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Autore: Jencloves    18/05/2014    2 recensioni
Charlotte, il giorno del suo 17esimo compleanno perde entrambi i genitori e viene messa in una casa di accoglienza di New York. La ragazza ha smesso completamente di parlare per lo shock e usa solo il suo diario e il suo album di disegni per esprimersi con se stessa.
E' sola finchè una famiglia del New Jersey non decide di prendersi cura di lei e la cosa la incuriosisce e la spaventa. incontrerà 6 persone stupende, tra loro Nick di cui lei si innamora e che la cambierà, ma con cui non potrà mai avere nulla al di fuori dell'amicizia..
Spero di avervi incuriosite
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frankie Jonas, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
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5.Troppo oltre per poter tornare indietro
 
*Joe's Pov*
La colazione era in tavola e tutti mangiavano spensieratamente parlando e ridendo. Tutti tranne me, Charlotte e Kevin che avevamo lasciato la testa al piano di sopra, più precisamente nella stanza dove dormivano, ancora sotto l'effetto della marijuana, Nick e Thomas.
"Ragazzi che avete? Sembra abbiate visto un fantasma" ci disse Denise scherzando
"Niente mamma. Abbiamo solo visto un film Horror in camera mia" dissi alludendo a Nick.
"Ok.. Ragazzi io e vostro padre andiamo al lavoro e Frankie va dalla nonna. Ci vediamo stasera" disse mia madre alzandosi dalla sedia e diretta ad abbracciare ogni suo figlio.
Quando loro furono usciti di casa Kevin e Charlotte andarono in salotto a parlare, probabilmente di ciò che era successo la sera prima e io salii le scale ed entrai nella mia stanza.
Presi la prima sedia che trovai nella stanza e la posizionai davanti alla finestra, perchè volevo essere li non appena mio fratello si fosse svegliato per dirgliene tre o quattro.
Lo osservavo dormire. Stava a pancia in giù con il viso rivolto verso di me a bocca aperta. I suoi capelli erano schiacciati dal cuscino e ogni tanto con i piedi mollava delle pedate nella schiena di Tom che a dirla tutta se le meritava proprio.
Una piccola risata uscii dalla mia bocca ma la fermai subito perchè non volevo svegliarli, anche se ai meritavano quello ed altro.
Perchè Nick era caduto nelle vecchie cattive abitudini? Perchè ci era ricascato? Perchè? 
Erano solo tre domande quelle che mi ronzavano in testa, ma ci potevano essere così tante risposte che mi venne il mal di testa solo al pensiero. 
Portai le mani alle tempie per il fastidio che mi assaliva e cercai di liberare la testa da ogni pensiero e ci stavo quasi riuscendo finchè non entrò in camera Charlotte. 
"Che ci fai qui?" chiesi mentre lei si appoggiò allo stipite della porta e incrociò le braccia al petto, non ricordandomi che non parlava quasi con nessuno ad eccezione di nostra madre.
"Sei qui per Nick?" chiesi di nuovo io.
Charlotte semplicemente scosse il capo come per dirmi no e subito dopo si spostò da quella posizione, prese uno sgabello e si sedette accanto a me. Il tutto senza il minimo rumore, senza parlare, senza accennare a niente. Gli unici rumori che si sentivano erano i nostri respiri e qualche colpo di tosse di Tom. 
Nessuno parlava, o almeno, nessuno ci provava, perchè credevo che entrambi avessimo qualcosa da dire ma non parlavamo. Forse per l'imbarazzo del momento o forse perchè in fondo non avevamo così tanto da dirci.
Poco dopo piccoli mugugnii uscirono dalla bocca di mio fratello che poco dopo aprii gli occhi e li richiuse leggermente per via della luce che penetrava dalla finestra.
"Joe, Char, che ci fate qui?" ci disse mio fratello dopo essersi abituato alla luce del sole
"Sono qui per te razza di deficiente" dissi alzando il tono della voce facendo svegliare anche Tom.
