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Autore: Verdeirlanda    18/05/2014    3 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Leonardo guardò la mappa disegnata da Zoroastro, poi chiese a Leda: "Hai fatto come ti ho detto?"
"Sì, ho apportato alcune modifiche come hai suggerito, la mappa ricalca l'originale ma differisce per dei dettagli che porteranno chiunque la segua in una destinazione errata." rispose Leda.
"Perfetto. Bel lavoro Zo." disse Leonardo sorridendo all'amico.
"Grazie. E adesso che si fa? Aspettiamo che Riario si faccia vivo?" chiese Zoroastro.
"Il conte sa di sicuro che Nico ci ha riferito di aver visto portar via Beatrice. Quindi la prossima mossa spetta a noi, dobbiamo andare parlare con Riario." 
"Ma cosa gli dirai?" chiese Leda.
"La verità, che prima di oggi non ti avevamo mai vista, e gli dirò che ci hai raccontato la tua storia." rispose Leonardo "E poi gli mostrerò la mappa, dirò che tu l'hai disegnata e consegnata a noi."
"E come giustificherai il tuo consegnare la mappa?"
"Ha in ostaggio Beatrice, gli dirò che non voglio che le faccia del male. E poi mi mostrerò interessato alla ricerca del Libro." 
"Ma non ti crederà!"
"Invece sì. Lui stesso ha detto che una volta saputo della missione sarei stato talmente affascinato da volervi partecipare." spiegò Leonardo "E poi come ha detto Zoroastro sia Riario che Mercuri vogliono disperatamente il Libro. Noi sfrutteremo questa loro smania di possederlo." 
Leda scosse la testa: "È rischioso Leonardo."
"Non abbiamo molta scelta se vogliamo che Beatrice torni a casa sana e salva." disse Zoroastro "E dando loro una mappa fasulla anche il tuo Libro sarà al sicuro. Alla fine siamo tutti contenti."
Leda fece una smorfia: "D'accordo, e sia. E io cosa farò nel frattempo?"
"Tu devi rimanere nascosta, meglio per tutti se credono che hai lasciato la città. A Riario diremo che dopo averci dato la mappa sei sparita." 
"E dove dovrei nascondermi?"
"Hai considerato l'idea di andartene davvero?" chiese Zoroastro con un largo sorriso.
Leda lo fulminò con lo sguardo: "Non se ne parla."
"Peccato." fece spallucce Zoroastro.
Leonardo rispose: "Ti porteremo in un posto sicuro attraverso le fogne."
"Cos'è questa fissa per le fogne?" commentò Zo grattandosi la testa, Nico ridacchiò.
Leonardo allargò le braccia:"Sono pratiche! Zo, tu porterai Leda in periferia, ci sono alcuni vecchi palazzi in cui potrebbe nascondersi." disse Leonardo.
"Non ci penso nemmeno, io vengo con te a prendere Beatrice." rispose Zoroastro "Ce la può portare Nico."
Leda intervenne: "In tutti questi anni non ho fatto altro che occultare la mia presenza, non mi serve il vostro aiuto per trovare un nascondiglio."
"Già, e sei così infallibile che oggi stavano per beccarti." commentò Zoroastro con sarcasmo.
"Ma non mi hanno presa, giusto?" rispose lei con una smorfia.
"E di chi è il merito?" disse Zo indicando se stesso con un pollice.
La donna sbuffò nervosa, e Leonardo si passò una mano sul viso, Leda e Zoroastro nella stessa stanza erano una miscela esplosiva, forse non era una cattiva idea lasciare andare la donna da sola ovunque volesse.
"D'accordo, decidi da sola il tuo nascondiglio." tagliò corto Leonardo "Poi ce lo farai sapere, sono sicuro che troverai un modo discreto ed efficace."
"Molto bene." rispose Leda soddisfatta.
Zoroastro incalzò: "Va bene, forza, forza, dobbiamo andare."
"Non è una buona idea che vada anche tu." questa volta fu Leda a rimbeccarlo per prima "Riario potrebbe non apprezzare la tua bocca insolente ed insopportabile, se lo farai innervosire potreste rimetterci tutti, Beatrice per prima."
Prima che Zo potesse replicare Leonardo disse: "Terrai la bocca chiusa, vero amico mio?"
Zoroastro lo guardò, sbuffò, poi rispose alzando le mani: "Starò buono e zitto." si girò verso Leda e disse "Così conserverò le beccate migliori per altre occasioni." 
