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Autore: Zaafira    30/07/2008    12 recensioni
Edward lascia bella (newmoon)ma dopo ottant'anni la famiglia Cullen torna a Forks. Edward decide di tornare a casa Swan per vedere cosa ne è rimasto e indagare sulla vita di Bella prima di morire, ma trova solo vecchie lettere e leggende. Intanto a Seattle vi sono nuovi inspiegabili omicidi... E' la mia prima ff e sono i primi due capitoli, credo che continuerò a scrivere se ne vale la pena, ma vorrei il vostro parere!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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9.

La Storia.

Una risata fragorosa arrivò dalla sala.

"Questa, Edward, è davvero bella! Sei stato bravo il tuo umorismo è alle stelle!" Urlò nuovamente Emmet.

Jasper percepì la tensione del fratello e guardò Emmett preoccupato.

In due secondi i vampiri furono alla porta.

Quella che si trovarono davanti era una vampira non troppo bella, anzi non lo era.

Era la Bella Swan di sempre, forse solo un po’ più pallida.

Non aveva i lineamenti perfetti che avrebbe dovuto avere, i suoi capelli erano del solito castano vuoto, i suoi occhi erano più chiari e ambrati.

Bella ed Edward con l’arrivo di Jasper si sentirono un po’ più a loro agio.

"Be-Bella?" Bisbigliò Emmet.

Lei lo fissò.

"Non capisco." Disse subito Jasper.

"Cosa di preciso non capisci, Jass? Io non capisco niente." Chiese Emmet.

"Ciao Edward, Emmet e Jasper." Salutò infine lei con voce tremante.

Oddio, non ci credo, non ci credo, non ci credo, non ci credo.

Edward strinse i denti e di corsa salì le scale.

Bella lo guardò, stupita.

Possibile che dopo ottant’anni non le volesse nemmeno parlare?

Forse lui sperava di tornare a Forks e non vederla, forse era tornato ottant’anni più tardi sperando proprio che lei fosse già morta.

Che idea stupida era stata quella.

Che vampira stupida che era.

* * *

Lasciami!

"Vieni giù!"

No, non voglio, lasciami andare.

"Cosa pensi di fare?"

Non lo so.

"Scendi anche tu."

No.

"Perché?"

Non voglio soffrire ancora.

"E lo dici a me?"

La vampira rannicchiata nell’angolo della sua camera lo fissò.

"Fallo per me, ti prego."

* * *

Bella Swan fissava ancora le scale di casa Cullen quando apparvero Edward e Alice.

Edward era inquieto, lei lo capiva, mentre Alice fissava il pavimento.

Jasper ed Emmet ancora la guardavano.

Che stupida! Edward era semplicemente andato a chiamare la sorella.

"Ciao, Alice." Disse lei con voce insicura.

"Bella" Rispose lei semplicemente.

"Ti va di entrare?" Chiese Edward alla vampira.

"Certo, grazie."

Andarono in sala. Non era molto diversa a parte gli oggetti moderni, sempre nuovi e sempre più costosi.

La parete di fronte al divano era interamente occupata da un mobile immenso dove c’era la tv e tantissimi film messi in fila, tutti ordinati.

Bella si guardò in torno.

Lo stava cercando.

E lo trovò.

Era lì.

Le sembrava ieri quando Edward aveva suonato il pianoforte per lei, quella sera.

La sera.

"Siediti" Le disse Edward.

Lei ubbidì.

Tutti la fissavano. Era strano avere tutti i fratelli Cullen di nuovo attorno a lei, di nuovo sorpresi e curiosi di un essere tanto inferiore rispetto a loro.

Lei si sentiva ancora al di sotto di loro, non avrebbe mai potuto essere una Cullen.

E poi chi la voleva ancora?

In quel momento la porta di casa si aprì.

"Ehy, siamo tornati dalla caccia, ragazzi!" Era la voce affettuosa di Esme.

Il cuore di Bella fece un balzo.

Esme.

La vampira dolce, che aveva sempre fatto da madre a tutti i vampiri della famiglia, la compagna del gentile Carlisle.

