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Autore: Seekerofdreams_    16/05/2014    23 recensioni
The maid (in italiano La domestica) è la storia di una ragazza universitaria che si riempie di marshmallow e caramelle piangendosi addosso davanti ad un pc guardando serie tv e ascoltando musica. Un giorno deciderà di cambiare tutto, ma sarà il giorno giusto per alzarsi dal letto e iniziare a vivere? La risposta la troverà in un paio di occhi azzurri. Tra figuracce, nuove amicizie, tradimenti e segreti vi narrerò la storia d'amore di Niall e Serena.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note iniziali: Mettetevi comodi perchè il capitolo è...intenso ahah
Vi ricordo la #Ziam se vi va di passare e lasciare una recensione ve ne sarei grata http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2564597&i=1

Detto questo, buona lettura :)



.The Maid.

Capitolo 17

 

Dedico ancora una volta il capitolo a Niall, 
perchè questa notte l'ho sognato ed è giusto così.




 

“Informiamo i gentili viaggiatori che a causa di una violenta tempesta di neve, i voli da e per l'Italia sono sospesi a tempo indeterminato”

 

La voce dello speaker risuona nella sala d'attesa dell'aeroporto di Londra. Abbandono la mia valigia a terra e mi guardo intorno spaesata. Un centinaio di persona accanto a me lanciano imprecazioni colorite, in un italiano perfetto. Come ci torno a casa adesso?

Mi dirigo in fretta verso l'assistenza clienti e cerco informazioni, ma io, come molti altri prima di me, ricevo solo uno stupido “non possiamo fare niente, c'è una bufera all'altezza delle Alpi, i voli non partono” come risposta.

“Oh andiamo, devo tornare in Italia!” borbotto.

“Mi dispiace, ma non è colpa nostra, speriamo che domani si possa viaggiare!” mi avverte un signore sulla cinquantina, stretto in un completo gessato e dei segni di stanchezza evidenti sul viso.

Sbuffo, c'è chi si lamenta perchè non sa dove passare la notte, chi chiama casa per avvertire dell'imprevisto e c'è chi, come me, con la sciarpa avvolta fin sotto il naso e la valigia alla mano si accinge ad uscire. Seguo la piccola folla all'esterno e mi fermo qualche secondo per avvertire i miei.

Rispondono dopo qualche squillo, mi dicono di aver già sentito tutto in televisione, sono dispiaciuti ed io con loro.
Dopo tutto il casino successo ho bisogno di un po' di relax e invece mi ritrovo con più guai di prima.

“Fai attenzione tesoro!” dice dolcemente mia madre al telefono.

“Si mamma, stai tranquilla, ti chiamo domani!” dico forzandomi di non lasciar trapelare la mia tristezza.

Mi avvio verso la stazione dei taxi e mi lascio l'aeroporto alle spalle. Mezz'ora fa ho salutato Luke, proprio qui, dove sto camminando ora, a quest'ora saranno già partiti per l'Australia, così non provo nemmeno a chiamarlo.

“Taxi!” urlo sporgendo la mano in fuori per fermarlo. Deposito la valigia nel bagagliaio e recito l'indirizzo di casa, l'autista annuisce e partiamo.

Mi guardo intorno mentre attraversiamo tanti piccoli quartieri, mi fermo a guardare i bambini nascosti dietro strati di vestiti, cappotti e sciarpe, rincorrersi nel parco.

Fa freddo ma questo non sembra impedirgli di divertirsi. Mi lascio sfuggire un sorriso dolce mentre un bambino, di quattro anni forse... massimo cinque, aiuta una sua coetanea a rialzarsi dopo una brutta caduta.
E' così bello il mondo quando si è piccoli, tutti sono gentili, tutto sembra grande e bello, invece poi si diventa grandi, il lavoro opprime quel che sei, le responsabilità ti circondano e non riesci più ad entusiasmarti per niente.

Eppure a me non va, forse l'ho imparato da Louis questo. Sorrido. Essere bambini ma non troppo. Non dimenticarsi di quelle gioie, di quella fantasia, di quell'innocenza, questo è il modo giusto di vivere la vita.