Nick  mi guardò con aria di sfida e leggermente infastidito per la mia affermazione, si sedette sul letto. Spostò lo guardo che cadde su nostra sorella con le mani nelle maniche del maglione, con l'aria persa e spaventata di una ragazza che non si aspettava una cosa del genere
"Anche tu Char? Sei qui anche tu per guardarmi con disgusto come sta facendo nostro fratello?" le disse indicandomi come fossi qualche razza di strano essere.
"Non ti sto guardando con disgusto, ma non riesco ancora a credere come tu abbia potuto farlo di nuovo" ribattei ormai stanco di sentirmi sempre la ragione di ogni problema che c'era in casa, e non volvevo che c'è ne fossero altri per il nostro bene e per quello di Charlotte.
 
*Charlotte's Pov*
Stavano urlando davanti a me come non avrei mai potuto immaginare. E invece stava succedendo e io seppur non c'entravo niente con tutta la storia mi sentivo coinvolta così per non sentirmi in colpa uscii velocemente dalla stanza e mi fiondai nella mia buttandomi di pancia sul letto e affondando la testa nel cuscino. Cercai di respirare il più profondamente possibile per non scoppiare in uno dei miei urli nervosi, uno di quelli che mi portava a rimanere senza voce e con un mal di gola fastidiosissimo, uno di quelli che spesso mi ritrovavo a giustificare quando ero in quel manicomio che Angy chiamava casa. 
La tentazione era molto più forte di quanto potessi pensare, ma lo ero anche io quindi riuscii a mettere a tacere la vocina dentro di me mi supplicava di urlare con tutta la voce che avevo in corpo.
Per scacciare il pensiero cercai di pensare ad altro e cercare di non sentire le urla che provenivano dall'altra stanza. Ma non ci riuscivo. Sentivo Nick, Joe e Tom urlarsi l'uno contro l'altro finchè poco dopo non arrivò Kevin a zittirli tutti e così la calma ritornò padrona della casa.
Prima di andare a trovare Nick, avevo parlato con Kevin e anche lui mi aveva spiegato la stessa cosa di Joe, solo che lui era stato più forte, non aveva mai toccato una canna nemmeno una sigaretta e ne era fiero. Mi disse anche che di lui e dei miei nuovi fratelli potevo fidarmi e che era solo la fiducia a impedirmi di parlare. 
Ma io non mi sentivo ancora pronta del tutto. Avevo detto si e no poche parole ma già volevo rimangiarmele e far scordare a tutti di averle mai pronunciate. 
Mi alzai dal letto e cercando nella piccola scrivania di fronte al mio letto trovai il mio album di schizzi. Era giusto quello che mi serviva. 
Disegnare senza pensare. 
Lasciare che la mano sia a disegnare e non la tua testa. Presi la prima matita che trovai e lasciai alla mano tutto il lavoro. Collegai le cuffie all' I-phone e le misi nelle orecchie facendo partire la musica e mi ritrovai a disegnare i miei fratelli, me e Tom in un giardino. 
Tom se ne stava sulla sinistra sdraiato sull'erba a fumare una canna attorno ad una nuvola completamente nera; io Joe e Kevin sulla destra stretti l'uno all'altro in un abbraccio; e Nick al centro, in piedi con l'aria confusa, le mani tra i capelli e il viso rivolto verso il basso, a metà tra la nuvola e non.
Lo guardai finito. Mi piaceva. Mi piaceva davvero. Esprimeva in tutto e per tutto ciò che stava succedendo e il fatto di esserci riuscita in un paio d'ore mi rese ancora più fiera del mio capolavoro.
"Che bel disegno" sentii dire dietro di me.
Sobbalzai al suono di quella voce, così nascosi subito il foglio dentro all'album e mi girai vedendo proprio a due centimetri da me la figura di Joe.
