Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: peetarms    16/05/2014    12 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It started out as a feeling 
Which then grew into a hope 
Which then turned into a quiet thought 
Which then turned into a quiet word 

 The Call, Regina Spektor










«Winter» la voce di mia madre mi riprende per la millesima volta.
«Che vuoi?» sbuffo mentre alzo lo sguardo dal telefono.
«Aiutaci» mi guarda severamente per poi prendere un altro scatolone e sparire dentro la casa nuova. Sono seduta sulla mia valigia da mezz'ora e non ho voglia di entrarci.
La casa è di colore bordeaux con pietre nere a fianco al portico ed è su due piani con il giardino sia davanti sia sul retro. Il vialetto dove sono seduta è fatto da pietre di varie dimensioni.
«Winter» la voce di mia madre ancora.
«Non ho voglia» dichiaro stringendomi nelle spalle e scuotendo la testa.
«Non me ne frega se non hai voglia, muoviti» urla indicando gli scatoloni di fianco a me.
«No» mi alzo per allontanarmi da lei e da quella cavolo di casa.
Mi incammino per la strada, osservo le case che sono quasi tutte simili alla nostra se non per i colori diversi e il giardino decorati in modi diversi: con giochi per bambini in alcune, un caminetto in un'altra, un gazebo in un'altra ancora. Ripenso subito al giardino che avevamo nella casa ad Island, dove aiutavo sempre mio papà a curarlo, scuoto la testa per cacciare via i pensieri ma nulla, i pensieri di mio papà rimangono. Aumento il passo quando sento la voce di mia madre dietro di me.
«Winter, non te lo ripeto un'altra volta, torna a casa e porta dentro quegli scatoloni» mi blocca prendendomi il polso.
«Quella non è casa mia» urlo con odio «Non lo sarà mai, perché ti importa visto che stasera prenderete un aereo per le Bahamas» mi libero dalla sua presa «E non toccarmi» dico tra i denti prima di mettere  le mani congelate nelle tasche del giubbotto.
«Non so più che fare con te» abbassa la testa.
«Neanche io» incrocio le braccia al petto.
«Sei tu quella ingestibile non io Winter» alza di scatto la testa.
«Io? Chi è quella che si è sposata dopo due anni e mezzo? Chi è quella che mi ha costretto a lasciare tutta la mia vita ad Island per venire qui? Chi è quella che ha rovinato tutto ancora di più?» urlo.
«Vedi, non riusciamo più a parlare» mi guarda sconsolata.
«Non che prima lo facessimo. Io con te non ho mai avuto un rapporto, l'ho avuto solo con...papà» stringo i pugni facendo diventare le nocche bianche.
«Smettila Winter»
«Vattene dal tuo maritino e lasciami in pace» mi volto e riprendo a camminare.
«Fai come vuoi»dice rassegnandosi e andandosene.
Mi siedo sulla prima panchina libera, porto le gambe al petto e ci poggio sopra il mento. Mi perdo nei pensieri fin quando non vengo riportata alla realtà dalla suoneria del mio telefono. Lo tiro fuori dalla tasca del giubbotto e leggo il nome “Josh”, sorrido accettando la chiamata.
«Winter ci sei?»la sua voce è calda e sicura.
«Si scusa Josh ero sovrappensiero» porto le gambe ancora più attaccate al petto 
«Sei a Los Angeles?»
«Si, tu?» cerco di assumere un tono felice. Non devi fare la depressa Winter, non far notare a tutti la tua sofferenza
«Si, sono arrivato stamattina alle 10am»
«Io ho preso l'aereo a quell'ora» osservo il cielo grigio scuro, fra poco comincerà a piovere. Mi alzo controvoglia e ripercorro piano la strada per tornare a "casa".
«Io sono atterrato e tu sei partita» ride, non c'è cosa più bella di sentirlo ridere.
«Esatto» dico sorridendo anche se non mi può vedere «Comunque come stai?» cambio discorso.
«Bene Win e tu?» smette di ridere.
«Bene Josh» mento.
«Sicura?»
«Si, tranquillo» rispondo per poi iniziare ad imprecare.
«Che succede?» domanda divertito.
«Sta piovendo e sono per strada» inizio a correre.
«Perché sei per strada?»
«Storia lunga» esclamo con il fiatone.
«Dai torna a casa»
«Si, ci sono quasi» arrivo davanti alla casa e imbocco il vialetto, recupero le mie valigie e gli scatoloni portandoli sotto al portico «Scusami Josh, ero un attimo impegnata» mi siedo sotto al portico riprendendo fiato e guardando le gocce cadere sull'asfalto.
«Tranquilla lo avevo immaginato. Allora, dimmi un po' dove vai a scuola?»
