Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: bimbabest99    18/05/2014    5 recensioni
La storia di due giovani nati da due famiglie diverse in contrasto tra loro: Weasley e Malfoy. Ginevra Weasley, cresciuta in una famiglia consapevole dei veri valori della vita, seppur non molto benestante. Draco Malfoy, cresciuto in una famiglia di nobili purosangue, circondato da malvagità e ipocrisia, dove ogni persona è costretta ad attaccare per non essere attaccata. La storia inizia con il quinto anno di Ginny Weasley, cioè il sesto libro. E’ raccontata in prima persona da quest’ultima, gli eventi INIZIALI seguiranno la trama della Rowling, ma a partire dalla fine del sesto libro saranno modificate. Buona lettura!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 12 Degna di un Malfoy

Temere l’amore è temere la vita

e chi teme la vita è già morto

per tre quarti.

(Bertrand Russell)

DEGNA DI UN MALFOY

                  

Un raggio del sole nascente si posò sul mio volto ancora addormentato, inducendomi a raggomitolarmi meglio nel calore delle coperte, in posizione fetale.

Il canto di un uccello risuonò in lontananza, al che mugugnai pigramente, sollevando le palpebre per guardare l’ambiente circostante.

L’odore dei medicinali entrò con irruenza nelle mie narici, inducendomi a mugugnare disgustata, salvo poi bloccarmi quando mi resi conto di aver piegato il ginocchio.

Tolsi le coperte di lino dalla gamba e guardai attentamente quella porzione di pelle ancora fasciata nelle bende, muovendola leggermente per costatare se era solo la mia immaginazione, oppure il dolore del taglio era sparito davvero.

-Ma bene, signorina Weasley! Vedo che è già sveglia…-

Trasalii quando sentii una voce squillante provenire dal fondo dell’infermeria, puntando lo sguardo sull’anziana medimaga che stava avanzando in mia direzione con un vassoio pieno di medicine.

-Buongiorno anche a lei, Madama Chips…-

Dissi con tono sarcastico, mentre poggiavo la schiena contro lo schienale del letto, osservando la donna mentre appoggiava il vassoio sul letto e disponeva alcune ampolle in un ordine scrupoloso.

-Grazie, signorina…-

La sentii rispondere, ignorando che il mio non era un “buongiorno” vero e proprio.

-Vedo che il suo ginocchio è quasi del tutto guarito…mi fa piacere!-

Esordì, mentre armeggiava con le bende del ginocchio, rimuovendole con attenzione e delicatezza fino a scoprire il taglio quasi del tutto scomparso.

-Sì…sta guarendo in modo davvero ottimale! Vede che in fondo la pozione di ieri sera è servita? Vedrà che già da questo pomeriggio potrà camminare regolarmente e non rimarrà nessuna cicatrice!-

La sentii proclamare con tono vittorioso, mentre prendeva tutte le ampolle dal vassoio, trasferendole su una mensola posta vicino l’adiacente parete.

-Weasley…-

M’irrigidii istintivamente con la schiena quando quelle corde vocali arrivarono al mio sistema nervoso.

Voltai lentamente il capo, ritrovandomi a guardare la sagoma imponente di Draco Malfoy fermo qualche metro lontano dalla sottoscritta.

Quell’immagine mi parve stranamente familiare, come se avessi già visto il ragazzo varcare quel portone nello stesso identico modo, salvo ricordarmi improvvisamente del sogno della sera prima.

Gemetti spaventata, portandomi una mano alle labbra, quando l’immagine del ragazzo steso sopra di me e intento a scoprire la mia essenza con le labbra fece prepotentemente capolino nella mia memoria.

N-no…non può essere!

Pensai, salvo poi rendermi conto che era avvenuto tutto nella mia testa, era solo un sogno, un bellissimo sogno.

Eppure non riuscivo a capacitarmi che si fosse trattato di una visione…era tutto così incredibilmente reale e vivido nella mia mente: il suo volto illuminato ad arte dai raggi della luna, le sue gambe contro i miei fianchi, le labbra morbide e fresche dal sapore inconfondibile e la tonalità un po’ roca della voce quando mi aveva augurato una veloce guarigione.

-Che cosa succede?-

Chiese Madama Chips in direzione del ragazzo, mentre io rimanevo immobile con la mano poggiata sulle mie labbra, quasi non riuscissi ancora a capacitarmi che delle sensazioni così profonde e reali fossero frutto di un sogno.

-La Weasley deve venire con me nell’ufficio del preside!-

Rispose il ragazzo con una punta d’irritazione, guardando la medimaga, mentre un brivido mi percuoteva il corpo quando sentii le sue corde vocali profonde e roche, ricordandomi incredibilmente lo stesso tono che aveva utilizzato nel mio sogno.

