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Autore: FrancyBorsari99    19/05/2014    4 recensioni
Amber ha vissuto i quindici anni della sua vita cercando un posto adatto a lei, ma ovunque sia stata non si è mai sentita a casa, ben accetta, è una reietta respinta da entrambe le ali della sua famiglia: da parte paterna è uno Shinigami, un Dio della Morte, da parte della madre sarebbe stata l'ente di una setta di Alchimisti, se il capocongrega non l'avesse cacciata.
Finchè un giorno, dal mondo degli Shinigami, non intravede sulla terra un posto strano, che sembra ospitare gente dal sangue misto e semidivino: il Campo Mezzosangue.
Forse, questa è l'unica possibilità che le resta per riscattare un passato da esiliata e annientare i fantasmi che la tormentano. E poi c'è Leo.
Lo strano meccanico sempre sorridente, ma nei cui occhi Amber riesce a vedere le ombre.
Chissà che non le sconfiggano insieme...
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Amber non sa cosa pensare sul mondo degli umani: caotico? Assolutamente sì.

Pericoloso? Be', dipende. Se sei uno Shinigami i posti pericolosi per te sono davvero pochi.

Ma se sei un Mezzo Shinigami? Allora le cose si complicano.

E se, tanto per rincarare la dose, fossi in parte Dio della Morte e in parte Umana?

Okay, avrebbe dovuto annotare da qualche parte che tipo di fiori voleva per la sua tomba.

Dalla cima del palazzo su cui si trova abbraccia New York con lo sguardo, e ne è a dir poco affascinata. Alte torri di vetro le cui punte solleticavano le nuvole che scorrevano placide supra alla sua testa e macchine gialle che sfrecciano in un fitto dedalo di strade. Il suono di tutti quei motori in simultanea produce un ruggito assordante che copre quasi il rumore dei suoi pensieri contrastanti.

Stringe il pugno sull'antenna parabolica a cui si è aggrappata e si sporge appena.

L'asfalto nero è lontano, e il sibilo del vento è allettante, la chiama con sospiri suadenti.

Appena un molleggio di ginocchia e si lancia nel vuoto.

L'aria ghiacciata le si infila sotto il colletto della maglia, fra i capelli, le sferza la faccia con violenti frustate, ma quel senso di libertà le piace e si lascia possedere, allargando le braccia come invitando la corrente ad accanirsi anche su di esse.

Qualche metro prima di sfracellarsi in mezzo al traffico, le ali le si aprono sulla schiena, e con un violento cambio di direzione la riportano in quota.

Volteggia lungo le pareti a specchio verticali dei palazzi argentati poi si allontana, lasciandosi Manhattan alle spalle e dirigendosi verso Long Island, dove sotto di lei si aprono valli e spazi verdeggianti.

Controllò che il Death Note fosse al suo posto, custodito nella borsa di cuoio a tracolla, e con un'ultima spinta d'ali, aumentò la velocità.

 

Un pino alto e maestoso monta di guardia in coma alla collina, irradiando una magia potente che può respingere qualsiasi mostro, Amber la percepisce molto chiaramente.

Non ha nessuna voglia di frequentare quel posto. Gli dei non hanno saputo cosa farsene di lei, gli Shinigami le stanno ostinatamente alla larga neanche porti la peste, rinnegando il suo essere Dea della Morte, quindi figurarsi se gli uomini vogliono avere a che fare con lei.

D'altronde, non ha molte alternative, quella è la sua ultima chance. Deve assolutamente fare un tentativo.

Prima di varcare la soglia si accerta di essere presentabile nonostante il suo aspetto sia quasi umano, dandosi un'occhiata nello specchietto che ha nella borsa,: occhi neri come la pece e una scompigliatissima zazzera bianca stile punk, ogni centimetro di pelle esposta ricoperta da piccole macchioline marroni. L'unico tratto del suo aspetto che sia riconducibile a un Dio sterminatore sono i lampi rossi che le attraversano le iridi quando sopraggiunge la sua vena omicida e quando si arrabbia, oltre alle ali e alle punte ossee e membranose dietro ai gomiti. Sì, abbastanza spaventosa, e già la presenza del Quaderno al suo fianco emette essenza di morte e pericolo che chiunque preferirebbe evitare.

Getta un'ultimissima occhiata alle sue spalle.