"Ho proprio voglia di cambiarmi i vestiti, sono lercio!" Questo era Carlisle.

Da quanto tempo non lo vedeva.

Della famiglia aveva visto solo Edward e Rosalie.

Arrivarono sulla porta della sala, per mano. Guardarono la sala e i loro occhi si fermarono su di lei.

Carlisle si bloccò improvvisamente.

Esme fece un gridolino sorpreso.

"Esme, Carlisle, posso spiegarvi tutto, lo spiegherò a tutti voi se volete ascoltarmi." Disse subito Bella.

Esme e Carlisle si sedettero silenziosi sul divano.

"Puoi dirci qualcosa per favore? Io vedo il futuro, non il passato." Domandò Alice.

Bella fece un respiro profondo.

"Quando ve ne siete andati io ho passato dei mesi orribili, io avevo perso la mia vita.

La mia giornata era divisa in due parti, casa e scuola. Tutti quelli che erano i miei amici avevano anche smesso di salutarmi quando passavo nei corridoi. Il banco di fianco al mio" E qui guardò Edward che a sua volta la fissava. "era sempre vuoto.

Poi iniziai a frequentare La Push. Avevo trovato due moto vecchie e le avevo portate da Jacob per farle riparare.

Ogni pomeriggio ero con lui, nel suo garage e lo guardavo mentre lavorava. Non facendo nulla era riuscito a farmi tornare il sorriso." Sul viso di Bella si stampò un sorriso malinconico.

"Sembra strano, ma salendo su quella moto e partire, con una buona dose di adrenalina, sentivo la voce di Edward che mi diceva di non fare follie e di tornare a casa. Per me era già un motivo valido per fare cose alquanto stupide. Infondo che senso aveva mantenere la nostra promessa quando Edward l’aveva già tradita? Come poteva pensare che tutto sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito? Era impossibile, lo era per me, almeno.

Poi Jack si trasformò in un licantropo. Io non la presi male, per me rimaneva sempre il mio migliore amico. Io entrai ufficialmente nella famiglia di La Push, la famiglia dei licantropi. Ero sempre a casa di Emily e Sam, cucinavo per tutto il branco e Charlie passava il suo tempo libero da Billy. Finalmente avevo ritrovato un po’ di pace e Jacob lo sapeva, lui era contento, come lo ero io. Jacob mi salvò anche la vita, un giorno, tanto tempo prima avevo visto i giovani Quileutes buttarsi dalla scogliera della spiaggia, si tuffavano in mare urlando. Sembrava davvero divertente e, soprattutto, insensato. Stavo aspettando Jack quando mi decisi a provare anche io. Stava ricominciando a piovere mentre mi avvicinavo alla punta della scogliera. Ma voi sapete meglio di me come attiro i guai e le sfortune, sono una calamita. Stavo mettendo un piede sopra ad un sasso molto liscio e bagnato quando caddi all’indietro e sbattei con la testa un altro sasso. Mi tagliai la schiena in modo molto profondo e anche una parte della testa. Era un dolore davvero fortissimo, mi si annebbiava la vista sempre di più e di nuovo quella voce. La voce di Edward, anzi, era stato molto meglio, lo vidi intero, davanti a me, che mi chiedeva di lottare e rimanere sveglia. Era bello perché in qualche modo quella voce si preoccupava di me, come se di me a quel fantasma importasse ancora qualcosa. Ma per la prima volta non lo ascoltai, chiusi gli occhi. Era quasi piacevole sapere che sarebbe finita, che la mia agonia non sarebbe più stata eterna. Perché io ero convinta che lo sarebbe stata, voglio dire, non sarei mai riuscita a dimenticare Edward." Fece una pausa, senza guardare in faccia nessuno.

