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Autore: Sinfony    29/07/2008    4 recensioni
Ammettiamo una decina d'anni, ammettiamo una fuga a due, ammettiamo due ragazzini pestiferi....cosa otteniamo? Hsm-Seconda Generazione!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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hsm13

“Bello…”disse Chad
 

“Già, molto reale…” commenta quindi Troy mordendosi un labbro.

Taylor e Gabriella sono silenziose, non guardano nessuno.

Sharpay compare improvvisamente davanti a loro, le mani sui fianchi, il volto accigliato, batte la punta del piede a terra, aspetta che qualcuno decida di confessare, ma dopo alcuni minuti di silenzio, comprende che nonostante tutto quello che ha già fatto, tocca ancora a lei questo passo.

 

“Vi è piaciuto?” chiede con la perfidia di sé stessa quindicenne, un ghigno mascherato da sorriso “Tay, Gabri i vostri figli sono davvero pieni di talento!” aggiunge fingendosi stupita, gesticola, muove il volto, è un’attrice nata. Le ragazze però ancora non dicono una parola e così le si sente in potere di finire l’opera, dolenti o nolenti i suoi amici “E poi Tay, hai visto Corbin come interpretava bene Chad? Non trovi Chad? Sembra…tuo figlio!” Chad balbetta qualche complimento, senza capire quel tono forzato, come se la ragazza volesse fargli capire qualcosa a lui ignoto.

 

Taylor si tormenta le mani, i capelli, si morde le labbra, non si sogna nemmeno di guardare Chad, di fronte a lui, a quel ragazzo per cui prova un sentimento profondo, recondito in fondo al proprio cuore, non riuscirebbe mai a dire il falso. Dopo però, quando quella maledetta biondina tutto pepe inizia a fare pesanti allusioni, scatta in piedi, furiosa più che mai, rossa di rabbia, umiliata, sul punto di piangere, sibila parole dure, parole dettate dalla testa, contestate dal cuore.

 

“Zitta! Non ti permetto, non puoi, non voglio e tu non lo devi fare!” esclama fremente, trema, ha paura che tutto quello che ha tenuto in piedi fino ad ora, possa cadere e frantumarsi “Corbin è figlio mio, solo mio, di nessun altro, forse solo di Troy, perché lui c’è stato e gli ha insegnato come una padre, mi ha aiutato come un marito, anche se non ci amavamo né ci amiamo ora” pronuncia parole sconnesse, nemmeno si controlla, non può dir troppo con Chad accanto, non può ignorare tutto ciò che ha fatto Troy per lei, non può far credere che lo ha fatto per amore, perché non sarebbe vero e perché c’è Gabriella. Non può tradirsi perché Corbin è la sua vita.

 

“No Taylor, ti sbagli questa volta” le risponde con tranquillità Sharpay, finalmente contenta di aver ottenuto al sua preziosa attenzione “Tu l’hai cresciuto, Troy ti ha aiutato, ma lui, Corbin intendo, ha dentro il sangue e l’amore di qualcun altro…”

 

“Corbin è MIO figlio! Sì, in lui scorre anche il sangue del padre ma solo quello, perché quel amore di cui parli, a quanto ho potuto notare, era solo il mio” conclude con amarezza, con la pena di una ferita mai rimarginata.

 

Sharpay sospira, Taylor è arrivata al limite, sta per gridare tutto e non è giusto che si scopra così, rovinerebbe tutto il suo lavoro, è venuto il momento di torturare l’altra anima colpevole, per questo motivo, si volta vero Gabriella, che aveva creduto di potersi salvare e, con lo stesso tono con cui aveva parlato a Chad, le si rivolge.

 

“Cosa ne pensi Gabriella? Dicci la tua opinione, ti prego! Con la tua Joy il discorso è più o meno lo stesso non trovi??” dice guardandola perforandole il cuore da parte a parte “Così dolce quella bimba, una passione smisurata per la chimica, proprio come la mamma e anche per il canto! È incredibile poi quanto sia portata per il basket! Sembra proprio una questione di genetica no?”

 

Troy a queste parole si volta verso l’amico, equivocando le parole di Sharpay, lo fulmina, ecco perché erano fuggiti! L’aveva messa incinta! L’avevano tradito, lui e Taylor, tradito un amore, un’amicizia, una fratellanza secolare! Com’era potuto succedere?