«Finisco il liceo alla Westwood High School. Bello no? Andare in una scuola per quanto? Tre mesi e mezzo?» incrocio le gambe.
«Si in effetti non è il massimo. Al college ci hai già pensato?» chiede tranquillo.
«Si, ma non te lo dico» rido.
«Winter» la voce di George mi fa girare.
«Che vuoi?» mi giro verso di lui.
«Devo andare alla casa discografica prima di partire, vuoi venire?» mi domanda lui speranzoso.
«No grazie, non vedi che sono al telefono, ciao» lo liquido e torno con l'orecchio sul telefono«Scusami di nuovo» parlo a Josh.
«Casa discografica? Stavi parlando con George?»
«Si'. Non ho voglia parlare di lui, meno male che se ne vanno per tre settimane» mi alzo.
«Capito, allora dov'eravamo rimasti? Ah si, perchè non mi vuoi dire a che college hai pensato?» la sua voce è divertita.
«Perché no, non ho ancora ricevuto risposta per la borsa di studio, quindi nulla» 
«Me lo dirai se avrai notizie dalla borsa di studio?» dice Josh dall'altra parte del telefono.
«Forse si» sto tremando per il freddo ma non voglio entrare, almeno fin quando non se ne vanno.
«Come forse? Dai Winter» scoppia a ridere.
«Okay, credo che te lo dirò»
«Allora domani sarò la tua guida?» cambia totalmente discorso e gliene sono grata.
«A quanto pare. Sappi che se mi fai perdere per Los Angeles ti ammazzo»
«Vuoi che ti faccia perdere per Los Angeles?» la sua risata aumenta.
«Non lo so, potresti, tutto è possibile» mi risiedo di nuovo sui gradini del portico.
«Non succederà. Te lo prometto» ora è ritornato serio.
«Ti credo. Josh»
«Dimmi Win»
«Entro che sto congelando, se vuoi ci sentiamo più tardi» sospiro all'idea di chiudere la telefonata.
«Certo Win, mandami tu un messaggio, ci sentiamo dopo okay?»
«Va bene, ti scrivo io» esclamo prima di spingere il tasto rosso, che mette fine alla chiamata, 35 minuti e 17 secondi, i minuti e i secondi più felici di questa giornata.
Metto il telefono nella tasca del giubbotto, dopo aver aperto la porta entro con le valigie e i miei scatoloni. L'ingresso è grande e si affaccia sul soggiorno, a sinistra in fondo c'è la cucina, a destra ci sono le scale che portano al piano superiore. George e mia mamma hanno già sistemato il salotto in sole due ore che siamo qui.
«Con chi eri al telefono?» mia madre mi raggiunge uscendo dalla cucina.
«Non ti deve importare con chi ero al telefono. Qual è la mia camera?» la guardo freddamente.
«L'ultima in fondo al corridoio a destra» comincio a salire le scale e non mi volto. Una volta al piano superiore percorro tutto il corridoio e arrivo all'ultima porta a destra, la apro e rimango a bocca aperta.
È il doppio se non di più di quella che avevo in Kentucky, lascio cadere le mie cose e mi guardo attorno. Una porta-finestra che porta in un terrazzo che si affaccia sicuramente nel giardino è dritta davanti a me, di fianco alla porta-finestra a destra c’è il bagno e a sinistra la cabina armadio, nell'altro angolo a sinistra trovo una gigantesca libreria che conterrà tutti i miei libri, invece tra la libreria e la cabina armadio c'è il mio nuovo letto da una piazza e mezzo. Di fronte ho la scrivania a qualche metro dalla porta, le pareti sono dipinte di blu. Mi cavo il giubbotto e lo appoggio sul letto, scendo le scale intenta a prendere lo scatolone con dentro il necessario per fare il letto, quando arrivo giù trovo mia mamma con la valigia in mano e i passaporti.
«Eccoti ti stavo per chiamare» esclama lei entusiasta.
«Si okay, ciao, divertiti» rispondo acida mentre cerco tra gli scatoloni rimasti per la maggior parte miei quello con la scritta letto, lo trovo, lo sollevo pronta a risalire le scale.
«Winter» dice lei richiamandomi.
«Si devo stare attenta e bla bla, ciao, addio» affermo mentre finisco di salire le scale. Mi appoggio al muro, mi muovo di nuovo verso la mia nuova camera solo quando sento la porta di casa chiudersi.
Dopo aver passato tre ore a sistemare la mia camera mi rimangono solo sette scatoloni pieni di libri da aprire ma sono troppo stanca. Prendo l’i-phone da sopra la scrivania e vedo che sono le 7.20pm, decido di scendere al piano di sotto per mangiare qualcosa sperando che l'assistente di George abbia anche fatto la spesa, quando arrivo in cucina trovo un biglietto di mia madre sul frigorifero con scritto tre cose.

