Scusa, ma ti chiamo
amore Scusa,
ma ti chiamo amore Amore. Scusami,
Apollo, se ti chiamo così. Il fatto è
che più penso al te e meno mi vengono in mente parole da dire.
Lo so, lo
so... riderai adesso, pensando che io sia solo una “Principessa Fessa”! Ma
posso credere di essere ancora solo la tua di “Principessa
Fessa”?
Amore. Ti chiedo
scusa se ti ho dato questo nome. Ma ogni
volta che penso a questa parola ripenso a
te. Ogni volta
che vedo due fidanzatini per la strada penso che sia bellissimo il loro
Amore, e mi chiedo se anche noi avremmo potuto essere così. E ogni volta
sovrappongo i nostri volti ai loro. So che è
stupido, perché il nostro rapporto sarebbe stato unico ed inimitabile.
Qualche
volta quando parlo con le ragazze o con Chibiko paragonano quella che
avrebbe potuto essere la nostra storia come quella della “Bella e la
Bestia”. E io rido. Rido perché un po’ gli do ragione.
Rido per
mascherare la sofferenza che mi attanaglia il cuore. Ridisegni il mio destino Da quando
sei entrato nella mia vita l’hai stravolta.
All’inizio
pensavo che l’avessi rovinata, non stando mai al tuo posto e combinando
sempre guai. E in vece quando combattevamo assieme capivo che eri tu a
darmi la forza. Se non
fossi entrato in maniera così irruenta nella mia quotidianità forse avrei
continuato a corre dietro una speranza
assurda. Mi hai
profondamente cambiata. Hai
cambiato il mio destino e mi hai fatto vedere il mondo sotto un’altra
luce. Con altre
sfumature. Con altri
colori. Colori che
non erano più il giallo, il rosso e il blu.
Colori che
si mescolavano e alla fine lasciavano spazio solo all’arancio e all’oro.
Colori che
tuttora permangono nei miei occhi. E quando li
chiudo... beh... un certo desiderio mi stuzzica: un desiderio di noi,
Apollo. Io non
ho più freddo Quando te
ne sei andato mi sono sentita svuotata
dentro. Non
riuscivo a crederci. Speravo che
saresti tornato da me, subito... Perché
12.000 anni sono troppi per te... per
noi! Lo pensi
anche tu, vero? Non sono
più riuscita a piangere per molto
tempo. Io che una
volta piangevo per un non nulla. Io che non
avevo paura di farlo per dimostrare la mia tristezza, ma anche la mia
gioia. Non ci
riuscivo più. Credevo di
aver versato tutte le mie lacrime durante la
lotta. Credevo che
se avessi pianto e tu mi avessi visto da dove sei...
mi avresti
preso in giro e derisa. Mi
sbagliavo, vero, Apollo? Mi sentivo
un verme, perché la persona che ho amato, che amo e che amerò se n’era
andata e io miei occhi non riuscivano a versare nemmeno una misera
lacrima. Poi piano,
piano qualcosa dentro di me ha capito. L’ho capito guardando gli occhi di
quei bambini che mi hai affidato. Loro hanno
pianto tanto. Piangono
tutt’ora. Gli
manchi. Mi
manchi. Ho
realizzato che se ci vedremo sarà solo tra molto
tempo. E non sono
riuscita ad accettarlo. Allora non
sono più serviti gli sforzi. Il pianto è
iniziato da solo ed è durato per Dio solo sa quanto
tempo. Mi
rimetto in gioco adesso Per giorni
non ho lasciato la mia camera, perché qualsiasi cosa vedessi qua alla Deva
mi parlava di te. E stringevo forte quella statuetta con l’ala.
Ho rivisto
tutti i momenti passati assieme. Una notte,
mentre piangevo, ti ho sognato sai,
Apollo? Ho sognato
che eri lì con me, nella mia stanza e che mi asciugavi le
lacrime. Mi hai
giurato che ci saremmo sicuramente rincontrati, per stare assieme per
sempre! Sai che
quel sogno è stata la mia forza,
Apollo? Mi sono
ripresa a poco a poco. Ora noi
Element diamo una mano a ricostruire la città dove tu sei
cresciuto. Dove ti ho
incontrato. Dove tutto
è cominciato. Dov’è
rimasta una parte di te, perché lì ci vivono ancora gli orfani per i quali
eri come un fratello maggiore. Un paio di
volte gli ho chiesto di venire alla DEVA, ma hanno sempre
rifiutato. Non se la
sentono di vivere nel posto che ti ha costretto a
scomparire. E io li
capisco. Mi sono
rimessa in gioco per proteggere loro,
adesso. Ma il mio
cuore non smette di rincorrere il tuo ricordo.
