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Autore: Nihal07    16/05/2014    2 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo VIII
 

Lentamente, Kakashi aprì gli occhi, e dopo un paio di secondi si tirò su, stiracchiandosi.
Le ferite gli dolevano un po’, ma stava molto meglio rispetto la sera precedente.
Si girò verso Sakura e guardandola dormire, sorrise. Poi si alzò e uscì a respirare aria pulita, a pieni polmoni.
Fu inevitabile. Il ricordo di Rin pulsò nella sua mente, più vivido che mai.
Le cose non potevano finire così.
Si girò, deciso a prendere le sue armi e la giacca, ma si trovò davanti Sakura.
“S-Sakura?”
“Kakashi…” La rosa sbadigliò. “Come ti senti?”
“Molto meglio, grazie.”
L’Haruno si guardò intorno. “Non volevo spaventarti.” Poi gli diede una leggera gomitata. “Come puoi vedere, nessun nemico nei paraggi. Ho fatto davvero bene a scegliere questo nascondiglio.”
“Si…” Kakashi rispose assente, la scostò e Sakura si girò a guardarlo.
“Che cosa ti succede?”
L’uomo si fermò e la guardò negli occhi. “Ecco…” Poi sospirò.
“Sei sicuro vada tutto bene?”
Il jonin negò con la testa. “Tu torna a casa Sakura. Io devo chiudere una questione lasciata aperta per troppo tempo.”
La ragazza sbuffò. “Puoi smettere di accollarti tutte queste responsabilità?”
“Non puoi capire Sakura, quindi ti chiedo di fare…”
“Come vuoi? Ho fatto quello che volevi per più di sei anni. Ora mi sono stancata.”
La rosa si avvicinò all’uomo e gli appoggiò una mano sul braccio. “Non voglio lasciarti affrontare tutto questo da solo.”
Kakashi rimase in silenzio per un paio di secondi che alla ragazza sembrarono un’eternità.
“Mentre tu mi cercavi, una ragazza si è presa cura di me per tutto il tempo in cui Rin mi ha tenuto rinchiuso in quella stanza e non posso lasciarla da sola proprio ora. E poi…” Il jonin sospirò. “Non cercherò di ritrovare la Rin che conoscevo, perché ormai non esiste più. Voglio però che paghi per quello che ha fatto e per tutto quello che potrebbe fare se io lasciassi la situazione come è adesso.”
Sakura lo guardò attentamente. Poteva sentire persino dentro di lei quanto, il pronunciare quelle parole, feriva l’uomo che aveva davanti. Il dolore che il suo maestro provava nel ricordare e nell’accettare che la realtà era molto  più dura e crudele di quanto avesse mai immaginato e sperato.
Lo abbracciò, spinta da un’impellente voglia di proteggerlo. Avrebbe voluto farsi carico di tutte quelle emozioni negative, perché forse sarebbe stato meglio così. L’avrebbe fatto se questo sarebbe stato sufficiente a rivederlo sorridere.
“Ti prego Kakashi, torniamo a casa.”
Sentì l’uomo negare con la testa e per questo lo strinse più forte.
“Allora io verrò con te.” Poi si staccò. “Non ti lascerò da solo proprio ora.”
E fu in quello strano momento che sentì qualcosa muoversi dentro di lei.
Si avvicinò lentamente all’uomo che aveva davanti, le mani sul collo di lui.
Sentì le mani dell’uomo appoggiarsi sui suoi fianchi.
Il battito del suo cuore iniziò ad accelerare e una sensazione dolce si fece strada dentro di lei.
Perché quel momento sembrava così perfetto. Era straordinario come in un momento così buio e triste si andasse delineando un sentimento così profondo e delicato.
Che fosse stato degno di chiamarsi amore?
Ad un tratto però la magia si volatilizzò e sentì l’opposizione di Kakashi davanti di lei.
Percepì il delicato tocco delle labbra dell’uomo sulla sua fronte e abbassò lo sguardo.
A quel punto l’uomo le sussurrò qualcosa all’orecchio. “Ti ringrazio.”
Lei d’altra parte annuì e rimase lì in piedi anche quando Kakashi si staccò per raccogliere le sue cose.
Si diede della stupida per aver provato a fare qualcosa che forse nessuno in quel momento si sarebbe mai permesso di fare.
Per un attimo si era dimenticata chi stava dall’altra parte.
Era con il suo maestro e stava cercando la sua ex compagna di team.
Che Kakashi provasse qualcosa per lei?
In qualsiasi caso, nonostante quel tentativo fosse stato qualcosa di casto e puro, non sarebbe mai dovuto accadere.
Lo sentì camminare verso l’uscita e a quel punto prese la sua roba.
Per tutto il viaggio non parlò.
Pensò alla sua sfacciataggine, alla sua inadeguatezza in un momento così delicato, ma specialmente a cosa potesse aver pensato Kakashi.
Gli fu grata per il suo silenzio.
Sì, perché se c’era qualcosa che amava di lui, era che sapeva dire o non dire, la cosa giusta nel momento giusto.
 