 

Sharpay si accorge della rabbia disegnata sul viso del ragazzo, comprende il malinteso ed esasperata per la stupidità di Troy, lo colpisce con una ceffone sulla nuca, quando Troy la guarda adirato e confuso, lei lo fulmina e sibila “Troy, ascolta tutto quello che dico ma non inventare, va bene?” ordina con estrema lentezza, come se parlasse con un bambino piuttosto tonto “Joy non è figlia di Chad, come Corbin non è tuo” chiarisce rilassandolo.

 

Gabriella la guarda implorandola di terminare quell’esecuzione, Taylor invece le fa quasi paura, con quell’aria da mamma arrabbiata.

 

Chad e Troy invece, non capiscono niente, o meglio capiscono quello che già sanno ma di quello che dovrebbero capire non comprendono mezza parola, ma dopotutto cosa si più pretendere da due giocatori di pallacanestro, con un mezzo neurone per uno?

 

Sharpay decide di cambiare strategia, usa quella più semplice, più ovvia, quella dei nomi, se anche quella dovesse risultare vana, ricorrerà alle marionette e spiegherà che i bambini non arrivano con le cicogne…

 

Chad, non pensi anche tu che Corbin sia adorabile?? Con tutti quei capelli ricci!!! È anche capitano dei wildcats!” esclama senza perdersi d’animo la biondina, marcando con estrema bizzarria i nomi. Chad però annuisce con la stessa espressione che aveva quando anni fa cercava di capire la chimica...”Joy invece è la mia stellina musicale!!! Ha quegli occhi blu! Come i tuoi Troy!” ripete la ragazza rivolta al biondino che le sorride, assentendo con il capo, ma senza riuscire a centrare il bersaglio.

 

Sharpay si passa una mano fra i capelli e si lascia sprofondare nella poltrona libera in mezzo a loro, stravolta, porta un palmo alla fronte drammaticamente. Com’è che non se li ricordava così sciocchi? Com’è che aveva creduto che tutto quello che aveva fatto sino a quel momento sarebbe bastato? Avrebbe tanto voluto urlare “Troy, Joy è tua figlia, Chad, Corbin è tuo figlio” ma non poteva, perché non era il modo giusto, non si diventa padri così! Se solo quelle due si decidessero a spicciare qualche parola in più…

 

Oltretutto ha ancora poco tempo a disposizione, fra poco più di mezz’ora saranno interrotti da attori, insegnati e preside…

 

“Gabriella…” dice allora, senza guardare la morettina, che sobbalza e la osserva, in attesa di un nuovo attacco ”Perché sei scappata? Perché Chad te ne sei andato? Avete creato una tale confusione!” sospira enigmatica, non guarda nessuno, anche perché sa, che nessuno gli risponderà, ma Sharpay non conosce così bene i quattro.

“Non è stata colpa nostra” sussurra appena udibile Gabriella, lanciando un’occhiata a Chad, il quale decide di contribuire.

 

Già, era solo per fare un giretto un po' fuori all'inizio, poi lei ha scoperto che...e non abbiamo più potuto tornare indietro”

 

“Si può sempre tornare!” ribatte brusco Troy, approvato dalla bionda e dalla bruna che annuiscono con vigore.

 

“Non si tratta di saltare su un treno e fare dietrofront!” abbaia Chad “Potevamo farlo certo, ma che avreste pensato se fossimo tornati con la notizia di una creatura in più?”

 

Sbalorditi, Troy e Taylor, ammutoliscono, la conclusione a cui sarebbero arrivati sarebbe stata la più ovvia, la più pessimistica e errata, e non solo loro, ma di certo non sono dell’umore di ammettere un torto. Perciò ribattono con le banali, tipiche, frasi di chi si finge migliore di quel che è.

 

“Non per forza! Ti avrei creduto Chad, avrei creduto a qualunque cosa mi avessi detto!” esclama arrabbiata Taylor, senza mentire.

 

Colpito e affondato, ecco come si sente Chad, che non può fare a meno di imprecare mentalmente contro la giovane Gabriella, che l’aveva convinto di quello che avrebbero pensato gli altri, e contro di lui, perché aveva ceduto e poi si era impietosito e l’aveva aiutata, si era affezionato a Joy e l’aveva cresciuta.

 

Troy invece non dice nulla, ascolta solamente e pian piano un’intuizione si fa largo nella sua mente, come un fascio di luce, illumina tutte quelle piccole cose che lo avevano insospettito, ma che poi aveva ignorato, comprese le allusioni di Sharpay che gli sembrano sempre più chiare e meno misteriose.