"Davvero bello Charlotte. Non pensavo fossi brava a disegnare" mi disse incurvando le labbra in un sorriso magnifico.
Dio se lo invidiavo. Si, lo invidiavo perchè era capace di nascondere agli altri la rabbia, il dolore e la frustrazione con un sorriso e tutti gli credevano. Tutti credevano che stesse bene, che non avesse problemi, che fosse fortunato. Ma nulla di tutto ciò era vero. Aveva superato più problemi lui di quanti ne avessi avuti io. Il mio problema peggiore, prima che morissero i miei, era che mia madre non mi voleva prendere una borsa che mi piaceva tanto perchè diceva che ne avevo tante, anche troppe. 
Lui era il mio contrario. Sembrava una persona calma, con la testa sulle spalle, ma con molti problemi per la testa. Un simpaticone racchiuso in un cuore di ghiaccio che nessuno era ancora stato capace di sciogliere. 
Mi ritrovai ad osservare i suoi occhi marroni. Non avevano più la luce che avevo intravisto la sera prima, ma erano diventati fraddi e scuri più del solito. Sembravano profondi quanto un pozzo e avevo paura di affogarci dentro.
"Ehi... Terra chiama Charlotte ci sei? Fai quasi paura" mi disse avendo notato che probabilmente lo stavo fissando da parecchi minuti.
Mi ripresi dai miei pensieri e Joe si mise comodo sul mio letto a pancia in su con gli occhi rivolti verso il soffitto che di interessante non aveva niente. Giocava con le mani mentre la testa vagava chissà dove, in quale parte del mondo, anzi, della casa. I capelli sparpagliati e gli occhi stanchi mi facevano capire quanto seria fosse la cosa, visto che evidentemente non aveva dormito tutta la notte. Sembrava avesse un bisogno urgente di parlare con qualcuno e non avrei potuto tirarmi indietro, così mi alzai dalla sedia e mi sedetti sul lato del letto intenta ad osservare mio fratello. Era perso nei suoi pensieri, nelle sue ansie, nelle sue paranoie tanto da non essersi accorto che mi ero spostata. 
Restammo in silenzio non so per quanto tempo, credo fosse molto visto che mi stavo completamente addormentando, ma non successe, perchè quando i miei occhi erano in procinto di chiudersi Joe si girò verso di me, mi osservò un secondo notando la mia stanchezza e subito dopo ritornò con lo sguardo verso il soffitto.
"Sai.. Non pensavo che potesse accadere di nuovo. La stessa identica cosa a distanza di due anni anche se questa volta è stato diverso perchè c'eri anche tu che hai dovuto vedere quelle scene, e lo ammetto, sono sicuro che ci hai preso per una famiglia di drogati." mi disse tutto d'un fiato portandosi le mani dietro la testa.
Accennai un leggero sorriso che poi scomparve immediatamente lasciando spazio ad un espressione triste, quasi come se fossi io a dover piangere e non mio fratello. 
Joe si girò su un fianco verso di me e mi guardò. Non lo vedevo, perchè il mio sguardo era fisso sulle mie gambe, ma sentivo i suoi occhi addosso, e la cosa mi imbarazzò, tanto da farmi alzare lo sguardo perchè volevo farlo smettere, ma fui io a fissarlo. Mi ritrovai persa nei suoi occhi, che seppur scuri e  mi piacevano. Ci guardavamo negli occhi senza parlare e mi sentivo se il mio cuore si fosse spezzato in quel piccolo istante di sincerità. Come se in quel momento mi fossi completamente dimenticata di tutto ciò che succedeva nell'altra stanza, ma mi fossi concentrata solo su Joe e sul suo timore nei miei confronti e in quelli del fratello.
I miei pensieri mi annebbiavano la testa a tal punto che non capii più ciò che stavo facendo e poco dopo mi ritrovai abbracciata a Joe con la testa poggiata sul suo petto. Non so perchè l'avevo fatto ma ne sentivo la necessità. Non parlavo, quello era vero, ma credevo che quell'abbraccio avesse detto più parole di quante ne si potessero immaginare.