Parlando di Louis, provo a chiamarlo per avvertirlo di essere a Londra, non risponde così chiamo Jess. Penso proprio che siano insieme.

“Sere, sei già arrivata?” dice con uno strano tono di voce.

“No, in realtà non sono partita, c'è una bufera e i voli per l'Italia sono tutti cancellati!” dico tutto d'un fiato prima di sbuffare.

“Ah, e ora dove vai?” dice prima di mascherare una risata con un colpo di tosse.

“Sei con Louis?” chiedo evitando la sua domanda.

“E-ehm, si? Siamo a casa nostra, in realtà ci staremo per cinque sei giorni, poi lui deve tornare a Doncaster!” dice mandando in frantumi la mia opportunità di passare del tempo a casa mia.

“Ah, certo... allora andrò da Will, voi godetevi la vacanza, possibilmente non nella mia stanza!” dico cercando di mascherare la delusione nella voce.

Ho una casa e non posso nemmeno tornarci. Perfetto. Ma in fondo li capisco, la verità è che vorrei anche io passare le vacanze con qualcuno.

La mia mente gioca brutti scherzi, richiamando pezzi della serata passata. Mi costringo a non pensarci e dopo aver chiuso con Jess, chiamo Will.

Sembro una centralinista, non faccio in tempo a chiudere una chiamata che subito ne ho pronta un'altra. Rido da sola, guadagnandomi un'occhiataccia dell'autista, così tossisco assumendo un'espressione seria e aspetto di sentire la voce del mio amico.

“Wiill! Dio santo, dimmi che sei a Londra!” dico senza dargli il tempo di parlare.

“Ciao donna dai mille impegni, no... sono a Manchester, da un amico... e per amico, intendo amico amico!” dice ammiccando.

Possibile che sono tutti accoppiati in questa dannata città? Sbuffo.

“Perfetto, allora buon divertimento e scusa il disturbo, ti chiamo quando sei libero!” dico mentre lui si affretta a salutare, non voglio immaginare cosa sta facendo.

Poggio la schiena contro il sedile e passo una mano sulla fronte, faccio mente locale e cerco di capire cosa fare.

Liam non provo nemmeno a chiamarlo, sarà sicuramente con Sophia. Con Zayn non ho proprio tutta questa confidenza e a pensarci bene, non ho nemmeno il suo numero. Harry torna a casa e Niall... sgrano gli occhi afferrando la borsa. Rovisto un po' all'interno fino a quando il rumore metallico di una chiave arriva dritto alle mie orecchie. La tiro fuori e la fisso sorridendo.

“Sei la mia salvezza” dico ad alta voce. Guardo l'orologio, Niall dovrebbe essere partito con il jet privato per l'Irlanda, così velocemente faccio cambiare indirizzo all'autista, direzione Iven Street.

 

 

 

Quaranta minuti dopo mi ritrovo con una valigia in mano a salire la scala sul retro di casa Horan. Fatico un po' per trascinarla su ma alla fine mi ritrovo davanti alla finestra del biondo. E' chiusa e cerco di forzarla per aprirla ma con scarso risultato.

“Accidenti!” sbuffo provandoci ancora fino a quando vedo le tende spostarsi e Niall in boxer guardarmi con aria confusa.

“Non dovevi partire?” dico appena poggio i piedi all'interno della sua stanza.

Fingo indifferenza davanti al suo essere quasi del tutto spoglio e lui non sembra preoccuparsene.

“Potrei farti la stessa domanda e aggiungerci anche un... che diavolo ci fai a casa mia?” dice con un sorriso sghembo.

Mi siedo sul letto e solo in quel momento mi rendo conto che se Niall non è partito, forse anche Amy è qui. Così goffamente e balbettando mi riavvicino alla scala.

“Ehi?” mi blocca “Dove vai?”

“Scusa, hai ragione, non dovevo permettermi di venire qui, ci sarà anche Amy e non voglio far casino!” dico tutto d'un fiato.

Lui ride. “Pensi che se fosse stata qui non ci avrebbe sentiti?” dice con ovvietà.

Oh. E' vero.