Infine gli risuona in testa quella canzone, che Joy aveva cantato quel pomeriggio, perché si era chiesto allora e si chiede adesso, Gabriella gliel’aveva insegnata? Certo, le piaceva, ma perché cantarla sua figlia?

La soluzione gli balza agli occhi e lo acceca per qualche istante, lo inibisce, lo allibisce, eppure è la più bella, la più possibile…  

 

“Joy…” sussurra alzando lo sguardo su Gabriella, che lo ricambia stupita “Joy…è mia figlia

 

Non è una domanda, nota Sharpay, più che altro una realtà che lo ingloba finalmente e lo pone sul trono che gli spetta, accanto alla sua regina, di fronte alla sua erede, con tanto di scettro e corona.

 

Gabriella osserva attentamente l’espressione dell’uomo che ama, prima è irritata, poi diviene sempre più felice, beata, con gli occhi luminosi la guarda sorridendole.

 

“Amore mio, Joy è mia figlia, nostra figlia, abbiamo una figlia!” esclama estasiato.

 

Gabriella radiosa, si alza e gli salta al collo lo bacia dovunque ridendo con lui, incrociando le mani, le dita, le labbra, gli sguardi, non avrebbe mai creduto che l’avrebbe presa così bene, ma aveva dimenticato quanto l’amasse Troy, il quale è felice come non è mai stato mentre riabbraccia la sua dolce regina, finalmente, innamorato come a 16 anni, gioioso come solo un padre può essere.

 

Il resto della comitiva li osserva, un po’ stupiti, sicuramente contenti, con un peso in meno sulle spalle e uno che però grava ancor di più, perché diventa sempre più evidente.

 

Chad infatti mentre guarda l’amore sbocciato di nuovo dei due amici, inizia ad arrivare alle stesse conclusioni di Troy, non è tanto difficile ora, guardare le coincidenze, vederle ed interpretarle con le occhiate eloquenti di Sharpay che lo spinge sempre di più verso la verità.

 

Taylor però non è disposta a fare pace tanto facilmente, a cedere tanto facilmente, non dopo tutto quello che ha perso, non dopo tutti i sacrifici che ha fatto.

Si alza e si avvia verso l’uscita del teatro, cercando di affrettare il passo e ritrovare presto Corbin, vaga per i corridoi, entra nelle classi affollate dagli studenti, esuberanti e eccitati per la popolarità del musical, la bravura degli attori, dei cantanti, il racconto così reale, così moderno.

Taylor non può fare a meno di ricordare che la stessa reazione, era avvenuta dopo il provino dei meravigliosi Troy e Gabriella, sorride un poco e si lascia trasportare per qualche istante dall’adorabile sensazione di aver vissuto quella storia, di essere stata lei stessa una protagonista.

Mentre si impregna di quell’emozione dolce come lo zucchero, inquadra davanti a sé il figlioletto, attorniato da un folto manto di fan accaniti che lo sommergono, e non solo da quelli. Prima che possa fare nulla, vede Chad accanto a suo figlio, è ancor più impressionante la somiglianza.

Chad sembra pensare lo stesso, la guarda con aria torva, ma quando Corbin lo tira per la maglietta e lo mostra ai compagni, come un amico e spiega che importantissimo ruolo aveva avuto nei widcats ai suoi tempi, si emoziona e passa una mano nei ricci del bambino, uguali ai propri.

Allora allunga una mano verso Taylor, la quale, si arrende e l’afferra con un sorriso di sfida, quello che lui adora tanto.

Chad l’attira a sé e la bacia con passione, quasi si stupisce di venir ricambiato ma felicissimo, la stringe a sé.

 

“Ti amo” le sussurra quando si separano “E anche il mio mini-me”aggiunge prendendo in braccio Corbin, che non si lamenta, perché lui aveva capito tutto molto prima.    

 

“Ti amo anche io” ribatte Taylor, abbandonandosi fra quelle braccia calde che le mancavano da parecchio, troppo, che amerà per sempre.

 

 Eccomi arrivata all'ultimo capitolo, è la prima volta che termino una long, spero vi piaccia e vi sia piaciuta, fatemi sapere, a me è piaciuto moltissimo scriverla, è stata l'inizio e anche il durante!

Tantissimi bacci a tutti quello che leggono!!!!

Sinfony
  
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