarebbero state persino migliori di loro. Un grosso problema per l'ego maschile.

Terminata la colazione Magnus si congedò dal gruppo dicendo di avere degli affari da sbrigare come Sommo Stregone, salutò con un bacio Alec e sparì in un portale. Jocelyn e Luke avrebbero partecipato all'allenamento sia come supervisori che come insegnanti insieme ai Lightwood e a Jace.

«Ragazzi contro ragazze. Oggi faremo un combattimento a tutti gli effetti. Tutto è permesso, corpo a corpo, armi, magia e rune. In entrambi i gruppi ci sono due inesperti e anche se siamo più noi, voi avete dalla vostra magia e rune.» Detto questo Alec e gli altri si diressero verso la palestra per iniziare l'allenamento. Mentre camminavano nel corridoio, Jace e Isabelle si avvicinarono ad Alec e chiesero all'unisono:«Dormito bene fratellino?! Sei in forma stamattina. Ti sei "allenato" con lo stregone questa notte?!» Alec sentì il sangue affluire alle sue guance ma prima che potesse rispondere il biondo, vedendo il sorriso a trentadue denti della sorella e ripensando alla scena nel corridoio, le disse:«Che bel sorriso Isabelle, Simon deve essere stato molto bravo a prendersi cura di te stanotte, non deve averti fatto mancare niente.» Quel meraviglioso sorriso se ne andò esattamente come era arrivato, in fretta. Alec, nonostante non dovesse giustificarsi o dare spiegazioni a nessuno, rispose ai due dicendo:«Ho dormito molto bene, perchè è quello che abbiamo fatto dopo aver parlato molto, non che vi debba niente ma non è successo niente, ci siamo solo baciati e tenuti stretti quando ci siamo addormentati. Tu invece sorellina?! Non sapevo che avessi invitato qualcuno nel tuo letto.» Isabelle avrebbe potuto far credere qualsiasi cosa ai suoi fratelli ma per il rapporto che avevano optò per raccontare loro la verità:«Siamo proprio uguali fratellino, tra me e Simon non è successo niente ancora, avevo solo voglia di avere qualcuno accanto a me e visto che tu eri dal tuo stregone ho chiesto a lui. Ci siamo limitati a parlare e a baciarci, poi mi sono addormentata tra le sue braccia. Tutto qua.»

Arrivati in palestra i cacciatori e le cacciatrici decisero le armi che avrebbero utilizzato e si schierarono su due fronti contrapposti. Jocelyn e Luke si sarebbero schierati solo se lo avessero ritenuto necessario, per il momento decisero di fare da spettatori.

Perla, come al solito, decise di affidarsi semplicemente alla sua magia, Isabelle lasciò che la sua frusta si srotolasse dal suo braccio destro e Clary, oltre allo stilo, si munì di sei pugnali, che agganciò alla cintura delle armi che aveva indossato con la divisa. I ragazzi invece si erano tenuti sul classico, Jace e Jonathan avevano scelto le spade angeliche, Alec era rimasto fedele al suo arco mentre Simon aveva preferito la daga; riteneva che fosse un'ottima soluzione per evitare il contatto corpo a corpo e non aveva la lama troppo lunga per rischiare di rimanere con la guardia scoperta a distanza.

Le due coppie di parabatai si posizionarono gli uni davanti agli altri con John e Jace davanti, Simon e Alec a coprirgli le spalle mentre le ragazze formavano una sorta di triangolo con Isabelle in prima linea e Clary e Perla alle sue spalle.

Neanche il tempo di pensare che Jace e Jonathan, come i loro parabatai sapevano, erano partiti all'attacco senza considerare niente e nessuno.

Si erano gettati subito verso Isabelle che, con la naturalezza di sempre, aveva fatto schioccare la frusta intorno alle caviglie del Fairchild facendolo cadere in più nel frattempo era riuscita a schivare l'attacco del fratello. Alec e Simon invece, essendo sempre stati più riflessivi, stavano valutando l'idea di attaccare Clary, che delle tre sembrava la più vulnerabile, essendo inesperta nel combattimento e non avendo la magia dalla sua.

