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Autore: Hermit_    16/05/2014    2 recensioni
-Cosa vuoi esattamente?- Chiese il signor Swan,ancora terrorizzato di fronte a Edward che sghignazzò impercettibilmente.
-Tua figlia.- 

Bella non è una ragazza normale,è speciale.Ha dei poteri soprannaturali molto utili ad una banda di Vampiri.
Il signor Swan ,nonchè padre di Bella ,dopo un contratto con questi vampiri è costretto a cedere la propria figlia nelle mani dei Vampiri,capitanati da Edward Cullen.
Cosa nascerà tra i due esseri immortali? Sarà l'inizio di una grande storia d'amore ?
...
REVISIONATO FINO CAPITOLO 3
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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LOVE CONTRACT


                Capitolo tredici



Se volete rinfrescarvi la memoria riguardo a quello che era successo tempo fa tra Rosalie ed Emmett potete rileggere il CAPITOLO 7. Ah,vi avverto che questo sarà un capitolo di "passaggio" tra Edward e Bella, tranne per i loro sentimenti.
Ci sentiamo di sotto! Ciao!





Era mattino. Bella si risvegliò di colpo e ancora assonnata guardò la sveglia sul comodino. Le 4.15.
Era incredibile come non riuscisse a dormire da giorni; aveva delle occhiaie profonde ed era dimagrita parecchio. Era sempre più sciupata.
Si alzò dal letto sbuffando e andò in cucina. Nella sua vecchia cucina. Eh sì, dopo di aver salutato Edward in quella maniera distante e frettolosa si era precipitata da Alice,chiedendole di riaccompagnarla a casa,come le aveva suggerito Edward. A ripensarci, Alice era stata davvero simpatica con lei,non doveva trattarla in quella maniera così fredda e brutale. Ma tanto,era inutile pensarci in quel momento dato che forse non li avrebbe più rivisti. Anzi,sicuro.
Fino all'ultimo aveva sperato in qualche ripensamento da parte di Edward, ci aveva pensato per tutto quel tempo. Aveva pensato ad edward che la rincorreva per impedirle di partire,ad Edward che arrivava in casa sua pregandola di tornare da lui,a Edward che rivendicava il contratto,ad Edward che... le confessava il suo amore. Quella era la più assurda di tutte,ma a Bella piaceva immaginarsi come sarebbe stato mentre confessava il suo amore per lei,già lo vedeva tutto sudato che entrava trafelato in casa sua sbattendo la porta e andando a baciarla con una passione sempre cresciente; lo vedeva mentre prendeva fiato dicendo 'Ti amo piccola mia' e poi non le avrebbe lasciato il tempo di ribattere perchè l'avrebbe nuovamente baciata con un urgenza terribile.
Aww,fin troppo bello. Però lei cos'avrebbe risposto a quel punto? Lo amava davvero? Era da tanto che ci pensava,quei quattro giorni lontano da lui l'avevano portata a riflettere. Gli mancava terribilmente. Le sue labbra,il suo fisico,i suoi capelli sempre spettinati,quegli occhi limpidi... Ma più di tutto lui,semplicemente lui. Il suo modo di essere affettuoso,la sua sincerità,il suo modo di volere bene,il suo modo di consolare. Le mancava tutto di lui,persino il guscio di freddezza con cui si avvolgeva per poi abbassarlo di fronte a lei. Tutto. Tutto,tutto e solo tutto.
Era davvero innamorata?
Ci pensò mentre sorseggiava il suo latte,mentre si vestiva,mentre accendeva la tv,mentre preparava il pranzo e mentre aspettava suo padre. Era davvero innamorata? La risposta le arrivò impulsivamente dal cervello,come se fosse stata una cosa scontata:
.
In quel momento si rese conto che era davvero così: era irrimediabilmente,completamente e inaspettatamente innamorata. Di qualcuno che probabilmente per lei provava solo... cosa?
Non sicuramente amore,si rispose subito.
Bella sobbalzò quando sentì il campanello suonare. Era un suono che aveva imparato a riconoscere. A quell'ora aspettava sempre il ritorno del padre.
Andò ad aprire e come immaginava,la figura del padre in divisa blu fece capolino dalla porta. Ciao-ciao Edward,tornatene nei miei sogni,va.
-Papà.. come è andata?-
-Bene,come stai piccola mia? Non mi sembra ancora vero che sia tu, mi ero quasi abituato ad entrare e trovare nessuno ad aspettarmi.- Sorrise leggero. Bella ricambiò.
-Già. Anch'io avevo perso l' abitudine di gironzolare per questa casa,ma l'ho ripresa subito.- Concordò.
Charlie posò il cappello con la visiera da poliziotto sul tavolo. Sbottonò un po la sua divisa e poi fissò Bella. La ragazza aveva lo sguardo vacuo e fissava terra. Sospirò guardando sua figlia in quello stato pietoso,denutrito e magro,fin troppo.
-Bells,se c'è qualcosa che non va...-
-Va tutto bene.- Rispose immediatamente. -Non ho molta fame,tutto qui. Vado in camera mia.-
Iniziò ad avanzare verso le scale quando la voce di suo padre la interruppe: -Bella,io credo che dovresti almeno sforzarti di mangiare qualcosa, è da tanto che non lo fai.-
Quella frase la fece sorridere, suo padre le voleva veramente molto bene. All'inizio era stata schiva nei suoi confronti credendo che era stata lui a volerla mandare dai vampiri,ma poi suo padre le aveva spiegato come erano andate veramente le cose e lei si era subito ammorbidita. In fondo, Charlie era veramente l'unica persona che teneva a lei.
-Non ti preoccupare,papà.- Lo rassicurò subito. Poi si diresse in camera sua,e chiuse la porta a chiave.


