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Autore: Despicable Meggs    16/05/2014    5 recensioni
"Erano ritornati a casa con la figlia il giorno dopo Natale.
Quell'anno avevano passato le feste nel modo migliore. Loro due, nella loro casa con la loro bambina"
Questo è il seguito della mia FF "Per una riga in più..."! :D
Vedremo Tony e Ziva alle prese con la loro nuova vita da genitori, dopo la nascita della loro primogenita Amira!
Tanto Fluff e tanto TIVA family! Spero vi piaccia! Enjoy! :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Day with Mommy

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Ziva era già oltre il settimo mese di gravidanza e, insieme a Tony, aveva deciso che era meglio per tutti se rimaneva a casa in maternità.
Non che non fosse più in grado di lavorare. Ma iniziava a stancarsi in fretta nonostante svolgesse quasi solo lavoro di scrivania. In più avevano da occuparsi anche di Amira che era probabilmente la bambina più attiva del paese.

Così avevano deciso che Ziva sarebbe rimasta a casa a riposarsi mentre Tony andava al lavoro e Amira andava a scuola.
Ma quella mattina i programmi cambiarono.

Tony si alzò e, come ogni giorno, lasciò a letto Ziva e andò a svegliare la figlia. Avrebbero fatto colazione assieme poi Tony l'avrebbe lasciata a scuola e Ziva sarebbe andata a prenderla nel pomeriggio.
Questa era la loro routine dell'ultimo periodo, ma quella mattina Amira non era d'accordo.

"Sveglia ranocchietta" le disse Tony.
"No... Voglio fare la nanna" si lamentò Amira.
"Ma come, non vuoi andare a giocare con i tuoi amici?" chiese lui per invogliarla ad alzarsi.
"No. Voglio stare a casa con la mamma" rispose lei aprendo gli occhi e guardando il padre.

Tony sospirò, non era la prima volta che succedeva ma di solito riusciva a convincerla ad andare a scuole.
Insistette un paio di volte ma questa mattina Amira sembrava non voler cedere. Così decise di prenderla e portarla a far colazione, poi avrebbe pensato a come fare per convincerla ad andare a scuola.

"Ti prego papà, voglio stare con la mamma. Solo per oggi" lo implorò lei seduta al tavolo.
"Amore, sai che la mamma deve riposare e tu devi giocare" le rispose lui mentre preparava la colazione.

Amira non rispose, cosa di cui Tony si meravigliò. Ma pensò che forse era riuscito a convincerla.

"E poi oggi pomeriggio la mamma ti verrà a prendere e sono sicura che dopo giocherete assieme..." disse voltandosi con i piatti in mano.

Solo allora si accorse che Amira era sparita, non era più seduta. Capì immediatamente dove potesse essere e si maledisse per non averla sentita alzarsi. Sua figlia aveva sicuramente ereditato le doti da Ninja silenziosa dalla madre.
Appoggiò i piatti sul tavolo e andò in camera da letto.

Amira si era alzata dalla tavola ed era corsa in camera da Ziva. Voleva restare con lei, quel giorno, e non aveva intenzione di mollare.
Quando Tony entrò in stanza la vide abbracciata alla madre, che piangeva.

"Che succede, cucciolo?" chiese Ziva preoccupata. Era stata svegliata dalla figlia che saliva sul letto e l'abbracciava mezza disperata.
"Non stai bene, Amira?" aggiunse sentendole la fronte.
"Voglio stare con te" rispose la bambina abbracciando la madre ancora più forte.

In quel momento entrò Tony.

"Zee, mi dispiace che ti abbia svegliato. Ora la porto subito di là" disse cercando di prendere in braccio Amira.
"No, lasciami con la mia mamma!" gridò lei.
"Amira, la mamma deve riposare. È ancora presto per lei per alzarsi" le spiegò lui.
"Hey, Lasciala Tony. Sono incinta non in punto di morte" rispose Ziva.
"Perché non vuoi andare a scuola oggi?" aggiunse rivolta ad Amira.
"Perché voglio stare a casa con te" rispose lei.
"Ma a scuola ti divertirai molto di più" provò a dire Ziva.

Amira fece cenno di no con la testa.

"Solo per oggi mamma, ti prego" implorò Amira.

A quel punto Ziva cedette. Probabilmente erano gli ormoni, ma non poteva vedere la figlia così disperata solo perché voleva stare a casa con lei.
Di comune accordo decise insieme a Tony che solo per quel giorno Amira sarebbe rimasta a casa con lei.