Mentre i ragazzi si ricompattavano e si scambiavano idee e strategie Perla sussurrò alle sue compagne d'armi:«Visto che Jace e John hanno provato ad attaccare direttamente e ti hanno trovato sulla loro strada, immagino che Alec e Simon andranno su Clary, delle tre può sembrare la più esposta e inesperta. Tuo fratello conosce la runa bloccante, ma potremmo sempre provare con una diversiva combinata con la mia magia dovremmo essere in grado di metterli al tappeto e dimostrare il nostro spirito di squadra.» Tutte e tre si guardarono e Clary disse:«Al momento ho bisogno che tu, Perla, privi Alec dell'arco, Izzy riesci a tenere a bada Jace?! Io proverò a rallentare mio fratello e Simon, mentre disegno la runa.» Le due ragazze annuirono e posizionandosi, pronte per l'attacco, fecero come avevano deciso. La maghetta fece subito sparire, con un gesto della mano, l'arco del Lightwood e, già che c'era, anche le armi degli altri, poi bloccò il moro. Clary lanciò un paio di pugnali in direzione del fratello e del suo parabatai inchiodandoli con la divisa alla parete e, mentre Izzy si occupava di Jace legandolo come un salame con la frusta, tirò fuori lo stilo dalla divisa per creare la runa diversiva.

In un attimo nella stanza si materializzarono diverse copie delle cacciatrici pronte a dar battaglia. Perla sbloccò Alec che andò a liberare dai pugnali Simon e John mentre Izzy lasciava andare Jace. Tutti recuperarono le proprie armi e le ragazze, con il favore della runa, iniziarono a fendere colpi contro i ragazzi, imitate anche dalle proiezioni.

Nonostante i quattro fossero fisicamente superiori, ancora una volta erano stati battuti in astuzia e adesso stavano pagando il fatto di averle sottovalutate. Le copie della maghetta sparivano e apparivano a piacimento colpendo con calci o pugni il costato di Jonathan e Alec, Jace doveva avere a che fare con le copie della rossa che oltre a lanciare pugnali lo colpivano a mani nude; per ogni pungnale schivato incassava sempre un colpo al braccio o alla gamba o all'addome. Le fruste delle altrettante Isabelle fendevano l'aria intorno a Simon impedendogli quasi tutti i movimenti, infatti riusciva solo a schivare le scoccate senza poter usare la sua arma.