 -Non è possibile! Deve esserci un errore…la signorina sarà dimessa questo pomeriggio!-

Gli rispose Madama Chips, al che sollevai il capo nella loro direzione, continuando a toccarmi le labbra, sentendole incredibilmente gonfie.

-Ordini del preside! La Weasley deve spiegarci alcune cose sull’agguato della Parkinson, quindi si levi dai piedi e faccia uscire la ragazza…-

Disse prontamente il ragazzo con voce gelida al pari di un cubetto di ghiaccio, ringhiando letteralmente le ultime parole.

-Oh, siete di una gentilezza unica signor Malfoy! E comunque l’aggressione l’ha ricevuta la signorina Weasley, non certo la Parkinson!-

Il tono adoperato da Madama Chips era pregno di sarcasmo e mal sopportazione, sembrava volesse a tutti i costi trattenermi in infermeria, ma la mia mente non recepiva neanche la metà delle loro parole, troppo intenta a studiare le labbra del giovane…esattamente come quelle nel mio sogno.

-La Parkinson ha già avuto una pesante punizione, ma abbiamo bisogno di analizzare l’aggressione della Weasley nei confronti di Pansy e per farlo abbiamo bisogno della ragazza in questione e della testimonianza del sottoscritto! Ora non mi faccia perdere altro tempo e dimetta la ragazza!-

Le sue parole erano fredde e decise, non ammettevano repliche, al che Madama Chips si avvicinò alla sottoscritta-borbottando qualcosa circa i modi di fare di Malfoy-, per poi prendermi il viso tra le mani, guardando attentamente le mie labbra.

-Oh Merlino! Signorina Weasley…le sue labbra si sono gonfiate notevolmente…-

Disse la guaritrice ma quelle parole sembravano essere rivolte più a se stessa, mentre sfiorava la mia bocca con le mani, analizzandola.

Ero così presa dall’esame di Madama Chips che non notai l’irrigidimento del ragazzo alle sue spalle.

-Se non sapessi che è impossibile oserei quasi dire che lei è stata ba…-

La donna non terminò la frase poiché alzò lo sguardo sul mio viso, mentre il giovane alle sue spalle si torturava le mani sudate.

E se fosse tutto vero?

Mi guardò per qualche istante, salvo scuotere la testa, come se si fosse appena liberata di un pensiero.

-Probabilmente si tratta di una reazione dovuta all’infiltrazione di micro-organismi a causa del taglio…non si preoccupi: passerà presto!-

Disse infine con fare vittorioso, quasi avesse trovato la risposta a un indovinello complicato, mentre Malfoy si rilassava ed io sospiravo rassegnata: era come se una parte di me volesse sentirsi dire che era tutto frutto di un contatto di labbra; era come se volessi avere la conferma che quella sera non era stata frutto della mia immaginazione.

-Signorina Weasley…lei è ufficialmente dimessa! Mi raccomando, non sforzi troppo il ginocchio e se ha qualsiasi tipo di problema, mi troverà qui!-

Mi disse la donna con un sorriso smagliante, raccogliendo le sue cose e-dopo essersi congedata con un cenno del capo- s’incamminò verso il fondo dell’infermeria, dove aveva uno spazio per i medicinali.

Voltai il capo in direzione del ragazzo che mi squadrò da capo a piedi con un sopracciglio inarcato, mentre cercavo di darmi un certo contegno, tentando di apparire indifferente alla sua presenza nonostante il sogno di quella notte.

Scesi dal letto con un piede solo, per poi poggiare sul pavimento l’altro piede collegato con il ginocchio dolorante.

Lo guardai con le sopracciglia inarcate, come a chiedergli implicitamente il perché fosse ancora lì impalato quando aveva avuto l’ordine di condurmi nell’ufficio del preside, notando il suo sguardo scivolare all’altezza del ginocchio.

Sorrise, per poi tornare a guardarmi, facendo schioccare la lingua sul palato, per poi commentare:

-Quel graffio non mi piace per niente…-

Inarcai un sopracciglio confusa, salvo poi alzare gli occhi al cielo quando collegai quella sua frase al fatto che tale ferita mi era stata inflitta da Pansy Parkinson, ovvero una Serpeverde.

-Sapessi quanto piace alla sottoscritta…-

Dissi di rimando, sorpassandolo con passi lenti, iniziando a incamminarmi verso l’uscita dell’infermeria, zoppicando leggermente a causa del ginocchio.

Sentii i suoi passi dietro di me, raggiungendomi con poche ma essenziali falcate, camminando fianco a fianco lungo i corridoi.

