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Autore: Erika Gagliardi    16/05/2014    3 recensioni
Dall'ultimo capitolo:
''Il piccolo dormiva e finalmente potevo dedicare un po' di tempo a Gionny.
"Mi hai salvato la vita." Gli sussurrai all'orecchio.
Lui mi accarezzò la guancia. "Dovevo farlo, sennò sarei morto."
"Perchè?" Domandai corrugando la fronte.
"Perchè sei tu la mia vita." Mi rispose per poi avvicinarsi a me e lasciarmi un live bacio sulle labbra.''
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Salvami
 
 

Mi ero ripresa dal giorno prima, anche se non del tutto perchè quando ci ripensavo mi venivano i brividi. Gionny quella mattina mi portò al McDonand’s per fare colazione, lui mi disse che ci andava sempre, ma nonostante questo non riuscivo a vedere nemmeno un filo di grasso sul suo corpo ed era anche così lucido da riuscire a guidare quindi pensai che fosse sveglio da un bel pezzo e forse aspettava che io mi svegliassi per fare colazione. 
“Gionny, a che ore ti sei svegliato stamattina?” Gli chiesi.

Lui per un attimo spostò lo sguardo dalla strada verso di me come per dare un senso logico a quella domanda. “Stranamente alle 8 e mezze.” 
Ed io avevo fatto una figura di merda svegliandomi alle 10.


Dopo pochi minuti scendemmo ed entrammo al Mc, ordinammo e andammo a sederci in un tavolo libero. 
In quell’istante la testa cominciò a vagare tra pensieri e ricordi legati a quel posto: ci andavo spesso insieme a mamma e papà, sembravamo così uniti, così una famiglia. Tutto ciò si era sciolto in troppo poco tempo ed io avevo bisogno di legami famigliari in qualche modo. 
Tremai e come sempre Gionny lo notò. “Che hai?” 
Non risposi, lasciai che la testa collegasse tutti gli avvenimenti, perciò arrivai alla conclusione di Lorenzo, che era ferito, in ospedale e sicuramente incazzato nero.
“Secondo te… Lorenzo si riprenderà?” Chiesi con un filo di voce.
“Sì, ma stai tranquilla, non lo vedrai mai più in vita tua poi.” Mi sorrise dando un morso all’hamburger.
Non ne ero molto convinta, Lorenzo era capace di tutto e di più, ma dette da Gionny quelle parole sembravano tranquillizzarmi.
“Ho una sorpresa per te.” Disse poi all’improvviso.
“Cosa?!” Chiesi sorpresa.
“Cosa?” Ironizzò lui, fingendo di non aver detto niente.
“Quale sorpresa Gionny?!” Ero incredula, beh, chi se lo sarebbe aspettato da un ragazzo che neanche conosci da molto.
“Lo scoprirai solo domani.” Tagliò corto lui succhiando dalla cannuccia la coca-cola. 
“No, Gionny! Io non riesco ad aspettare! Sono troppo curiosa.” Insistetti.
“Per denunciare Lorenzo hai aspettato un anno però.” Disse senza guardarmi.
Quelle parole mi ferirono tanto, sembrava una fitta al cuore. Non me lo aspettavo proprio per niente da lui, anche se mi aveva avvertita che in parte il suo carattere era anche freddo.
Cercai di mostrarmi il più impassibile possibile, senza filtrare emozioni, anche se non mi riuscì molto bene.
“Scusami Allison…” Disse rendendosi conto delle parole che aveva appena detto. “Non volevo…”
“Tranquillo, va tutto bene.”
No.
Si era evidentemente sentito in colpa perchè non fece altro che chiedermi scusa anche durante il ritorno a casa. Sua.
Era incredibile quel ragazzo, mi capiva meglio di chiunque altro, però in quel momento prestava poca attenzione alla guida per chiedermi ancora scuse e aveva cominciato a preoccuparmi. 
Guardai avanti e spalancai gli occhi alla vista di un’anziana signora attraversare la strada. “Frena!”
Una brusca frenata mi stordì, ma diedi più importanza alla vecchietta di fronte a noi che si era fermata per guardarci.
“No-nonna?” 
Era incredibile, impossibile. Non doveva essere in Lombardia, a casa sua? Papà mi aveva mentito, ancora.
“Allison?” Lessi il suo labiale.


Scesi subito dall’auto e corsi ad abbracciarla. Eravamo in mezzo alla strada, ma ok. “Sei ancora qui!” 
“Dove volevi che fossi? Piuttosto tu che ci fai qui?” Mi disse lei sciogliendo l’abbraccio.
Dei clacson si susseguirono uno dopo l’altro: stavamo bloccando la strada e Gionny era andato apposta a parcheggiare.
Ci spostammo sul marciapiede accanto. “In che senso che ci faccio qui?” Le chiesi non capendoci niente.
“Tuo padre mi ha detto che eri andata con Lorenzo a Londra e che non saresti tornata per due settimane.” Spiegò lei.
C’entrava ancora papà, come sempre era lui a rovinare la mia vita. “È tutta una cazzata nonna!” 
“Eh, lo vedo!” Il suo bel senso dell’umorismo c’era ancora.
“A me invece ha detto che eri tornata a casa!” Poi mi ricordai di una cosa importantissima, che lei aveva il pieno diritto di sapere. “Nonna, devo dirti una cosa importante che ti sconvolgerà.”


In quel momento Gionny ci raggiunse e quando nonna lo vide ne fu contentissima, si abbracciarono e bla bla bla.
“Sei rimasto sempre uguale, Giacomo!” Disse lei entusiasta, a volte mi chiedevo se ci faceva apposta.
“Già, quando ci siamo visti cinque anni fa avevo i capelli più corti.”
Risi a quella stupida battuta, che nonna non sembrò capire.
“Comunque… cosa mi dovevi dire di importante Allison?” Chiese d’un tratto nonna. Gionny mi guardò capendo cosa intendeva dire poi scossa la testa come per avvisarmi: ‘non dirglielo, la distruggeresti.’
E aveva ragione, le avrei fatto del male così, aveva diritto di sapere, ma non di starci male. “Nulla… me lo sono dimenticata…” Mentii.
“Stai invecchiando mia cara.” Mi disse nonna, poi sentii delle piccole riaatine da parte di Gionny. Lo fulminai con lo sguardo dandogli una giocosa pacca sulla spalla.
Nonna sembrava godere di quella scena, perchè infatti dopo fece una domanda che ci fece tacere per un lungo periodo. “Allora, state insieme alla fine?”

 


Da un po’ sentivo gli occhi di Gionny addosso e non era per niente piacevole, mi dava ansia e imbarazzo. Se nonna si fosse stata zitta magari ora stavo saltellando per i campi fioriti, ma no, mi aveva messo in una situazione imbarazzante e difficile da gestire.
“Che c’è?…” Chiesi d’un tratto pentendomene subito poi.
Lui rise. “Dovevi trovarti una scusa migliore.”
Io invece divenni seria in quel momento, anche se veniva da ridere anche a me per quella pessima trovata. “Ha bisogno di sapere…”
“Lo so, dille tutto quello che è successo, ma non di tua madre, non reggerebbe una situazione simile.”
Deglutii. “Lo scoprirà prima o poi e se non da me, lo verrà a sapere da mio padre e allora sì che farà male davvero.”
Il suo sguardo sembrava non approvare del tutto i miei pensieri, ma poi guardò altrove cambiando argomento: segno che nonna stava tornando.

   
 
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