Erano troppe e se volevano avere una possibilità di batterle dovevano contrattacare. Le ragazze e le proiezioni non davano assolutamente tregua e in nessun modo i ragazzi potevano capire la differenza. Pensavano infatti che se una proiezione veniva colpita questa spariva. Provarono a compattarsi e ad elaborare una strategia per diminuire il numero delle avversarie, se avessero continuato così avrebbero subito molti danni. Non c'era modo di essere sicuri di colpire una proiezione quindi se si fossero trovati davanti una delle ragazze l'avrebbero ferita. Non potevano neanche restarsene lì a subire come niente fosse. Alec e Jace, così come Isabelle, erano cacciatori esperti in confronto a Simon e a Jonathan ma al momento neanche questo dettaglio riusciva ad aiutarli a venir fuori da una situazione del genere. I ragazzi si posizionarono spalle contro spalle formando un cerchio, Alec lasciò l'arco e impugnò una spada angelica; cercavano contemporaneamente di difendersi a vicenda e menare fendenti per assottigliare il numero delle ragazze. Non essendosi tracciati nessuna runa prima dell'allenamento, dopo un paio d'ore si ritrovarono sudati e stremati, nonostante avessero dimezzato le proiezioni. Clary e Izzy vedendo i ragazzi in difficoltà chiesero loro:«Vi arrendete così presto?! E noi che pensavamo di essere sconfitte. Basta una vostra parola e Perla farà sparire le proiezioni e l'effetto della runa. Se dite basta potremmo anche pensare ad una ricompensa.» Alec fu il primo a parlare:«Io me ne tiro fuori, ho visto più che a sufficienza per ritenervi adatte a diventare parabatai e penso che anche Jocelyn e Luke siano d'accordo con me.» Jace guardò il suo parabatai, poi Jonathan e Simon e disse:«Che tipo di ricompensa?! Sono felice che siamo dalla stessa parte. Non vorrei mai essere nei panni del nemico contro voi tre. Cacciare tutti insieme potrebbe diventare una passeggiata.» Clary lanciò un'occhiata al fratello e poi in direzione della madre e prima che Izzy o Perla potesse rivelare qualcosa di più imbarazzante disse:«Se accettate la sconfitta poniamo fine all'allenamento così mamma e papà possono tornare a casa. Allora?!» E finita la frase ammiccò ai ragazzi. Simon lasciò cadere la daga, alzò le mani in segno di resa e disse:«Per oggi sono più che lieto di ricevere una lezione dalle ragazze. Ho bisogno di cure e di una doccia. Sono veramente ammaccato. Jace, John voi che avete intenzione di fare?!» così dicendo si rivolse ai due ragazzi che senza più l'appoggio dei parabatai dissero in coro:«Ok, d'accordo avete vinto, ma sarà la prima e l'ultima. Da domani ci impegneremo per battervi. Siamo a pezzi.» A quelle parole la maghetta fece sparire tutte le proiezioni e si avvicinò ai ragazzi per curare le loro ferite. Jocelyn e Luke rimasti ai margini della battaglia si guardarono e si trovarono d'accordo con Alec nel giudizio sulle ragazze. Salutarono i ragazzi e si congedarono per tornare a casa.

Una volta rimasti soli le ragazze andarono verso i propri ragazzi e mano nella mano sia avviarono verso le stanze. Il moro chiamò lo stregone chiedendo se avesse terminato di occuparsi degli affari e ricevendo una risposta positiva riattaccò il telefono. Avrebbe voluto che Magnus lo raggiungesse all'Istituto e passasse la notte lì, ma preferiva di gran lunga la privacy della casa di lui. Così chiese a Perla, prima che uscisse dalla palestra, se poteva mandarlo nel Loft. «Allora si può sapere adesso quale sarebbe questa ricompensa?! Per me era solo una scusa per farci arrendere.» Disse Jace con il suo solito tono ironico. Izzy, che tra le tre era la meno pudica, ridacchiando disse:«Ma come Jace, uno sveglio come te, non lo indovina proprio cosa possiamo offrirvi noi ragazze?! Eppure sembrerebbe così ovvio.» Contemporaneamente tre visi diventarono paonazzi e Perla, Clary e Simon abbassarono lo sguardo imbarazzati dalle parole di Izzy. Intuito il senso di quelle parole Jonathan guardò Jace che a sua volta squadrò Simon e poi puntarono i loro sguardi sulle rispettive sorelle. Prima che potesse nascere qualsiasi tipo di equivoco le ragazze si dileguarono nelle proprie stanze e andarono a farsi una doccia mentre i ragazzi scoppiavano in una risata fragorosa.