-Sì…ma entrambi per motivi diversi…-

Mi disse con tono suadente ma la mia mente recepì il significato della frase con qualche secondo di ritardo, troppo intenta nell’ascoltare i battiti frenetici del mio cuore.

Il suo profumo m’invase le narici, mentre cercavo di rimanere impassibile all’evidente provocazione, rispondendogli con tono ambiguo.

-Ah davvero? E quale sarebbe il motivo di tanta pena nei miei confronti vostra maestà?-

Mi parve di sentirlo sogghignare, come se non aspettasse altro; come se gli avessero appena servito la sua vittoria su un piatto d’argento.

-Beh…diciamo che quel taglio deturpa…il paesaggio globale…-

Lo sentii dire con voce roca e sensuale che mi fece scorrere un brivido lungo la spina dorsale, sentendo il sangue iniziare a scorrere più velocemente nelle vene.

Devo aver sentito male…

Pensai, sbattendo a più riprese la mano contro l’orecchio, imitando lo stesso gesto dei nuotatori inesperti che-dopo essersi fatti una lunga nuotata-tentavano di rimuovere delle eventuali gocce d’acqua che ostacolavano il passaggio dei suoni.

Arrossii fino alla punta dei capelli, continuando tuttavia a camminare, mentre il dolore alla gamba aumentava ad ogni passo, ma tentai d’ignorarlo.

Svoltammo l’angolo e ci ritrovammo di fronte il gargoyle che nascondeva dietro di se l’entrata per l’ufficio del preside.

Malfoy pronunciò la parola d’ordine e il gargoyle girò su se stesso, lasciando intravedere i gradini a chiocciola che conducevano verso l’alto, muovendosi come una scala mobile, in cima alla quale si trovava una porta di quercia lucente con un batacchio in oro rosso a forma di testa di serpe.

Il giovane mi fece un cenno con il mento in direzione delle scale, al che iniziai a salire con passi lenti e calcolati, ignorando il bruciore del ginocchio.

Puntai lo sguardo sul colore lucente della porta in quercia, osservando i suoi riflessi; ero così presa da quell’osservazione che non mi resi conto d’aver posato sull’ultimo scalino il piede collegato al ginocchio ferito.

Quando feci leva sul piede per salire lo scalino, un dolore lancinante assalì il mio ginocchio, mentre digrignavo i denti, sentendomi perdere l’equilibrio, cadendo con la schiena a terra.

L’improvvisa forza di due braccia fermò il mio corpo a pochi centimetri dal pavimento, mentre ansimavo spaventata, alzando lo sguardo in direzione del ragazzo che mi aveva evitato una caduta rovinosa.

Agganciai le mie braccia intorno al suo collo, come per trovare un appiglio di sicurezza, abbracciandolo forte, rendendomi conto che il giovane era riuscito a prendermi al volo chinandomi in un sublime casquè.

Mi ritrovai a fissare i suoi occhi sgranati e le labbra a pochi centimetri dalle mie, mentre questo boccheggiava, fissandomi in viso, per poi passare in rassegna alle mie labbra.

Rimanemmo così per minuti o forse ore: ormai avevo perso le condizioni del tempo; era come se tutto intorno a noi si fosse fermato; c’eravamo solo noi due.

Solo tu ed io…

Deglutii a fatica, sentendo la gola estremamente secca, per poi avvicinare gradualmente il mio volto al suo, mentre il ragazzo faceva altrettanto.

Chiusi gli occhi, concentrandomi solo sulla fermezza delle sue braccia, il calore del suo corpo, l’odore del suo respiro e il suo inconfondibile profumo.

Le nostre labbra si sfiorarono mentre il mio cuore faceva una capriola però, all’improvviso, sentimmo la porta di quercia schiudersi.

Il giovane mi rimise in piedi, sollevandomi letteralmente senza apparente fatica, per poi posarmi in terra, mentre la figura vestita di nero del professor Piton usciva dalla porta del preside, fissandoci con un sopracciglio inarcato.

 -Vi stavamo giusto cercando…-

Commentò con il suo solito tono annoiato e strascicato, posando lo sguardo sulla sottoscritta, per poi passare in rassegna al suo prediletto e, per un momento, i suoi piccoli occhi s’illuminarono di una luce nuova: come se avesse davanti la realizzazione di un suo sogno.

L’attimo dopo tornò perfettamente controllato, inarcando un sopracciglio con fare gelido.

-Ma a quanto vedo eravate impegnati in altro…-

Commento con voce spaventosamente calma, mentre m’imponevo di non distogliere lo sguardo per prima perché-in caso contrario-il professore avrebbe potuto scambiare quel gesto come una forma di timore nei suoi confronti.

-Severus, qualche problema?-

Chiese la voce calma del preside, proveniente dall’interno del suo ufficio.