Non dovrei essere qui. Nemmeno questo è il posto per me. Quel fugace pensiero fa sembrare il Pino molto più alti di quanto non sia già. Allora non esiste un posto per lei. Non è umana. Non è Shinigami. È quello che tutti chiamano Mezzosangue.

Non ho scelta.

E fa un passo avanti.

 

È come essersi tolti un peso dallo stomaco. Si sente inspiegabilmente sollevata, forse perché la barriera avrebbe dovuto respingerla, o forse perché si è davvero decisa a rivoluzionare definitivamente la sua vita.

È il primo di luglio e fa un caldo infernale.

Ha troppa paura per lasciare andare il quaderno, così stringe un bordo fra le dita e si precipita giù per la collina, dove il luogo che un sacco di volte ha visto dal mondo degli Shinigami si apre sotto di lei. Un semicerchio di casette circondano uno spiazzo ampio dove alcuni ragazzi passeggiano tranquillamente, mentre verso il lago e nel circondario molti altri sono intenti nell'attività fisica pomeridiana. Mano mano che si avvicina allo spiazzo centrale, un sacco di persone si fermano per osservarla, facendo notare la sua presenza a coloro che ancora non sanno che è arrivata.

Si avvicina alla casa più grande, color cielo e con un portico ampio, sentendosi a disagio per le decine di occhi che ha puntati addosso come zanzare fastidiose. Vorrebbe schiacciarle.

Sbatte le ali energicamente con fare stizzito, la pelle dura ed inscalfibile che si stende e comprime producendo un suono intimidatorio, e le persone che fanno per venirle incontro si bloccano improvvisamente e arretrano spaventate.

Il suo essere incompleta fa sì che la gente possa vederla normalmente. Un'altra limitazione causata dal suo sangue misto.

Le fissa tutte riducendo gli occhi a fessure, cosa che sembra minacciarli ancora di più.

– I mostri non possono entrare... – dice qualcuno.

–... Magari non è un mostro...

– …già, la barriera l'avrebbe respinta...

– Ma non la vedete?! Chiamate Chirone!

– Ma che cavolo è ?!

Amber riduce gli occhi a fessure e si costringe a rilassarsi. Di offese ne ha ricevute un sacco nel corso della vita, e non è lì per riceverne altre. Istintivamente la mano si aggrappa al cinturino della borsa a tracolla, pronta ad estrarne la sua arma se necessario.

Un rumore di zoccoli contro il legno la distrae: Chirone la sovrasta a cinque metri da lei, in piedi sotto il portico. Non sembra stupito nel vederla, e nemmeno sconcertato, a dire il vero. Invece, ha un'espressione magnanima e gioviale, che le scalda subito i cuore, che la fa sentire quasi a casa. Nessuno le ha mai rivolto un sorriso così.

– Benvenuta! – le sue braccia si aprono in un gesto d'accoglienza fraterna.

Ovvio, sapevano già che stavi arrivando. Hanno un oracolo, ricordi? La voce doveva essere rimasta fra i pezzi grossi del campo, perché gli altri sembravano davvero esterrefatti, troppo anche per chi ha già ricevuto la notizia del suo arrivo.

Scende con un balzo dal portico e le si avvicina, appoggiandole una mano sulla spalla come se si conoscessero da secoli.

– Eroi, siate gentili con lei, ne ha passate davvero tante! – ride. – E badate, se le fate perdere la pazienza potrebbe essere l'ultima cosa che fate! – ride di nuovo, come se un potere del genere lo divertisse invece che spaventarlo.

– Il suo nome è Amber Jackey, e sarà la nostra nuova compagna.

Amber aveva già visto un sacco di cose di quel campo, ma il comportamento di Chirone rivolto direttamente a lei le ricorda l'accoglienza di un Hippie a capo di una congrega di pacifisti vegani.

Quel pensiero la fa quasi sorridere.

Da un'impercettibile alzata agli angoli della bocca, cercando di sembrare un tantino amichevole.

I presenti si lanciano occhiate nervose, poi salutano con la mano.

Amber nota che la maggior parte di loro indossa una maglietta arancione con la scritta “Campo Mezzosangue”. Istintivamente abbassa lo sguardo sui suoi vestiti: anfibi neri con i lacci rossi, pantaloncini corti e un po' strappati, maglietta nera con bordi pieni di smagliature e sfilacciati. Senza contare le due borse a tracolla, una in cui tiene il Quaderno e qualche effetto personale, e l'altra, decisamente più pesante, contenente campionari di diversi tipi di metallo, che possono sempre tornare utili.