Visto che non mi hai fatta parlare te lo scrivo, visto che ami leggere:
1. In salotto sul tavolino ci sono le tue chiavi di casa.
2. Abbiamo fatto fare la spesa all'assistente di George per un paio di giorni, poi dovrai fare la spesa, accanto alle chiavi troverai anche la tua carta di credito e bancomat, con i rispettivi codici.
3. Per la scuola è già tutto a posto, domani mattina cominci e trovi il fascicolo con gli orari di inizio e fine lezione dei vari giorni nel cassetto del mobile in salotto e poi domani mattina dovrai passare a prendere l’orario delle tue lezioni.


Appallottolo il foglietto per poi dirigermi  in salotto dove trovo nel tavolino le chiavi di casa ed entrambe le carte. Rido di gusto, perché se mia mamma crede che con queste si riconquisterà il mio rispetto è messa davvero male. Lascio sul tavolino entrambe le carte e mi concentro su come hanno arredato il salotto. Pareti color sabbia, due divani rossi con un grandissimo tappetto bianco sotto i suoi piedi, il tavolino di vetro nero e la tv al plasma da non so quanti pollici alla parete. Di fianco ad essa i mobili che al loro interno contengono foto, bicchieri che mia mamma usa nelle occasioni importanti e tutti i suoi servizi di porcellana, i vari souvenir che avevamo comprato durante i viaggi di famiglia o i regali che gli avevo fatto io, altre cose invece non le riconosco e quindi capisco che sono di George. Ritorno in cucina, apro il frigorifero ma non c'è nulla che mi ispira da mangiare.  Apro il congelatore e trovo le crocchette di pollo, accendo il microonde e mentre aspetto che si scaldi noto la cura maniacale di mia madre per la cucina. Tutta bianca con le pareti rosse, deduco che il rosso non è solo il colore preferito di mia madre ma anche quello di George, questa casa è per la maggior parte rossa. Quando il microonde è caldo, cavo dal sacchetto le crocchette e le metto in un vassoio di stagnola trovato nei cassetti. Lo metto dentro al microonde. Mentre attendo che i 15 minuti scadono prendo il telefono, una volta sbloccato apro Whatsapp e scrivo a Josh. 
 
A: Josh
Eccomi, ho finito dieci minuti fa.

Chiudo l’applicazione, guardo i minuti e i secondi scendere dal timer del microonde, quando vibra il telefono.
 
Da: Josh
Hai sistemato tutto?
 
A: Josh
No, mi mancano ancora gli scatoloni contenenti i miei libri.
 
Da: Josh
Quanti ne hai? Saranno uno o due fai presto dai.

Rido.
 
A: Josh
Josh 
 
Da: Josh
Dimmi Win
 
A: Josh
Non ho solo due scatoloni di libri, ne ho sette e sono i più grandi che avevano.
 
