Tela, pennello e colore
Pictor classicus
Caro
Herakles,
come
vanno le cose? Stanno bene i gatti? Spero tanto di sì.
Ero
stanco di Torino e dell'Italia e ho preferito seguire Andrea a
Parigi. Mi trovo molto bene qui. Dopo la mostra al Salon d'Automne ho
presentato altri tre quadri al Salon des Indépendants e ho
conosciuto un altro pittore. E' spagnolo, viene da Barcellona, e si
chiama Pablo Picasso. Grazie a lui mi sono inserito in una piccola
cerchia di amici, tutti pittori come me. Parigi è un
crogiolo di
artisti da tutta Europa. Ci sono francesi, italiani, spagnoli; so che
c'è persino un giapponese, Pablo è suo amico.
Mi
trovo molto bene qui. Sto lavorando ad un nuovo quadro in questo
periodo. S'intitola "Le muse inquietanti", appena lo avrò
finito gli farò scattare una foto e te la spedirò.
Il
mal di testa continua a darmi il tormento. Spero di trovare qui a
Parigi qualcosa che lo allevi almeno un po'.
Adesso
ti lascio, sai che non sono mai stato bravo a scrivere lettere.
Con
affetto,
G. De Chirico, pictor classicus
Pictor classicus. Sempre quel buffo modo di firmarsi che a lui piaceva tanto. Non riusciva proprio a farne a meno, nei quadri come nelle lettere.
Herakles sorrise e richiuse accuratamente la lettera, per poi posarla nella scatola di legno dove conservava tutte le altre. Erano diventate parecchie e il coperchio si chiudeva a malapena. La maggior parte erano state imbucate in Italia.
Era strano come, pur avendo entrambi i genitori italiani, Giorgio fosse legato a lui. Lo trovava commovente. Le lunghe ore trascorse a parlare di miti e filosofia, Herakles le ricordava bene. Seduti su una collina terrosa o su una spiaggia assolata, oppure sotto un albero quando il sole si faceva troppo forte.
Se n'era andato presto, Giorgio, già dal 1906 era a Milano. Aveva iniziato da allora a spedirgli una lettera al mese e non aveva mai smesso. Arrivavano con una cadenza perfetta e regolare, salvo imprevisti legati alle poste. Ora la scatola di legno in cui Herakles le custodiva strabordava di undici anni di epistole. Erano tutte abbastanza brevi ed essenziali, ma per lui erano più eloquenti di un discorso.
Herakles si sedette al tavolo. Senza pensare afferrò la carta e la penna e inizio a stendere una risposta.
Finalmente
ce l'ho fatta!
Ok,
prima che iniziate a protestare e a dire: “Eh, ma De Chirico
era
italiano!” vi dico subito che sì era italiano nato
a italiani, ma
era pure nato a Volòs, in Tessaglia. E dato che pittori
greci di
fatto non ce ne sono ho colto al volo l'occasione e ho sistemato la
questione di Grecia.
La
prossima shot sarà su Svizzera. A presto!