-Si va tutto…benissimo-

Commentò il professore facendo un cenno con il braccio in direzione della porta, al che il biondino ed io ci avvicinammo alla stanza, mentre l’uscio si apriva prima ancora di toccarlo.

-Benvenuti miei cari ragazzi…-

Ci salutò il preside seduto dietro la scrivania, lisciandosi la lunga barba con un sorriso bonario stampato in viso.

Fece un veloce cenno della mano in direzione delle due sedie poste davanti la scrivania, invitandoci implicitamente a prendere posto.

Entrambi non ci facemmo ripetere l’invito, sedendoci in contemporanea, mentre il mio sguardo vagava sulle persone che erano presenti: il professor Lumacorno, Piton e la McGranitt.

Tornai a guardare il preside negli occhi, mentre questo si rilassava sulla sedia, guardandoci con un sorriso benevolo, per poi voltare il capo in mia direzione.

-Signorina Weasley, lei certamente saprà il motivo che ci ha spinto a convocarla questa mattina, ma in caso contrario…le spiego immediatamente il quadro della situazione-

Iniziò il docente con voce calma e ragionevole, mentre nella mia mente dominava il caos più totale.

-Vede signorina Weasley…l’aggressione di cui è stata vittima l’altro giorno non è restata impunita: alla casa della signorina Parkinson sono stati sottratti ben 150 punti, senza contare la strillettera inviatale dai genitori e la sospensione di circa quindici giorni, ma da un certo punto di vista anche la signorina Parkinson è stata vittima di un’aggressione, che, per quanto lieve possa essere, rimane pur sempre un’aggressione-

Iniziò l’anziano mago con tono rammaricato, ignorando il ringhio di Malfoy circa l’ingente somma di punti persi.

-Vede signorina…l’aver usato due incantesimi contro una compagna corrispondono a un’aggressione, seppure con incantesimi quasi del tutto innocui. Il regolamento della scuola prevede una sospensione per questo, ma-vista la particolarità del suo caso-abbiamo deciso di convocarla per sentire la sua versione dei fatti e la testimonianza del qui presente prefetto Malfoy-

Disse il mago indicandomi con un cenno della mano il giovane in questione.

Sospirai, rendendomi conto che la mia non era una posizione ottimale e-anche raccontando la mia versione dei fatti- l’unica cosa che poteva salvarmi dalla sospensione era la testimonianza di Malfoy.

Bene…allora posso ritenermi già sospesa…

Pensai, perché, nonostante i recenti cambiamenti dei suoi modi di fare nei miei confronti, lui rimaneva sempre la stessa persona, egoista, opportunista, egocentrico…Malfoy!

Annuii in direzione del preside, mentre questo sorrideva bonariamente.

-Ebbene signorina Weasley, siamo tutti impazienti di sapere cosa sia realmente successo…-

-Ecco…tutto è avvenuto per dei motivi personali. Pansy è venuta da me mentre stavo studiando sotto il vecchio salice ed ha iniziato a inveire contro la sottoscritta con parole di poco conto, neppure io ho dato peso a ciò che diceva. Poi m’incamminai verso il castello con alcuni compagni, ignorando i suoi richiami perché volevo risparmiarle un’altra umiliazione. L’unica cosa che ricordo sia successa dopo è il suo incantesimo, il dolore al ginocchio e un’incredibile rabbia quando Pansy iniziò a beffeggiare la mia famiglia con parole che ancora adesso mi rimbombano nella testa. Io non lascio passare nessun insulto impunito e così ho utilizzato quegli incantesimi...-

Avevo dichiarato tutta la verità perché non ero mai stata una persona abituata a mentire e perché le menzogne non mi avrebbero portata da nessuna parte.

I professori si guardarono per qualche istante, per poi passare in rassegna al giovane al mio fianco che era rimasto immobile a guardarmi, a metà tra l’affascinato e il sorpreso nel sapere che avevo umiliato la ragazza per puro onore, valore che da sempre è fondamentale per la sua famiglia.

-Ebbene signor Malfoy, lei può confermare le parole della signorina?-

Il ragazzo sembrò pensarci un attimo; attimo in cui le mie mani iniziarono a sudare e la gola si faceva man mano più arida.

-Si…-

Disse infine con tono neutro, mentre i professori si scambiavano un’altra occhiata fugace, per poi rivolgersi di nuovo al biondino.

-E lei pensa che quest’azione della signorina possa essere giustificata?-

Gli chiesero, al che un verso strozzato mi fuoriuscì naturale, siccome la risposta del ragazzo sarebbe stata cruciale.

Malfoy si voltò a guardarmi, quasi stesse chiedendo l’opinione della sottoscritta, e-sebbene una parte di me avrebbe voluto quasi supplicarlo- il mio orgoglio m’impose di ricambiarne lo sguardo in silenzio.

