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Autore: rebeccadepaolis    19/05/2014    0 recensioni
Jessica è una giovane giornalista, che ha tra le mani un'occasione irripetibile: andare in tour con i Guns n Roses.
Dovrà affrontare la separazione da suo fratello e sua nipote, e ci saranno colpi di scena da ogni dove.
Se vi ho incuriositi, entrate e scrivetemi una recensione...Buona lettura!
Genere: Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Quasi tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Jessica sentiva le lacrime rigarle il viso mentre dava l’ultimo abbraccio a suo fratello.
“Fai la brava ragazza, ok?” disse Clark cercando di nascondere quel filo amaro di malinconia.
Lei sorrise e diede un bacio alla piccola.
“Ok, ma per ogni problema chiam..”
“Si, lo so” disse il fratello alzando gli occhi al cielo “ti chiamerò”.
Si guardarono ancora per alcuni istanti e poi Jessica presa la valigia e iniziò a dirigersi verso l’entrata dell’aeroporto, salutando con la mano la sua unica famiglia.
 
 
 
Ormai l’aereo era già in volo da una decina di minuti, e Jessica si era fissata a guardare le nuvole.
Le sembrava che seguivano l’aereo come un branco di uccelli, e il pensiero le fece apparire un mezzo sorriso.
Era felice del fatto che ora il suo lavoro era diventato “serio”, ma la sua testa continuava a viaggiare insieme alle nuvole.
Una hostess richiamò la sua attenzione con il suo carrello facendola riprendere.
“Signorina, posso portarle qualcosa?” chiese gentilmente.
“Un bicchiere d’acqua, gentilmente”.
La hostess annuì e le versò dell’acqua in un bicchiere di vetro.
Glielo porse e Jessica sorrise come segno di ringraziamento, ma si accorse che non aveva nemmeno molta voglia di bere.
Fece solamente un sorso e poi mise il bicchiere nel porta bicchiere che aveva nel bracciolo della sua poltrona, e si lasciò andare in un sonno profondo.
 
 
 
“Signorina, si svegli, siamo arrivati”.
Jessica aprì lentamente gli occhi e guardò fuori, per vedere se erano davvero arrivati oppure era solo un sogno.
Ma purtroppo era la realtà…era davvero arrivata a Los Angeles.
“Oh, grazie mille” rispose alzandosi subito.
Uscì dall’aereo e notò subito il cambiamento di temperatura.
Sentì il caldo fino alle ossa e decise di togliere la felpa mostrando la maglietta che metteva in evidenzia il le sue forme bellissime.
Si diresse  subito verso il recupero bagagli sperando che il suo baule arrivava tra i primi, e che non doveva aspettare una bella mezz’ora prima di riaverla tra le mani.
Ma purtroppo non fu così, i bagagli continuavano ad uscire ma della sua valigia nessuna traccia e quindi rimase li in piedi ad aspettare.
Finalmente dopo una ventina di minuti la vide e la prese subito andando alla disperata ricerca di un taxi.
“Lei è la signorina Jessica Carter?” chiese una voce maschile dietro di lei.
Jessica si girò e vide un uomo di mezza età vestito, da quel che sembrava, un conducente.
“Si, sono io” rispose guardandolo dall’alto al basso.
L’uomo sorrise e porse una mano come segno di saluto.
“Piacere, io sono Malcom, il loro conducente”
Lei rimase un’ attimo di stucco siccome non riuscì a capire che cosa significasse il suo “loro”.
“Piacere mio” disse stringendoli la mano con un po’ meno sicurezza.
Malcom prese la sua valigia e ma lei lo fermò subito.
“Non c’è bisogno che la portiate voi la mia valigia”
“Non si preoccupi, è il mio lavoro, e adesso venga che la stanno aspettando” disse iniziando ad avviarsi verso un fuori strada.
 “Ma chi mi sta aspettando?” chiese Jessica correndogli praticamente a dietro siccome lui aveva un passo fin troppo lungo.
“Come, lei non è mica la giornalista che li intervisterà?” chiese l’uomo alquanto basito.
“Ma lei parla dei Guns n Roses, giusto?”
L’uomo, che aveva già messo la valigia nel bagagliaio, si girò verso di lei e le fece segno di avvicinarsi.
“Non urli il loro nome” disse a bassa voce “potrebbero sentirla e seguirci fino all’hotel”
“Ah” riuscì solamente a dire lei.
“Signorina, si sbrighi, sa…loro non sono persone molto pazienti”
Jessica entrò  insieme a Malcom e sospirò.
Lui mise in moto e partirono, e tra loro arrivò un silenzio tombale, il che era anche fastidioso.
Rimasero così per alcuni minuti finché Malcom non si stancò e interruppe il silenzio.
“Sa, saranno stupiti di vedere una bella ragazza come voi, sapete?”.
Jessica le rivolse uno sguardo tra il stupito e il dubbioso.
“Perché dovrebbero essere stupiti di vedermi?” chiese ritornando a guardare davanti a se “ non hanno mai visto una ragazza in tutta la loro vita?”
Malcom sorrise e scosse la testa, anche lui continuando a guardare davanti sulla strada.
“No, forse ne hanno viste anche fin troppe” disse ridendo.
“E allora perché dovrebbero stupirsi?”
“Perché non siete come tutte le altre che conoscono, che la poi la maggior parte sono groupie, voi siete diversa…siete di una bellezza straordinaria, senza cotonarvi i capelli o mettervi addosso chili e chili di fard”
Jessica sospirò e incrociò le braccia sotto al seno.
“Magari è solo un vostro pensiero” disse sorridendo.
“Oh no, si fidi di me, ormai li conosco come le mie tasche a quelle teste cotonate”.
Jessica si sentì avvampare, e le mani iniziavano a sudare.
“Siamo arrivati” disse lui entrando nel giardino dell’ hotel e parcheggiando la macchina davanti all’entrata.
“Siete pronta?” le chiese.
Lei fece un lungo respiro e scese dall’ auto e si affacciò a guardare l’uomo.
“Sono nata pronta”.
 
  
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