Da: Josh
Sette giganteschi scatoloni di libri? 

Rido di gusto
 
A: Josh
Si, sono solo sette :(

Sento il timer suonare quando ho inviato il messaggio a Josh. Mi alzo e spengo il microonde, prendo le presine per tirare fuori il vassoio e dopo aver preso un piatto dalla credenza metto le crocchette nel piatto. Lo appoggio nel tavolo, prendo il mio bicchiere della coca-cola che mi aveva regalato Matt per natale e una forchetta con il tovagliolo,dopo di che apro il frigorifero dove prendo la bottiglia di coca-cola, finalmente mi risiedo sulla sedia e prendo il telefono.
 
Da: Josh
Solo? Scherzi vero Win?

Rido e prendo una crocchetta con la forchetta per mettermela in bocca.
 
A: Josh
No, non scherzo, sono pochi tu non immagini neanche quanti libri ho ancora nella mia lista

Appoggio il telefono sul tavolom verso la coca-cola nel bicchiere e dopo averne bevuto un sorso riprendo in mano il telefono.
 
Da: Josh 
Allora me la farai vedere Win

Vado nella rubrica e digito il nome di Josh avvio chiamata e attivo il vivavoce dopo aver appoggiato il telefono sul tavolo.
«Win?» risponde immediatamente.
«Ti disturbo?» chiedo dopo aver inghiottito la crocchetta che avevo in bocca
«No no, ho appena finito di mangiare»
«Io sto mangiando» dico prima di mettere un’altra crocchetta in bocca.
«Cosa mangi?»
«Crocchette di pollo»
«Buone» risponde lui ridendo.
«Si dai. Comunque mi prendi per pazza se vedi la mia lista di libri» prendo il bicchiere tra le mani.
«No te lo prometto» smette immediatamente di ridere.
«Mi stai promettendo tante cose Hutch. Non farmi perdere per Los Angeles, non prendermi per pazza per la mia passione per i libri»
«Io mantengo le promesse»
«Vedremo» dico infilandomi l’ultima crocchetta in bocca per poi alzarmi portando il piatto e il bicchiere sporchi nel lavandino.
«Fidati»
«Ripeto vedremo» riprendo il telefono per spostarmi in salotto.
«A che ora hai scuola domani mattina?»
«Non ne ho idea, ora lo scopriremo» mi dirigo verso il mobile del salotto e prendo il fascicolo della scuola. Mi siedo sul divano mettendo il telefono sul tavolino e apro il fascicolo della scuola, vado nel giorno giovedì «Entro alle 9am e esco alle 3pm» sbuffo.
«Alle tre?» esclama urlando.
«Si» mi lascio cadere con la schiena sul divano «Che palle»
«Vai bene a scuola?»
«Si, ho una ottima media, per quello ho richiesto la borsa di studio così da permettermi il college senza chiedere soldi a mia mamma»
«Non hai un buon rapporto con lei» chiede cauto.
«No, non lo abbiamo mai avuto» allungo il braccio per prendere il telefono dal tavolino.
«Litigate spesso immagino» dice mentre  sale scale lo sento dai suoi passi.
«Sempre» guardando l’ora nel telefono 9.25pm.
Così passiamo la serata a parlare di me e di lui e a conoscerci meglio, verso le 23.54pm chiudo la chiamata dopo che Josh mi ha augurato la buonanotte e dopo aver spento le luci del salotto salgo al piano superiore. Attivo la sveglia per le 7.30am e poco dopo mi addormento.




