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Autore: cold_fire    20/05/2014    3 recensioni
Mia madre era morta, mio padre si era risposato con una strega, il mio ragazzo mi aveva tradita con la mia migliore amica, avevo conosciuto un nuovo ragazzo a danza, ci eravamo fidanzati, Matteo lo aveva picchiato, poi avevo pensato che Filippo mi tradisse con Ines, la mia amica di danza, ma mi sbagliavo, il giorno dopo che ci siamo rimessi insieme lui si è dovuto trasferire e si era dimenticato di dirmelo, così me lo ha scritto e non mi ha nemmeno dato il suo nuovo numero. In più la mia ex migliore amica è incinta del mio ex fidanzato, che prima che lui mi tradisse con lei era il suo ex fidanzato. Un po’ ingarbugliato in effetti, ma totalmente meritato. E da quattro mesi io avevo smesso di vivere.
***
sequel di "una vita sulle punte". per leggere questa FF è consigliato leggere l'altra
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 12
Another love

 
So I use my voice, I’ll be so fucking rude
Words they always win, but I know I’ll lose
And I’ll sing a song, that will be just us
But I’ve said them all to another heart.

(Another love – Tom Odell)

(dedicato a chi delude e viene deluso dedicato a chi sa cosa è la delusione)
 
Filippo pov

Dopo dei minuti che sembrarono durare un eternità, si staccarono. Io mi voltai, anche se era inutile: mi avevano riconosciuto entrambi. Ines mi fece una specie di cronaca di ciò che avvenne dopo “si sono staccati, si prendono per mano, ora parlano... stanno per entrare, ora si baciano… ehm… lui entra e lei resta fuori e lo saluta con la mano, ora lei si volta… ha fatto un passo verso di noi! Adesso cammina… stai pronto… uhm, a quanto pare no… si è fermata… ora si è girata… se ne va… ha girato l’angolo….” Disse, rattristandosi sul finale.

Io abbassai lo sguardo… infondo, che cosa mi aspettavo?

“Filippo…?” mi chiese Ines “si?” “ora puoi spiegarci cosa ci fai qua?” io sospirai “non resterò a lungo… non preoccupatevi… prendo l’aereo stasera…” dissi. Ines e Chris mi guardarono in modo ancora più confuso “sono in Italia da due giorni… ho un parente malato e sono venuto a trovarlo…” mentii a metà. E loro ci credettero. “SEI QUA DA DUE GIORNI E NON CI HAI DETTO NIENTE?!” sclerò Ines contrariata “cioè, non proprio qua… ero in città e avevo questo parente malato, ma ora sta un po’ meglio e volevo venire a trovarvi…” lei sbuffò alzando gli occhi al cielo “potevi almeno avvertirci! Adesso cosa hai intenzione di fare emerito coglione?!” “cosa intendi?” dissi confuso dall’improvviso cambio di argomento “riguardo a Claire idiota. Cosa vuoi fare?” io abbassai lo sguardo “niente… lei è occupata… e anche io…” dissi cercando di non farmi sentire da Ines.

Evidentemente non ci riuscii, dato che lei spalancò gli occhi e fu solo grazie a Chris (che gli mise una mano sulla bocca) se non si mise ad urlare. Dopo un po’ si calmò e, cercando di non sclerare di nuovo, mi chiese “sei fidanzato…?!” io annuii, già pronto a tapparmi le orecchie in caso di bisogno.

Invece no, lei si pietrificò e mi guardò seriamente “ah.” Fu il suo unico commento.

Strano. MOLTO strano.

Dopo la mia rivelazione ritornammo a parlare normalmente, come se non avessi detto niente, anche se l’aria tra di noi mi sembrava più tesa, come se solidificata. Come un muro.
Non saprei come altro descriverla.
Forse non era l’aria ad essere cambiata… forse era qualcos’altro… peccato, che non me ne accorsi in quell’istante.

Dopo un po’ decisi che quello che doveva essere detto era stato detto. Salutai Chris e Ines, per poi salire in sella alla moto. Misi il casco e mi avviai verso casa di mio zio, che mi aveva ospitato in quei giorni, pronto a lasciarmi quel posto alle spalle.
 