Il biondino mi guardò ancora per qualche istante, salvo poi voltarsi a guardare il preside con un leggero sospiro, mentre io trattenni il fiato, smaniando per la sua risposta.

-Si…se una persona infanga il nome della tua famiglia quell’atto deve essere vendicato. Inoltre potrebbe anche essere interpretato come un gesto di difesa-

Rispose, al che sentii i miei occhi sgranarsi, guardandolo come se fosse improvvisamente ammattito ma anche con una punta di sorpresa e gratitudine.

Malfoy sembrò accorgersi del mio sguardo su di lui, infatti, l’attimo dopo voltò il capo, sorridendo divertito quando notò la mia faccia allibita.

Il preside congiunse le mani sulla superficie del tavolo, fissando attentamente i tre professori presenti nella stanza, quasi stesse leggendo la mente a ognuno di loro; infine parlò:

-Allora signori ritengo abbiate a disposizioni abbastanza materiale per formulare il vostro giudizio in merito alla sorte che toccherà alla signorina Ginevra…-

Iniziò il mago, mentre i tre professori si guardavano negli occhi, iniziando a confabulare qualcosa tra di loro; l’unico che non scambiò parola fu il professor Piton che rimase immobile con lo sguardo fisso sulla sottoscritta, guardandomi con così tanta intensità che per un attimo mi parve di sentire la fronte bruciare.

-Io ho le idee ben chiare circa la situazione della ragazza…-

Proclamò senta tuttavia distogliere lo sguardo, sebbene quella frase fosse rivolta al preside e non alla sottoscritta.

L’anziano mago sorrise nel vedere lo sguardo lanciatomi dal professor Piton, quasi si stesse aspettando quell’esatta reazione per qualcosa a me sconosciuto.

-Dunque Severus, cosa proponi?-

Chiese Silente, mentre lo sconforto s’impadroniva pian piano della mia persona, consapevole già della risposta del professore di Difesa contro le Arti Oscure.

Dannazione! Giuro che se mi rimandano per quel corvaccio a lutto, iettatore e stoccafisso non so se risponderei delle mie azioni!

Pensai con rabbia, prendendo anche un gran respiro per reprimere l’istinto di avvicinarmi al professor Piton e tramortirlo con il vassoio delle liquirizie prima che lui esponeva la sua proposta.

-Penso che il gesto della signorina Weasley possa essere interpretato come un modo per difendersi dalle insidie della signorina Parkinson contro la sua famiglia, il che rende l’atto ancora più consono in una situazione del genere. Pertanto, a mio parere, visto il caso particolare di cui la giovane è stata vittima, ritengo inutile la possibilità della sospensione-

Avvertii la voce annoiata del professore mentre pronunciava quelle parole con un filo di voce, ma nella mia mente risuonarono come un uragano.

Ha…ha davvero proposto l’annullamento della sospensione?!

Boccheggiai, voltandomi a guardare il professore con la bocca spalancata, così come tutte le altre persone presenti nella stanza, tranne Silente che, invece, sorrideva con fare quasi vittorioso e l’aria di chi aveva calcolato tutto.

La prima a riprendersi dalla sorpresa fu la McGranitt che con voce soddisfatta aveva proclamato:

-Non ho altro da aggiungere-

-Io, invece, qualcosa da dire l’avrei…-

Era stato il professor Lumacorno a parlare questa volta, per questo mi sentii trasalire, diventando leggermente irrequieta, siccome se il professore aveva qualcosa da aggiungere voleva significare che non era d’accordo con quanto detto dai due professori.

Deglutii a fatica, sentendo le mani iniziare a sudare per l’agitazione, alzando gli occhi al cielo in una muta preghiera.

Guardai il professore con un misto tra agitazione e paura, senza contare che non avrei mai neanche lontanamente pensato al professor Lumacorno come una possibile causa di sospensione.

-…Io avrei fatto lo stesso signorina Weasley, complimenti per il suo spirito familiare!-

A quelle parole sospirai di sollievo, rendendomi conto d’aver trattenuto il fiato in attesa della sua risposta.

-Bene, a quanto pare abbiamo raggiunto un accordo! Signorina Weasley, lei è ufficialmente non-sospesa-

Disse scherzosamente il preside, al che sorrisi di rimando guardando con allegria la McGranitt che mi sorrise, Lumacorno che fece un cenno con il capo in segno d’ammirazione e Piton che, invece, continuava a guardarmi severamente, tranne per gli occhi che erano ammantati da uno scintillio di sorpresa, gioia…nostalgia?