Leonardo e Zoroastro lasciarono la bottega, mentre camminavano rapidi il secondo chiese: "E la vera mappa?"
Da Vinci lo guardò, interrogativo: "Che vuoi dire?"
"Chiederai a Leda di darti le giuste indicazioni per trovare il Libro?"
Leo sospirò: "Intanto portiamo in salvo Beatrice, poi decideremo per il futuro."


Riario osservava le reazioni di Beatrice mentre Mercuri le raccontava la stessa storia che Leda aveva rivelato a Leonardo e i suoi amici, anche se la versione dell'archivista era, ovviamente, in parte diversa rispetto a quella della donna. 
Il volto di Beatrice mutava in un succedersi continuo di espressioni, infine la ragazza iniziò a fissare un punto non definito sul pavimento, gli occhi verdi lucidi e vacui.
Girolamo fece un cenno a Mercuri per congedarlo, così lui e Beatrice rimasero da soli.
Non erano più nella cripta umida e scura della chiesa, erano nella più luminosa sagrestia, Beatrice era seduta su una sedia, Riario ne prese un'altra e si mise di fronte a lei.
"Deve essere difficile scoprire così tante informazioni in un solo giorno." commentò "Scommetto che Vi sentite confusa, e tradita. Immagino avrete molte domande ora che sapete la verità."
 Beatrice alzò lo sguardo, fissò il conte, gli disse: "Ne ho, ma dubito che Voi possiate rispondere ad esse."
"È comprensibile che le Vostre domande siano per Leda." disse Riario.
"Tuttavia, ne ho una per Voi. Cosa succede adesso?"
"Il giovane Nico ha già certamente avvisato Vostro fratello sul Vostro arresto. Se come sostiene Mercuri Leda ha avvicinato Leonardo sono sicuro che sarà lui stesso a farsi vivo con me per negoziare." 
"E credete che Vi consegnerà la mappa per trovare la Volta Celeste?"  
"Lo farà, e Vostro fratello sarà entusiasta di aiutarmi, non mi servirà nemmeno minacciarlo, sarà naturalmente spinto a trovare il Libro delle Lamine e la conoscenza che racchiude." sorrise Riario.
Beatrice non rispose, sapeva che il conte aveva ragione, era molto facile catturare la mente di Leonardo usando la conoscenza come esca. Nonostante anche lei fosse una studiosa affascinata dagli antichi misteri era meno entusiasta di queste rivelazioni, istintivamente pensò che sarebbe stato meglio liberarsi di questa ricerca appena avuta l'occasione.
Riario si sporse verso di Beatrice: "È un peccato vedere i Vostri bellissimi occhi così tristi."
Riario allungò una mano e fece per accarezzarle il viso ma lei gli bloccò il polso e lo abbassò con forza.
"Non Vi azzardate signorina..."
"Voi non Vi dovete azzardare a toccarmi." ringhiò lei.
"Altrimenti?" chiese lui divertito dal cipiglio orgoglioso di lei "Sono curioso, quali rischi potrei correre? Devo forse temerVi?"
Beatrice sostenne il suo sguardo: "Non dovete temere me, ma Vostra moglie. Ho sentito dire che madonna Caterina Sforza è una donna lesta con la spada."
Riario scoppiò a ridere: "Come se a mia moglie importasse! Il bello dei matrimoni politici è che non richiedono né sentimenti né fedeltà, necessitano solo di una buona dose di sopportazione reciproca. E più le sto lontano più Caterina è felice, nemmeno lei è stata entusiasta di questo matrimonio." alzò le spalle "Quindi tornando a noi, escludendo mia moglie, quali rischi corro?"
Beatrice fece per alzarsi ma le mani di Riario le bloccarono con forza le braccia contro i braccioli della sedia: "Sapete cosa penso? Io penso di non dover temere nessun pericolo se decidessi di averVi Beatrice, perché Voi non siete sicuramente in grado di impedirmelo. Dovrei temere uno scricciolo come Voi?"
"Ho ucciso due uomini durante l'assedio a palazzo Medici..." azzardò Beatrice.
Riario la interruppe: "Che paura!" ridacchiò "Se dovessi portarVi a letto Beatrice vedrò di assicurarmi che non abbiate addosso un coltello, beh, che non abbiate addosso nulla in effetti." 
