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Autore: MrTeschietto    17/05/2014    1 recensioni
Da quando viene punto da un ragno radioattivo, la vita del giovane Peter Parker cambia per sempre.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Stan stava riordinando i fumetti per l'apertura della sua fumetteria quando sentì la porta a vetri che veniva colpita lentamente da delle nocche. Il vecchio si girò e vide Peter alla porta con gli occhi colmi di lacrime.
Fece entrare il ragazzo e gli disse: "Peter, ma cosa è successo?"
Peter era troppo in lutto per riuscire a parlare, così Stan decise di portarlo nella sua casa (che si trovava proprio sopra al negozio) e di dargli una tazza di tisana per calmarlo.
Non appena il ragazzo riacquistò la parola raccontò a Stan e sua moglie cosa era successo.
I due anziani coniugi ascoltarono la storia e, non appena finito, Peter riprese a piangere e disse: "Non so proprio cosa fare! Mi sento in colpa!"
Stan mise una mano sul mento del ragazzo e gli disse: "Tu hai fatto quello che pensavi fosse giusto. Non potevi sapere che quel ladro potesse fare qualcosa a tuo zio. Eri troppo accecato dalla rabbia per avere anche solo un'idea di quello che avevi davanti. Fidati di me, ragazzo mio, non è colpa tua..."
Fu allora che Peter guardò Stan e disse: "Ricordi cosa mi dissi sui poteri e sulle responsabilità?"
Stan annuì.
"Bene" disse Peter "Perché realizzo solo adesso quello che cercavi di dirmi e ti assicuro che, avendo mancato alle mie responsabilità, non mi libererò da questo fardello fino a che non farò la cosa giusta!"
"Cosa hai intenzione di fare?" chiese Stan.
"Io ho un grande potere..." rispose Peter "... e voglio utilizzarlo a fin di bene per tutti"
"Vuoi dire che vuoi diventare un supereroe?" chiese la signora Lee "Tipo capitan America, Devil e Iron Man?"
"Esatto" rispose Peter con determinazione.
La signora Lee ridacchiò ma il marito la zittì con lo sguardo e disse: "Io non posso impedirti di fare quello che tu pensi sia giusto. Posso solo dirti fai attenzione e ricordati sempre quello che ti ho detto"
Peter annuì ed uscì dalla fumetteria.

Essendo l'alba, Peter decise di entrare in casa dalla finestra e si cambiò i vestiti. Si mise quindi a letto e decise di aspettare che zia May lo venisse a svegliare come sempre... ma non accadde.
Decise quindi di scendere per conto suo e vide sua zia al tavolo con una tazza di caffè in mano. Zia May si voltò e vide Peter. "Peter, cosa fai già in piedi?"
"Come sarebbe a dire?" chiese Peter "Oggi è Lunedì e--"
"Tu non andrai a scuola oggi" rispose May "Ho già mandato un fax alla scuola"
"Perché?"
"Dopo quello che è successo a zio Ben tu ieri sera ti chiusi in camera a chiave" spiegò la fragile signora "Se andassi a scuola la tua concentrazione rimarrebbe incentrata su Ben e io voglio che tu vada a scuola senza preoccupazioni"
May quindi si alzò e abbracciò suo nipote.

Verso le quattro e mezza il telefono di Peter squillò e lui rispose.
"Pete, sono Harry" fece la voce di Harry dall'altro lato della cornetta "Ho appena scoperto quello che è successo a tuo zio. Mi dispiace"
"Grazie, Harry" rispose Peter cercando di trattenere le lacrime.
Non potendo farcela attaccò il telefono in faccia all'amico e mise la testa sul cuscino.
Fu in quel momento che la porta di stanza sua si aprì ed entrò... una ragazza dai capelli rossi, la ragazza vicina di casa di Peter.
"Mary Jane" disse Peter asciugandosi gli occhi "Cosa ci fai qui?"
"Mi ha fatto entrare zia May" rispose la rossa "Ho visto ieri sera dei poliziotti in casa tua. Sono venuta qui in cerca di chiarimenti e tua zia mi ha spiegato in tutto"
Seguì una lunga pausa.
"Come ti senti?" chiese Mary Jane.
"Uno schifo" rispose Peter "Scusami, MJ, ma non voglio vedere nessuno adesso. Puoi per favore andare via?"
MJ abbassò la testa e disse: "Va bene, ma ricordati che sai dove trovarmi se hai bisogno di parlare"
Diede quindi un bacio sulla fronte a Peter e uscì dalla stanza. Il ragazzo realizzò qualche secondo dopo l'ultimo gesto della ragazza.

Era ormai sera e Peter aveva quasi finito. La fortuna di essere un genio della scienza ha i suoi vantaggi: gli spara-ragnatele erano quasi finiti.
Peter li aggiustò sopra i guanti del costume e li provò: la ragnatela usciva bene, ma non doveva abusarne, essendo la carica limitata.
Ora tutto quello che doveva fare era allenarsi con quegli affari, ma magari il giorno dopo. Ora aveva bisogno di riposo.

Nel frattempo, al New York Hospital, era in corso un'operazione.
"Signori, qualunque cosa sia successa a quest'uomo lo ha portato ad una vasta gamma di danni celebrali, da come potete notare dalle radiografie" stava dicendo uno dei tre medici nella sala "Per analizzare meglio la situazione bisognerà prima staccare questi bracci meccanici per avere il compito facilitato"
Il medico prese quindi una motosega e si avvicinò verso dei dispositivi meccanici che il paziente che era steso sul lettino presentava.
"Mi dispiace..." disse il paziente "... ma questo non posso permettervelo!"
Fu questione di un attimo: i quattro tentacoli meccanici iniziarono a muoversi e a colpire i tre medici nella sala. Nessuno di loro ebbe scampo e il dottor Octavius scese dal lettino e si guardò: non lo avevano ancora spogliato, ma gli avevano tolto gli occhiali e i guanti in lattice.
Per i guanti ne prese un paio insanguinati che portava uno dei medici e per gli occhiali prese un paio di quelli medici.
"Mi hanno fregato" disse Octavius "Mi avevano detto che l'esperimento sarebbe stato un successo. Me la pagheranno cara!"
Le ultime parole le urlò al cielo e i quattro tentacoli distrussero la porta: un uomo arrabbiato e molto pericoloso era a piede libero.


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