“Non c'è. E' tornata in Irlanda, a quest'ora dovrebbe essere arrivata!” dice fissando l'orologio al suo polso.

“Tu come mai non sei andato via?” chiedo curiosa.

“Le ho detto che avevo un impegno con i ragazzi ma semplicemente non volevo passare del tempo con lei, partirò domani o dopo domani, da solo!” dice terribilmente serio.

“Oh, capisco. Io invece non sono potuta tornare a casa a causa del mal tempo, sono stati cancellati i voli e non sapevo dove andare. Casa mia è occupata!” dico sorridendo.

“Louis e Jess eh?” dice divertito e io annuisco.

“Ho provato a chiamare Will ma è fuori città, poi ho pensato a Liam, Harry e Zayn ma sicuramente sono indaffarati e poi... niente, avevo le chiavi di casa tua!” dico arrossendo leggermente.

“Hai fatto bene a venire qui” dice sorridendo “Ora togliti la giacca, qui dentro fa caldo!” aggiunge prima di sparire verso il salotto.

Mi ritrovo sola con lui nella sua casa e la cosa mi fa paura e mi far star bene allo stesso tempo dopo gli ultimi eventi. Faccio come mi ha detto e poggio la giacca, la sciarpa e il cappello sulla valigia, accanto al suo armadio.

Mi guardo qualche secondo allo specchio per sistemare il maglioncino verde, ripenso alle parole di qualche secondo fa. Non è voluto partire perchè non voleva passare del tempo con lei.

Sorrido, devo parlare con lui.

Mi chiudo la porta della sua stanza e mi avvio verso il salotto, in questa casa ormai familiare, lo trovo intento ad accendere il camino elettrico, sotto la sua televisione. Mi fermo ad osservare la spina dorsale che, a causa della postura sbagliata, è ben in evidenza.

Mi avvicino lentamente e attratta da qualcosa di sconosciuto mi trovo a poggiare le mie dita leggere sulle sue vertebre. Si irrigidisce subito per poi rilassarsi sotto il mio tocco, la fiamma arde a due passi da noi, mentre mi inginocchio e lui spinge il suo corpo all'indietro, fino ad appoggiare la sua schiena al mio petto. Lo trattengo tra le mie braccia, mentre gli bacio una tempia.

“Mi sei mancato da impazzire” sussurro. Lo vedo chiudere gli occhi e accarezzare il mio braccio destro.

“Anche tu, sono un'idiota eh?” dice sorridendo sarcastico.

“Oh bè, il primo passo verso la guarigione è ammettere di essere malati!” dico facendolo ridere.

E il suo corpo trema sotto quella risata, tra le mie braccia e mi ritrovo una lacrima a rigarmi il viso, perchè quella risata mi ha scaldato l'anima quando per lui non ero nessuno e continua a farlo adesso, che tra le mie braccia si agita come un bambino davanti ad un regalo di Natale.

Restiamo in silenzio, a coccolarci, lasciando fuori da queste mura tutto il resto. Il cielo ormai si è riannuvolato e tra poco finirà per piovere sicuramente, anche se ammetto che vorrei un po' di neve.

Niall si mette seduto meglio e poi si alza porgendomi una mano che afferro qualche secondo dopo.

“Vado a mettere una tuta, tu cerca qualche film da vedere, ho intenzione di restare seduto sul pavimento con te tra le braccia per il resto del pomeriggio” dice lasciandomi un bacio tra i capelli.

“Per me vai bene anche così eh!” dico sorridendo, lui mi fa una linguaccia e poi sparisce verso la sua stanza.

Sposto il tavolino al centro del tappeto in modo da avere più spazio per sistemarci a terra, poi afferro il telecomando e pensierosa cambio canale. Non so cosa fare, mi sono imposta di lasciare tutto fuori da questa casa ma sono capace di nascondere a Niall della relazione di Amy e Luke?

“Stai scherzando? Il Grinch?” la voce di Niall mi arriva alle orecchie e torno al mondo reale puntando gli occhi sul televisore.

“Andiamo Nì, è uno dei film da vedere sempre a Natale questo!” dico sorridendo mentre lui mi passa un piumone.