Non mi soffermai a lungo nello spiegarmi la strana natura di quello sfolgorio e voltai di nuovo il capo in direzione del preside che sorrise guardando prima la sottoscritta e poi Malfoy.

-Adesso, se non vi spiace, io e gli altri professori dovremmo discutere di faccende alquanto urgenti…-

Disse, al che annuii, alzandomi dalla sedia, in contemporanea con Malfoy e-dopo aver ringraziato un’ultima volta-uscii dalla stanza con il biondino al seguito.

Scendemmo le scale in silenzio, entrambi consapevoli dell’attimo di debolezza che ci aveva colti in cima alla gradinata mentre, al solo ricordo, sentivo il cuore fare una capriola e dovetti reprimere l’istinto di portare una mano a sfiorarmi le labbra.

Mi fermai improvvisamente, rendendomi conto che gli dovevo quantomeno un ringraziamento per avermi difesa qualche istante prima.

-Malfoy…-

Lo richiamai, poiché il giovane aveva continuato a muovere qualche passo, ignorando deliberatamente il fatto che mi ero fermata in mezzo al corridoio.

Il biondino si voltò in mia direzione con le sopracciglia inarcate e un’espressione interrogativa stampata in viso, scrutandomi con i suoi occhi perlati che tanto amavo.

Mi morsi leggermente il labbro, indecisa sul da farsi, salvo poi riacquistare un po’ della mia solita disinvoltura e nonchalance, avvicinandomi di qualche passo fino a quando non mi trovai di fronte il ragazzo.

Lo guardai dall’alto del suo metro e ottantacinque, per poi pronunciare con un filo di voce:

-Grazie…-

Vidi lo stupore farsi largo sul suo volto, ma prima che potesse richiamarmi in qualche modo, lo sorpassai lasciandolo in mezzo al corridoio con quell’espressione stupita, eppure in qualche modo felice e soddisfatto di se stesso.

***************************************************************************************

Mi lasciai sprofondare nel grande divano verde della sala che ospitava la festa di Lumacorno, lisciandomi la corta gonna dell’abito color verde bottiglia decorata con degli arabeschi argentati.

Quel vestito era un regalo della mia “cara cognatina Lavanda-ottusa-Brown”.

Quando Lavanda l’aveva mostrato a Ron, il ragazzo per poco non si strozzava con il suo stesso respiro, notando quanto era corto e aveva commentato: “Bell’abitino…ma dov’è il resto?!”.

Dopo l’occhiataccia che aveva ricevuto da Lavanda, mio fratello non aveva più aperto bocca, ma, nonostante questo, restava il fatto che era un abitino davvero orrendo per la sottoscritta: i colori Serpeverdi non erano mai stati i miei preferiti.

La giovane, però, aveva insistito tanto che alla fine mi ero vista costretta ad accettare solo per non sentire più la sua voce petulante.

-Che spasso…-

Sentii la voce di Harry, seduto al mio fianco, risuonare con estremo sarcasmo, facendo riferimento alla noiosità della festa: c’erano tutti i membri del Lumaclub con i rispettivi accompagnatori, dolcetti di tutti i tipi e persino i camerieri!

L’atmosfera, però, era tra le più inanimate e tetre possibile, il che non era il massimo per una festa di Natale.

-Sono sfinita…Cormac sarà pure un pessimo portiere, ma come corridore non sarebbe tanto male…-

Sospirò Hermione, sedendosi sul divanetto di fronte il nostro, lisciandosi la gonna del suo vestitino dorato.

Hermione aveva invitato Cormac al ballo, non per reale interessamento nei suoi confronti, bensì per far ingelosire mio fratello, ma il piano non aveva sortito l’effetto sperato per due motivi: il primo era perché Ron non era ancora venuto a sapere di Cormac, il secondo era perché adesso Hermione non riusciva più a staccarsi il ragazzo di dosso.

Mi sporsi con il busto sul tavolino che si trovava tra i due divani, prendendo l’ennesimo bicchiere di whisky incendiario, bevendolo tutto d’un sorso, sentendolo infuocarmi la gola.

Ignorai le occhiatacce dei due ragazzi rivolte al troppo bere di quella sera, ma non potevo farci nulla: dovevo dimenticare il sogno della notte prima, dovevo dimenticare il momento in cui le nostre labbra si erano sfiorate quella mattina…dovevo dimenticare lui, almeno per quella sera!

Un paio di ragazzi Serpeverdi passò di fianco il divano dove eravamo seduti Harry ed io, ma si fermarono quando notarono la mia persona provocante, iniziando a mangiarmi con gli occhi lungo tutto il corpo fasciato da quell’abitino estremamente provocante, quasi avessero davanti la mia figura completamente svestita!