 
“Muoviti Rin, non ho tutto il giorno.”
La Nohara uscì dalla sua stanza vestita con i vecchi indumenti della sua ex-divisa.
“Perché ho dovuto indossare questi?” La donna indicò i suoi abiti.
Miko alzò le spalle. “Ora vieni con me. Ti porto in un posto carino.”
 
 
Kakashi e Sakura entrarono nel nascondiglio in cui l’uomo era stato rinchiuso, senza alcun problema.
“Abbiamo un piano Kakashi?”
L’uomo rispose secco, intento a cercare qualsiasi forma di vita potesse indicargli dove si trovava Miko.
“No. Stammi vicina.”
La ragazza sospirò imbronciata. Questo era ovvio.
Dopo pochi minuti entrarono in una grande stanza.
Sembrava una specie di atrio ricreativo e la sua grandezza affascinò Sakura.
“Forse…”
La ragazza si sentì fermare dalla mano di Kakashi. “Davanti di noi.”
Sakura alzò lo sguardò e vide un uomo con un kunai in mano.
“Finalmente siete arrivati.”
Kakashi strinse i pugni. “Dov’è Rin?”
L’uomo rise. “Pensi davvero che ti dica dove si trova? Se io mi trovo qui, forse voglio non passiate, non credi?”
Ad un tratto il jonin si sentì strattonare la manica della felpa e si girò.
“Ci penso io Kakashi.”
Sakura indossò i suoi guanti speciali e afferrò un kunai.
“Non ci pensare nemmeno due volte Sakura, io non ti lascio da sola.”
La rosa sorrise. “Non so cosa ti leghi a quella ragazza, ma di certo è qualcosa di importante.” Fece una pausa. “Fidati di me. Posso farcela, dammi la possibilità di dimostrarti quanto sono cresciuta.”
Kakashi sospirò. “Stai attenta, ok? Se ti dovesse succedere qualcosa…”
“Non mi succederà nulla. E ora vattene. Prima inizio, prima finisco.” Sakura si stiracchio un attimo. “Se tu restassi, sarei costretta a proteggere due persone.”
 
