Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    17/05/2014    1 recensioni
Per proteggere Arendelle e i suoi abitanti, Elsa decide di rinunciare ai propri poteri. Ma dal mare giunge Nadir, un ragazzo che porta con sé una terribile tempesta. Se entro due giorni Elsa non lo fermerà, Arendelle verrà distrutta. Per restituire i poteri alla regina, Anna, Kristoff e il pupazzo Olaf dovranno affrontare il Cuore dell'Inverno, un abisso senza fondo dal quale nessuno è mai tornato...
Stormed è il primo episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Kristoff lancia Sven al galoppo lungo il sentiero. Aggrappato alla sua schiena, le trecce che svolazzano nel vento, Anna tiene la faccia incollata alla spalla. Infine Olaf è aggrappato al fianco di Anna, il corpo che salta e ricade a ogni sobbalzo della renna.
― Vai bello, vai ― lo incita Kristoff.
― Più veloce Sven! ― grida Anna.
― Se Lafayette ti vedesse ti prenderebbe a frustate ― urla Kristoff di rimando.
Sven si arresta di botto. Kristoff resta in sella solo perché ha le mani salde sulle corna della renna.
― Che ti prende ora?
Sven lancia un guaito in direzione di Arendelle, che da quel punto è visibile attraverso le chiome degli alberi agitate dal vento.
Le nubi si sono addensate fino a formare un anello che ruota sulla città.
― Brutto segno ― mormora Kristoff.
― Elsa è in pericolo, dobbiamo sbrigarci.
― Hai ragione ― dice Kristoff puntando agli alberi. In quel punto il bosco è fitto e non c'è traccia di un sentiero. ― Prenderemo la scorciatoia.
― Non ci passiamo lì in mezzo.
― Sven e io lo facciamo sempre. Vero? ― Kristoff accarezza il collo della renna, che lancia un guaito. ― "Certo amico" ― aggiunge parlando al posto della renna. ― Però, se non te la senti di venire... ― dice ad Anna con tono serio.
Anna gli da un buffetto sulla spalla. ― Non dirai sul serio, spero. Mia sorella ha bisogno di me. Ora.
Kristoff sorride. ― È per questo che ti amo ― dice prima di lanciare Sven al galoppo.
Anna arrossisce. ― Mi ami? Voglio dire... non me l'avevi mai detto. Cioè, sapevo che era così, ma...
La sua voce viene soffocata nel momento in cui entrano nel bosco.
***
Un'onda più alta delle altre si forma all'imboccatura del fiordo, attraversa la baia e si infrange contro le mura del castello, scavalcandole.
L'acqua si riversa nel cortile. Elsa guarda con apprensione il cielo, dove il vortice di nubi si sta allargando fino a inglobare tutta la città.
Il vento soffia così forte che il suo ululato li costringe a gridare, ma lì, nel'occhio del ciclone, l'aria è piatta e immobile.
― È stato un viaggio così lungo ― dice Nadir. ― Per tutta la vita ho desiderato trovare qualcuno come te, che potesse darmi delle risposte.
― Io...
― Tu mi devi aiutare, Elsa. Fermami.
― Avanti Elsa ― grida Hans. ― Fa' come ti dice, prima che distrugga tutto.
Elsa si guarda le mani e scuote la testa. ― Non posso ― esclama disperata.
***
Un fulmine cade a poca distanza da Sven. Un albero si spezza in due e precipita di traverso sulla strada. La renna salta oltre l'ostacolo, solo per trovarsi di fronte un muro di fuoco che gli sbarra la strada.
Invece di rallentare la renna accelera e si getta verso le fiamme e le supera con un salto.
Kristoff si guarda alle spalle. ― Quanto hai imparato a farlo? ― chiede alla renna.
Sven emette un guaito sommesso.
Il bosco termina all'improvviso in un sentiero pavimentato con lastre di pietra. Gli zoccoli della renna risuonano sul selciato mentre sopra di loro si scatena la tempesta di fulmini.
― Il tempo sta peggiorando ― grida Anna.
― Davvero? Non l'avevo notato ― risponde Kristoff.
― Non c'è bisogno di essere sarcastici ― risponde lei seccata. ― A proposito di prima...
― Cosa?
― Anche io dovrei dirti che...
― Me lo dirai dopo ― grida Kristoff indicando qualcosa davanti a loro.
Dal punto in cui si trovano si vedono Arendelle, il porto e il fiordo. Onde alte cinque metri si infrangono sul molo.
