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Autore: MorganaLuce    15/05/2014    1 recensioni
Sto ritrovando caratteri presenti nel vecchio Peeta e che credevo fossero persi per sempre dopo il depistaggio e questo non fa altro che riaffiorare le mie speranze di riaverlo del tutto indietro, ma già che rimanga a dormire con me senza tentare di soffocarmi col cuscino durante il sonno è un buon segno. Osservo le sue labbra e mi accorgo che mi mancano, mi mancano i suoi baci di cui mi priva ma che prima mi donava generosamente, mi mancano persino i baci dal sapor salato e bollenti dalla febbre nella grotta dell'arena.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Ranuncolo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capelli raccolti, tailleur beige e figura giovanile; così il presidente Paylor si presenta ai nostri occhi. Subito dietro di lei: Plutarch Heavensbee, suo segretario della comunicazione, che mi sporge un gran sorriso. E' passato così tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti e non nelle migliori circostanze. Sento la mano destra di Peeta che cerca la mia e io la stringo. E' irrigidito, sento dalla sua stretta che trema. Mi giro verso di lui e vedo che il suo torace si gonfia e si risgonfia dai respiri profondi che sta prendendo, non dev'essere semplice per lui rivedere volti che non vedeva dalla rivoluzione, la cosa deve turbarlo. Gli carezzo il braccio in modo da calmarlo e farlo rilassare un po. Anche se sono impaurita dal fatto che Peeta finga solo di amarmi come una volta, il mio tocco lo rassicura e il tremore diminuisce. Ci sediamo tutti e la conversazione parte chiara e senza indugi. -Come ben sapete questo non è un compito semplice per me. Dare conferma o no per un'atrocità simile è devastante per la mia psiche, ma è mio dovere e non posso tirarmi indietro. Certo, se dipendesse esclusivamente da me, porrei subito fine ad ogni singola forma di Hunger Games- sospira prima di rincominciare a parlare.-Ma purtroppo Alma Coin era astuta, piuttosto astuta, direi quasi un'astuzia alla Snow.- -Che significa?- la interrompo io. -Katniss, la Coin, come te lo posso spiegare, aveva bisogno di legittimare per iscritto l'accordo preso con i vincitori. Voi... avete firmato, per caso, qualche documento che approvasse lo svolgimento dei giochi?- riprende Plutarch. In sala solo silenzio per l'ultima domanda, lancia un'occhiata alla Paylor e continua la sua spiegazione. -Come immaginavo. Abbiamo ritrovato un documento con la firma del presidente Coin, nella quale dichiara irrevocabile l'iniziativa degli ultimi Hunger Games per i bambini di Capitol City. E inoltre dichiara che un documento con le firme dei vincitori, in accordo con lei, fosse in suo possedimento esclusivo, situato in un posto di sola sua conoscenza. Ora, Katniss, so che quando hai scoccato quella freccia verso Alma Coin non eri del tutto lucida, ma ti assicuro che ci hai inconsciamente salvati da un'altra eventuale dittatura.- Faccio un cenno incerto con la testa per ringraziare, ma non son sicura che ci fosse qualcosa da ringraziare, in ogni caso risponde al mio gesto. Guardo di sfuggita Effie, sembra sconcertata, ora che è senza tutta quella tinta in vivo, riesco a riconoscere meglio le rughe di espressione. -Perchè avrebbe dovuto farlo?- chiede Peeta. -Cioè, aveva già avuto la risposta che si aspettava.- -Come ho già detto era astuta e a quanto pare voleva questi ultimi giochi quasi in maniera maniacale. Sapeva che i venti sarebbero cambiati e che per voi rivedere ciò che avete vissuto in passato non sarebbe stato semplice e probabilmente vi sareste quasi dimenati per rimangiarvi la parola e fermare i giochi.- -Si aspettava davvero tutto questo? E' assurdo.- dico. -Davvero credevate che la sua proposta fosse messa così su due piedi in poco tempo?- dice Plutarch con un sorrisetto sbilenco e la Paylor continua: -Progettava questi giochi da prima della ribellione e anche prima dell'Edizione della memoria.- Si gira improvvisamente verso Gale che le porge una cartella blu e lei a sua volta la porge verso di noi. Peeta la apre, mostrando il suo contenuto. Un documento plastificato contraddistinto con l'inconfondibile stemma dorato della capitale in alto al centro del foglio; in basso a sinistra la firma scritta chiaramente da una penna stilografica della Coin, piano piano leggo le parole battute a macchina. Provo un senso di disgusto. Nel documento ci sono i nomi e foto di figli, nipoti di importanti esponenti politici sostenitori di Snow, riconosco i cognomi; e le coordinate per raggiungere una certa località, ma non riesco a leggere di che luogo si tratti perchè distolgo lo sguardo dal documento per concentrarlo in un altro che Peeta tiene in mano. C'è solo un progetto. E' un'arena. In un angolo del foglio ci sono le stesse coordinate del foglio precedente e anch'esso è munito di stemma. La situazione prende improvvisamente un senso. -Non capisco. Tutte le arene sono state distrutte, no?