"Grazie Charlotte" mi disse stringendomi forte a se.
Chiusi gli occhi e presa da quell'abbraccio sentii il battito irregolare di mio fratello aumentare, come un tamburo, che rimbombava prepotente nel suo petto, il suo respiro che si infrangeva sui miei capelli mentre una mano li accarezzava dolcemente spostandomeli leggermente sul viso, e il suo profumo dolce mischiato all'odore di fumo che aveva addosso dalla sera prima. Sospirai intensamente ripensando a quella sera, e in quel momento la mia testa lasciò spazio ai pensieri "ofuscandomi" la vista, vedevo solo una scia di ricordi scorrermi davanti agli occhi come una proiezione, ma che vedevo solo io.
 
*Nick's Pov*
Odio, odio, odio. Era tutto ciò che provavo nei miei confronti. Mi sentivo di aver deluso tutti, persino Tom.
Non avrei dovuto fumare ma l'avevo fatto lo stesso perchè mentre l'erba entrava in circolo la mia testa si alleggeriva in tutti i sensi e poi, non avevo tutti quei pensieri per la mente. Ma la cosa che mi faceva male era sapere che i miei fratelli l'avevano scoperto. Avevo chiesto a Tom di non dirlo a nessuno e di nascondermi da lui almeno finchè l'effetto della marijuana non fosse sparito ma non mi aveva ascoltato, anzi, mi aveva portato nella tana del lupo.
Così, dopo svariate litigate con me stesso presi una decisione. Me ne sarei fregato di tutto e di tutti e avrei fatto ciò che ritenevo meglio. Avrei continuato a fumare, ma da solo e di nascosto. ormai avevo 18 anni ed ero abbastanza grande per prendere le mie decisioni, e decisi che avrei continuato ma senza dirlo a nessuno. Mi sarei sentito uno straccio dopo, ma almeno, per un paio d'ore non avrei pensato a nulla.
"Nick, sarà meglio che vada" mi disse Tom facendomi riprendere dai miei pensieri.
Scossi la testa e mi girai verso di lui. Aveva il suo zaino già in spalle e la giacca già in mano. Insomma era pronto per andarsene.
"Aspetta devo darti una cosa" mi disse rivolgendomi la solita bustina piena d'erba.
"Non posso Tom, non più" 
"Certo che puoi. Prendila" 
Mandai a fanculo tutti i timori nella mia testa e la presi dicendo "Però non dire a nessuno che sto fumando ancora"
In quel momento entrò Kevin incazzato come non mai. Mi prese per il collo e mi appese al muro urlandomi "Se ti azzardi a fumarne solo un'altra racconto tutto a mamma e papà razza di cretino" 
Mi aveva scoperto. 
Dovevo inventarmi qualche scusa che potesse essere credibile,  ma con mio fratello era difficile trovarne una così. Ebbi un idea all'ultimo minuto, a fatica visto che non mi arrivava quasi più sangue al cervello visto la forte presa che Kevin aveva sul mio collo. Mi mancava l'aria e sentivo che sarei svenuto se non mi avesse mollato praticamente subito, così gli feci un cenno e lui mi mollò facendomi cadere a terra sulle ginocchia. Cercava di far ritornare il battito del cuore e il suo respiro regolari, ma non ci riusciva. Era accecato dalla rabbia e la mia scusa doveva essere una di quelle buone per farlo calmare. 
"Perchè sei così coglione Nick? Spiegamelo perchè io non lo capisco" mi disse sbraitando fuori le parole dalla bocca che mi colpirono come un treno in corsa
"L'ho presa solo perchè così la pianta di rompermi le palle. Io non voglio più fumare Kevin" Urlai a voce più alta.