E io lo sai
che faccio? Lo lascio
andare coccolandomi nei miei momenti più
preziosi. Nei momenti dove
c’eravamo solo tu e io. Non è
troppo tardi puoi
tirarla fuori quando vuoi Sai che c’è
adesso? C’è che
sono stufa di questo posto, dove tutti venerano te e mio fratello come
degli eroi! Serviva che
scompariste perché foste reputati degli
eroi? Voi, ai
miei occhi, lo eravate già. Se ti
dicessi che mi manca anche lui ti arrabbieresti,
Apollo? Neanche da
chiedere... so che vi scarnereste. Al pensiero
mi viene da ridere, e allora lascio che le mie labbra si incurvino in un
sorriso. Non ho mai
smesso di sorridere, nonostante stia soffrendo
ancora. Perché so
che se smettessi di farlo ti sentiresti in
colpa. Ti starebbe
bene, ma so che stai soffrendo anche tu come
me. Mi sono
liberata di quel posto che ci ha costretto a
lottare. Ho lasciato
la DEVA. Gli altri
non erano per nulla contenti. Ma io ho
deciso che mi prenderò cura dei bambini orfani della
città. Quei
bambini a cui, come ti ho già detto, manchi
tanto. Una
vita da riscrivere sfoglierò poesie che parlano di noi La mia vita
è ricominciata da quando ho smesso di fare
l’Element. Avrei
voluto scriverla con te, in modo indelebile nei nostri
cuori. Ma intanto
mi accontento del mio, che ha ancora tante pagine
bianche... E che ti
appartiene. Quando ci
ritroveremo lascerò che tu lo legga e sarà come se tu fossi stato con me
per tutto il tempo. Come se
fosse un libro di fiabe o di poesie, come quelli che leggeva il tuo
miglior rivale. Solo che
queste poesie parlano di noi e di come sarebbe stato stare
assieme. Ma forse
sei già con me, Apollo? A volte mi
sembra di sentire la tua presenza attorno che mi
abbraccia. Mi dai
forza. Scusa,
ma ti chiamo amore e non
posso dir di più gli
anni che hai ora tu Amore...
ancora con questo appellativo. Eppure non
mi vengono altri modi per chiamarti. Ma sappi
che non userò questo nome con nessun
altro. Perché,
Apollo, io sono solo tua e sarà così
sempre. Anche
adesso che sono una vecchietta. In città mi
chiamano “Zitella”. I figli dei
bambini che ho preso con me, “Nonna”. E ogni
volta che lo fanno mi immagino come sarebbe stato sentirsi chiamare
“Nonni” dai nostri nipotini. E sorrido e
i bambini mi chiedono perché. E mi
chiedono se sto pensando a te. Ti
conoscono bene, Apollo!
per
volare come un aquilone in
libertà E poi mi
fanno qualche battutina maliziosa. Io ogni
volta arrossisco e mi arrabbio. Mi temono e
mi amano, Apollo, proprio come te. E quando
gli corro dietro, nonostante gli acciacchi della
vecchiaia... Mi sembra
di essere tornata a quando eravamo tutti assieme alla
DEVA. E allora mi
fermo e fermo anche le lacrime che pian piano cercano di venire di nuovo a
galla. E i bambini
capiscono. Eccome se
capiscono. E mi
chiedono di raccontare qualche nostra avventura.
Gliele ho
raccontate tutte, centinaia di migliaia di volte.
Talmente
tante che una volta hanno allestito uno spettacolino per
me. Me le hanno
fatte rivivere e hanno trovato un finale
alternativo. Mi hanno ridato
delle ali per volare da te. L'amore
non è convenzione, Apollo,
forse ti arrabbierai a sentire dire
questo... Ma li
amo! No,
sicuramente non ti arrabbierai! Perché tu
amavi i loro genitori. Avresti
certamente amato anche loro. Lo
so! Tutto
l’amore che non ho potuto donare a te l’ho riversato su di loro.
Non ho
potuto delimitarlo o trattenerlo... Semplicemente gliel’ho affidato in attesa di essere
stretta nuovamente tra le tue braccia. Come quella
volta... prima che tutto finisse. Perché per
quel sentimento il mio cuore era troppo piccolo,
ormai. E rischiava
di straripare, come un fiume in piena.
Non me la sentivo
di sprecarlo così. Una
vita da riscrivere Prima
pensavo che la mia vita sarebbe stata tutta da
riscrivere. Ero preda
della tristezza. Ma adesso
non lo farei per nulla al mondo. Le pagine
del mio cuore stanno per finire, lo
sento. Sento il
pianto dei bambini che ormai non lo sono
più. Vedo i loro
volti tristi. Eppure io
sono così felice. Grazie a
loro sono felice. Grazie a te
sono felice. Lo sai,
Apollo? Adesso
potrò raggiungerti e superare le distanze che ci
dividono. E spero per
te che tu mantenga la tua promessa di restare assieme per sempre, questa
volta. Una
vita da riscrivere Non
riscriverei la mia vita per nulla al mondo,
ormai. Perché mi è
andata bene così. Perché il
mio amore non ha tenuto conto
dell’età. Perché ora
che ho lasciato il mio corpo sono di nuovo con te.
E tu leggi
complice il mio cuore che ha battuto solo e sempre per te.
Il mio
cuore ti racconta di me, di te, del noi che c’era stato e che avrebbe
potuto esserci. Eppure
qualcosa mi dice che questo non è ancora il “per sempre” che ci siamo
promessi. Qualcosa mi
dice che il nostro “per sempre” Comincerà più avanti nel
tempo. E una luce
calda mi avvolge risvegliandomi dal mio sogno. Scusa,
ma ti chiamo amore Sono
stordita. Dalla luce del sole e per un attimo non
capisco. “Amore...”
Mi esce spontaneo dalle labbra. Non so più
che altro dire. Quella luce
abbacinante mi ricorda te e qualsiasi pensiero, qualsiasi parola muore
ancor prima di nascere. L’unica
cosa che riesco a fare immaginare di sentire la tua voce che mi chiama
allo stesso modo. “Si
Amore?
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