 
Kakashi attraversò un altro paio di stanze prima di arrivare ad una grande sala come la precedente, ma più illuminata.
Le finestre erano più ampie, i vetri erano rotti e i cocci rimanenti sparsi per terra.
Si girò quando sentì una voce familiare. “Kakashi!”
Miko correva verso di lui. Arrivata, si fermò e si nascose dietro la sua figura. “Ho cercato di scappare. Quando ho sentito che te ne eri andato, è stata la prima cosa a cui ho pensato.” La mora fece una pausa. “Rin è lì, sono riuscita a colpirla.”
Kakashi strinse i pugni. “Resta qui, ci penso io.”
Miko annuì, guardandolo avanzare verso la figura di una donna quasi distesa a terra a causa del dolore provocato da un colpo allo stomaco.
“Ahia…” Rin si alzò lentamente e a fatica. Era debole, e questo non aiutava di certo.
Dietro di lei sentì un rumore di passi e il fastidioso suono di un Mille Falchi. Vide la sua luce sfavillante disegnare a terra la sua ombra e intimorita si girò.
Il suo cuore smise di battere per un istante. O almeno le sembrò che il suo cuore si fermasse.
Il fiato le mancò per un attimo e dovette aspettare un paio di secondi prima di parlare, tanto che nel frattempo cadde all’indietro, nonostante la voglia di alzarsi e correre verso l’uomo che aveva davanti fosse forte come niente del genere prima d’ora.
“K-Kakashi?”
Il jonin la guardò dall’alto al basso, cercando di sembrare il più sicuro possibile.
“Ora non sembri più tanto spavalda Rin.”
Presa dal panico, la ragazza negò con la testa. “No no… Cosa stai dicendo Kakashi? Quando…”
“Non far finta di non ricordare nulla.”
Rin si alzò lentamente. “Kakashi, è quella ragazza.” Indicò Miko. “Non è colpa mia, ma sua… Lei conosce delle strane tecniche. Il Capovolgimento Spirituale, ricordi? Non so cosa mi abbia fatto fare di preciso ma… Ti prego, devi credermi! Qualsiasi cosa ti abbia detto o fatto, non ero io. Come avrei potuto? Lo sai… Io… Io ti…”
Il braccio dell’uomo smise di essere avvolto dalle scintille e velocemente Kakashi afferrò Rin alla gola e la alzò sbattendola contro la parete.
“Kakashi… Mi… Mi fai male…”
L’istinto ordinò a Kakashi di diminuire leggermente la forza nella presa. Fu una reazione istantanea, non dettata dal ragionamento.
Era vero. Miko conosceva quella tecnica. Ma questo non provava nulla. Rin l’aveva tenuta rinchiusa lì dentro, doveva per forza sapere delle sue capacità.
Più andava avanti però, più sentiva un peso allo stomaco. La solita domanda vagava nella sua mente, prima a destra, poi a sinistra. Rin era veramente cambiata?
“Perché dovrei crederti?”
Qualche lacrima bagnò le guance di Rin. “Non… Non lo so…” Cercò di riprendere fiato. “Mi sono ritrovata qui dopo l’ultima volta che ci siamo visti… Devi fidarti di me…”
“Kakashi! Che cosa aspetti?!”
L’uomo si girò verso Miko, ma poi Rin attirò di nuovo la sua attenzione. “K-Kakashi… Come potrei farti del male dopo tutto quello che abbiamo passato? Ti ho… Confidato i miei sentimenti… Tu hai detto che… Era Obito ad amarmi… Ma io ti ho sempre… Aspettato… Quando ami una persona… Non puoi farle del male… E io ti ho amato con tutta me stessa… è stata una delle cose più belle che potessero accadermi…”
A quel punto, dopo un paio di secondi, Kakashi mollò la presa e Rin cadde a terra.
Si sentiva prosciugato di tutte le sue energie. La sua mente era piena di stupide domande, di inutili dubbi e di un’insanabile voglia di verità. Era distrutto.
Rin si alzò lentamente ma Kakashi cadde sulle ginocchia e abbassò lo sguardo.
“Ti prego Rin… Se la vendetta è quello che vuoi, prenditi la mia vita adesso e lascia libera Sakura. Perché io non ci riesco. Non posso farti del male.”
La ragazza fece segno di no con la testa, visibilmente confusa.
Miko sbuffò. “Siete davvero penosi.”
Rin la guardò spaesata e Kakashi sussultò.
La mora li fissava con disprezzo. “Io cerco di farti odiare quella donna in tutti i modi e tu le chiedi di farti fuori? Pensavo davvero fossi diverso Kakashi. Magari uguale a tuo padre.”
L’uomo si girò e la guardò interrogativo. “Mio padre?”
A quel punto Sakura arrivò di corsa e si fermò pochi metri prima di Miko. “Kakashi! Quell’uomo era una copia!”
Poi si accorse della mora e iniziò a non capire più nulla.
Miko rise. “Ci vedremo ancora Kakashi. Goditi i bei momenti, finché puoi.” E sparì in una nuvola di fumo.
“Kakashi, noi dobbiamo…”
Il jonin si alzò e guardò Rin, poi Sakura. “Lasciala andare. Tanto tornerà.”

 
  
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