Sopra la città si è formata una tromba d'aria con al centro il cortile del castello. Tutto ciò che il gigantesco mulinello investe viene sradicato via e trascinato dalla forza del vento.
Una chiesa con il campanile viene sollevata in aria insieme a decine di abitazioni, negozi, carri e imbarcazioni.
Una nave all'ancora si rovescia sul ponte che collega il castello con la terraferma e lo spezza in due facendo crollare i resti in acqua, quindi la nave viene catturata dalla tromba d'aria e trascinata via insieme al resto.
― Elsa ― esclama Anna.
Kristoff accarezza il collo di Sven. ― Andiamo bello.
La renna si lancia al galoppo verso la città.
***
Hans si sposta di lato rispetto a Nadir ed estrae la spada.
― Io non so come fare ― dice Elsa guardando preoccupata le nuvole.
― Elsa, ti prego ― la implora Nadir.
Hans si porta alle spalle di Nadir e solleva la spada, pronto a colpire. ― Avanti, Elsa. È questo il momento ― grida. ― Usa i tuoi poteri per immobilizzarlo e io farò il resto.
Una folata di vento improvvisa investe Hans e lo scaraventa a metri di distanza. L'uomo rotola su se stesso e batte la testa. La spada scivola via lontana.
Nadir sospira rassegnato. ― Mi difende. Si nutre di me. E io non voglio che succeda.
― È il tuo potere ― dice Elsa con voce calma. ― Sei tu che hai il controllo.
― Non l'ho mai controllato ― esclama Nadir. ― Ho cercato a lungo qualcuno come te. Che mi insegnasse, che mi mostrasse la strada. Devi dirmi come ci riesci. O sarà la fine.
Sopra le loro teste la tempesta si allarga, estendendosi verso l'entroterra e il mare.
***
Sven entra in città al galoppo. Aggrappati alla sua schiena, Kristoff, Anna e Olaf guardano il cielo. Nel turbine che si è formato sopra Arendelle volteggiano i resti di abitazioni divelte dalle fondamenta, negozi, ogni sorta di suppellettile, carri da trasporto, barche e altro ancora.
La strada principale che porta al ponte è sgombra di detriti. Kristoff, gli occhi socchiusi per il vento che gli schiaffeggia il viso, esclama: ― Non ti fermare Sven.
La renna emette un guaito deciso e si lancia al galoppo tra gli edifici. Sopra di loro la tromba d'aria si abbassa.
― Albero! Albero! ― grida Anna.
Un albero precipita a qualche metro di distanza, ma Sven scarta di lato e lo evita prima di essere colpito.
Un edificio si abbatte sopra il tetto di un palazzo, mandandolo in frantumi. Una pioggia di tegole e assi di legno invade la strada un attimo dopo che Sven ci è passato di corsa.
― Piovono case ― esclama Olaf. ― È normale che ad Arendelle piovano case? ― si chiede con espressione accigliata. ― Non ne avevo mai sentito parlare prima d'ora. E voi?
― Sta zitto ― gridano Kristoff e Anna all'unisono dopo essersi voltati.
Quando Anna si gira, sgrana gli occhi.
― Casa! Casa! ― grida Anna.
― Casa? ― esclama sorpreso Kristoff prima di voltarsi e impallidire.
Trascinato dal vento, un edificio di due piani sta rotolando verso di loro seminando in giro travi grandi come alberi e ogni genere di scheggia.
Kristoff afferra le corna di Sven e le piega a sinistra. La renna esegue una deviazione, finendo in una via laterale.
Mentre si lanciano a tutta velocità lungo i vicoli, muri e finestre esplodono sotto la pressione del vento, lanciando contro di loro migliaia di schegge.
Un edificio sormontato da un campanile crolla davanti a loro nel frastuono di campane che suonano all'impazzata.
Sven guaisce e si lancia verso la torre che sta crollando. Un attimo prima che atterri sopra di loro, si schianta sulla facciata di un edificio vicino, creando un arco che resiste giusto il tempo di farli passare sotto di esso prima di sgretolarsi.
Anna si toglie dalla faccia un vestito che nella confusione deve essere volato via da uno degli edifici. ― Che magnifico ricamo ― esclama deliziata prima che il vento glielo strappi di mano.
Sven si riporta sulla strada principale, che ora appare di nuovo sgombra di ostacoli. Gli occhi di Anna e Kristoff sono puntati verso il castello e non si accorgono dell'ombra che si allunga sopra di loro.