Lo stendo a terra e poi insieme ne sistemiamo un altro sopra, non vedo l'ora di infilarmi li in mezzo.

“Mi piace quando mi chiami Nì, è... intimo!” dice sorridendo imbarazzato.

Ha indossato il pantalone della tuta nero e ha lasciato il petto scoperto, mi avvicino a lui e dopo aver sfiorato delicatamente la sua guancia con le mie labbra, mi libero della felpa accantonandola sulla poltrona rimanendo con una semplice canotta, in questa casa inizia a fare caldo.

“Dai, vieni qui e guardiamo questo mostriciattolo verde!” dice stendendosi sotto il piumone.

Tolgo le scarpe e i calzini e mi infilo sotto il piumone con lui, appoggiamo la schiena al divano e ci sistemiamo meglio, la fiammella nel camino mi fa quasi sentire a casa mentre mi stringo forte tra le braccia accoglienti del ragazzo al mio fianco.

Mi lascia un bacio nei capelli proprio mentre la piccola Cindy Lou Who invita il Grinch a scendere in città per il Natale. Ci godiamo il film tra le risate e Niall prova ripetutamente a scimmiottare la voce di Jim Carrey per prendermi in giro.

“Porcospino” dice anticipando il Grinch e io rido mentre lui ancora una volta trema sotto la sua risata.

Sembra quasi che ci metta tutto se stesso quando ride, è incredibile e il suono che provoca è un piccolo segreto che va custodito nel cuore di chi ha l'onore di ascoltarlo ridere.

Disegno cerchi immaginari sul suo petto nudo mentre sorrido delle scene del film, mi sento osservata così sposto lo sguardo verso Niall e lo trovo intento a guardarmi.

“Che fai?” chiedo sorridendo.

“Ti sto guardando, non posso?” chiede con voce innocente.

Annuisco e mi accoccolo ancora una volta contro il suo petto, è passata una vita da quando non mi sentivo così bene, così tranquilla.

L'idea di parlare con lui, di chiedere spiegazioni mi spaventa, non voglio perderlo, non più, non dopo aver scoperto come ci si sente a stare senza di lui.

“Ehi, sento le tue rotelle girare nel cervello da qui, a cosa pensi?” chiede prendendomi in giro.

Mi stringo a lui e dico un semplice “A te”. Che poi è la verità, io penso sempre e in continuazione a lui, è quasi un'ossessione!

Le sue mani mi accarezzano la guancia e poi dolcemente mi invitano ad alzare il volto.

I suoi occhi azzurri continuano a sconvolgermi ogni volta che li incrocio con i miei, sorride adesso, prima di annullare le distanza e baciarmi.

E sentire le sue labbra è un'altra fitta allo stomaco, Dio, quanto siamo fragili difronte all'amore noi esseri umani. L'amore ci manipola, ci intrappola ma ci rende anche felici.

Non interrompo il bacio e mi faccio forza con le braccia per tirarmi su e posizionarmi meglio sul suo corpo. Ha smesso di ridere adesso e non mi sfugge il luccichio dei suoi occhi, mi vuole, allo stesso modo in cui io voglio lui.

Scendo a baciare lentamente il mento, poi piano piano il collo mentre lui butta all'indietro la testa per lasciarmi spazio, si morde un labbro e io potrei svenire da un momento all'altro, non credo di aver mai visto niente di più bello in vita mia.

Mi stringe possessivamente i fianchi e mi spinge verso di lui, inevitabilmente le nostre zone più intime vengono a contatto e sussulto mentre lui si lascia sfuggire un sorrisino.

Lo mordo sulla spalla e “Aia, mi hai fatto male!” dice stringendomi ancora di più per ripicca.

Porto una mano tra i suoi capelli e gli mordicchio ancora un po' la pelle, sa di muschio bianco.

“Hai cambiato bagnoschiuma?” chiedo mentre lui accarezza in una lenta tortura le mie gambe e la mia schiena.

“Come lo sai?” chiede stupito.

“La tua pelle ha un profumo diverso!” dico alzando le spalle.

“Conosci l'odore della mia pelle?” dice ribaltando le posizioni e facendomi atterrare sul piumone.