-Girate al largo voi!! Non c’è niente da vedere…-

Ringhiò furibondo Harry contro i due ragazzi che avevano appena preso di mira una delle sue migliori amiche e sorella di Ron.

-Lasciami! Toglimi quelle sudice mani di dosso lurido Magonò!-

Il mio cuore sembrò fermarsi nel preciso istante in cui quella voce pronunciò le suddette parole e la mia mente lo classificò come: Draco Malfoy.

Oh Merlino! E’ lui…è proprio lui! Non deve vedermi!

-Signor Lumacorno, ho appena visto questo ragazzo muoversi in modo sospetto vicino la porta del retro, sostiene d’esser stato invitato alla festa…-

Disse Gazza, mentre io tentavo di sprofondare il più possibile nel divano per non farmi vedere dal ragazzo che immaginavo fosse bloccato in qualche modo visto il suo continuo “lasciami”.

-Lurido Magonò, come osi?! E’ vero, volevo imbucarmi, ma non mi sembra un reato che necessiti la pena di morte!-

Rispose prontamente il ragazzo con tono disgustato, probabilmente essendosi liberato dalla presa che il bidello esercitava su di lui.

Harry si alzò, avvicinandosi al centro della sala dove si stava svolgendo il tutto, mentre Hermione mi guardò con sguardo eloquente, avendo probabilmente capito il motivo che mi aveva spinta a scomparire dietro il divano.

-Ginny! Non vorrai scappare sotto i suoi occhi, spero?!-

Mi chiese, infatti, con tono severo.

-Si!!-

Risposi, ignorando il suo “eh?!” quasi scandalizzato, mentre mi ponevo dall’altro lato del divano per dare un’occhiata alla situazione senza, tuttavia, esser vista.

-Ci penso io al signor Malfoy…-

Disse Piton, avvicinandosi, utilizzando il suo solito tono strascicato che adesso sembrava trattenere a stento una nota irata, guardando severamente il ragazzo con i suoi occhi colore della pece.

I due rimasero a guardarsi negli occhi per un lungo istante, quasi stessero avendo una muta conversazione, salvo poi notare il professore voltarsi in direzione dell’uscita della Sala, mentre Malfoy rimaneva immobile per qualche istante a scrutare l’ambiente circostante.

Sembrava cercare qualcosa o qualcuno, forse la stessa persona che lo aveva spinto a imbucarsi alla festa.

Imprecai quando mi resi conto che, se il giovane si fosse voltato per seguire Piton, mi avrebbe sicuramente notato ed io non mi sentivo ancora pronta per un nuovo confronto con lui dopo ciò che era successo quella mattina.

L’unico modo per evitarlo era sgattaiolare alle sue spalle-senza farmi sentire o vedere-per poi trovare un adeguato nascondiglio.

Approfittai del fatto che il giovane fosse ancora impegnato nel guardarsi attorno per muovere qualche passo dietro la sua schiena in punta di piedi.

Forse ce la posso far…

-Weasley…ti ho vista!-

Rimasi immobile con un piede alzato quando sentii la sua voce risuonare con estremo divertimento e sardonia.

Cazzo…

Il ragazzo si voltò, guardandomi con un sorriso baldanzoso e sarcastico, quasi realmente divertito dal mio tentativo di sfuggirgli, per poi rabbuiarsi, guardando un punto dietro le mie spalle.

Sentii dei passi dietro di me, per poi notare la figura bassa di Harry sbucare al mio fianco, guardando Malfoy con sguardo di fuoco, mentre il biondino ricambiava.

Tornò a guardarmi per un’ultima volta e notai il suo sguardo bruciare di gelosia, quasi volesse polverizzare il ragazzo al mio fianco per potermi avere tutta per lui, mentre rimanevo senza fiato.

L’attimo dopo lo vidi voltarsi, raggiungendo l’uscita con ampie falcate per raggiungere il professor Piton.

Presi un lungo sospiro, sentendo il mio respiro leggermente ansante per le troppe emozioni, voltandomi in direzioni di Harry che era rimasto a guardare il punto dove era scomparso il suo acerrimo nemico.

Si voltò a guardarmi, portandomi una mano sul volto, facendomi alzare lo sguardo in sua direzione.

Notai i suoi occhi scintillare di preoccupazione, per poi proclamare:

-Ginny! Sei bianca come un lenzuolo! Ti senti poco bene?-

Dal suo tono di voce trasparivano agitazione e apprensione, mentre tentavo di regolare il respiro, nonostante l’immagine di due occhi perlati che scintillavano di bruciante invidia.

-No, Harry. Sto bene…-

-Non è vero, non mentirmi! Saranno stati gli innumerevoli bicchieri di whisky incendiario…torna in camera tua!-

-Ma…-

-Niente ma! Vai in camera tua e cerca di riposare…-

Lo sguardo color dello smeraldo scintillava di fermezza e da questo ne dedussi che niente avrebbe potuto calmarlo se non l’ultimazione del suo ordine.

