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Autore: harrehles    18/05/2014    1 recensioni
"Sai qual'è il problema? Sono stufo di uscire con ragazza che per stare con me vengono pagate, sono stufo di stare con qualcuno che nei miei confronti non prova nulla, sono stufo che questo qualcuno pensi che sono davvero quell'immagine di "Harry Styles" che mi hanno affidato. E sono ancora più stufo che questo qualcuno passerebbe solo una notte con me per urlarlo al mondo per poi correre da Liam o Niall siccome secondo tutti loro sono gli unici affidabili."-sbottò.
Quelle sue parole mi avevano lasciato allibita, non riuscivo a dire nulla e in quel momento mi odiavo più che mai, stavo agendo come Harry pochi minuti fa, la stessa azione che aveva suscitato in me tanta ira.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capther 5
 

Velocemente mi misi il pigiama  e mi infilai sotto le gelide coperte di pieno autunno. Non ci volli molto ad addormentarmi.Il giorno seguente mi svegliai con tranquillità, stranamente. Mi preparai velocemente, non ci volli molto a scegliere cosa mettere e scesi. Appena entrai in cucina vidi Phoebe seduta su un tiretto della cucina, con tra le mani una tazza di latte, sicuro caldo, visibile dalla fonte di calore che usciva da essa.

"Come mai già sveglia?"-le chiesi alquanto sbigottita siccome erano solo le sette del mattino.

"Non avevo sonno"-sospirò.

"C'è qualcosa che non va?"- era piuttosto giù di morale potevo notarlo dai suoi occhi. C'è qualcosa che la turba ma non riesco a capire cosa.

"Cher. . . ti devo dire una cosa"-ammise.

A quelle parole capii subito che non mi stessi sbagliando, presi il primo sgabello che avevo più vicino e mi sedetti di fronte a lei.

"Dimmi"-esortai a dirle.

Un momento di silenzio percosse la stanza. Ero li sedutale difronte ad aspettare anche solo un mugolio fuoriuscire dalle sue labbra ma nulla. Non capivo se stesse riflettendo su come iniziare il discorso o sul fatto che era rimasta alquanto alibita del mio gesto.  Non potevo aspettare ancora per molto o avrei fatto tardi a lavoro, così appena decisi di alzarmi sentii un filo di voce, biasciarmi un "Aspetta".

"E allora parla"-sbuffai.

"Si. Allora sono che non ti piacciono i giri di parole quindi arrivo direttamente al punto."-si fermò un secondo per poi continuare-"Non so come reagirei se tu davvvero avessi una relazione con Harry"-sospirò chinando il capo per ritornare a guardare le sue dita.

Era uno dei gesti che odiavo più di Phoebe, non riusciva ad affrontare un discorso serio guardandomi negli occhi, facendomi pensare che quello che le avrei risposto non fosse importante. 

"Mi guardi almeno.  Sai che mi da il nervoso. E per quanto riguarda Harry, sei completamente fuori pista. Sai benissimo che Harry non è il mio prototico di ragazzo e sai anche che non sono io che ho deciso di fare questo lavoro. Non sono io che mi sono fatta filmini su di lui, quindi cancella tutto. Mi pagano per questo e posso assicurarti che aldi fuori del campo lavorativo, io e Harry siamo persone completamente sconosciute."-sbottai senza badare al fatto che Phoe stesse prendendo alla lettera ciò che le stessi dicendo.

"E adesso devo andare che è tardi"-aggiunsi, dirigendomi nel salone a prendere la mia roba.

"Cher, oggi ti porto io"-affermò comparendo dalla stanza che precedentemente ci trovavamo.

"Se me lo dicevi quando ero fuori facevi prima"-dissi sdrammatizzando.

Appena mi avvicinai alla porta, una mano mi afferrò il polso e mi sussurò un "grazie".  Non riuscii a dire nulla, un leggero sorriso era dipinto sul mio volto, velocemente aprii quella porta e uscimmo.

Salimmo in macchina e partimmo. Il tragitto fu alquanto silenzioso, l'unico rumore che potevano udire le miei orecchie era lo sfrecciare del macchine che rendevano tutto ancora più teso. Per un momento mi ero così allontanata dalla realtà che non notai neanche che fossimo arrivate.

Appena aprii lo sportello, Phoe mi soffermò:"Ti passo a prendere io dopo, andiamo a mangiare qualcosa insieme da CoCo."

"No, appena finisco devo vedermi con Liam"-mi limitai a dire, chiudendo lo sportello, introfulandomi in quella grande struttura. 

Come al solito Harry era già nell'ufficio di Jhonny, ma la mia attenzione cadde principalmente sul fatto che Jhonny non ci fosse. Senza problemi, mi sedetti su piccolo divanetto di cuoio nero presente in un quella stanza, posizionato a grande distanza da quell'unico individio presente. Per un momento lascia che il silenzio sopravvalse su di noi, aspettando che qualcosa o qualcuno lo interrompesse. Ma nulla, Jhonny non arrivava, Harry non aveva alcuna intenzione di parlare, era lì, seduto al solito posto di ogni mattina, col capo chino intento ad osservare le sue dita con chissà quali pensieri nella mente. In quel momento più che mai, vedere Harry o Phoebe in quella situazione era lo stesso, entrambi con quel gesto mi avrebbero irritato, come se volessero dire una cosa ma la tengono dentro pensando che sia la cosa migliore. Non riuscendo più a sopportare quel clima, pieno di tensione, mi decisi a parlare: "Ma Jhonny ci vuole ancora molto?"