"Poi Jacob mi trovò e mi portò subito all’ospedale. L’unico segno rimasto fu una grassa cicatrice sulla scapola. Jack stette con me tutti i giorni di ricovero, mi portava sempre il gelato e mi accudiva. Dormiva sempre sulla sedia di fianco alla mia. Mi faceva male vederlo li perché con i ricordi mi riportava a tanto tempo indietro, quando su quella sedia c’era qualcun altro, però il suo affetto mi dava calore, mi dava luce. Lui era molto innamorato di me e sono sicura che lo è anche ora, lo è sempre stato. Ma io non potevo dargli quello che lui voleva da me e mi dispiaceva. Mi dispiaceva perché con lui potevo essere felice, avrei potuto esserlo per tutta la vita, ma io non potevo mentire a me stessa, io non lo amavo con tutto il mio cuore perché più della metà di esso era rimasto nel passato. E io avevo capito che non si può andare avanti se qualcosa di noi è rimasto indietro, soprattutto se quel qualcosa era così importante. Avevo capito, però, che il mondo continua a girare, non importa in quanti pezzi è rotto il tuo cuore, lui non aspetta che tu li ripari. E lì è scattata la scintilla. Insomma…se il tempo continua a passare, perché non fermarlo? O meglio, perché non fermarsi? Sapevo che Edward non mi voleva più, ormai lo avevo accettato, lo avrei sopportato per l’eternità. Però avevo la speranza che lui, magari a distanza di mille anni, non aveva importanza, mi avrebbe voluta di nuovo. Poi pensai che magari da umana non ero alla sua altezza, ma forse da vampira lo sarei stata, insomma, perché no? E se invece non fosse stato così, pazienza, almeno avevo tentato. Così decisi di aspettare il diploma. Mi chiusi in casa, evitai tutti per settimane, non volevo dare loro questo colpo, non volevo dire loro la verità. Poco dopo il diploma presi tutti i miei risparmi e partii. Andai prima a Praga, poi a Londra, Parigi e infine Venezia. Girando queste città, io cercavo. Non sapevo nemmeno io cosa, sapevo quanto erano pericolosi i vampiri, ma io speravo di trovare un vampiro…vegetariano." Edward scosse la testa, scettico.

"Forse per una volta la fortuna girava dalla mia parte. Una sera, in un locale a Venezia, un posto tranquillo, un uomo bellissimo si avvicinò a me. Capii subito che era un vampiro. I suoi occhi erano ambrati e bellissimi, i suoi capelli neri e ricci. Si presentò, il suo nome è Gellert Lorren." Carlisle strabuzzò gli occhi, sorpreso come tutti i componenti della famiglia Cullen.

"Era pazzamente bello, mi toglieva il fiato solo guardarlo. Era da tanto che non mi trovavo un vampiro di fronte. Sembrava molto interessato a me, ma io lo sapevo, mai fidarsi dei vampiri. Tutte le sere ci davamo appuntamento in quel locale, proprio sotto all’appartamento che avevo affittato. Questa storia andò avanti per mesi, intanto in quel locale trovai lavoro e tutte le sere io e lui ci vedevamo. Lui, anche fisicamente, era più grande di me, si è trasformato all’età di ventisei anni. Io ne avevo appena venti. Col tempo io mi convinsi che era un vampiro buono, anche se lui non sospettava nemmeno lontanamente che io sapessi la sua vera identità. Non faceva mai avance strane, non cercava mai di rimanere solo con me, mi portava a cena, si preoccupava per me. Diventò come un fratello maggiore per me. Anche lui faceva riaffiorare ricordi passati, mi faceva pensare troppo spesso a Jacob. Però, non so bene perché, lui mi attirava davvero molto. Aveva un non so che di speciale. Era dannato e dolce. Gli avevo raccontato il mio passato e di un amore perduto e lui mi capì. Lui aveva dentro di sé la sua tristezza, era simile a me in un modo spaventoso. Da tanto non avevo di fianco a me qualcuno d così maturo. Mi portava sempre a teatro, mi convinse a vestire abiti eleganti e da donna adulta, con giacche molto belle e acconciature accurate. Ero sinceramente tranquilla. Per pasqua mi regalò la prima retta universitaria, mi iscrisse a filosofia. Non mi piaceva farmi regalare tutte queste cose, soprattutto così costose, ma iniziai a non pensarci. Continuavo a lavorare al locale e pagare l’affitto del mio appartamento, risparmiavo sulle cose che non mi servivano e arrivavo a fine mese piuttosto tranquillamente. Venezia mi piaceva moltissimo. Una sera al locale, mentre ero in pausa, seduta con Gellert, passò di fianco a noi un altro uomo bellissimo che parlava a bassa voce con un altro uomo molto bello. Disse: "Ho sentito parlare dei Cullen, sono una famiglia che non si nutre di sangue umano, ma di quello animale, come quell’altra famiglia in Alaska, ora si stanno trasferendo tutti la." Rabbrividii violentemente a quelle parole, il battito del mio cuore accellerò e Gellert se ne accorse, mi rassicurò dicendomi che quei ragazzi scherzavano. Ma io stavo per scoppiare a piangere, erano mesi che non sentivo i vostri nomi, se non tra i miei pensieri, e sapere che eravate davvero reali mi spiazzava. Le lacrime iniziarono a scendere senza che me ne accorgessi. Gellert mi prese la mano e mi guardò in modo strano, mi domandò se stavo bene o se c’era qualcosa che dovevo dirgli. Gli chiesi se aveva voglia di portarmi in gondola, per parlare. Era la prima volta che gli chiedevo di portarmi in gondola di sera, soprattutto perché Venezia è piena di stradine buie, ma ormai mi fidavo di lui.

