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Autore: DezoPenguin    21/05/2014    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte terza. Sembrava un caso semplice, non c'era dubbio su chi avesse ucciso quel facoltoso uomo d'affari. Eppure Shizuru si ritrova attirata in una ragnatela di morte, manipolazione e vendetta, mentre cerca di scoprire la verità.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka Suzushiro, Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Yukino Kikukawa
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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NDT: chiedo scusa per il ritardo, ma la mia connessione è stata aggiustata solo oggi.

***

Acque profonde, Natsuki-capitolo 8

Continuavo a non avere idea di che cosa Shizuru volesse dire, ma immaginai che l'avrei scoperto mentre gli avvenimenti procedevano. Suonò il campanello per chiamare la governante, e qualche minuto dopo una donna dall'aria materna e dalle guance rosate manifestò la sua presenza.

"Come posso aiutarla, signorina?"

"Ho solo due domande."

"Qualsiasi cosa, signorina. Speriamo tutti che che sarete in grado di chiarire questa terribile faccenda. Povera signorina Alyssa! Il fatto che tutto questo sia accaduto adesso, dopo nemmeno due anni dalla morte di sua sorella."

La donna scosse la testa con aria triste. Pensavo fosse indicativo che il suo primo pensiero fosse stato per Alyssa e non per l'ucciso, anche se forse era semplicemente una dimostrazione di buonsenso preoccuparsi per i vivi, mentre i morti ormai erano oltre gli umani crucci.

"Molto bene. In primo luogo, i domestici qui a Odessa sanno leggere e scrivere?"

La donna fece un sorriso orgoglioso.

"Sì, signorina, tutti noi sappiamo leggere e scrivere. La defunta signora Searrs, che Dio dia riposo alla sua anima, credeva che tutti dovessero avere un'educazione di base e si era assicurata di cominciare da casa propria, e la consuetudine è stata mantenuta fin da allora."

"Sono felice di sentirlo. In tal caso, potete dirmi da quanto tempo Nina lavora qui?"

"Nina? Oh, quasi cinque anni ormai. Ha cominciato in cucina quando era ancora piccola, vedete, e visto che si impegnava molto le è stata data più responsabilità man mano che è cresciuta."

"Sapete dirmi dov'è adesso?"

"Bè, la routine della casa è stata sconvolta, visto che la polizia si aggira dappertutto."

Disse la parola in tono di disgusto, come se i rappresentanti della legge fossero una macchia sulla rispettabilità della casa. Non era un atteggiamento insolito, sia fra i padroni di casa che fra la servitù. Shizuru una volta mi aveva spiegato il perché, con tanto di riferimenti storici sull'opposizione alla forza di polizia ufficiale che veniva vista come come un esercito, combinata con l'incompetenza degli agenti e la disonestà intrinseca dei 'cattura-ladri' che lavoravano solo per intascare le taglie, prima che Sir Robert Peel istituisse la polizia metropolitana. La maggior parte del discorso mi era entrato da un orecchio ed era uscito dall'altro, visto che in sostanza consisteva in "le famiglie perbene non vogliono la polizia tra i piedi." Mi chiesi se il concetto si applicava anche a qualcuno come Armitage, con il suo sangue blu.

"Posso immaginarlo," rispose Shizuru con gentilezza. "Organizzare una festa è già complesso senza aggiungere tutte queste persone in più, che insistono per guardare dappertutto in cerca di prove impedendo al vostro staff di fare il proprio lavoro."

"Però non permetteremo a questa situazione di fermarci," disse la donna con fermezza. "La signorina Alyssa ha già dovuto soffrire così tante tragedie, il minimo che possiamo fare è assicurarci che nella sua casa sia tutto in ordine per la sua comodità." Si alzò orgogliosa in tutta la sua statura. "Anche se ci sono degli agenti di polizia che ci intralciano e il tutore della signorina è stato ucciso a quel modo."

"Allora Nina dovrebbe essere al lavoro adesso?"

La governante annuì.

"Proprio così. Starà cambiando le lenzuola nelle stanze degli ospiti, molto probabilmente."

"Capisco. Vi ringrazio molto."

"Questo è tutto, signorina?"

"Sì, è tutto. Mi dispiace di avervi distolta dai vostri doveri quando siete così occupata."

"Vi ringrazio, signorina." Fece un cenno con il capo e si avviò verso la porta, poi si fermò e si rivolse a Shizuru, mentre la sua compostezza si incrinava.