"Jhonny oggi non verrà"-affermò.

"Cosa?"- sbottai, alzandomi rapidamente e continuai:"Eh solo adesso me lo dici? "

Nessuna risposta, nulla, continuava a guardare le sue dita, suscitando in me maggiore irritazione. Non riuscendo più a tollerare ciò, a passo svelto, mi trovai di fronte quell'innoqua figura e con la stessa rapidità, tirai uno schiaffo sulle sue mani, siccome erano la causa della sua indifferenza.

Quel mio gesto, lo fece alzare di scatto. Era irritato, triste, nervoso, non capivo quale di queste emozioni stessero padroneggiando i suoi occhi.

"Sai qual'è il problema? Sono stufo di uscire con ragazza che per stare con me vengono pagate, sono stufo di stare con qualcuno che nei miei confronti non prova nulla, sono stufo che questo qualcuno pensi che sono davvero quell'immagine di "Harry Styles"  che mi hanno affidato. E sono ancora più stufo che questo qualcuno passerebbe solo una notte con me per urlarlo al mondo per poi correre da Liam o Niall siccome secondo tutti loro sono gli unici affidabili."-sbottò.

Quelle sue parole mi avevano lasciato alibita, non riuscivo a dire nulla e in quel momento mi odiavo più che mai, stavo agendo come Harry pochi minuti fa, la stessa azione che aveva suscitato in me tanta ira. Stavo annegando nello stesso piatto in cui avevo mangiato e in quel momento mi vergognai più che mai, tanto da non reggere più il suo sguardo e ripetere il suo stesso gesto, abbassare il capo. Mi aspettavo qualche rimprovero da parte sua in quel momento ma nulla, l'unica cosa che fece, fu uscire rapidamente da quella stanza, sbattendo la porta, rilasciando un grande tonfo, che mi fece riprendere la coniezione della situazione. Mi resi conto solo in quel momento che Harry aveva ragione, quella era l'immagina che gli era stata data, non quella che mi aveva mostrata. Mi sentivo così inutile, insufficiente in quel momento, che non ero neanche capace di reagire. Rapidamente uscii da quella stanza e senza badare a ciò che stessi facendo o di ciò che le persone stessero pensando presi a correre uscendo da quell'edificio in cerca di una meta, Harry. Numerose lacrime in quel momento rigorarono il mio volto, che a contatto con quella gelida aria di pieno autunno, infreddolirono le mie guance. Persone che mi guardavano, altre che urlavano "La ragazza di Harry", giornalisti che mi rincorrevano, mi aiutarono a rispondere a quelle numerose domande che vagavano nella mia mente. L'avevo trovato, era li a pochi metri di distanza da me a camminare in una piccola strada di un vicinato, istitavamente urlai il suo nome, che lo fece girare e in un secondo mi scaraventai su di lui, serrando le braccia intorno al suo busto e sussurrargli un "mi dispiace". Rialzai la testa e intersecai i miei occhi con i suoi, che in quel momento erano di uno smeraldo acceso. I numerosi pensieri che occupavano la nostra mente furono femati da i numerosi giornalisti e fans che si stavano avvicinando. Capii subito cosa Harry intendesse fare, appena cinse il suo braccio intorno al mio bacino e mi avvicinò a sè. Eravamo a pochi centimentri di distanza, avrei voluto allontanarlo, ma ripensai subito al mio ruolo in quel momento e distrussimo quella poca distanza che c'era tra noi. Le sue umide labbra erano sulle mie, numerose emozioni vagavano nel mio stomaco ma non so quale di esse stesse padroneggiando. Numerosi flash erano su di noi, forse era questo l'intento di Harry, confermare ciò che Jhonny volesse e forse sperare che quei numerosi pregiudizi nei miei confronti terminassero. Non appena lasciamo ripadroneggiare quella precedente distanza, un delicato sorriso si dipinse su entrambi i nostri volti, per poi abbandonare tutto e iniziare a correre dal lato opposto della folla. Attraversammo numerosi vicoli fino a ritrovarci difronte a quell'edificio che precedentemente avevamo abbandonato e senza pensarci due volte rientrammo prima che ci raggiungessero i paparazzi.