Arrivai e, trovando la porta aperta, salii subito in camera mia. Presi la valigia che avevo preparato precedentemente e andai a salutare mio zio. Ero già fin troppo in ritardo e rischiavo di perdere l’aereo “grazie per avermela prestata… dovevo fare una cosa urgente…” dissi consegnandogli le chiavi della moto “certo… di niente”.
Salimmo in macchina e lui mi accompagnò in aeroporto. Non ci scambiammo una sola parola per tutto il viaggio.

“salutami tua madre, ok? E dille che se dovreste avere bisogno di me per il…” disse lui ma lo interruppi abbracciandolo. Lui mi strinse come per farmi forza. Sapeva come ci si sentiva a lasciare un posto amato. Ci staccammo e intanto che mi preparavo per il check in lo salutai con la mano. Lui si voltò e se ne andò.
 

Poche ore dopo

Uscii dall’aereoporto. Non era stato un viaggio molto lungo rispetto ad altri che avevo fatto, ma era stato certamente il più stressante. Continuavo a pensare a lei, e ai suoi capelli rossi, e ai suoi occhi… e al suo sorriso… sì, soprattutto il suo sorriso, e… no! Basta! Dovevo dimenticarla!

Lei era fidanzata con Matteo. Amava Matteo. Io, invece, stavo con… “Sophie!” dissi prendendo tra le braccia la ragazza che mi era corsa incontro senza che me ne accorgessi. Lasciai l’Italiano e iniziai a parlare con il mio corrente inglese. Odiavo quella lingua, per qualche strana ragione non riuscivo ad andarci d’accordo come con le altre.

“Amore! Mi sei mancato tantissimo!” disse lei “anche tu tesoro, benchè sia stato via solo tre giorni” dissi ridendo e baciandola. Sophie mi piaceva, davvero. Peccato non nel senso di fidanzata… più come migliore amica.

Ma quando, un giorno, si era avvicinata a me con le guance rosse e un sorriso timido, e mi aveva chiesto se mi andava di uscire con lei qualche volta, non avevo saputo resistere. Era la mia migliore amica ormai, la prima persona ad avermi parlato da quando ero arrivato in Inghilterra. Sapevo tutto di lei. Sapevo che era una persona stupenda, e mi bastava. E l’avevo baciata. E sinceramente, non me ne ero pentito… almeno fino a quando non avevo rivisto Claire. Mi era bastato vedere i suoi capelli rossi per capire di aver sbagliato tutto. Mi era bastato vedere lei abbracciata a Matteo…

Ma no, non potevo. Claire non mi voleva più, Sophie non mi avrebbe più parlato, e Matteo… be, con Matteo era tutto okay. C’era un patto. E non riguardava solo Claire.
 
Sophie era stupenda. Fantastica. I capelli castani, le lentiggini, gli occhi azzurri… sembrava la purezza, l’innocenza fatta persona. Il sorriso timido, le guance rosse da imbarazzata e tendenti al rosa in ogni istante… una ragazza così poteva innamorarsi di chiunque e essere ricambiata. Perché proprio io?

Ci staccammo e notai mia madre dietro di lei. Erano molto amiche e, stranamente, questa cosa non mi metteva per niente in imbarazzo. Mia madre mi sorrise ma io la fulminai con uno sguardo. Quando mi ricordai di cosa era successo, mi rabbuiai.

Entrammo in macchina diretti verso casa.

Quando arrivammo nemmeno me ne accorsi, tanto ero immerso nei miei pensieri.
Sophie se ne andò, capendo che ero in uno dei miei giorni strani e che dovevo essere lasciato per conto mio. Era un genio a capire certe cose, e di questo le ero grato.

Entrai in casa e andai dritto in camera mia a sistemare la valigia. Sentii mia mamma salire le scale, ma non volevo parlarle. Si appoggiò allo stipite della porta e io non mi degnai di guardarla. Perché avrei dovuto?