"Signorina, non starete pensando che Nina possa essere coinvolta nell'omicidio? È una ragazza buona e gentile che non farebbe mai qualcosa di così orribile, in particolare all'amministratore della casa. Non è possibile!"

Shizuru non la contraddisse e non le spiegò che credevamo che l'omicidio di Smith avrebbe potuto essere un bene per Alyssa. Tutto quello che disse fu, "Apprezzo che mi abbiate informata dell'opinione che avete di lei. Aiuta a conoscere coloro che sono coinvolti nel caso dal punto di vista delle persone che gli stanno vicini. In quanto estranea, posso solo vederli come se fossero attori su un palco, e questo è un limite per me."

Sembrò che questa cosa le facesse piacere.

"Grazie signorina."

Shizuru scosse la testa.

"No, sono io a ringraziare voi per il vostro aiuto, e per aver risposto a quelle che devono per forza sembrarvi domande prive di significato."

La governante si erse in tutta la sua statura, con espressione orgogliosa.

"Di certo io so qual è il mio dovere verso la padrona," dichiarò.

E con quella frase, lasciò la stanza.

"Interessante, vero," riflettè Shizuru, "il modo in cui si considera al servizio di Alyssa, anche se era Smith che controllava lo staff e poteva assumere o licenziare chi voleva. Parlando in generale, l'atteggiamento del maggiordomo e della governante sarà rispecchiato anche dal resto dello staff, e più la routine della casa è organizzata, più questa cosa è vera."

Non ero particolarmente interessata a quel ragionamento, non quando c'era una cosa più importante.

"Non importa, Shizuru. State cercando di dirmi che è stata Nina a lasciare il libro mastro a Trepoff?"

"È ovvio che è stata lei a scrivere il biglietto," disse Shizuru. "In mia difesa posso solo dire che la stranezza di un colpevole che cerca di aggravare la propria posizione mi ha distratta."

Visto che non era stato granchè evidente per me, non mi sentii troppo felice al sentire Shizuru dire che lo era.

"Non può essere tanto ovvio, visto che anche Armitage non se n'è accorta," sottolineai.

"Ora Natsuki mi mette sullo stesso piano di un ispettore di Scotland Yard?" ansimò lei, poi mise il broncio.

"Idiota," mormorai, l'unica risposta adatta alle sue prese in giro. "Ma cos'è che ve l'ha detto? Era perché ha preparato il fuoco nella stanza di Trepoff, cercando di finire il lavoro di distruzione delle prove? E perché avrebbe dovuto? La lealtà ad Alyssa di cui stavate parlando? Tipo una, non so, cospirazione da parte della servitù per allontanare il malvagio tutore? Aspettate, no, non avete bisogno di correggermi questa volta," mi accorsi subito del difetto nel mio ragionamento. "Se i domestici in gruppo fossero i responsabili, avrebbero potuto cacciare Smith in qualsiasi momento, specialmente quando non erano presenti degli ospiti e potevano coprirsi a vicenda in modo che sembrasse fosse stato un ladro. Non avrebbero avuto bisogno di coinvolgere Trepoff; avrebbe solo complicato le cose."

Shizuru annuì.

"È vero."

"Ma Nina prova dei sentimenti per Trepoff...quindi forse lei da sola ha trovato la prova incriminante e gliel'ha data perché è la prima persona a cui ha pensato? Ma no, perché non darglielo di persona? Non ci sarebbe stata possibilità di errore, inoltre le avrebbe dato la possibilità di essere al fianco dell'uomo che le piaceva, lavorando assieme a lui per qualcosa di importante per entrambi. Non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione."

"Anche questo è vero," fu d'accordo Shizuru. Stavamo tornando alle stanze degli ospiti, e supposi che avrei avuto la risposta non appena avremmo affrontato Nina, ma non potevo fare a meno di provare a trovarla. E a quel proposito, mi irritava sentire Shizuru confermare i miei commenti su quello che c'era di sbagliato nelle mie idee. Continuai a pensarci su e all'improvviso mi venne in mente qualcos'altro.