Magnus nel frattempo si era ritrovato Alec nel mezzo del salotto tutto sudato e con la divisa di allenamento che gli si appiccicava sugli addominali scolpendoli ancora di più. Se questo poteva essere motivo di attrazione irrefrenabile il fatto che fosse fradicio gli suggeriva che il suo Nephilim prima di qualsiasi cosa avesse bisogno di una doccia. «Scusami Magnus, so che avrei dovuto fare prima una doccia ma avevo voglia di vederti. Mi chiedevo se potessi farla qui e restare a dormire con te.» Il bacio che ricevette gli fece intuire che la risposta dello stregone fosse positiva. «Finchè non saprai di fresco e pulito, questo è tutto quello che otterrai da me.» Detto questo lo spedì verso il bagno con una pacca sul sedere. Mentre si dirigeva verso il bagno il Nephilim si voltò e fece segno allo stregone di seguirlo, quest'ultimo non se lo fece ripetere due volte. Mentre si accarezzavano e si spogliavano a vicenda Magnus aprì il getto dell'acqua, poi tornò con la bocca su quella del moro come se dovesse sparire da un momento all'altro e spostatosi sul suo collo lasciò una scia di baci fino al petto. Alec gli circondò la vita con le braccia e lo attirò ancora più verso di sè. Infilò un mano nei capelli dello stregone e l'altra alla base della schiena e una volta nudi entrambi lo trascinò sotto il getto dell'acqua calda. Continuarono a baciarsi e a mangiarsi con gli occhi finchè Magnus non prese spugna e sapone e iniziò a lavare il fisico statuario del suo cacciatore. Iniziò dalle spalle, scendendo lungo la spina dorsale e si soffermò per qualche secondo su quelle natiche che, a suo parere, erano meglio del David di Michelangelo, continuò il percorso verso le gambe per poi farlo voltare e risalire lentamente fino alla sua erezione. Per il momento non ci soffermò provocando un gemito frustrato nel suo compagno ma continuò a far scivolare la spugna su quella meravigliosa forma a V dell'inguine, sugli addominali, sui pettorali. E poi sbattendolo contro la parete della doccia lo baciò con una foga e una disperazione che non aveva mai provato prima. Fecero l'amore per la prima volta cullati dal calore dell'acqua che lambiva i loro corpi ansimanti e desiderosi di fondersi l'uno nell'altro. Ma non fu l'ultima quella notte. Alla fine stremati si addormentarono abbracciati cullati dalla forza e dalla sicurezza dell'altro. Nonostante tutto anche Alec aveva avuto la sua ricompensa.

All'Istituto di New York sei cacciatori si stavano rilassando tutti insieme, nella bibioteca, dopo la lunga giornata di allenamento. Dopo l'imbarazzo iniziale per la battuta di Izzy se ne stavano seduti sui divani vicino al camino parlando del più e del meno come normali adolescenti. La doccia li aveva ritemprati e grazie alle cure della maghetta i ragazzi non avevano nessun postumo. Le ragazze dal canto loro non mancavano nessuna occasione per far notare la propria superiorità in battaglia smontando l'enorme ego maschile. Ad un certo punto Clary chiese:«Perla che ne pensi della relazione tra Alec e tuo padre?! Non ti disturba il fatto che abbia più o meno la tua stessa età?!» Stringendosi vicino a Jonathan la maghetta scoppiò a ridere e rispose:«Se dovessi basarmi sulla reale età di mio padre, potrei vederlo bene solo con vecchi centenari. Comunque sia sono felice se lui lo è e sono convinta che Alec è quello che vuole. L'unica cosa che mi preoccupa è che non sono più libera di apparire a casa senza il rischio di incappare in uno dei due nudo. Non conosco molto bene Alec ancora ma di sicuro conosco mio padre e credetemi il rischio è molto alto.» Mentre la maghetta parlava Isabelle si era avventata sulla bocca di Simon e in quel momento stava riservando agli altri quattro un certo spettacolo tanto che John intervenne dicendo:«Ragazzi se non riuscite a starvi lontani prendetevi una stanza. Ah già... ne avete una ciascuno... usatela per l'Angelo!! Tutti siamo adolescenti con le tempeste ormonali in atto, ma in compagnia un po' di contegno. Se non potete farne a meno andate e ci vediamo domattina. Penso di parlare anche a nome degli altri quando dico che la temperatura qua dentro è già abbastanza alta.» Simon e Isabelle si staccarono un momento, arrossirono e alzandosi dal divano diedero la buonanotte agli altri. L'attrazione tra di loro era palpabile e se Jonathan non fosse intervenuto avrebbero dovuto lasciarli da soli nel giro di pochi minuti. Una volta lasciata la biblioteca Simon prese in braccio Izzy, cogliendola di sorpresa, e la portò nella sua stanza lasciandola, solo per adagiarla sul letto. In men che non si dica lui era sopra di lei e le stava baciando la tempia, la guancia, il collo con lei che s'inarcava sotto di lui perchè non smettesse quella lenta e piacevole tortura. Gli sfilò la maglietta e lasciò che le sue mani vagassero sulle sue spalle larghe, la sua schiena scolpita per poi toccare, saggiare i suoi favolosi pettorali e addominali sodi e ben definiti. La sensazione delle mani di lei su di sè provocò in Simon un brivido di eccitazione mai provato con nessuna delle altre, non era solo sesso era molto di più. Continuando a baciarla le sfilò la canotta e i pantaloni lasciandola in intimo, le baciò la clavicola, la curva del seno, il fianco prima che lei lo riportasse sulla sua bocca, baciandolo con foga e mordicchiandogli il labbro inferiore.