Salimmo nella solita stanza che tutte le mattine dobbiamo incontrarci. Eravamo di nuovo solo lui ed io. In quel momento la stanza era dominata dal rumoroso respiro sempre più pesante che fuoriusciva dalla bocca di entrambi. Il mio sguardo era rivolto al pavimento, i miei pensieri congelati in un angolo in quel momento a me oscuro, le mie gelide mani erano posate sulle cosce provando a reggere invanamente il peso del mio corpo e la mia respirazione cercava di prendere la solita regolarità. Non appena rialzai lo sguardo, vidi Harry li, accanto a me, nella mia stessa postura, con lo sguardo su di me. In quel momento le mie guance stavano prendendo un colore più acceso lasciando dedurre il leggero imbarazzo. Non ero pronta a quella situazione e tantomeno ad un bacio. L'unica cosa che riuscii a fare fu prendere a ridere, sentendo successivamente assecondare il mio gesto. 

"Perchè improvvisamente ti sei messa a ridere?"-mi domandò ricomponendosi.

"La situazione mi faceva ridere"-ammisi, ritorando in postura eretta.

"Ti faccio ridere?"-chiese.

"In questo momento si"-affermai, facendogli notare la sua postura rispetto alla mia.

Non disse più nulla, riprese rapidamente la mia stessa postura e il silenzio ritornò a riempire la stanza. Era frustante o perlopiù lasciava ansia, malinconia, un qualcosa di intollerabile, insostenibile.

"Ti va di prendere qualcosa da Muse?"-mi domandò improvvisamente.

"Perchè che ore sono?"-gli chiesi sbigotita.

"Le 12.45"-biasciò.

"Oddio, devo vedermi con Liam tra meno di 15 minuti da Coco"- ululai, portandomi una mano alla fronte.

"Quindi suppongo che è un no"-disse affievolendo la voce.

"Harry magari la prossima volte, devo scappare adesso."-dissi, raccogliendo la mia roba.

Gli lasciai un umido bacio sulla guancia e uscii da quella stanza e dalla struttura stessa.

 

***

Appena arrivai, vidi Liam ad aspettarmi all'ingresso.

"Ehi, pensavo che mi avessi dato buca"-disse sarcasticamente.

"Scusami, la puntualità non fa parte di me"- ridacchiai.

"Bene."-sogghignò.

"Entriamo?"-chiesi.

"Non ancora, andiamo prima a farci un giro?"-biasciò.

Annuii.

Presimo a camminare.

"Allora parlami un pò di te"-affermò improvvisamente.

"Di me?"

"Si, di te."

"Ho una vita abbastanza contorta."-biasciai.

"Beh, non sei l'unica allora"-mi interruppe.

"Quando era piccola. . ."- non riuscii a finire la frase che Liam mi interruppe di nuovo.

"Ma quello è Harry. Haz. . . Haz"-alzò il tono di voce, seguito dal movimento delle braccia.

Harry era a pochi metri distante dai noi, stranamente era solo, perso nei suoi pensieri. Ma non esitò a venirci incontro appena l'inviduo in mia compagnia chiamò il suo nome.

"Ma non eravate da CoCo?"-chiese non appena ci raggiunse.

"Adesso andiamo, abbiamo deciso di farci un giro prima."-intervenii prima che Liam potesse rispondere.

"Capisco"-biasciò.

"Se ti va puoi unirti a noi"-aggiunse Liam, lasciandomi un pò alibita. 

"Sicuri?"-ribadì.

"Certo."-ammise.

***

"Sono piena"-dissi appena alla seconda portata.

"Ma siamo solo all'inizio"-sghignazzò Liam.

Harry parlava poco, preferiva guardarci e scrutare ogni particolare di qualcosa che ancora mi era ignoto. 

"Cher allora non mi hai più detto di te"-intervenì Liam.

In quel momento Harry rapidamente si voltò e puntò il suo sguardo interrogativo su di me. Non mi sentivo più a mio agio con la presenza di quest'ultimo che inventai la scusa più banale.

"Oddio è tardissimo, ho detto a Phoebe di aspettarmi a casa, scusa magari ne parliamo stasera"-dissi alzandomi e abbandonare velocemente la situazione. 

Appena fui fuori, una mano mi afferrò il braccio. Rapidamente spostai lo sguardo sull'individuo ai miei occhi ancora sconosciuto. Harry.

"Perchè lo fai?"-domandò impassibile.

"Fare cosa?"-chiesi incredula.

"Non vuoi aprirti con me, cosa ti ho fatto?"-domandò stizzito.

"Non mi hai fatto nulla e adesso devo andare."-sbottai, cercando di liberarmi dalla sua presa.

"No, tu resti qui."-asserì.

Mi avvicinai a lui, portando i nostri sguardi a pochi centimetri di distanza.

"Primo, non sono fatti che ti riguardano e secondo non sono il tuo cane che puoi dire cosa devo fare."-sputai, allontanandolo da me.

Ma il mio tentativo fu completamente inutile, quelle vicinanza ritorno tra noi.

"Mi fa impazzire il fatto che mi tratti così, mi fai impazzire tu."-ammise, distruggendo quella distanza. Due calde e umide labbra era posate sulle mie. Il mio cervello non era capace di reagire come il mio corpo, tanto che riuscii a farmi trasportare dalla situazione.


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SPAZIO AUTRICE

Spero che questo capitolo vi piaccia. Lasciate qualche recensione almeno per capire cosa ne pensate o cosa devo migliorare.

Baci Flo.xx

  
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