"Aspettate un attimo, Shizuru. Avete detto che è stata Nina a dare il libro mastro a Trepoff, ma non mi suona giusto. Certo, Nina sa leggere e scrivere, e probabilmente anche far di conto visto che la governante ha detto che ha 'un'educazione di base', ma stiamo parlando di complesse registrazioni finanziarie, registrazioni di un giro d'affari che gestisce più soldi di certi governi sul continente. Intendo, si dovrebbe essere un Rothschilds o qualcuno di quei baroni della finanza americani per rivaleggiare con la fondazione Searrs. So che io non sarei mai capace di leggere un libro mastro e individuare le transazioni che rivelavano che Smith stava rubando, ma il libro era annotato in inchiostro rosso! Avete detto che Trepoff vi ha rivelato che era già così quando gli è stato dato, vero?"

"Sì, è così."

"Non c'è modo che una domestica possa averlo fatto! È necessaria educazione specifica, esperienza di contabilità, e comprensione di come funziona il mondo degli affari…se Nina fosse in grado di farlo sarebbe una specie di genio finanziario che dovrebbe gestire gli investimenti della fondazione, non rifare i letti!"

"Sono d'accordo."

"Davvero? Ma se siete d'accordo, allora com'è possibile che sia stata Nina a dare il libro a Trepoff?"

"State interpretando male le mie parole, Natsuki." Mi sorrise. "Ma vi lascerò riflettere finchè non avremo parlato con Nina, quando alla fine vi sarà chiaro."

Sospirai. Ma comunque, Shizuru era fatta così. Mi chiesi cosa avessi interpretato male; mi era sembrata molto chiara.

Gli ospiti della casa non erano in giro, e mi chiesi se a causa delle indagini della polizia fosse stato deciso di mettere da parte la formalità di cambiarsi per la cena e mangiare in privato o se invece avessero semplicemente ritardato l'orario del pasto. A pensarci bene, però, Trepoff aveva detto che lì si cenava tardi, ad orari cittadini, invece di mangiare nel tardo pomeriggio come di solito di faceva in campagna. Per una qualche ragione, però, le uniche persone nelle stanze degli ospiti erano le domestiche, che cambiavano le lenzuola e attendevano ad altre faccende relative alla comodità degli ospiti.

Trovammo Nina abbastanza facilmente, nella stanza che era stata assegnata ai Beaumonts. Visto che avevamo fatto il nostro ingresso in silenzio, squittì di sorpresa quando Shizuru parlò.

"Scusatemi, Nina."

"Oh! Signorina Viola! Mi dispiace di non avervi sentita arrivare. Uhm...non sto facendo di nuovo qualcosa che non dovrei, vero?"

Alla fine della frase un pizzico di sfida scivolò nel suo tono, come se fosse sicura della sua posizione e fosse stanca di essere criticata.

"No, non è il caso. Ma vorremmo parlare con voi."                          

"Di cosa, signorina?"

"Ci sono diverse cose, in verità. Ma cominciamo con la stanza del signor Trepoff, visto che l'avete nominata. L'interruzione del conte Dai Artai e la menzione di argomenti imbarazzanti hanno sospeso il nostro discorso, ma siete consapevole che dopo quegli avvenimenti, abbiamo scoperto delle prove molto importanti all'interno del caminetto? Un libro mastro che qualcuno aveva tentato di bruciare?"

Nina sussultò.

"Non so nulla di un libro!" protestò.

"E comunque, se foste riuscita ad attizzare il fuoco come stavare cercando di fare, quella prova sarebbe andata completamente distrutta. Prova che, devo aggiungere, potrebbe fare la differenza e salvare il signor Trepoff dall'impiccagione."

Quella frase colpì il bersaglio con letale accuratezza. Gli occhi della ragazza diventarino grandi come piatti, il suo volto divenne cinereo, e si portò le mani tremanti alle guance.

"No...no, non state dicendo...non avrei potuto! Non avrei mai potuto fargli questo, mai!" balbettò e gemette.

"Stavate attizzando il fuoco," continuò Shizuru, spietata. "Un fuoco che avrebbe distrutto la prova. Un fuoco in una stanza in cui vi era stato proibito di entrare per ordine della polizia." Ora c'era un agente di guardia a quella stanza, per ordine di Armitage, nel caso che qualcun altro avesse dimostrato la stessa mancanza di rispetto per le sue istruzioni.

"Faceva freddo! Volevo solo…volevo che il signor Trepoff fosse a proprio agio, ecco tutto! Non stavo tentando di distruggere le prove. Non sapevo nemmeno che ci fosse qualcosa nel caminetto!"