Anche gli ultimi indumenti finirono sul pavimento insieme agli altri dando la possibilità ai ragazzi di scrutarsi a vicenda e di godere di quei corpi che avrebbero, ben presto, imparato a conoscere. Nonostante non fosse la prima volta per nessuno dei due in quel momento entrambi si sentirono come se lo fosse, le avventure precedenti erano durate solo una notte e non c'era niente a legare i corpi, questa volta tutto sarebbe stato diverso a cominciare dalle sensazioni che avrebbero provato. Era sempre stata lei a condurre il gioco stando sopra ma questa volta voleva godersi il momento e sentire quel corpo su di sè, ogni tocco di Simon era come una boccata di ossigeno, non poteva farne a meno. Cullata da queste emozioni e sensazioni non potè far altro che inarcare il bacino per andare incontro a quello di lui e accoglierlo dentro di lei. Fu un attimo intenso e meraviglioso che sarebbe culminato con l'unione di due corpi, due anime, due cuori.

Anche Jace, Clary, Jonathan e Perla lasciarono la biblioteca e dopo essersi dati la buonanotte si recarono nelle proprie stanze. Il Fairchild si stava rilassando sul letto leggendo un libro quando all'improvviso si ritrovò la maghetta davanti, in canotta e pantaloncini, apparsa dal nulla che gli disse sorridendo:«Ho pensato che ti avrebbe piacere ricevere il premio per esserti arreso alla superiorità del potere femminile.» Il Fairchild sorrise a sua volta e le rispose:«Sei una vera forza della natura maghetta, non potevo pensare a parabatai migliore insieme a Isabelle per mia sorella, per fortuna che siamo dalla stessa parte altrimenti avremmo avuto a che forte con avversarie potenti.» Si alzò dal letto avvicinandosi a Perla e guardandola con sguardo malizioso continuò:«Ma tornando a noi, quale sarebbe questo premio?!» La maghetta fece un girò su stessa e s'indicò da capo a piedi poi colmò la distanza che li separava ancora e baciò il suo cacciatore con dolcezza e sensualità infilando una mano nei suio capelli e l'altra sul petto come a saggiare la solidità di quel corpo statuario. Lui, dal canto suo, la prese in braccio e la portò con sè sul letto imprigionandola con il suo corpo sotto di sè e accarezzandola ovunque. La dolcezza e la lentezza di quelle carezze provocò in Perla brividi di piacere che andarono concentrandosi nel basso ventre dando viti a gemiti e sospiri sommessi. Con un gesto della mano fece sparire il primo strato di vestiti lascindo ad entrambi nient'altro che l'intimo.