-Edward sei.uno.stronzo. ! Ma dico, che ti è saltato in mente?! Tu non sai che faccia aveva quando è venuta da me! Oh quanto mi piacerebbe che la vedessi in quello stato! Almeno cambieresti idea su quello che hai fatto! Edward io non capisco perchè devi sempre complicare le cose: tu tieni a lei,lei tiene a te, tu vuoi che resti,lei vuole restare... e allora dove sta il problema?! Perchè l'hai cacciata via?!- Gridò Alice sbattendo le mani sulla scrivania sgualcita che apparteneva a Carlisle tempo fa. Davvero non capiva che ragionamenti faceva il fratello,si era stufata di vederlo muoversi poco e niente per poi vederlo rinchiudersi o nello studio o sul davanzale.
Aveva ancora il fiato corto e affannoso quando Edward le rispose con un tono a metà tra il "calmati,rilassati e respira" e il "non sono fatti tuoi,cerca di capirlo!": -Non l'ho cacciata via.-
Alice si drizzò. -Ah,no? Da come era arrabbiata deduco che invece sia successo proprio questo.-
-Ascolta... io l'ho fatto per lei,che diritto ho IO di separarla dal padre? Nessuno!-
-Ma appunto!! è questo che sto dicendo! Non ti sto chiedendo di rinchiuderla qua dentro e di non farla più vedere con il padre,ma potresti..chessò andarla a trovare e invitarla ad uscire come in un appuntamento! Che importa del contratto? Mica si può avere sempre o tutto o niente: puoi averla anche se vive a casa del padre,questo non ti fermerà sicuramente dall'andare a trovarla o dal frequentarla- Concluse lucidamente il discorso,ma dopo una pausetta minima il suo tono si fece malizioso e confidenziale: -Guarda che l'ho capito che è successo qualcosa tra voi due, si capisce benissimo fratellone.-
Edward sospirò adirato. -Alice.. ti pregherei di lasciare il mio ufficio immediatamente se hai finito con il tuo brillante discorso. Grazie.-
Edward volse la sua attenzione ad una pila di fogli e Alice sbuffò incamminandosi verso la porta. -Me ne vado,me ne vado. Ma sappi che non è finita qui.-
Dopo di aver visto Alice chiudersi la porta alle spalle Edward sospirò forte e si tirò i capelli più forte che poteva. Non sapeva nè che cosa fare nè da dove cominciare,non sapeva se aveva sbagliato o se aveva fatto la scielta giusta,non sapeva niente. Niente in quel momento,niente.