"Solo per il signor Trepoff? Non per gli altri ospiti?"

"Io...ecco..." arrossì intensamente, diventando rossa quasi quanto me. Shizuru aveva quel genere di effetto sulle persone.

"Il conte dai Artai, nella sua inimitabile maniera, ha ragione, non è così? Voi tenete al signor Trepoff, vero?" disse, con più gentilezza. "È un gentiluomo affascinante, ed ha un passato eccitante, da quanto dice la gente. Forse la vostra attrazione è cominciata quando ha iniziato a corteggiare la signorina Searrs?"

"Io...è..."

"Naturalmente non c'è nulla di dannoso nelle speranze di una fanciulla. Tutti noi abbiamo fatto questo genere di sogni, sapete, una passione nata per una persona con cui sappiamo che non potremo mai stringere un vero legame.” Quella frase mi soprese; stava dicendo la verità o stava solo raccontando una bella favola a beneficio di Nina? "Però poi le cose sono cambiate, vero? La signorina Searrs è morta. Finchè era viva, vi siete limitata a guardare da lontano. un principe e una principessa, dopotutto, sono fatti l'uno per l'altra. Ma quando la principessa è morta, avete cominciato a sognare, vero, Nina?"

"Non so cosa…cosa intendiate, signorina Viola."

Shizuru ignorò il suo diniego, non era necessario essere dei detective per capire che era una bugia.

"È una storia molto comune, quella della domestica che cattura lo sguardo del principe—e in raltà, tali cose non sono completamente impossibili. Dopotutto, il signor Trepoff non appartiene certo ad una famiglia reale, ma un avventuriero straniero, di maniere affascinanti e di buona famiglia ma più distinto per i suoi contatti che per la sua nascita. Che nel suo cuore potesse trovare spazio per una domestica non poteva essere escluso."

Vista la differenza di età tra Trepoff e Nina, speravo certo che così non fosse. Comunque, Shizuru non stava descrivendo cosa sarebbe accaduto, solo il modo in cui gli avvenimenti si sarebbero svolti secondo la fantasia di Nina. Non avevo avuto quel genere di sogni romantici alla sua età, ma potevo capire come la ragazza avesse potuto intrattenersi con quel genere di fantasie.

"Questo non—non è—"

"Nina," la rimproverò Shizuru, "non è bello dire bugie. E il signor Trepoff è stato arrestato per omicidio. Non potete non dire la verità, non se volete aiutarlo."

Quella preghiera funzionò, come Shizuru sapeva che sarebbe accaduto. Nina chinò la testa.

"È vero, signorina Viola. Io...io amo il signor Trepoff. Ma lui è sempre stato un perfetto gentiluomo!" si affrettò a spiegare. "Non ha mai tentato…non ha mai fatto alcun genere di profferta nei miei confronti o in quelli delle altre ragazze, davvero!"

"Naturalmente; non vi sareste mai innamorata di un mascalzone," osservò Shizuru. "Comunque, le sue visite ad Odessa sarebbero diventate meno frequenti con il tempo, senza la signorina Searrs ad attirarlo qui. Ne eravate consapevole, sapendo che ogni visita poteva essere l'ultima volta che lo vedevate. Così, nelle parole di Shakespeare, avete radunato il vostro coraggio e avete deciso di agire. Avete riversato i vostri sentimenti e avete scritto al signor Trepoff una lettera d'amore."

Ora capivo dove Shizuru voleva arrivare! Il linguaggio sull'etichetta del pacco era senz'altro quello di una lettera d'amore, non quello di un cospiratore o di un informatore. Naturalmente Miyu Greer non gli avrebbe scritto quel genere di parole. Shizuru non poteva essere sicura che fosse stata la cameriera. Visto che c'erano state diverse signore presenti, ma conoscendo i sentimenti di Nina, il fatto che aveva facile accesso alla stanza di lui, e la sua sorprendente educazione, era senz'altro la possibilità più probabile.

Questo non spiegava perché lo avesse chiamato 'lettera', però. Intendo, un pacco non era una lettera, a meno che Shizuru non ci stesse girando attorno, un'ammissione dopo l'altra. Lei e io, dopotutto, avevamo metodi di interrogatorio molto diversi. Il mio stile avrebbe fatto uso di corruzione o di un'arma da fuoco, o di entrambe le cose. Come Shizuru riuscisse a spingere le persone a rivelare informazioni delicate o personali senza alcun incentivo (e spesso senza nemmeno fargli capire che lo stavano facendo) continuava ad impressionarmi.