Gli spiegai che ero a conoscenza della sua vera identità, sapevo che era un vampiro e gli confessai che anche quel ragazzo di qui in passato ero tanto innamorata era un vampiro, che era un Cullen. Io non sapevo se lui era vegetariano o meno, ma in quel momento non aveva importanza. Quella sera stessa lo pregai di trasformarmi. Lui rimase spiazzato dalla mia richiesta, ma poi acconsentì. Non lo fece subito, ma solo qualche settimana dopo. Si era molto allenato e preparato. Fu doloroso, in tutti i sensi, stavo malissimo, ma lui era sempre accanto a me. Quando iniziai a stare meglio mi portò sulle Alpi, in un bosco molto freddo e deserto, nessun uomo passava mai. Restammo lì due anni. Si sacrificò molto per me, mi voleva molto bene. Appena iniziai a stare bene scoprii i miei poteri da vampiro. Mi sorpresero davvero molto. Posso rendermi invisibile e non lasciare la mia scia. Strano ma vero. Non ci potevo credere, voglio dire, diventare invisibile, è una cosa da pazzi! Anche Gellert rimase molto sorpreso, dice sempre che posso essere invincibile, che sono al sicuro in ogni momento, nessuno può prendermi se voglio. A differenza di tutti gli altri vampiri, però non sono diventata bella e affascinante, solo più pallida e con gli occhi ambrati. Sono sempre la solita ragazza bruttina e fragile. Dopo questi due anni tornammo a Venezia per qualche mese. Lì incontrammo nuovamente il vampiro che parlava della vostra famiglia. Era sempre solo e un giorno si sedette vicino a noi, iniziammo a parlare, il suo nome è Jason, per me è Jass. Mi portarono a girare il mondo, lo giravamo più che altro di notte, di giorno facevamo lunghe passeggiate nei boschi. Andammo in Norvegia, in Scozia, in Russia, in Giappone, In Spagna, in Messico, nella’America Latina e infine andammo in Canada. Ero vampira da dieci anni quando tornai a Forks per la prima volta. Volevo andare a vedere Charlie e Jacob. Ovviamente da Charlie non ci andai direttamente, ma invisibile, in modo da non farmi vedere. Poi andai da Jacob, tornai visibile solo quando lui chiuse la porta di casa. Era un Jacob ormai trentenne. Non prese bene la mia comparsa improvvisa, soprattutto per quello che ero diventata. L’avevo già visto sotto forma di lupo, nei boschi vicini a casa mia, che ululava, piangendo. Tutta quella tristezza mi convinse ad andare da lui. Non accettava quello che ero diventata, ma alla fine se ne fece una ragione, per lui era importante il fatto che io fossi tornata da lui. Da quel momento tornavo a Forks di tanto in tanto, per due settimane poi tornavo in Canada da Gellert e Jason o andavo a trovare mia madre." Fece una pausa.