Sospirai, annuendo in sua direzione, mentre questo sorrideva, per poi allontanarsi per soccorrere la povera Hermione che aveva rispeso a nascondersi da Cormac.

M’incamminai verso l’uscita della sala, inoltrandomi nei corridoi di pietra della scuola.

La testa iniziò a girarmi-ricordandomi quanto detestassi il post sbornia!-mentre salivo la prima rampa di scale e tentavo d’ignorare il dolore al ginocchio.

Dovetti mantenermi a una parete per non cadere a causa del giramento di testa, sospirando, per poi riprendere il cammino per arrivare alla mia Sala Comune.

Un urletto mi fuoriuscì dalle labbra quando caddi per terra a causa del ginocchio troppo debole per sopportare il mio peso, ignorando le parole di uno dei quadri che m’imponeva di fare silenzio.

Imprecai contro il quadro, per poi riprendere a camminare con non poca difficolta, salvo poi sentirmi sollevare da terra.

Trasalii, voltando il capo, ritrovandomi a fissare due grandi occhi perlati che mi scrutavano silenziosamente…i suoi occhi!

-Malfoy…-

Dissi, ammirando rapita il suo volto aristocratico illuminato dalla fioca luce delle torce e gli occhi perlati che scintillavano maliziosi.

Il ragazzo iniziò a camminare per i corridoi con la sottoscritta tra le braccia, mentre sentivo il contatto con la sua pelle calda oltre gli strati dei vestiti e la pressione risoluta della sua mano sotto il ginocchio, mentre l’altra era poggiata sulla mia spalla.

Il suo profumo m’invase le narici, ritrovandomi a inspirarlo con occhi socchiusi, quasi così facendo potessi percepire la sua essenza più recondita.

Mi accoccolai contro il suo torace, lasciandomi docilmente accompagnare, sebbene non mi fosse mai piaciuto il trattamento con i “guanti di velluto” che molti riservavano alla mia persona.

Sospirai, lasciandomi tranquillamente percorrere dallo sguardo lascivo del ragazzo che accarezzava con gli occhi ogni tratto di pelle scoperta che quell’impudico abitino lasciava scoperto.

Rimanemmo in silenzio lungo tutto il tragitto, ma consapevoli in qualche modo della presenza rassicurante dell’altro, fino ad arrivare-con mio grande rammarico-davanti il quadro della Signora Grassa.

Il giovane mi posò in terra, mentre mi voltavo in sua direzione, seppur titubante.

Malfoy mi guardò con un’intensità che mi sconvolse, passando più volte in rassegna al mio corpo ma non mi sentivo per niente imbarazzata, anzi!

Ero lusingata da tutta quell’atmosfera di sensualità che si era venuta a creare, salvo poi notare il ragazzo sorridere malizioso, accostando le labbra al mio orecchio.

-Prego…-

Sussurrò, sentendolo sorridere contro il mio orecchio, per poi voltarsi elegantemente, scomparendo nell’oscurità.

Rimasi a guardare la sua figura, intontita e sorpresa, siccome il ragazzo aveva appena risposto al “grazie” che gli avevo sussurrato quella stessa mattina, utilizzando una tecnica tanto elaborata quanto elegante.

Aveva reso palese il fatto che alcuni dei miei modi di fare-come il non lasciargli rispondere al “grazie” di quella mattina-erano bizzosi e misteriosi quanto i suoi, il che mi rendeva DEGNA DI UN MALFOY.

                   
To be continued…

Buongiorno a tutti!

Come state miei cari lettori? Io sto sempre bene dopo aver aggiornato la storia! Sicuramente alcuni di voi avranno notato un particolare: nei libri della Rowling l’incidente con la collana maledetta ad Hogsmeade si svolge prima della festa di Lumacorno. In effetti è così, ma preferisco creare quest’avvenimento prima del ballo di Hogwarts: immaginate di invertire le situazioni; tutto ciò che si dicono Piton e Draco nel corridoio dopo la festa di Lumacorno, verrà detto prima del ballo di Hogwarts in questa ff! (Per questioni di comodità nei confronti della sottoscritta). Cosa pensate di questo piccolo incidente avvenuto sotto lo sguardo di Piton? E perché quest’ultimo si è comportato in modo strano durante il colloquio? Quante domande… Io ritengo la parte in cui Draco prende in braccio Ginny-in parole povere: le viene in soccorso nel momento del bisogno- una delle più dolci *.*! Aspetto le vostre recensioni con ansia, bacioni

Bimba

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: bimbabest99