“Conosco tutto di te Niall” dico sorridendo prima di attirarlo a me e baciarlo ancora una volta.

Non credo mi abituerò mai alle sue labbra, sono qualcosa di unico e sensazionale, tutti dovrebbero provarle... o forse no, sono solo mie.

Continua ad accarezzarmi e alla fine mi tira su la canotta e io alzo le mani in modo che possa sfilarmela, la scaraventa via prima di baciarmi delicatamente lo sterno e continuare in una scia di baci verso l'ombelico, fino ad arrivare all'elastico degli slip, che qualche carezza e qualche minuto dopo volano accanto alla canotta insieme ai miei jeans.

Mi sento vulnerabile, nuda ed esposta eppure il suo sguardo mi riscalda fin sotto le ossa.

“Sei bellissima” sussurra e quelle parole bastano per farmi sentire amata.

Mi bacia, mi riempie di attenzioni e a me sembra quasi di stare in paradiso mentre le sue mani sfiorano ciò che di più delicato ho in corpo. Mi lascio sopraffare dalle sensazioni di piacere che mi sta donando mentre sfioro i suoi capelli in una muta richiesta che è felice di accontentare.

Non smette nemmeno per un attimo di guardarmi mentre sotto le sue attenzioni tremo e sudo.

Si scosta qualche minuto dal mio corpo, si spoglia anche lui, il tempo di raggiungere la sua stanza e torna da me, con me, in me.

Respiro a fatica adesso e Niall mi avvolge tra le sue braccia sussurrando parole dolci.

“Sono qui” continua a ripetere scosso anche lui da un piacere che ha colpito entrambi.

Mi faccio piccola vicino a lui e come nel migliore dei casi sento la sua pancia borbottare.

Rido di gusto mentre lui si passa una mano sul viso arrossendo.

“Scusa!” dice unendosi alla mia risata.

“Appena ho la forza di alzarmi ti preparo qualcosa da mangiare!” dico ridendo.

“No, ti voglio qui vicino a me” dice affondando il viso nei miei capelli e facendo le fusa come un piccolo gatto.

“Niall..” dico ridendo “...mi fai solletico!”.

“Mmh” si lamenta stringendosi al mio corpo nudo e lasciandomi qualche bacio sul collo mentre la sua pancia torna a brontolare ancora una volta.

“Ok, mi arrendo, ho troppa fame!” dice alzando le mani in segno di resa.

Mi copro un po' meglio con il piumone e gli mordo un braccio.

“Ehi, questo per cos'era?” dice massaggiando la parte lesa.

“Perchè non mi ascolti mai biondo!” dico alzandomi e trascinandomi dietro tutto il piumone, lasciandolo a terra, nudo e con un'espressione da pesce lesso sul viso.

“Questa me la paghi nanerottola” dice alzandosi di scatto e rincorrendomi mentre io mi lascio sfuggire un risolino e corro verso il bagno.

Chiudo la porta ma lui è troppo veloce e il piumino troppo ingombrante così finisco per ritrovarmi a dimenarmi sul pavimento del suo bagno mentre lui mi fa il solletico con una risata sadica.

“Sei un idiota” dico quando finalmente mi aiuta a rimettermi in piedi.

Lui fa una linguaccia e dopo avermi rubato il piumone se ne va in camera per vestirsi.

Scuoto la testa tornando in salotto e indosso i miei slip, la mia felpa e i pantaloni della tuta di Niall, lasciando i miei jeans piegati su un bracciolo del divano. Il film è ormai finito, peccato...avevo voglia di vederlo!

Alzo le spalle e mi dirigo in cucina per preparare qualcosa da mettere sotto i denti, sono le sei del pomeriggio ma anche io ho un certo languorino.

 

It’s 4am, and I know that you’re with him
I wonder if he knows that I touched your skin
And if he feels my traces in your hair
I’m sorry love but I don’t really care ”

Canticchio Happily mentre affetto i pomodorini e all'improvviso due braccia bianche e candide come solo quelle di Niall potrebbero essere, mi circondano la vita.

“Sei sexy con la mia tuta e mentre canti una nostra canzone!” dice lasciandomi un bacio sulla guancia.

