Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: Sophiefla    19/05/2014    2 recensioni
Rosie è una normalissima ragazza che finito il liceo decide di portare avanti il suo sogno, diventare un'attrice. Quello che lei non sa è che la sua solita vita sta per prendere una svolta, e con questa svolta vivrà l'avventura più bella della sua vita.
Un giorno il destino vuole che lei incontri l'uomo dei suoi sogni, e dei sogni di altre migliaia di ragazze al mondo.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: scusate il ritardo ragazzi! Ho avuto un sacco da studiare,spero che la storia continui ad appassionarvi, fatemi sapere :) CAPITOLO 16


Lentamente riprendo i sensi. Cos'è successo? Sono svenuta?
Ho ancora gli occhi chiusi e il primo suono che percepisco è la voce di Josh, che sta urlando.
-Spostatevi cavolo! Lasciatela respirare!-
Sembra piuttosto arrabbiato.
-Miles, chiama un cazzo di medico. No che non mi calmo!-
Non riesco a capire perché sia così infuriato. Man mano che riacquisto lucidità i ricordi tornano come una serie di flashback.
Oh Dio, Daphne.
Una fitta lacerante mi attraversa il petto e la mia bocca si piega in una smorfia di dolore, ma tuttavia continuo a tenere gli occhi chiusi.
Improvvisamente Josh smette di urlare, e sento le sue mani sul viso.
-Rosie?- mi scuote leggermente.
-Amore ti prego svegliati- sembra disperato. 
Nonostante la paura del dolore che mi travolgerà non appena riaprirò gli occhi, non ce la faccio a sentirlo soffrire a causa mia.
Mi faccio forza e lentamente apro gli occhi.
-Rosie!- esclama Josh, sollevato.
-Grazie a Dio. Miles prendi dell'acqua, svelto!-
Mi solleva e mi mette seduta.
-Come ti senti?- chiede.
Lo guardo e apro la bocca per rispondere, ma non riesco a formulare nemmeno una parola.
Sento gli occhi inumidirsi e successivamente un'ondata di lacrime rigarmi le guance.
Josh mi fissa con gli occhi pieni di apprensione e preoccupazione, Miles arriva con una bottiglia d'acqua.
Josh si volta verso il gruppo di persone preoccupate intorno a me.
-Lasciateci soli ragazzi, perfavore-
Lentamente la folla si dirada e sulla spiaggia rimaniamo solo io e Josh.
Senza chiedere niente, si avvicina e mi fa bere dell'acqua dalla bottiglia, poi mi asciuga il viso bagnato dalle lacrime.
Ad un certo punto, trovo la forza e formulo una sola parola. Quella che mi terrorizza di più pronunciare.
-Daphne?- bisbiglio, con la voce spezzata.
Josh si siede davanti a me e mi prende la mano.
-Ho parlato con Tyler e...ha avuto un brutto incidente Ros, l'hanno operata e adesso è...lei è in coma farmacologico e non si sa quando si sveglierà- mi dice lentamente.
Mi fissa attentamente, non sapendo che reazione aspettarsi.
Mi sento un automa. 
Non sento niente, o almeno per qualche secondo.
Poco dopo un dolore acuto si fa strada nel mio petto, e mi fa sentire la mancanza del vuoto che sentivo poco prima. Mi costringe a piegarmi in due stringendomi le ginocchia al petto, come per attutire il dolore.
Inizio a singhiozzare senza controllo.
È tutta colpa mia...
Daphne non guida quasi mai, lascia sempre che sia io a farlo, e questa volta non ero li con lei. 
Perché ero qui. 
È colpa mia. È colpa di questa stupida carriera, di questo stupido film e del mio stupido sogno.
Sento le braccia di Josh circondarmi in un abbraccio.
Non so cosa mi prenda, ma non posso sopportare di essere consolata, la colpa è mia.
Scatto in piedi scostando malamente le braccia di Josh.
Lui mi guarda preoccupato e confuso.
-Non mi toccare- gli dico piangendo.
Josh fa per avvicinarsi ma io faccio un passo indietro.
-Che ti prende?- chiede affermandomi per le spalle.
Tento di liberarmi dalla sua presa.
-Lasciami! Lasciami, ho detto- gli grido contro con la voce spezzata dal pianto.
Lui non mi da ascolto e stringe la presa ancora più forte.
-Calmati- urla, senza lasciarmi andare.
Provo nuovamente a liberarmi dalla sua stretta, senza successo. Allora inizio a tempestargli il petto di pugni.
-Non mi toccare!- urlo.
Lui mi ignora i miei pugni e mi affera i polsi con le mani. Mi sto ancora dimenando, quando mi blocca le braccia e mi stringe a lui.
All'inizio continuo a spingerlo e insultarlo, poi sento mancarmi le forze e mi lascio andare alla sua presa, mi arrendo.
-È tutta colpa mia Josh, è colpa mia se è successo...- dico tra un singhiozzo e l'altro.
-Shh- dice lui.
Mi stringe forte a lui, mentre gli inzuppo la camicia di lacrime.
Si scosta leggermente e mi prende il viso tra le mani.
-Guardami- dice.
Alzo gli occhi in modo che incontrino i suoi.
-Togliti dalla testa queste idee. Non è assolutamente colpa tua, Rosalie.-
Abbasso lo sguardo mentre altre lacrime mi rigano le guance.
Con il mio viso ancora tra le mani, Josh mi costringe a guardarlo.
-Hai capito?- chiede, severo.
Annuisco debolmente.
-Bene- dice, stringendomi di nuovo fra le sue braccia.
Lo stringo a mia volta, come se fosse l'unico appiglio che mi permette di non crollare, la mia ancora.
-Andrà tutto bene- mi sussurra all'orecchio.
Mi abbraccia ancora più forte, se è possibile.
Porta una mano alla mia testa e mi accarezza i capelli, lasciandomi un bacio sulla fronte.
-Ci sono qui io- bisbiglia.