Emmett sospirò frustato. Era da quasi quattro giorni che non faceva altro che camminare avanti e indietro per la stanza dove si trovava Rosalie. La ragazza ancora non si riprendeva,e lui non ce la faceva più a guardarla e a vedere come la sua faccia fosse inespressiva. Il ghigno di superiorità che aveva spesso in viso adesso era scomparso e al suo posto aveva una linea diritta e rilassata di labbra rosee.
Voleva parlarle,anche solo per poco tempo,ma doveva farlo. Era stato stupido e orgoglioso,come un bambino,quel giorno che si erano lasciati. Ma non poteva fare altrimenti: Rose era così... testarda e determinata a volte che infondeva quelle sensazioni anche a lui, portandolo a ragionare come lei.
Si passò le mani tra i capelli corti e corvini,a volte rimpiageva di non avere quelle capigliature folte che poteva tirare e torturare quanto voleva se doveva sfogarsi. Una di quelle volte era questa.
Ancora non capiva perchè si erano lasciati: ok,erano fratelli. E quindi? Era davvero un reato?
Infondo,erano vampiri. Ormai il sangue non contava più come per gli umani,ormai nel corpo avevi il sangue di chi te l'aveva donato per farti restare vivo. Quindi... fratelli ormai non lo erano nemmeno più.
Doveva farlo capire a Rose quel giorno al posto di andarsene via come un bambino presuntuoso e capriccioso. E dispettoso. Rosalie si sarebbe lasciata convincere come aveva sempre fatto dalle sue parole. Invece niente,l'orgoglio era prevalso su di lui.
Sbuffò amareggiato e si portò le mani ai fianchi cercando di calmare quella rabbia che lo aveva assolto.
Ma quanto ci mettono le sue ossa a riprendersi? Si domandò con una certa ansia.
Sbuffò di nuovo. Si fermò e la guardò sospirando,iniziò a battere un piede ritmicamente sul pavimento fissandola spazientito. Si sentiva molto come un padre che aspetta la moglie nella sala operatoria quando deve nascere un bambino. Era la stessa identica cosa. I-den-ti-ca.
Un inaspettato rumore fece distogliere i pensieri di Emmett da Rose. Si guardò intorno e poi vide che in realtà quel suono era stato riprodotto dalla stessa Rosalie. La ragazza aveva mugulato appena,e lui l'aveva confuso con il suono di un topolino! Non se la poteva perdonare una cosa del genere. Assolutamente no.
In un attimo fu vicino alla sua ragazza,controllò se aveva aperto gli occhi,ma ce li aveva ancora chiusi.
-Mmm..- Miagolò ancora la bionda. Poi inaspettatamente sbuffò con ancora gli occhi chiusi.
-Rose...-
-Emmett,sei te?- Il suono della sua voce era strascicato e stanco,come una sorta di melodia ripetuta. -Mi fanno male le ossa!- Si lamentò sbuffando.
Emmett aprì il viso in un sorriso smagliante,da parte a parte,si potevano vedere i suoi denti bianchi e splendenti. Finalmente si era ripresa la sua Rose; finalmente la riconosceva per come era.
La prese in braccio senza pensarci due volte e la bionda aprì di scatto gli occhi gemendo dal dolore mentre Emmett la sollevava e le faceva fare giri velocissimi intorno a lui,tenendola in braccio. Rosalie si dimenò.
-Emmett! Fa ancora male!- Finalmente Emmett la lasciò andare con i piedi per terra. Aveva gli occhi luccicanti adesso che la guardava, sembrava la persona più felice del mondo. Rosalie sospirò guardando il volto del ragazzo che brillava dalla gioia,e fece un leggero sorriso.
In quel momento si chiese se sarebbe tornato tutto come ad un tempo,o se si sarebbero tornati ad ignorare. Non pensò al motivo del loro litigio,voleva solo stare di nuovo con lui.
-Un po di sangue ti farà stare sicuramente meglio. Andiamo a caccia insieme,come abbiamo sempre fatto?- Con questo,Rosalie capì che il ragazzo voleva tornare con lei,voleva rompere la sua barriera d'orgoglio per stare solo e unicamente con lei. Gli occhi della ragazza si inumidirono,lo guardò questa volta anche lei con la gioia nel cuore,negli occhi,e nel corpo. Senza pensarci gli saltò al collo con un balzo.
-Certo!- Esclamò.





Eccomi!!! Non è passato taaanto tempo dall'ultima volta,vero? Non ho voglia di aggiungere qualcos'altro dopo quello detto di sopra perciò... Ci rivedremo al prossimo!
vio_twilight
marios
trillwer

   
 
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