– Hazel, se non ti dispiace, vorrei che facessi fare alla nostra nuova amica un giretto. –

una ragazza sui quattordici anni dalla carnagione scura, gli occhi d'ambra ed i crespi capelli color cioccolato si fa avanti, con un sorriso incoraggiante stampato sul volto.

– Apprezzo il gesto, – Amber si stupisce di essere ancora in grado di parlare, da quanto tempo è passato senza che potesse farlo con qualcuno – ma non è necessario. Ho tenuto d'occhio questo posto per un po', e so già orientarmi. – brusii concitati serpeggiano nella folla.

– Suvvia, Jackey, non vorrai mica deludere Chirone e il Signor D, vero? – la voce beffarda si alza dal gruppo, e una ragazza vestita alla militare si fa avanti sgominando la folla.

Amber legge il suo nome. Clarisse la Rue.

Sa già chi è anche senza vederglielo scritto in faccia. L'ha vista in azione un bel po' di volte, e prova l'immediato desiderio di starle alla larga.

– Non è nelle mie intenzioni. Mi pare inutile sprecare tempo, tutto qui. – dice Amber, azzardando a un sorrisetto ironico.

La ragazza ride. – Divino Ares, non mi dai l'idea di una persona che si ritrova molto da fare! –

quali sono le sue intenzioni? Può essere perfettamente nella sua natura sfidare le persone a quel modo, ma la mossa può anche essere calcolata. Che piani hanno Dioniso e il centauro? Vogliono farmi uscire allo scoperto?

Ha tenuto d'occhio quelle persone per abbastanza tempo da conoscere anche solo parzialmente i loro piani. Lei stessa sa di essere una buona arma in caso di altre guerre. Del resto, può essere comodo avere uno Shinigami al proprio fianco in situazioni simili.

Amber è abituata alle prese in giro. Non le fanno pi né caldo né freddo.

– Quello che pensi tu di me non è affare che mi riguarda, La Rue. – Clarisse sembra strozzarsi con la sua stessa saliva.

– Come fai a sapere il mio cognome?! – più che spaventata sembra scioccata.

– Ci sono molte cose che quelli come me sanno fare, Clarisse. –

la folla intorno a loro scoppia in esclamazioni e fiati mozzati per lo stupore. L'unico che non si scompone minimamente è Chirone, che osserva la scena divertito.

Tutto secondo i piani, eh? Amber sa che è così.

– Andiamo, svegliati. – esordisce, ormai ci ha ripreso gusto a parlare con le persone. – poco fa ho detto che ho osservato questo campo abbastanza a lungo da conoscerne ogni itinerario. Come non potrei sapere il nome della più valente figlia della Guerra? Onestamente, ci fai o ci sei? –

le orecchie di Clarisse cominciano a fumare. Qualcuno fra i presenti ride o annuisce in assenso, mentre un ragazzo fischia divertito fiutando una sfida all'orizzonte.

La ragazza sembra essere sopraffatta dalla collera, e per così poco! Amber si concede una risata di scherno. Ha sempre detestato i bulli. Ovunque era stata aveva desiderato che quel genere di persone provassero la stessa sofferenza che le loro vittime sopportavano a causa loro.

E Chirone? Quel vecchio centauro vuole farla uscire allo scoperto? Molto bene.

– Mi stai sfidando o cosa?! – la voce della figlia di Ares trema.

– Non saprei, tu che ne dici? – lo Shinigami porta la mano alla seconda borsa, pronta a slacciare l'elastico che la tiene chiusa.

È allora che Clarisse parte all'attacco, sguainando la spada e roteandola agilmente nella sua direzione. Il pubblico trattiene il fiato, qualcuno urla per la paura, altri per l'incitamento, ma Amber non li sente. Vede solo l'avversaria e la sua falcata decisa, il movimento delle dita lungo l'elsa, i muscoli contratti per la smania di colpire e la lama che si alza fischiando, pronta per calare su di lei.

Eppure lei resta perfettamente immobile. Non si muove, non lascia trapelare alcuna emozione, fissa un punto indefinito davanti a sé.

Ecco, la spada si sta abbassando per colpirla in faccia di piatto, nella sua inesorabile discesa.

Vede tutto con la coda dell'occhio, in un attimo fugace il suo riflesso compare sul metallo lucido e la sua mente reagisce improvvisamente. Con sommo stupore di tutti i presenti, Chirone incluso, nel momento in cui avrebbe dovuto colpirle la tempia, la lama si frantuma con fragore, schegge acuminate che piovono tutt'intorno e l'elsa che schizza via dalla mano di Clarisse.