“Si, in effetti mi sta bene la tua tuta!” dico facendo l'altezzosa.

“Scema!” ride prima di rubarmi un pomodoro.

“Ringrazia che ho un coltello in mano, altrimenti ti avrei già tirato uno schiaffo!” dico minacciandolo.

“Oh scusami signorina!” dice prendendomi in giro e sedendosi con le gambe penzolanti sul tavolo della cucina.

Gli lancio un occhiataccia furiosa prima di voltarmi e lasciarmi andare ad un sorriso.

Controllo l'acqua per la pasta e metto i pomodori in padella.

“Prendi gli spaghetti?” dico indicandoli il ripiano con la pasta.

“Guarda che è casa mia, so dove tengo la pasta!” dice sarcastico.

“Non si sa mai!” dico prendendolo in giro.

Sorrido mentre penso che vorrei vivere così per il resto dei miei giorni.

Incrocio gli occhi di Niall qualche secondo e inaspettatamente, vi leggo lo stesso desiderio.

 

Mangiamo i miei deliziosi spaghetti pomodorini e basilico in salotto, mentre ridiamo di vecchi aneddoti riguardanti i ragazzi, sembra veramente che il mondo sia rimasto fuori da questa casa e io ho quasi paura di ammettere di essere felice.

“Ad X-factor Louis non poteva aprire nemmeno bocca che tu subito ridevi!” lo prendo in giro e lui fa una smorfia.

“Non è vero!” si giustifica.

“Oh si invece!” dico buttando giù un sorso di vino rosso.

Mi racconta di quanto all'inizio avesse paura che tutto sarebbe finito, di come cercava sempre di dare il massimo ma alle volte non bastava.

Mi sembra di scoprire una parte più debole di lui, quella che al resto del mondo non è data sapere.

Siamo abituati a vedere Niall sorridere per ogni cosa, ama la vita, ama vivere ma è anche un ragazzo con delle debolezze.

“Ma siete ancora qui Ni e resterete per tanto tempo ancora!” dico sorridendogli e stringendo la sua mano sul tavolo. Mi sorride anche lui e con il pollice accarezza dolcemente la mia mano prima di portarla all'altezza del suo viso e poggiarci delicatamente le labbra sopra.

Arrossisco e sento il cuore quasi esplodermi in petto, vorrei dirgli di amarlo e invece tossisco leggermente e mi ricompongo sulla sedia.

“Sai, ho sempre amato passare i pomeriggi avvolta nel piumone davanti al camino!” dico cambiando discorso.

“ Lo facevi da piccola?” chiede realmente interessato.

“Si” annuisco “sono nata in montagna e durante l'inverno adoravo stare vicino al camino mentre fuori nevicava!” dico riportando la mente a milioni di pomeriggi passati così, con un bel libro tra le mani.

“Possiamo comprare una baita in montagna!” dice sorridendo e io quasi mi strozzo per quel possiamo, chi... io e lui?

“Non credo di potermela permettere!” dico sincera.

“Io si!” risponde subito.

“Eh lo so, signorino sono uno dei cinque ragazzi sotto i trent'anni ad avere più soldi nel Regno Unito” scimmiotto la voce e lui scoppia a ridere.

“Ehi, non prendertela con me, non è colpa mia se sono così bravo e affascinante!” dice passandosi una mano sul viso e gonfiando il petto.

Scuoto la testa spintonandolo e scoppio a ridere quando lo vedo ruzzolare a terra.

“Ops” dico coprendomi la bocca con le mani.

“Appena ti acciuffo giuro che ti metto le mani addosso!” dice facendo il finto arrabbiato.

“In che senso?” chiedo maliziosa.

Si ferma un attimo, non capendo subito l'allusione poi si mette in piedi e poggiando le mani sui fianchi mi guarda serio.

“E io che stasera volevo guardare veramente un film!” dice facendo il finto disperato.

“Ti sento proprio dispiaciuto!” dico ridendo mentre lui mi prende in braccio.

“Abbiamo appena mangiato Nìì!” dico intimandogli di mettermi giù.