Mi guardava accecato dall'odio nei miei confronti e dalla voglia assurda di mettermi le mani addosso e io, intenzionato a tutti i costi di far calmare le acque, mi misi davanti a lui e gli misi una mano sulla spalla.
"Ho imparato la lezione lo giuro" mentii.
Non avrei smesso e lo sapevo, ma volevo che Kevin e Joe fossero più tranquilli, anche a costo di mentire e a quanto pare, la mia bugia fu abbastanza convincente da far "calmare" mio fratello.
Si sedette sul letto mettendosi le mani tra i capelli cercando di ritrovare la calma e la lucidità mentale che in quel momento aveva letteralmente perso mente io mi sedetti davanti alla finestra con lo sguardo rivolto verso mio fratello.
Lentamente il rossore sul suo viso sparì lasciando spazio al suo solito colorito roseo, i muscoli si fecero meno tesi e la rabbia lentamente se ne andava dalla stanza.
Non parlava. Nessuno lo faceva. Solo i respiri profondi di mio fratello e i miei echeggiavano nella stanza rimbombando sui muri. 
Nel frattempo Tom, si era dileguato come un codardo e mi aveva lasciato da solo a gestire un casino che lui stesso aveva creato e che solo per merito mio ero riuscito ad evitare. Era stato un vero idiota, ma ormai ne ero abituato. Sapevo quanto Tom potesse essere stupido e immaturo certe volte, mentre io ero il suo contrario ed ero riuscito a farmi corrompere da quello che era il mio migliore amico.
"Lo spero Nick" mi disse Kevin dopo una decina di minuti in cui nessuno aveva più parlato facendomi riprendere dai miei pensieri.
Detto ciò uscii dalla stanza e io rimasi ancora fermo nella posizione in cui ero prima con gli occhi fissi per terra, verso quella bustina che stava rovinando il rapporto che avevo con i miei fratelli. 
Non volevo che accadesse la stessa cosa che era successa due anni prima ma ormai ero andato troppo oltre per poter tornare indietro.

SPAZIO AUTRICE: 
Hola ragazze :) :)
Eccomi tornata con il 5° capitolo di questa storia avvincente :)
Vi prego di perdonarmi per il ritardo, ma non sapevo proprio come farla andare avanti e poi anche perchè ho avuto una settimana piena di verifiche, ma per mia fortuna ho ancora 8 giorni di scuola e poi dirò buongiorno all'ESTATEEEE!!! :)
Sono molto fiera di questo capitolo, acnhe se è un pò corto perchè si vede un lato di Kevin che non si era mai visto e credo sia uno dei più lucghi di questa storia.
A proposito del capitolo.. Che ne pensate? Cos'è preso a Kevin tanto da arrabbiarsi così tanto? Nick pensava davvero quello che ha detto o sta solo giocando con suo fratello e con Tom? Joe si sta avvicinando tanto a Char, ma lei è ancora titubante su parecchie cose compresi i suoi fratelli. Dovrà fidarsi o no di loro? E quando tornarà a parlare?
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE.. CI TERREI DAVVERO MOLTO.
Ci tengo a ringraziare tutte le lettrici anonime e le 4 ragazze che hanno rensito il capitolo scorso: 

 
fedejonas4ever
Swag_93
Marty Fantasy
_BiebersVoice_
 
Ragazze, mi spronate ad andare avanti a scrivere e vi ringrazio, anche perchè siete di una tenerezza assurda. Davvero io vi adoro tutte.
Vorrei ringraziare anche 
G4693, heyitsara, Marty Fantasy, _BiebersVoice_ 
che hanno messo la storia tra le seguite; heyitsara, xharryslover che hanno messo la storuia tra le ricordate e infine DalilaLove, fedejonas4ever, Marty Fantasy che hanno messo la storia tra le preferite.
Ora vi lascio, devo studiare per la verifica di scienza di domani..
Un bacio,
Jennifer

 
  
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