Beatrice a quelle parole gli sputò in faccia, Riario ne fu stupito, la guardò per un istante e poi si allontanò da lei, prese dalla tasca un fazzoletto e si pulì la guancia, ridacchiò: "Sarà molto divertente insegnarVi le buone maniere."
In quel momento bussarono alla porta, Beatrice prese un profondo respiro, quell'interruzione era davvero provvidenziale.
"Avanti." disse Riario.
"Perdonatemi mio signore, c'è Leonardo Da Vinci, chiede di Voi." disse il giovane soldato.
"Molto bene. Rimani qui con la signorina, sorvegliala fino a che non torno." ordinò il conte uscendo dalla sagrestia.
Leonardo e Zoroastro lo aspettavano nella chiesa, davanti all'altare.
Riario li raggiunse, sorridendo: "Siete stati rapidi."
"Vi abbiamo cercato a palazzo Medici e lì un Vostro soldato ci ha detto di seguirlo, che ci avrebbe portato da Voi."
"Ho dato disposizione che se Vi foste fatto vivo avrebbe dovuto condurVi da me, sapevo sareste venuto a cercarmi." lanciò uno sguardo a Zoroastro "Vi portate dietro la scorta Da Vinci?"
Zoroastro alzò le spalle e non rispose, Leonardo disse: "Sono qui con le migliori intenzioni conte."
"Non stento a crederlo." sorrise Riario.
"Il mio allievo, Nico, mi ha riferito che avete fatto arrestare mia sorella." disse Leonardo "Vorrei sapere il motivo."
"Suvvia Da Vinci." Riario scosse la testa in segno di rimprovero "Vogliamo davvero perderci in questi inutili convenevoli?"
Leonardo si morse una guancia, guardò Zoroastro, poi rispose: "Avete ragione, so perché l'avete presa, ma credetemi, c'è stato un malinteso. Beatrice non sa nulla, e fino ad oggi nemmeno io ero a conoscenza..."
Riario lo interruppe: "La donna, Leda, l'avete incontrata?"
"Sì. È venuta a casa mia, giuro che non la vedevo da quando ero un bambino, la credevo morta. Oggi ci ha raccontato la sua storia, e ci ha consegnato la mappa di cui mi avete parlato."
"Interessante coincidenza."
"Si sentiva braccata, per questo ha deciso di agire." spiegò Leonardo, aprì la giacca di pelle nera che indossava, dentro vi aveva nascosto la pergamena "Questa è la mappa, me l'ha consegnata prima di andarsene, voleva che io e Beatrice la conservassimo." la porse a Girolamo.
"L'ha disegnata lei?" chiese Riario senza prendere la mappa.
"Lei me l'ha solo data." rispose Leonardo continuando a tendere il braccio verso il conte.
Riario continuò a fissarlo negli occhi, guardingo: "Me la state consegnando volontariamente?"
"Non è per questo che avete sequestrato Beatrice, per fare uno scambio?" chiese Leonardo "E comunque io dovrò collaborare con Voi in questa ricerca, tanto vale non perdersi in chiacchiere."
Riario lo osservò attentamente, scrutò il suo viso per capire se si potesse fidare, nel frattempo Zoroastro, in apnea, guardava il conte convinto che non avrebbe abboccato e che li avrebbe fatti uccidere tutti e due.
Per fortuna la paura di Zoroastro  venne dissipata dal sorriso soddisfatto del conte: "Il Libro delle Lamine Vi affascina, non è così Da Vinci? Sapevo che sareste venuto spontaneamente per collaborare."
Leonardo sorrise nervoso: "Voglio sapere di più su questo mistero, e risolverlo." 
"Non chiedo di meglio." rispose Riario prendendo la mappa per guardarla.
Zoroastro riprese a respirare, il loro piano aveva funzionato, il conte stava ammirando compiaciuto la pergamena.
"Ora conte, potrei portare a casa mia sorella?" azzardò Leonardo "Credo di doverle molte spiegazioni."
"Sa già tutto." rispose tranquillo Girolamo "Mercuri le ha raccontato ogni cosa."
Zoroastro e Leonardo si guardarono preoccupati, speravano di poter parlare loro con Beatrice per cercare di rendere il colpo meno duro, e invece lei lo aveva saputo da Mercuri e Riario, che di certo non avevano usato alcun tatto nel dirle la verità. 