- dico. Plutarch non si leva quel sorrisetto sbilenco e annuisce. -Tutte quelle segnalate dal Distretto 13. Le posizioni delle arene sono sempre state ignote, fino a quando qualcuno del 13 non si è infiltrato abilmente negli uffici segreti nella Capitale e ha fornito ai ribelli, o almeno al capo dei ribelli del 13, le coordinate per raggiungerle. E' così che si scoperto dove si trovava quella usata nell'Edizione della Memoria.- -Credevo fossi stato tu, in quanto stratega, ad aver fornito loro il punto in cui si trovava l'arena.- dice Peeta con aria interrogativa. -Quando sono stato nominato stratega, Snow faceva fatica a fidarsi persino di se stesso, data l'aria di ribellione che tirava.- si fa serio Plutarch. -Ognuno era ai ferri stretti per cui ogni contatto esplicito con i ribelli sarebbe stato fatale per me, non credi? Quando ho saputo quale arena si voleva usare per i giochi, l'ho segnalato ai ribelli, attraverso un certo codice, a mio rischio e pericolo.- -Quindi Alma Coin non vi ha mai rivelato le posizioni?- dico. La Paylor e Plutarch fanno cenno di no con la testa. Era talmente sicura della riuscita della rivoluzione che aveva giù progettato la sua vendetta. Era una donna sicura, sapeva ciò che voleva, non la si prendeva in giro, e questo me l'ha dimostrato da subito. -Quando avete ritrovato i documenti?- chiedo. -Meno di un mese fa. Li abbiamo controllati e ricontrollati per avere la certezza del loro significato e cercando disperatamente lacune. Non abbiamo trovato nulla, purtroppo.- risponde la Paylor. Peeta ripone la cartella sul tavolo e Paylor la restituisce a Gale, freddo, come al solito. -Credevamo che bastasse un semplice "no" per porre fine alla situazione, poi ci siamo ritrovati tra le mai questo.- la sala cala in un silenzio gelido. Tutti hanno già capito qual'è il responso. -Non possiamo fermare i giochi.- dice gelidamente la Paylor. Peeta sospira e si gira verso la finestra. -Mi dispiace, ragazzi.- dice Plutarch. Mi dispiace per Peeta e per Effie che sembrano distrutti dalla notizia, ma io rimango dello stesso parere della riunione dei vincitori al Distretto 13, questi giochi si faranno, per Prim. Voglio che soffrano quanto ho sofferto io nel veder assassinare mia sorella. Voglio che soffrano come le famiglie dei tributi al suono del cannone e davanti all'immagine delle salme dei loro figli uccisi. Voglio che impazziscano come Annie, che si diano all'alcool come Haymitch, voglio che sentano il dolore delle torture di Peeta, che non riescano a riconoscere i loro amati e che tentino di ucciderli brutalmente con le loro stesse mani. Devono sentire quello che ho sentito, quello che mi hanno fatto provare a sedici anni nell'arena, a diciassette durante la guerra e adesso, a diciott'anni voglio la mia dovuta giustizia. Sento la rabbia scorrermi nelle vene, sono assetata di vendetta, il fuoco che avevo dentro si sta riaccendendo, ma le fiamme si affievoliscono non appena i miei occhi incontrano l'azzurro di quelli di Peeta. Mi accorgo di stringergli troppo forte la mano e allento la presa. Mi calmo. _______________________________________________________________________________________________________________________________________________ Note dell'autrice: So cosa pensate. Katniss è una rancorosona di merda, scherzo! Suvvia, dopotutto gli hanno solo ucciso la sorella, l'unica amica che aveva, le hanno depistato il ragazzo che ama, spezzato l'esistenza, ma che sarà mai. Ecco, dato che sono sadica volevo non solo deliziarvi dell'assidua presenza di Gale "Sòfreddosòbellosòfotomodello", ma anche farvi bruciare gli occhi alla lettura del nome "Alma Coin" che anche da crepata deve farsi sopportare. Mentre leggevo Mockingjay mi saliva un nervoso assurdo ogni volta che diceva qualcosa. L'odio. Ma nonostante ciò dovevo per forza inserirla nella storia, è una spina nel fianco troppo dura da togliere. Bueno, sperando che il capitolo sia stato di vostro gradimento, vi invito a recensire in tanti. Accorrete, accorrete! P.S. Non so voi ma a me sto sito (mi riferisco a questo: http://www.thehungergamesexclusive.com/intl/it/1) sta letteralmente portando al tilt totale. A proposito, sostengo che Julianne Moore sia davvero una bomba come Presidente Coin. Se prima l'amavo incondizionatamente, dopo aver visto il film la detesterò a morte, credo. Per non parlare delle BTS (Behind the scene) dell'attacco di Peeta a Katniss. Fottuti FEELS, ce ne sono troppi, non va bene, non fa bene alla salute. Ma, okay mi sto dilungando troppo, vi saluto e vi ringrazio. Kisses!
  
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