Jace, potendo solo immaginare quello che stesse facendo la sorella, avvertiva una sorta di nervosismo che si costrinse a scacciare. Si stese sul letto con le braccia sotto la testa fissando il soffitto e pensando a quella chioma rosso fuoco e a quegli splendidi occhi verdi che desiderava ardentemente avere lì con sè. Come ad esaudire i suoi desideri qualcuno bussò alla porta e dopo aver invitato quel qualcuno ad entrare sul suo viso si allargò un enorme sorriso appena vide che quella persona era proprio la sua, ormai, Clarissa.
«Stavi dormendo? Non volevo disturbarti, avevo solo vogia di vederti.» sussurrò lei abbassando gli occhi e arrossendo lievemente. Lui saltò giù dal letto e la raggiunse in un attimo prendendole le mani e rispondendole:«Non mi disturbi affatto, stavolo solo pensando che ti volevo qui con me e come per magia sei apparsa.»
Le mise una mano intorno alla vita, l'attirò verso il suo petto e dopo averle sollevato il viso la baciò. Un bacio dolce e innocente in principio ma che subito assunse toni sensuali e bollenti con lei passava le mani sul petto e la schiena nuda di lui tracciando i contorni dei marchi, perdendosi nella sua bocca e giocando con la sua lingua. Lui che invece la teneva stretta a sè come se volesse fonderla con se stesso e nel frattempo le sfilava l'abitino verde come si suoi occhi e la lasciava in intimo. Avrebbero eliminato tutte le barriere di stoffa in un attimo se lei non si fosse fermata chiedendo:«Dimmi che hai delle precauzioni, perchè sappi che non ho nessuna intenzione di andarmene da qui senza aver fatto l'amore con te.» A quelle parole, il basso ventre di lui fremette ma contemporaneamente si battè una mano sulla fronte rispondendole:«Purtroppo no. Mi dispiace.» Lei sorridendo maliziosamente ribattè:«Non dispiacerti, abbi pazienza e aspettami qua. Ci metto un secondo.»

Dovendo interrompere per mancanza di precauzioni Clary si rivestì in fretta e senza bussare o facendo attenzione ai rumori provenienti dalla stanza aprì la porta e si trovò davanti Perla e suo fratello mezzi nudi. Avevano avuto la stessa idea. Con un mano sugli occhi e paonazza in viso si rivolse al fratello dicendo:«Oddio John scusami, immagino che abbiamo avuto tutti la stessa idea, sono qui per questo. Non è che per caso ti avanza un profilattico in più?! Jace non ne ha.»
Perla non sapeva dove guardare e sarebbe sparita volentieri se John non l'avesse trattenuta. Il Fairchild lanciò uno sguardo truce alla sorella che non potè vederlo e tagliente le rispose:«Non si usa bussare?! SCUSA COSA HAI DETTO?! PENSI CHE TE LO LASCERÒ FARE?! SEI SOLO UNA RAGAZZINA?!» La rossa tolse la mano dal viso e guardando dritto in faccia John disse:«Perla ha la mia stessa età e non mi sembra tu ti stia facendo degli scrupoli, e poi scusa non è meglio che sia venuta a chiedere proprio a te precauzioni?! O vuoi diventare zio a diciotto anni?! Eddai su non fare così.»
Con una calma quasi glaciale il fratello si alzò dal letto aprì il cassetto del comodino e le porse la bustina avvertendola:«Non ho nessuna intenzione di sapere cosa fai con Jace, è la prima e ultima volta. La prossima volta vedete di procurarveli. E ora fuori, ho una ricompensa da ricevere e immagino che lo stesso valga per il biondo.»
Detto questo accompagnò sua sorella fuori dalla stanza e tornò a dedicarsi alla sua maghetta. Adorava il rossore che colorava le sue guance, tornò a stendersi sul letto vicino a lei e le sussurrò mordicchiandole l'orecchio:«Dove eravamo rimasti?!»
Lei non si fece pregare oltre, lo attirò sopra di sè fece sparire gli ultimi brandelli di stoffa con l'aiuto della magia e insieme si persero nel calore di quell'amore che stava sbocciando per tutta la notte.

Poco lontano anche una coppia di ragazzi, biondo lui e rossa lei fondevano i loro corpi, saziando le proprie anime e alimentando la scintilla di un nuovo amore.

   
 
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