"Ad ogni modo potete andare, e potete portare Beatrice con voi. Uscite, lei vi raggiungerà fuori." ordinò il conte "E domani mattina ci vedremo a palazzo Medici, abbiamo molte cose da organizzare." e tornò verso la sagrestia.
Una volta usciti dalla chiesa Zoroastro disse: "Come l'avrà presa?" 
"Conosci Beatrice, l'avrà presa malissimo." rispose Leonardo "Di sicuro Mercuri non è stato delicato. Mia sorella ha sofferto molto per l'assenza della madre, e scoprire che è viva e che la ha abbandonata..." si interruppe vedendo arrivare Beatrice. La ragazza uscì dalla chiesa e andò verso di loro. 
Leonardo le andò incontro e la abbracciò: "Come stai sorellina?" chiese.
Lei lo strinse e mormorò: "Bene." 
Suo fratello si staccò, la guardò, era evidente che aveva pianto: "Sistemeremo ogni cosa Bea, vedrai."  La ragazza annuì, senza parlare.
Zoroastro si avvicinò, le accarezzò i capelli e fece scivolare la mano sulla sua guancia, dopo di che la strinse forte mormorando qualcosa, le baciò le testa castana, Beatrice lo abbracciò sua volta, rimase tra le sue braccia per qualche istante, respirando profondamente.
Leonardo li guardò, e notò che c'era qualcosa in quell'abbraccio, non riusciva a capire cosa fosse, ma non era come le altre volte che li aveva visti vicini, era diverso.
Fu Beatrice a sciogliere l'abbraccio: "Andiamo a casa." disse, e i tre si incamminarono verso la bottega. 
Rimasero in silenzio per molto tempo, poi Beatrice chiese: "Le somiglio?"
Leonardo e Zoroastro si guardarono, fu il secondo a rispondere: "Ecco...no, non vi assomigliate molto fisicamente. Lei ha i capelli neri, gli occhi nocciola...dice che hai ereditato gli occhi verdi da sua madre..."
"Che persona è?" 
"È particolare." tergiversò Zoroastro "Sembra molto seria, fredda. Ma immagino dipenda da quello che è successo, dalla vita che ha condotto in questi anni..."
Beatrice si fermò e lo guardò negli occhi: "Fuori dai denti Zo." disse pretendendo una risposta chiara.
Zoroastro la guardò: "Mi sta sulle palle." ammise.
"ZO!" lo rimproverò Leonardo dandogli una pacca sulla testa.
"Ahi! Me lo ha chiesto lei!" 
"Ma non...potevi essere più diplomatico?"
"Io? Diplomatico?" chiese Zo.
"Va bene così Leo, non preoccuparti. Perché non ti piace?" chiese Beatrice, apprezzava la sincerità di Zoroastro.
Leonardo guardò l'amico, ti prego, non dire quella cosa, lo supplicò con gli occhi.
Ma Zoroastro non poteva mentirle: "È tornata da te e Leonardo per portare a termine la sua missione. Ho come l'impressione che tenga di più al Libro delle Lamine che a voi due." 
Ecco, fantastico, glielo ha detto, pensò Leonardo. 
Beatrice si mordicchiò il labbro inferiore, sospirò e annuì.
Zoroastro aggiunse: "Però è la mia opinione...forse parlando con lei capirai cose che io non riesco a vedere." era evidente che stava cercando di rattoppare il suo discorso per rendere meno amara la verità per Beatrice, gli dispiaceva vederla così affranta.
Lei lo capì, gli sorrise: "Va bene, grazie Zo." posò lo sguardo su suo fratello "E tu, cosa ne pensi di lei?"
Leonardo scosse la testa: "È diversa dalla Leda dei miei ricordi, quando ti ho parlato di lei ti ho descritto una donna allegra, dolce, sempre solare, insomma, era come se descrivessi te." le disse strappandole un sorriso "Ma questa Leda...è fredda, e come ha detto Zo probabilmente sono stati gli eventi a renderla così."
Beatrice abbassò lo sguardo, come se la domanda che stava per fare fosse difficile da esprimere: "Vuole conoscermi?"
"Immagino di sì, lei...beh, voleva parlare con entrambi..." rispose Leonardo "Appena ci avrà fatto sapete dove si è nascosta ti porteremo da lei." 
Bea fece spallucce, annuì, senza aggiungere altro riprese a camminare con passi spedito verso la bottega, Leonardo e Zoroastro si lanciarono l'ennesimo sguardo preoccupato e la seguirono.