Un attimo dopo, preceduta dallo schianto di enormi travi di legno, appare la sagoma di un vascello a tre alberi che, capovolto, si abbatte sul punto in cui si trovano.
Kristoff e Anna gridano e abbassano la testa mentre Sven, incurante del pericolo, entra in una falla aperta lungo il fianco della nave.
La renna attraversa il ponte rovesciato della nave saltando da un'asse all'altra mentre attorno a loro piovono schegge e travi di legno.
La nave si disintegra sotto il suo stesso peso un attimo dopo che Sven è saltato fuori da uno dei boccaporti.
Anna si volta con gli occhi sgranati ed esclama: ― Ci è piovuta addosso una nave. Non ci posso credere.
― A me capita sempre ― dice Kristoff imbronciato.
― Per me è un'esperienza nuova.
Sven si ferma di botto puntando le zampe in avanti e rischiando di disarcionare i suoi passeggeri.
Kristoff smonta con un balzo e indica il ponte distrutto. ― Fine della corsa ― dice correndo verso il baratro.
La forza del vento aumenta mano a mano che si avvicina, ritrovandosi ad arrancare per fare pochi centimetri.
Dietro di lui, Anna fatica ancora di più ed è costretta a fermarsi.
― Non riusciremo mai a passare ― grida per farsi sentire. ― Sven. Portali al sicuro.
― Devo andare da Elsa ― grida Anna. ― Lei mi sta aspettando.
Il vento aumenta ancora e li trascina via. Kristoff si aggrappa a una colonna di pietra che sostiene uno dei pali per l'illuminazione. Con l'altra mano tiene Anna, che si stringe a lui.
Sven e Olaf vengono trascinati via dalla furia del vento. La renna afferra il pupazzo e si allontana di corsa.
Kristoff prende la corda e la lega attorno al palo, quindi passa uno due capi attorno alla vita di Anna, assicurandola.
― Kristoff ― grida Anna. Il vento è così forte che la sua voce è appena udibile.
Una folata improvvisa li solleva da terra. Anna non viene trascinata via solo perché è attaccata alla corda.
Kristoff si mantiene con entrambe le mani strette attorno al palo, il vento che gli scompiglia i capelli. ― Cerca di resistere.
***
― Nadir, ti prego ― dice Elsa con tono supplicante. ― Devi fermare tutto questo.
― Non si ferma mai ― grida lui. ― Ho provato a scappare, ma lui mi segue ovunque. E cresce ogni giorno di più.
Elsa si avvicina di qualche passo, gli tende le mani. ― Sono sicura che dentro di te hai la forza per controllarlo.
― Non ti avvicinare ― grida Nadir allontanandosi. Un fulmine si abbatte su una torre, mandandola in frantumi. ― È per il tuo bene.
Elsa si ritrae.
― Dimmi come hai fatto ― la implora Nadir.
Elsa si morde il labbro inferiore. ― Con l'amore ― risponde.
Nadir la guarda, incredulo. ― L'amore?
― L'amore ― ripete lei. ― È quello l'unico modo che ho trovato.
Nadir si guarda le mani. ― Ma... come posso, io? Come?
― Pensa alle persone che ami. A quelle che ti hanno amato.
Nadir scuote la testa. ― Io non posso amare nessuno, Elsa. Né posso essere amato.
― Ti sbagli. Tutti possiamo amare ed essere amati.
― Non io...
― Se tu volessi...
― No ― grida Nadir. Un fulmine squarcia il cielo. Il mare si gonfia e si solleva formando un'onda alta dieci metri. Per un attimo rimane sospesa davanti al castello, poi si ritrae. ― Non posso. Non dopo quello che ho fatto. Non dopo le sofferenze che ho causato.
― Qualunque cosa tu abbia fatto...
― Io ― grida Nadir toccandosi il petto. ― Ho scatenato la tempesta che ha ucciso i tuoi genitori.
Elsa lo fissa stupita, la bocca che si muove ma che non emette alcun suono.
Nadir estrae un pezzo di stoffa. ― È tutto ciò che il mare ha restituito, insieme a una barca che mi ha permesso di mettermi in viaggio e di trovarti. È un segno del destino, Elsa, che sia proprio tu a... ― Il vento glielo strappa di mano e lo trasporta fino a Elsa, i cui occhi notano il giglio dorato ricamato sui colori verde e viola.
― Non volevo farlo ― dice Nadir con voce più calma. ― Ma è successo.
Elsa cade in ginocchio, le mani che la sorreggono a stento, il capo chino. Le lacrime le rigano le guance.