E lo fa, mi mette giù, ma sul suo letto e addio cena, addio spaghetti, addio vino.

Passiamo solo la notte a coccolarci, a conoscerci, a sfiorarci, senza fine, senza stancarci e incuranti di tutto, perchè l'amore è più importante di qualsiasi altra cosa e tra i suoi “Stai bene piccola?” e i miei “Ti amo” sussurrati piano, tra le sue lenzuola noi non facciamo altro che amarci.

 

Quando mi sveglio mi accorgo subito di essere sola nel letto, la sveglia sul comodino indica le dieci del mattino, accidenti, dovevo controllare i voli. Mi alzo di scatto e un dolore al basso ventre mi fa tornare in mente la notte passata. Sorrido mentre rivivo nella mia mente le immagini dei nostri corpi uniti.

Mi trascino in bagno e mentre passo nel corridoio un profumo di pancake mi arriva dritto nelle narici facendo brontolare il mio stomaco.

Mi faccio una doccia veloce per rinfrescarmi e una volta uscita infilo un paio dei suoi boxer puliti e una sua maglietta, amo indossare i suoi vestiti, mi fanno sentire parte di lui.

A piedi scalzi raggiungo il salotto, è perfettamente in ordine, segno che Niall è in piedi da un bel po', lo trovo di schiena ai fornelli mentre prepara la colazione, ci sono delle fragole e una rosa sul tavolo, dove diavolo le ha prese?

“Buongiorno amore” dice dolcemente e io mi blocco all'istante mentre anche lui si rende conto della parola fuoriuscita dalle sue labbra e poi sorride.

“Buongiorno anche a te e buona Vigilia” dico eliminando la distanza tra noi e posando le mie labbra sulle sue.

Mi stringe in un abbraccio e rimaniamo per qualche secondo così, poi l'odore dei pancake lo fa staccare e “Stavano per bruciarsi” urla.

Rido vedendolo indaffarato e rubo una fragola dal tavolo, poi mi siedo aspettando di essere servita.

“Devo controllare i voli per l'Italia” dico mentre si siede anche lui.

“Ho visto già” scuote la testa “Sono tutti sospesi piccola” dice dispiaciuto.

Sbuffo pesantemente e dopo aver fatto una smorfia porto alla bocca un sorso di latte.

“Senti...ti va di venire in Irlanda?” chiede tenendo gli occhi fissi sul piatto, forse per paura di un rifiuto.

“Cosa?” chiedo sorpresa.

“Non mi va che passi il Natale da sola, io torno in Irlanda dalla mia famiglia e non è giusto che tu non possa tornare a casa e io ecco...io...niente lascia stare, è un'idea stupida!”

“Cosa Niall? Finisci di parlare e...guardami!” chiedo mentre ancora una volta il mio cuore accelera il battito.

“Io, vorrei che tu venissi con me, anche se non puoi passare le feste con la tua famiglia vorrei che accanto a me ti sentissi un po' a casa” dice guardandomi così intensamente che mi sembra quasi di sentire il pavimento mancare sotto i miei piedi.

Annuisco solamente, perchè non sono in grado di fare altro e il suo viso si illumina di un sorriso dolcissimo.

“Però Niall...” dico seria, mentre un volto amico si fa spazio nella mia mente “...prima dobbiamo parlare”.



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Ok, ok. Calmatevi. Respirate e NON, ripeto NON ammazzatemi. Grazie.
Adoro questo capitolo, non so nemmeno perchè, ma è sicurmente uno di quelli a cui sono più affezionata,
spero piaccia anche a voi nonostante il mio solito finale che mette ansia!
Keep Calm.
Ci ho messo tanto... troppo tempo a pubblicare ma ad essere sincera ho avuto dei problemi con la stesura, poi ho deciso di stravolgere completamente la trama e bè, direi che sono soddisfatta del lavoro.
Vi ringrazio per le 29 recensioni allo scorso capitolo, mi scuso in anticipo ma non credo di farcela a rispondervi o almeno non stasera! SCUSATE!
Spero comunque di sentire i vostri pareri, un abbraccio a tutti. T U T T I. Nessuno escluso.
Serena.

 

   
 
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