“come sta…” “bene” “non sai nemmeno a chi mi rivolgevo…” disse lei per difendersi “non lo so?! Ti riferivi allo zio, vero? A tuo fratello, vero? Non venirmi a dire che mi hai mandato in Italia perché un mio lontano parente è ricoverato in ospedale e tu vuoi sapere come sta! Non sai nemmeno il suo nome, di tuo cugino di terzo grado! Mi hai mandato in Italia per tuo fratello!” dissi.

Non ero bravo a trattenermi. Per niente. Ma in quel momento non mi importava. Per niente.

Lei abbassò lo sguardo dispiaciuta “Alessandro” dissi “si chiama Alessandro, tuo cugino di terzo grado. Ed è morto il giorno in cui sono arrivato. Sono rimasto in Italia per il funerale. E a tuo fratello ho avuto il tempo di dire tutto, se è di questo che ti preoccupi” Lei annuì. Si staccò dalla porta, entrò nella mia stanza e si mise a sistemare il contenuto della mia valigia.

Io la fermai “Non c’è bisogno che metti a posto. Tanto fra un po’ dovrò farla di nuovo. O sbaglio?” dissi acido. Lei lasciò cadere una mia maglietta per terra e mi guardò cercando di sembrare dura, ma lasciando trasparire tutta la sua debolezza.

Si avvicinò a me e mi disse “Lo faccio per te. Non pensare che io ne sia felice” la guardai arrabbiato ma restai in silenzio “perché fai così? Per Sophie… o per Claire?”.
A sentire quel nome i miei occhi si spalancarono e indietreggiai di un passo “non ti permettere” sussurrai coi denti stretti. Uscii dalla stanza continuando a fissarla, per poi voltarmi e sbattere la porta di casa dietro di me. Ero quasi certo di averla sentita sussurrare un debole ‘non farlo…’ ma non mi importava.
Andai in garage e presi la moto, senza nemmeno preoccuparmi di indossare il casco. Volevo sentire il vento in viso.

Iniziai ad andare sempre più veloce per le strade di Brighton, senza preoccuparmi del suono fastidioso dei clacson nelle orecchie.
Arrivai su King’s road che costeggiava la spiaggia e rallentai per godermi quello che rimaneva dei riflessi del sole sull’acqua. Quella sera non c’erano nuvole.
Non era per niente vero quello che si diceva dell’Inghilterra. Non pioveva sempre, pioveva tutti i giorni. Era diverso.

O almeno, era diverso nel sud dell’Inghilterra. Era diverso a Brighton. Era diverso su King’s road, la strada dei re. Era diverso al molo di Brighton, che ospitava la fiera. Lì, in quel piccolo posto che non mi apparteneva, era diverso. Era diverso lontano da Lei. Era diverso vicino a Lei. Era diversa Lei. Ma non dovevo pensarci.

Mi sedetti su una panchina vicino al molo. Si stava facendo sera e, nonostante fosse ancora inverno, molta gente, soprattutto bambini accompagnati dai genitori, si aggirava per il molo, vicino alle bancarelle oppure indicando le giostre sulle quali desideravano andare, spesso le più pericolose e severamente non permesse.
Tirai fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, sorridendo scoprendomi a pensare di nuovo a lei. Mi ricordavo la scenata che le avevo fatto qualche giorno prima di andarmene per averla vista fumare. Voleva rovinarsi perché avevamo litigato… pensava che la tradissi con Ines solo perché avevo chiesto di ballare con lei…

No, io non amavo Ines, lei era solo un’amica… ma Claire, Claire non era solo un’amica. Il suo sorriso mi distraeva sempre, avrei di sicuro sbagliato dei passi per via della confusione nel mio cervello. Sarei sembrato un principiante in confronto a lei. Era bravissima, aveva talento… eppure dopo che me ne ero andato aveva smesso di vivere…

Come avevo potuto…? L’avevo ferita…

Comunque ora ero io a fumare, ed ero certo di non essere nel torto. Lei aveva una carriera, una splendida carriera davanti. Non si poteva rovinare nella danza.

Invece lì in Inghilterra, a Brighton, non c’era nessuna scuola di danza ad attirarmi…
O forse, non c’era nessuna scuola di danza con Claire...