Faccio un respiro profondo ed asciugandomi le lacrime sciolgo l'abbraccio con Josh.
-Josh, io devo tornare subito a Los Angeles. Non posso lasciare Daphne sola...-
Lui mi guarda per un paio di secondi e poi annuisce guardando per terra.
-D'accordo. Vengo anche io- dice.
Scuoto la testa decisa.
-Non posso permettere che molli le riprese così all'improvviso, me la caverò anche da sola- dico.
Mi prende il viso fra le mani e dice:
-Non ti preoccupare per me, vengo anch'io, fine della discussione- ripete deciso.
Lo guardo per qualche secondo.
-D'accordo- acconsento alla fine.


Guardo fuori dal finestrino dell'aereo mentre un'hostess annuncia la discesa verso Los Angeles.
Mi asciugo i palmi delle mani sudate sui pantaloni.
Ancora non sono riuscita a scacciare la sensazione di panico ed ansia che mi ha assalito durante la telefonata con Tyler.
L'ultima volta che ho ricevuto una telefonata simile è stato quando è morta mia madre...
Ricordo tutto come se fosse ieri. 
La telefonata di mio padre che mi dice di tornare immediatamente a casa, che la mamma ha avuto un brutto incidente, la sensazione che il mondo mi sia appena crollato addosso, le lacrime dei miei fratelli e l'abbraccio di mio padre che mi dice che devo essere forte, che lei avrebbe voluto così.
Ma come si fa ad essere forti in una situazione del genere? 
Continuavo a ripetere che non poteva essere possibile, che lei ci sarebbe dovuta essere sempre per noi, per me. 
Le persone chiedono come sia possibile superare la perdita di una persona amata. 
Non si supera, ecco come. 
Ci si impara a convivere, ti alzi la mattina fai quello che fanno le altre persone e vai a dormire la sera, finché non ti sembra più così strano.
Il dolore di una perdita del genere ce lo portiamo sempre dentro però.
Sento la mano di Josh che mi scorre sul viso asciugandomi una lacrima, non mi ero accorta di essermi messa a piangere, di nuovo.
Devo imparare ad essere forte, devo smetterla di piangere perché in questo momento non mi aiuta in nessun modo. 
Asciugo velocemente le lacrime e guardo verso l'alto per evitare che ne escano altre.
Josh mi stinge la mano.
-Non devi fingere davanti a me. Puoi piangere- dice.
Distolgo il mio sguardo dal suo.
-Basta piangere- dico secca, guardando di nuovo fuori dal finestrino mentre l'aereo atterra.
Josh continua a fissarmi per qualche secondo poi torna con lo sguardo al giornale davanti a lui e mi stringe più forte la mano.
  
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