Mercuri seguì Riario fuori dalla chiesa: "Credete sia stato saggio lasciar andar via la ragazza?" chiese mentre montavano a cavallo "Potevamo tenerla in ostaggio."
"Non abbiano bisogno di lei per costringere l'artista a lavorare per me, è rimasto affascinato dal Libro, lo vuole trovare."
"Non voglio sembrare irriverente, ma non Vi è sorto il dubbio che stesse fingendo?" chiese Mercuri spronando il cavallo a mettersi in cammino.
Riario fece lo stesso, gli sorrise: "È venuto qui convinto di interpretare un ruolo. Ma la verità è che il suo interesse è reale, il Libro delle Lamine ha catturato la sua mente. Ha finto di provare un coinvolgimento che lo pervade per davvero, solo che forse ancora non lo sa." scoppiò a ridere.
Mercuri sorrise soddisfatto: "E cosa facciamo con la donna? Dobbiamo ancora cercare Leda?"
Riario lo guardò: "Abbiamo la mappa Lupo, escludo che Da Vinci mi abbia consegnato un falso, Ve l'ho detto, vuole trovare il Libro e sa che io posso fornirgli i mezzi. Lei non ci serve più ormai, era il veicolo della mappa." notò una certa delusione sul voltò dell'archivista, così aggiunse "Ma se volete trovarla per via dei Vostri trascorsi personali Vi lascio libero di farlo."
Lupo, allietato da queste parole, fece un inchino con la testa e gli sorrise.

La notte era ormai calata cupa su Firenze, Beatrice e Zoroastro erano davanti alla taverna del Corvo Gracchiante, lei fissava l'insegna.
"È sicuramente questa." Zo indicò la tavola di legno su cui era disegnato un corvo in volo.
Leda aveva lasciato la bottega e poco dopo, chissà in che modo, aveva fatto scivolare un biglietto sotto la porta di Da Vinci, su esso aveva disegnato lo stesso uccello dell'insegna.
"Vedi l'ala destra? La pittura è così rovinata che non si vede quasi più, Leda l'ha disegnata uguale. Deve essere qui." commentò Zoroastro.
"E come la troviamo? Non sarà certo seduta a un tavolo a bere."
"Sul biglietto ha scritto 2/5. Immagino voglia dire secondo piano, quinta porta, proviamo." rispose Zoroastro, guardò Beatrice, era agitata, le prese una mano tremante nella sua "Senti, non sei obbligata a farlo già stanotte, possiamo tornare domani."
Lei intrecciò le sue dita con quelle di Zo, deglutì: "Ho passato un'intera vita chiedendomi come lei fosse, tormentando Leonardo perché mi riferisse i suoi ricordi su mia madre. Ora ho la possibilità di conoscerla, di scoprire da sola com'è. Voglio farlo, adesso." disse guardandolo negli occhi.
Zoroastro annuì, si chinò su di lei e la baciò sulla bocca sfiorando con le dita dell'altra mano la sua gota, le ricambiò il suo bacio, gli sorrise quando si staccò da lei. Entrarono nella taverna e con circospezione salirono le scale, arrivarono al secondo piano. 
La quinta porta era in fondo al corridoio, una volta era stata colorata di giallo, ora il legno era sbiadito. Beatrice bussò, nessuno rispose. Bussò di nuovo e questa volta una voce di donna chiese chi fosse.
Beatrice sussultò, era sua madre, la sua voce. Fu Zoroastro a rispondere: "Zoroastro. C'è qui Beatrice...vorrebbe entrare."
Sentirono la serratura scattare, e la donna disse loro di entrare.
"Io ti aspetto qui principessa." la baciò di nuovo.
Lei annuì, ed aprì la porta e la chiuse dietro di sè.
Le due donne, per la prima volta dopo il giorno della nascita di Beatrice, erano nella stessa stanza, insieme. Entrambe in piedi, ai due lati della camera, si studiarono.
Leda guardò sua figlia, le sorrise, le veniva da piangere: "Ciao, Beatrice."
"Ciao." mormorò la ragazza.
La donna squadrò Beatrice da capo a piedi, ogni piega del vestito porpora che indossava, ogni ciocca di capelli castani, ogni guizzo dei suoi occhi verdi.
"Sei diventata davvero bella sai?" disse "Mi ricordi tanto mia madre da giovane...devi aver preso da lei..."