Le parole di Demons degli Imagine Dragons mi svegliano, come sempre la luce mi dà fastidio agli occhi ma è molto meno luminosa delle altre volte, mi alzo a malavoglia e cammino fino alla porta-finestra. Noto che piove, mi stropiccio gli occhi. Dopo essermi spogliata nel bagno entro nella doccia, l’acqua calda mi scorre sul corpo. Venti minuti dopo esco avvolgendomi nel mio accappatoio nero, mi asciugo i capelli velocemente lasciandoli al naturale e sciolti, dopo di che esco ancora in accappatoio, entro nella cabina armadio dove esco vestita con un paio di jeans neri e un maglione bianco, ai piedi le vans nere. Prendo il mio zaino nero dell’eastpak dove inserisco dentro due quaderni, l’astuccio e il mio vecchio diario. Prendo l’i-phone dal comodino e le cuffie per infilarle nella presa del telefono, le sigarette con l’accendino dalla borsa. Apro l’applicazione della musica e metto ‘Astronaut dei Simple plan’ solo dopo noto che ho messaggi su Whatsapp. Scendo le scale con lo zaino in spalla mentre apro l’applicazione.
 
Da: Matt
Peste, buona fortuna per questa mattina, stasera chiamami eh.

Sorrido mentre mi infilo il giubbotto, dopo aver messo la carta di credito e il bancomat nel portafoglio con il codice mi rimetto lo zaino in spalla. Riguardo la via della scuola e per sicurezza la salvo negli appunti del telefono. Prendo anche le chiavi e una volta infilate nel giubbotto esco di casa.
Dopo aver preso la metro e aver camminato per dieci minuti sotto l’acqua sono arrivata davanti alla scuola.
È di colore grigio con le finestre delle aule marroni, faccio una smorfia. Supero l’ingresso e gli occhi si puntano su di me. La ragazza nuova, scuoto la testa e continuo a proseguire fin quando arrivo all’ingresso della segreteria.
«Salve, sono la ragazza nuova» dico a una signora di mezza età con i capelli raccolti ordinatamente.
«Lei è Winter Davis?» mi chiede infilandosi i suoi occhiali e guardandomi, annuisco. Sposta lo sguardo sul computer e traffica per due minuti, alla fine sento la stampante avviarsi e mi porge dei fogli «Questo è il suo orario, se mi segue gli consegno i suoi libri per la richiesta di borsa di studio che sua madre ha presentato per la sua eccellente media» mi indica la porta da dove entrare mentre io prendo i fogli che mi ha dato e li infilo dentro allo zaino. Entro dentro alla stanza e vedo sulla scrivania dall’altra parte della stanza tutti i miei libri «Ovviamente non se li può mettere tutti nello zaino, lascerà quelli che non le servono oggi e domani nel suo armadietto» mi consegna un foglietto con il numero dell’armadietto e la combinazione
«Grazie» rispondo sorridendo, prendo i libri e li infilo nello zaino. Quelli che non entrano li tengo in mano, esco dalla segreteria e mi inoltro nei corridoi ormai pieni di studenti, guardo il numero dell’armadietto sul foglietto ‘512’  non sono neanche vicina visto che l’armadietto al mio fianco è il numero ‘254’, sbuffo, guardo l’orario dall’i-phone 8.40am, fra 20 minuti suona la prima ora.
«Ti sei persa?» una voce mi fa voltare e trovo un ragazzo alto, con i capelli castani e gli occhi blu.
«Si, sono nuova» sbuffo sonoramente.
«Piacere nuova. Io sono Nick. Nick Reed» mi sorride.
«Ciao Nick. Non mi chiamo nuova, sono Winter. Winter Davis»
«Bene Winter, se non vuoi arrivare in ritardo al tuo primo giorno che ne dici di farti aiutare da me?» annuisco «Bene, per cominciare passami quei libri» glieli lascio ringraziandolo «Allora che numero hai di armadietto?»
«Il 512» dico muovendo le braccia per far riprendere la circolazione del sangue.
«Sei vicino a mia sorella, lei ha il 513, è simpatica. Sono costretto a dirlo se no mi uccide» incomincia camminare e io rido seguendolo. Durante il tragitto verso il mio armadietto noto che Nick è un ragazzo molto simpatico ed è conosciuto visto che ogni tanto si ferma per salutare qualcuno «Eccoci qua Winter» dice indicandomi l’armadietto 512.
«Grazie mille, sei una angelo» gli sorrido.
«Che hai fatto a questa povera ragazza per farti dire che sei un angelo Nick?» una ragazza alta, della stessa carnagione di Nick e con i suoi stessi capelli e occhi si appoggia alla spalla di Nick.
«Non gli ho fatto nulla, sorella ti presento il nuovo acquisto della Westwood, Winter Davis» sorride di nuovo.
«Ciao Winter, io sono Hailee» ha lo stesso sorriso del fratello.
«Ciao» sorrido di nuovo.
«Allora sei all’ultimo anno?» mi chiede guardandomi.
«Si, ultimo» apro l’armadietto con la combinazione.
«Io sono al penultimo, mentre Nick è all’ultimo» mi aiuta con i libri.
«Sei all’ultimo?» domanda Nick dopo aver salutato l’ennesima persona.
Annuisco mentre prendo i fogli dallo zaino e guardo l’orario di questa giornata.