Tony le lasciò entrambe a letto mentre si preparava per il lavoro. Quando tornò dieci minuti dopo per salutarle le trovò entrambe già addormentate, ancora abbracciate.
Diede un bacio ad entrambe ed uscì di casa.

Erano quasi le dieci e mezza di mattina quando Ziva si svegliò, sentendo una leggere risata. Quando aprì gli occhi vide sua figlia, con la testa appoggiata sulla sua pancia che rideva.

"Che fai, tesoro?" le chiese accarezzandole i capelli.
"Il bambino che hai dentro la tua pancia da dei calci e io posso sentirli" spiegò lei mentre muoveva le mani sulla pancia di Ziva.
"Si, li sento anche io" rispose Ziva aggiungendo anche la sua mano sulla pancia.
"Da quanto sei sveglia?" chiese alla figlia.
"Da un po'... Ho fame" disse Amira.
"Potevi svegliarmi se avevi fame, piccolina" rispose Ziva.
"Papà ha detto che dovevo lasciarti dormire" disse lei.

Ziva sorrise. Poi si alzò e in qualche modo riuscì a prendere Amira in braccio. La pancia era ingombrante e iniziava ad essere difficile prendere la figlia.
Fecero colazione assieme poi Ziva decise di portare Amira al parco qualche ora. Anche se iniziava a fare freddo voleva che la figlia giocasse un po'.
Siccome erano fuori decisero di pranzare al super mercato e tornarono a casa nel primo pomeriggio.
Ziva si meravigliò di quanto poco fosse stanca anche se quel giorno, a differenza delle altre mattine, non era rimasta a casa a fare delle semplici faccende domestiche.

Quando rientrarono decisero di mettersi sul divano a leggere un libro. Amira era cresciuta e Ziva le stava insegnando a leggere le parole più facili.

"Mamma" disse improvvisamente Amira.
"Quando mio fratello o mia sorella nascerà, tu mi vorrai ancora bene?" aggiunse.

Ziva chiuse il libro e si voltò per parlare con la figlia. Si era meravigliata che in tutto quel periodo Amira non avesse ancora fatto quella domanda.

"Tesoro, certo che ti vorrò ancora bene. Sei la mia bambina" rispose Ziva.
"Ma quando nascerà tutti saranno interessati a lui o lei e non vorranno più me" disse Amira.
"Non è vero... Non le devi nemmeno pensare queste cose. Mamma e papà ti vorranno sempre bene. Anzi, tu mi dovrai aiutare. Mamma sarà stanca e il bambino sarà piccolo e avrà bisogno di te" le rispose Ziva.

Amira annuì soddisfatta.

"Mamma... Quanto piccolo?" chiese curiosa.
"Mmm... Ho un'idea, aspetta qui" disse alzandosi e tornando poco dopo con in mano un album di foto.

Era l'album che aveva fatto per Amira. C'era tutto, dalle prime ecografie alle foto più recenti.

"Ecco, vedi. Questa eri tu il giorno che sei nata" le disse indicando una foto.
"Oh... Ma ero... Strana. Mamma perché la mia pelle era così?" chiese lei confusa.
"Tesoro, tutti i bambini quando nascono sono così. È normale" rispose Ziva ridendo.

Rimasero sul divano un bel po' a sfogliare tutto l'album. Poi, sotto richiesta di Amira, fecero insieme i biscotti che piacevano a Tony.
A fine pomeriggio, poco prima che Tony rientrasse, Amira era sdraiata sul divano e si era addormenta mentre Ziva era in piedi davanti alla finestra a guardare la strada.
Stava bevendo una tazza della sua tisana preferita mentre aspettava che tornasse Tony. Non aveva dovuto preparare la cena perché Tony aveva promosse che sarebbe passato a prendere una pizza per tutti.

Quando Tony rientrò notò un certo silenzio in casa. Entrando in salotto vide la figlia dormire e Ziva alla finestra. Con una mano si accarezzava il ventre mentre con l'altra teneva la tazza.
Lui si avvicinò lentamente, pur sapendo che Ziva lo aveva sentito, e l'abbracciò da dietro.