"Può darsi." rispose Beatrice, a sua volta la osservò. I capelli di Leda, raccolti in una treccia, dicevano essere stati neri come l'ebano un tempo, e i suoi occhi nocciola erano brillanti e ben truccati, quasi orientali nello stile, come lo era il vestito blu e oro che indossava.
"Siedi, ti prego." Leda le indicò una poltroncina, Beatrice si sedette, sua madre si mise su un'altra accanto a lei "Immagino avrai tante domande."
Bea annuì: "Mi hanno raccontato ogni cosa, Leonardo e Zoroastro mi hanno spiegato quello che è successo. A dire il vero il primo a dirmi tutto è stato Mercuri, ma non importa."
"Importa invece. Avresti dovuto scoprirlo in modo diverso."
"Perché, esiste un modo migliore di questo?" chiese Beatrice "Niente avrebbe reso questa notizia più accettabile."
"Forse hai ragione."
Rimasero in silenzio qualche istante, poi Leda chiese: "Pensavo che ti avrebbe accompagnata Leonardo. Aveva da fare?"
"No. Ho chiesto io a Zo di venire con me. Perché?"
"No, niente, curiosità." rispose. Zoroastro non le piaceva, non solo per come si rivolgeva a lei ma anche per quello che era. Aveva indagato e in poche ore aveva scoperto molte cose su di lui, sulla sua carriera criminale e libertina. Ma non voleva a dirlo a Beatrice, dalla finestra della stanza li aveva visti tergiversare fuori dalla taverna, aveva visto il bacio che si erano dati. Vista la situazione delicata non era il caso di dire a sua figlia che non approvava l'uomo che si era scelta.
"Quindi nonno Aronne e nonna Rachele non erano i tuoi genitori." chiese Beatrice.
"No. Ma erano molto amici della mia famiglia, mi hanno accolta come se fossi una figlia."
"Intendi dire dopo che Mercuri vi ha traditi?"
Leda annuì: "Sì. Ho perso tutti, i miei genitori, i miei fratelli. I Sabatini sono stati una famiglia per me, come immagino lo siano stati per te."
"Sì, mi hanno amata tanto, e io ho amato loro." rispose Beatrice, poi, con nervosismo, chiese: "Perché non ti sei più fatta viva? Voglio dire, so che hai dovuto nasconderti ma...insomma, in ventidue anni non si è mai presentata l'occasione per tornare?"
Leda la fissò, sua figlia sapeva come andare dritta al punto: "Ho pensato spesso di tornare qui e portare via con me sia te che Leonardo. Ma sarebbe stato un rischio, sareste stati costantemente in pericolo."
"Ma tu ci avresti protetto, tenuti al sicuro." disse Beatrice.
"Era già complicato riuscire proteggere me stessa, alla fine ho creduto che lasciarvi a casa di vostro padre fosse la soluzione migliore, con lui sareste stati bene." rispose Leda "Non è stato così?" chiese titubante.
Beatrice fece una smorfia: "Non proprio." la guardò intensamente negli occhi "Sua moglie ci detestava, i ragazzini del paese ci tormentavano perché eravamo dei bastardi. Ogni occasione era buona per rinfacciarmi di averti uccisa venendo al mondo, oppure dicevano che ero talmente brutta che piuttosto che prenderti cura di me avevi preferito morire..." la voce le tremò "...forse con te saremmo sempre dovuti scappare, ma almeno tu ci avresti trattati bene, non ci avrebbero mai derisi se fossimo stati con te, con una madre che si prende cura dei suoi figli."
Leda sentì il cuore avvilupparsi su se stesso sentendo quelle parole: "Mi dispiace tanto Beatrice che voi abbiate sofferto così tanto, che tu abbia sentito cose tanto orribili."
Beatrice mormorò: "E tu? È stato difficile lasciarmi?"
"Certo che lo è stato! Non c'è stato giorno in cui non abbia visto i tuoi occhi sul viso di una bambina o di una fanciulla incrociata per strada." le disse "Mi sono spesso chiesta cosa stessi facendo, che donna fossi diventata." abbassò lo sguardo "Ma non potevo rischiare portandovi con me, avrei messo a repentaglio ogni cosa."
Beatrice stupita chiese: "Che vuoi dire? Non capisco."