― Per quello che ho fatto, merito di essere distrutto ― dice Nadir con voce roca. ― E devi essere tu a farlo.
Elsa rialza la testa. ― Non ne ho la forza.
Nadir chiude gli occhi e china la testa. ― Allora tutto è perduto.
Dietro di lui, il mare si ritira.
***
Il vento strappa le pietre che formano il selciato trasformandole in proiettili.
Il palo a cui sono aggrappati Anna e Kristoff inizia a piegarsi e scricchiolare.
― Kristoff ― grida Anna con orrore quando vede il metallo piegarsi. ― È questo il momento. Dammi il cuore di ghiaccio.
Kristoff prende la gemma ancora avvolta nel fazzoletto, ma il vento gliela strappa di mano facendola rotolare via lungo il ponte.
― No ― grida Anna cercando di afferrarla.
― Anna ― esclama lui con voce calma. ― Ricordi la tua visione, nel Cuore dell'Inverno? Anche io ho visto qualcosa.
― Cosa?
― Ho visto te, Anna. ― Kristoff stacca una mano dal palo. ― Eri felice. E per me è l'unica cosa che conta davvero.
Anna spalanca gli occhi.
Kristoff stacca l'altra mano e perde la presa. Il vento lo afferra e lo trascina via. Anna cerca di afferrarlo, le dita si chiudono sulla casacca ma non riesce a trattenerlo.
Kristoff prende il piccone legato in vita. Mentre il vento lo trascina via facendolo rotolare sul selciato, usa l'altra mano per afferrare il Cuore di Ghiaccio.
Anna cerca di liberarsi dalla corda che la tiene legata. Il suo grido viene soffocato da un rombo assordante.
Il mare davanti al fiordo si sta sollevando nel cielo rivaleggiando in altezza con le montagne che circondano Arendelle.
Kristoff guarda in alto. Il vento si calma per un istante. Lui solleva la mano che regge il piccone e con la punta colpisce la gemma.
In quel momento il vento aumenta d'intensità, solleva Kristoff e lo scaraventa contro il pavimento del ponte, per poi trascinarlo via come una bambola di pezza. Un bagliore accecante si sprigiona dalla gemma. Il Cuore di Ghiaccio finisce in mille pezzi mentre l'energia che racchiudeva si divide in sottili filamenti di luce che si protendono attraverso il ponte distrutto, superano il cancello divelto dal vento e il cortile del castello di Arendelle, per raggiungere Elsa, in ginocchio di fronte al muro d'acqua che si solleva sempre di più.
L'energia circonda Elsa, la trapassa, si immerge in lei sostenendola.
Elsa si rialza, gli occhi rivolti all'onda che si solleva sempre di più e i pugni chiusi in attesa dell'impatto. Il muro che circonda il castello crolla sotto la pressione dell'acqua, sgretolandosi in mille pezzi.
Il muro d'acqua ha ormai superato in altezza la cima delle montagne che circondano il fiordo e ha iniziato una lenta discesa, come una mano gigantesca che sta per abbattersi su Arendelle.
Anna scioglie la corda che la tiene legata e aiutandosi con le mani riesce a raggiungere Kristoff, che nel frattempo è finito all'altra estremità del ponte.
Quando volta la testa, i suoi occhi incrociano l'enorme onda che sta per sommergerli. Il suo primo istinto è di buttarsi sopra Kristoff come a volerlo proteggere, gli occhi chiusi.
Elsa solleva le braccia e le punta verso la base dell'onda. L'energia sprigionata dai palmi delle mani raggiunge l'acqua e la trasforma in ghiaccio.
L'onda ruggisce come un animale ferito, l'acqua preme sulla barriera di ghiaccio piegandola e spezzandola in più punti.
Elsa, i capelli scompigliati dal vento e l'espressione concentrata, dirige la sua energia verso il corpo stesso dell'onda. Il pavimento del cortile si spezza, esplode in mille pezzi che la sfiorano. Lei stessa sembra piegarsi sotto quella pressione enorme, le braccia sollevate al cielo e gli occhi chiusi in attesa dell'impatto.
Quando li riapre, l'onda sovrasta tutta Arendelle, un arco gigantesco che copre il fiordo, ma ora è un immenso blocco di ghiaccio grande quanto una montagna che lancia bagliori cristallini.
Con un ultimo sforzo, Elsa allarga le braccia e la montagna si dissolve in milioni di cristalli di ghiaccio che ricadono in mare.
Infine si inginocchia, esausta.
  
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