 

9 – 11 am Biologia.
11 – 12.30 am Letteratura 
12.30am – 1pm Pausa pranzo.
1pm – 2pm Geografia 
2pm – 3pm Matematica 



«Ci vedremo a Letteratura e a Geografia» dice Nick guardando il mio orario mentre io prendo i libri di: biologia, letteratura, geografia e matematica mentre suona la campanella.
«Winter, alla pausa pranzo siediti vicino a noi» esclama entusiasta Hailee prima di correre verso la sua aula lasciandomi con Nick.
«Vieni ti accompagno nell’aula di biologia tanto è di fianco a quella di storia e ho quella ora» annuisco e dopo aver chiuso l’armadietto lo seguo.


Quando alle 3pm la campanella suona mi sembra di tornare al mondo, metto il quaderno e il libro di matematica nello zaino, li seguono a ruota l’astuccio e il diario. Esco il più veloce possibile per fumare.
Appena varco la porta vedo che piove ancora, ma non mi scoraggio e decido di tirare fuori una sigaretta del pacchetto. L’accendo prima di avviarmi verso l’uscita della scuola, dopo aver salutato Nick e Hailee, le uniche persone gentili e accoglienti oggi, non che mi aspettassi di più.
Appena esco dal cancello della scuola comincia a piovere ancora più forte e la sigaretta dopo neanche due tiri è tutta bagnata e quindi impossibile da fumare. Sbuffo buttandola nel primo cestino che trovo mentre continuo a camminare sotto la pioggia quando sento il clacson di una macchina. Mi giro per urlargli contro ma trovo un fuoristrada e il finestrino si abbassa facendo comparire un Josh tutto sorridente, mi guarda e ride.
«Win credo proprio che dovremo rimandare il nostro giro turistico per Los Angeles. Dai salta su prima che ti prendi una polmonite» mi sorride. Non ci penso due volte e corro verso il fuoristrada di Josh.

















 
POV AUTRICE:

 

Eccomi qua con il nuovo capitolo, scusate il ritardo ma ho avuto dei giorni pessimi, la scuola mi sta massacrando sono piena di roba da studiare. QUINDI VI PREGO DI NON ABBANDONARE LA STORIA PERCHE' STO RICEVENDO TANTISSIME RECENSIONI POSITIVE CHE MI FANNO SOLAMENTE PIACERE E MI FANNO CONTINUARE A SCRIVERE QUESTA STORIA. E GIA' MI SCUSO SE IL PROSSIMO CAPITOLO LO AVRETE FRA UN PO', MA SETTIMANA PROSSIMA SONO PIENA DI VERIFICHE E INTERROGAZIONI.
Parlando del capitolo: Josh è tornato a Los Angeles, e anche Winter è arrivata a Los Angeles e ha affrontato il primo giorno di scuola, e ora passerà il pomeriggio con Josh.
SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO: SARA' TUTTO SU WINTER E SU JOSH, IL LORO POMERIGGIO.
SPERO DI RICEVERE ANCORA RECENSIONI E COME HO GIA' DETTO POTETE DIRMI LIBERAMENTE CIO' CHE PENSATE DEL CAPITOLO, ANCHE DELLE CRITICHE COSTRUTTIVE CHE MI POSSONO PERMETTERE DI MIGLIORARMI.

DETTO CIO', SPERO A PRESTO MERAVIGLIE,

-peetarms.


   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: peetarms