"Se gli uomini del Papa mi avessero trovata avrebbero fatto di tutto per ottenere la mappa, se la sarebbero presa con voi per indurmi a parlare." rispose Leda "Lasciarvi a vostro padre era l'unico modo per tenervi al sicuro ed evitare di essere ricattabile in caso mi avessero catturata."
Beatrice spalancò gli occhi: "È per questo che mi hai abbandonata? Per non rischiare di rivelare informazioni?"
Leda la guardò, stupita dalla sua reazione: "La priorità per i Figli di Mitra è la salvaguardia delle reliquie più preziose. Ognuno di noi sa che quando ci viene affidato questo compito non c'è nulla di più importante. Mio padre non avrebbe esitato a sacrificare ognuno di noi per proteggere il Libro delle Lamine. Non pensare che lui non ci amasse, ma in caso di necessità non avrebbe avuto dubbi su cosa mettere al primo posto."
"Tale padre tale figlia." commentò Beatrice scuotendo la testa "Zo aveva ragione, non sei tornata per me e per Leonardo."
"Ceto che sono tornata per voi!"
"Sì, per affidarci la mappa, per farci trovare e proteggere il Libro! Quando ho scoperto che non eri morta ero scioccata, ferita, ma per un millesimo di secondo sono stata felice, perché eri viva, e io speravo che fossi tornata perché..." le parole le morirono in gola, si passò una mano sul viso "Ma almeno mi vuoi bene, vuoi bene a me e Leonardo?" chiese tutto d'un fiato.
Leda la osservò, sospirò: "Non mettere in dubbio l'affetto che provo per voi Beatrice, mai. Ma amare un figlio o chiunque altro è un lusso che non mi posso concedere."
"Un lusso?" esclamò Beatrice.
"Amare ci rende vulnerabili. Ciò che amiamo diventa il nostro punto debole, e se il nostro nemico scopre il nostro tallone d'Achille può colpirlo, e sconfiggerci. Amare intensamente qualcuno è uno svantaggio Beatrice."
"Quello che dici non ha senso per me. Le persone che amo non mi rendono debole, anzi, mi danno forza, per loro sarei capace di fare qualsiasi cosa."
"Ed è proprio questo il punto, se il tuo nemico minacciasse uno dei tuoi cari ti avrebbe in pugno, faresti qualunque cosa pur di salvarlo." insistette Leda.
"Io intendevo dire che..."
"Lo so cosa intendevi, ed è normale che ragioni in questo modo, sei giovane ed ingenua." la interruppe Leda "Credi che il Bene trionferà sempre sul Male, che i cattivi un giorno avranno ciò che si meritano, ma il mondo non va sempre così. Spesso sono i buoni a soccombere, e i malvagi continuano a vivere senza espiare le loro colpe."
"E quindi dovrei diventare cinica ed egoista come te?" ringhiò Beatrice fissandola negli occhi "Non darmi lezioni di vita, non ne hai il diritto."
Leda la guardò, si morse un labbro: "Hai ragione, non sono qui per insegnarti a vivere." sospirò "Sapevo che una volta scoperto che ero viva non mi avresti buttato le braccia al collo ma pensavo che avresti capito la mia posizione. Non credevo mi saresti stata così ostile."
Beatrice si alzò dalla poltrona e disse: "Beh considerando il tuo discorso dovresti esserne felice Leda, se mi affezionassi a te sarei vulnerabile. Alla fine hai avuto ragione tu." si voltò e si diresse verso la porta.
"Un giorno Beatrice capirai che alcune cose hanno e avranno sempre la priorità su altre, capirai cosa è davvero importante." le disse Leda mentre la ragazza apriva la porta.
Beatrice si fermò e si voltò verso la madre: "Io so già cosa è importante per me Leda, so già cosa devo mettere al primo posto." rispose, e uscì chiudendo dietro di sé la porta.
Beatrice nel corridoio si appoggiò al muro, chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Zoroastro si avvicinò a Beatrice, le chiese: "Tutto bene principessa?"
Lei scosse la testa, si massaggiò le braccia come se sentisse freddo, e rispose: "Avevi ragione tu. Torniamo a casa." si avviò verso le scale per uscire da quella taverna.

Angolo dell'autrice: 
Poca azione in questo capitolo, lo so. È più un capitolo di passaggio, servono pure loro. :)
Grazie grazie grazie per le passate recensioni!!! 
A presto.
VerdeIrlanda 
  
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