"Bentornato, amore" gli disse voltandosi a baciarlo.
"Tutto bene oggi?" chiese lui mettendo anche la sua mano sulla pancia di Ziva.
"Benissimo. È stata un bella giornata" rispose lei.
"Bene" disse lui dandole un altro bacio.
"Sbaglio o sento odore di biscotti?" aggiunse.
"Amira ha voluto farli per te. Fingiti sorpreso quando te li porterà" rispose Ziva.
"Ovviamente. Vedo che lei è stanca, ma tu no" disse Tony mentre appoggiava la tazza che Ziva aveva in mano su un tavolino e l'abbracciava.
"Non sono stanca per nulla... Anzi, penso mi abbia fatto bene passare un'intera giornata con lei" ammise Ziva.
"E io che pensavo di trovarti distrutta" scherzò Tony.
"È stata brava... Tony, mi ha chiesto se le vorremmo ancora bene quando nascerà" confessò Ziva.
"Oh... Sapevamo che sarebbe successo. Glielo hai spiegato?" rispose Tony abbracciandola di nuovo.
"Certo... È ha capito che le vorremo bene come adesso. Però penso che dovremmo farle passare altre giornate come questa prima che scada il termine della gravidanza... Dopo per un po' non potremo" disse lei.
"Forse hai ragione" rispose baciandola.
"Che dici, svegliamo Amira e mangiamo? O la pizza si raffredderà" aggiunse.
"Assolutamente, anche perché muoio di fame" rispose Ziva.
"Non avevo dubbi, occhioni belli" concluse Tony.

Cenarono e Tony mangiò anche i biscotti che Amira aveva preparato per lui.

"Allora me lo dite, per favore? Avrò un fratellino o una sorellina?" chiese Amira.
"Non lo sappiamo amore, te lo abbiamo spiegato" le disse Tony.
"Ma papà! Io lo voglio sapere" si lamentò lei.

Tony e Ziva avevano deciso che questa volta non avrebbero chiesto il sesso del bambino. Volevano che fosse una sorpresa. Per quello durante tutto il tempo della gravidanza avevano discusso i nomi decidendone uno maschile e uno femminile.

"Mi dispiace, dovrai aspettare" le disse Ziva.
"Ok..." rispose Amira rassegnata.
"Va bene, andiamo a lavare i denti e ti metto a letto signorina" disse Tony all'improvviso prendendola in spalla e portandola in bagno.
"Mamma! Guarda come sono in alto" gridò mentre Tony la portava via.
"Lo vedo! Attenta a non sbattere la testa sul soffitto" scherzò lei.

Un paio di ore dopo erano anche loro a letto.

"Tutto bene al lavoro?" gli chiese Ziva.
"Si... Ma mi siete mancati" rispose Tony.
"Sai Ziva, sei veramente splendida quando sei incinta" aggiunse mentre la coccolava.
"Vorrai dire grassa" ridacchiò lei.
"Guarda che non scherzo, occhioni belli" disse lui serio.
"Ok... Quindi cosa hai intenzione di fare? Mettermi incinta all'infinito?" chiese lei ironica.
"Mmm... Non è poi una brutta idea. È anche divertente" disse lui baciandola.
"La parte che fai tu è divertente e piacevole. I restanti nove mesi lo sono un po' meno per me" rispose.
"È il prezzo da pagare per avere dei bambini belli come quello che generiamo noi" disse Tony orgoglioso.
"Su questo hai ragione" ammise Ziva.
"Ma ora non è tempo per pensare ad altri figli, devo ancora partorire questo. Cosa ne dici invece di dormire?" aggiunse.
"Penso sia una buona idea. Ma dormo solo se mia dai il bacio della buona notte" rispose Tony.
"Mmm solo perché ti amo. E perché prima di dormire ti alzerai e mi porterai un po' di cioccolata" disse Ziva.
"Oh, Zee! Ancora? Hai mangiato per un reggimento oggi, come fai ad avere ancora fame?" commentò Tony.
"Allora niente bacio" disse Ziva fingendosi offesa.
"Corro, torno subito con la cioccolata" rispose Tony alzandosi e andando a cercare ciò che Ziva desiderava.

Lei rise, sicuramente questo era un dei lati belli della gravidanza. Vedere Tony correre ovunque per lei.
















Angolo dell'autrice:

Ciaooooooooo :)
Allora come va? Siete pronti? Siamo alla fine anche di questa storia! -1 capitolo alla fine!
LOL vi lascio in sospeso fino all'ultimo sul sesso del bambino. Si sono cattiva XD AHAHHAH

Questo capitolo mi andava di farlo molto versione mamma-figlia, perché secondo me Ziva sarebbe una mamma perfettissima awwwwww *---*

Non ho molto da dire, perciò vi lascio in pace! XD

A presto!!!!
Baci, Meggie.

P.s.: per le storie a cui di solito lascio recensioni: non mi sono scordata di voi, è che in questi giorni sono un po' impegnata! Vi scriverò al più presto XD 
  
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