"Fu in quel periodo che Victoria ricominciò a cercarmi, solo che era molto difficile per lei mentre viaggiavo da sola, non riusciva mai a trovarmi o capire dove andavo. Però trovò Gellert e Jason e da li non fu più troppo difficile. Victoria cercava me per vendicarsi di voi, cioè, crede che uccidendo me la farà pagare a Edward per quello che le ha tolto. Però credo sia rimasta delusa vedendomi con altri vampiri." La vampira continuava a fissare il pavimento.

"Ora non vi ho detto che Jason riesce a sentire gli spostamenti delle persone. Non vede dove vanno, ma li sente. Quando vi ha sentiti venire qui ho deciso che era arrivato il momento di partire."

Concluse Bella.

Ci fu un minuto di silenzio.

"Noi è già da un bel po’ che siamo qua, perché sei venuta solo ora?" Domandò Alice.

"Me ne vergogno, ma volevo vedere se riuscivo a riempirvi di domande, di misteri, farvi passare quello che ho passato io."

"Ci sei riuscita" Rispose Alice con durezza.

"Perché invece hai mandato Gellert quando potevi benissimo venire tu ad accertarti in quanti eravamo?"

"Sempre per lo stesso motivo."

"Benissimo e ora che ci hai fatti riempire la testa di misteri e domande senza senso vieni a bussare alla porta di Casa Cullen come se niente fosse. Brava."

Alice si alzò dal divano e sparì dalla sala.

Bella rimase a bocca aperta.

"Scusate, io vado a calmarla." Intervenì Jasper.

"Forse è meglio lasciare Bella e Edward da soli." Disse subito Carlisle alzandoti.

Gli altri fratelli lo seguirono.

Nella sala rimasero sono Edward e Bella.

"Non hai niente da dire?" Domandò la vampira.

"Scusami, Bella, sono stato disonesto e cattivo nei tuoi confronti, non mi meritavo questo."

"Cosa vuoi dire?"

"Bella, io ti ho sempre amata, ti ho amata tantissimo e non mi sembra ancora vero averti qua. Vedi, io ti ho lasciata per il tuo bene, io mentivo, mentivo spudoratamente. Non sai quanto mi è costato lasciarti quel pomeriggio. Però mi ero convinto che fosse la cosa migliore. Invece la cosa migliore sarebbe stata continuare a stare con te.

Vedi, prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità...
Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso.

E tu hai rinunciato alla tua anima, alla tua vita umana per me. Tu hai scelto l’incertezza, il dubbio, le ipotesi ad una vita felice magari con Jacob Black. Ho solo una cosa molto importante da chiederti."

Disse estraendo una foto dalla tasca dei pantaloni.

"Perché?" Disse guardando la foto.

"Perché te vampira, sola e senza certezze e non te umana, con dei bambini e Jacob Black come marito?"

Bella guardò la foto dove lei umana, seduta sulla scogliera, guardava l’orizzonte.

Sorrise.

"Vedi, Edward, quando pensavo a Jacob vedevo il mio domani, o il giorno dopo ancora, forse il mese o l’anno. Quando pensavo a te io consideravo l’eternità, la mia eternità, l’amore vero, quello infinito.Quando mi sedevo su quella scogliera e guardavo il mare, mi sembrava di vedere te. Edward, tu sei il mio orizzonte."

* * * * * * * *

Ok, eccomi tornata con un nuovo capitolo…spero che vi sia piaciuto…ma non tutti i misteri sono stati svelati, ci sono cose che Bella per ora preferisce tenere nascoste a Edward Cullen…

Grazie a tutte per i commenti e per tutto quello che mi dite per sostenermi!!!

   
 
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