Nell'arco di tempo in cui tutto è accaduto, i suoi occhi non si sono mossi, la sua espressione è rimasta la stessa, impassibile di sempre, non ha mai spostato lo sguardo da qual punto assente ed invisibile nel vuoto di fronte a lei.

Clarise è pietrificata al suo posto.

Amber sembra riscuotersi un momento. Allunga la mano di fronte a sé e i pezzi di metallo ai suoi piedi cominciano a tremare violentemente, saltellando sul posto. La figlia di Ares scatta all'indietro spaventata, imprecando in greco antico e inciampando nei suoi stessi piedi, guadagnandoci una figura poco dignitosa.

Le schegge brillano al sole, e ben presto divengono frutto dell'attenzione generale, quando improvvisamente una dopo l'altra sembrano sciogliersi in piccole goccioline di materia argentata e riunendosi tutte in un unico punto. La macchia addensatasi cresce verticalmente, piccoli rivoli scintillanti serpeggiano a spirale lungo un profilo piatto e largo. Amber stringe le dita a pugno, la testa pulsa forte ma ora che ha iniziato deve assolutamente finire.

Ricordati, pensa, come diceva la mamma: cambia ciò che è malevolo in qualcos'altro di benevolo. Stringe le palpebre per lo sforzo. Quando apre gli occhi, la spada si è completamente riformata, ma stavolta non è di bronzo, bensì d'oro.

Un coro di “Oooh” si alza dagli spettatori e qualcuno applaudisce entusiasta. Amber è un po' disorientata, la sua capacità di trasmutare la materia senza alcun processo chimico o fisico non era mai stato visto di buon occhio dagli altri Alchimisti. Osserva il suo lavoro soddisfatta. Fa per muovere qualche passo, ma la magia appena compiuta l'ha indebolita, avrebbe dovuto saperlo benissimo, e invece cade in avanti, il contenuto delle due borse si sparpaglia in giro: piombi di materiali differenti, attrezzi e via dicendo. Resta qualche secondo a terra, la testa gira vorticosamente, ma riesce a rialzarsi e raccoglie la sua roba, poi si dirige verso la figlia di Ares e le porge la spada. Questa arretra come se volesse ucciderla.

– Grazie dell'accoglienza. – Amber decide su due piedi che non vuole più vederla, le caccia l'elsa nella mano con fare seccato e si volta.

– Se a Hazel non dispiace, un giretto lo faccio volentieri. – la ragazza sbuca dalla folla non appena sente il suo nome e le corre al fianco con un sorriso enorme stampato sul volto, facendole strada verso i campi da allenamento.

– Sai, – le dice, ammiccando amichevolmente. – Noi due ci somigliamo. –

Lo Shinigami avrebbe voluto saper interpretare le parole, o almeno chiederle spiegazioni, ma improvvisamente avvertì una sensazioni di vuoto asmatico nel cuore, che solo una volta aveva provato, e che la lasciava spiazzata e a corto d'aria.

– Ehi, Full Metal Alchemist* !! – la voce è allegra e viene da dietro, Amber sente passi veloci che smuovono la ghiaia. Quella sorta di avvertimento che prova la molla dalla sua stretta. Si gira, e subito desidera non averlo fatto.

Il suo Quderno.

È un ragazzo non molto alto e di carnagione abbronzata da ispanico, occhiali da saldatore che tirano indietro i ricci castani e ribelli, sorriso un po' da pazzoide e occhi scuri.

Ha in mano il suo quaderno.

Amber cerca di darsi un contegno, ma lo fissa solo con uno sguardo di sfida. Gli legge il nome.

– Congratulazioni, Leo Valdez. Da oggi sei il nuovo proprietario del Death Note dello Shinigami Amber. –

 

 

 

*Full Metal Alchemist è un Anime

 

Angolo Autrice:

voilà il primo capitolo!!! lo so, lì per lì l'idea di combinare queste due cose sembrava folle anche a me, poi però ho pensato che, unendo un anime epico a una saga epica, il risultato non sarebbe stato male, e inoltre il fatto che Amber sia un alchimista l'avevo in mente sin da subito...

che dire, spero vi piaccia e vorrei tanto che lasciaste una recensione, grazie della lettura :3

  
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