Scacciai quel pensiero e sorrisi di nuovo a pensare quanto Sophie e Claire fossero diverse.

Non fumatrice e grande cogliona di una fumatrice. Pallavolista e danzatrice. Cameriera e disoccupata. Famiglia felice e… be… prototipo di famiglia. Sorriso normale e… be… sorriso di Claire…

Mi detti da solo qualche pizzicotto per non pensarci.

Ma se non pensavo a quello, pensavo ad altro. Ad esempio al fatto che fra un po’ avrei dovuto dire addio anche a Sophie. Al fatto che forse le avrei scritto una lettera. Al fatto che forse avrei usato la stessa scusa del mi-dispiace-ma-mi-ero-dimenticato-di-avvertirti. Lo stesso che avevo detto a Claire.
Ma non dovevo pensarci. Non dovevo pensare che mi sarei trasferito di nuovo. Che sarei andato in…
I miei pensieri furono interrotti da un bambino di circa sei anni che mi si era avvicinato e mi stava tirando per una manica. Non me ne ero accorto.

Con gli occhi cercai i suoi genitori ma non trovai nessuno che lo cercava o che lo rincorreva. Lui teneva ancora stretta la manica della mia felpa.

Presi la sigaretta con la mano e lo fissai negli occhi.
Lui me l’aprì e mi prese la sigaretta, buttandola a terra. Poi, con la voce più innocente che avessi mai sentito, mi disse “mamma e papà dicono che non si fa”. Io sorrisi e gli chiesi “e dove sono mamma e papà?” lui si girò e indicò una coppia che ci veniva incontro. Avevano massimo venticinque anni. Mi si strinse lo stomaco.
“e perché non sei da loro?” dissi cercando di sembrare tranquillo “saranno preoccupati” aggiunsi. Lui annuì e corse dai suoi genitori.

Li osservai da lontano. All’inizio sembravano molto preoccupati, poi il bambino si girò verso di me e mi indicò. I genitori mi guardarono e sorrisero gentili, come per ringraziarmi.

Poi si girarono e se ne andarono.
Anche io stavo sorridendo.

Mi alzai dalla panchina. Tirai fuori dalla tasca dei jeans le sigarette e ne accesi una.
Feci una piccola passeggiata sul molo.

Poco dopo tornai alla moto e mi decisi ad andare a casa. Ormai erano le undici e mia madre non sarebbe stata sveglia.
 
 
Okokok sono in ritardo DI NUOVO! Lo so!!! Ma vi prego perdonatemi! Esamiesamiesamiesamiesamiesamiesamiesamiesamiesami!!!! Mancano venti giorni agli esami!!! Oddio devo iniziare a studiare di più.
Non che sarò bocciata, sinceramente non credo di essere un’idiota, ho la media dell’8/9. Ma ci tengo a prendere più di mio fratello, e consiste nel passare col 9.
Pooooooiiii… il capitolo! È il mio preferito, lo adoro e spero che piaccia tanto anche a voi! Ho cercato di mettere un po’ di… come si dice? Mistero? Nah fa troppo da catastrofe… suspence? Nah fa troppo da reality show… be quella roba lì, avete capito! (spero)
 
Poi bè, primo capitolo interamente Filippo’s pov. Io tifo Matteo, ma Filippo è stato il primo… non ho idea di chi possa mettersi con Claire! Secondo voi chi sarà? Uff…
 
Avviso che proprio per problemi riguardanti:
-fine scuola
-verifiche
-esami (orale e scritti O_O)
-mancanza ispirazione

Non aggiornerò fino alla fine degli esami, quindi il 30 giugno massimo. Forse posterò ancora un capitolo ma non ne sono sicura. Butterò giù qualcosa nelle ore inutili di scuola, tipo tecnologia o religione, oppure nelle innumerevoli ore buche.
Ora ho danza quindi vi lascio di corsa
p.s. grazie mille a chi segue/ha nelle preferite o nelle ricordate/ recensisce/legge silenziosamente la mia storia, in particolare a RiccioLilli e controcorrente
un bacione
da Mara
<3
p.p.s. questa è Brighton (il molo e la spiaggia per lo più):

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