Nina fece un profondo respiro.

"È così," ammise.

"Devo dedurre che l'avete messa nella sua stanza?"

Lei annuì.

"È stato facile farlo nel corso dei miei doveri; mi sono assentata per un paio di minuti e l'ho lasciata sul suo cuscino."

"E quando l'avete fatto?"

"Circa alle tre e mezza," rispose Nina. "L'orologio nella biblioteca al piano di sotto ha battuto la mezz'ora proprio mentre stavo tornando alle mie faccende."

"Capisco. Ora, suppongo che il signor Trepoff non abbia avuto la possibilità di parlare con voi della vostra lettera, visto che non ha avuto un momento libero prima dello sparo."

"No, non l'ha fatto." Nina le sorrise tristemente. "Ma...non mi aspetto nulla da lui, non davvero. Intendo, avevo sperato, sul serio, ma…so che è un sogno, non un progetto realizzabile. Quello che è più importante è che ho trovato il coraggio di fargli sapere dei miei sentimenti, che non mi sto nascondendo e pregando che mi noti."

Approvavo quel genere di atteggiamento. Voglio dire, perché una ragazza dovrebbe aspettare che uno stupido la note come se stesse scegliendo un dolce in una pasticceria? Anche se probabilmente serviva parecchio coraggio per fare una cosa del genere. Ma chi sto prendendo in giro? pensai. Se mai mi innamorassi, probabilmente ci metterei un anno ad accorgermene, e per quanto riguarda confessarlo alla persona amata, sarebbe più probabile che confessassi il mio passato a Shizuru!

"Quindi quella è stata l'ultima volta che avete visto quel biglietto? Glielo avete dato circa alle tre e mezza e da allora non ne avete saputo nulla?"

Lei annuì.

"Proprio così, signorina Viola. Questo…questo può aiutare in qualche modo il signor Trepoff?"

"Potrebbe. Almeno, mi aiuta a chiarire la sequenza degli eventi e conferma la sua storia."

"Certamente! Il signor Trepoff non mentirebbe mai alla polizia!"

"Ha taciuto diversi dettagli finchè Shizuru non ha trovato le prove di quello che stava nascondendo," le feci notare.

"Non è la stessa cosa che mentire," lo difese subito Nina.

"Non in questo caso," disse Shizuru, "quando le sue omissioni non hanno fatto altro che ingannare tutti quanti. In ogni caso grazie molte, Nina, per la vostra sincerità."

"Sì, signorina Viola." Era chiaramente un congedo e Nina lo prese come tale, facendo una riverenza e voltandosi per riprendere il propri doveri. Shizuru la lasciò arrivare fino alla porta prima di parlare di nuovo.

"Oh, Nina, ho ancora una domanda. Avete detto che avete preparato il fuoco nella stanza del signor Trepoff perché stava facendo freddo, ma ovviamente non ha potuto lamentarsene visto che è stato in custodia della polizia per tutto il giorno. Io stessa non mi sono sentita granchè a disagio nell'ala della casa riservata agli ospiti"—era vero senza dubbio, io stessa non avevo fatto caso alla temperatura—"quindi dubito che sia stata una vostra idea. Qualcuno vi ha detto che la stanza era fredda?"

"Sì, signorina, o meglio, no, non esattamente, ma in un certo senso."

"Avete sentito qualcuno parlarne?"

"Sì, signorina Viola. Sapete come alcune persone parlano davanti ai domestici come se non fossero nella stanza?"

"Sì."

"Bè, stavo attraversando uno dei saloni al piano inferiore, questo pomeriggio, quando ho sentito il signor Coxley lamentarsi con il conte Dai Artai della seccatura di essere confinati in casa. Il conte ha risposto che non vedeva perché il signor Coxley volesse uscire al freddo quando in casa già si gelava, e che la sua stanza era una ghiacciaia, quando si era vestito quella mattina. Il signor Coxley ha fatto una battuta sugli italiani dal sangue caldo che non sono fatti per un inverno inglese—imploro il vostro perdono, signorina—ma mi ha fatto pensare al fatto che la stanza del signor Trepoff è vicina a quella del conte."

"Capisco. Grazie, Nina."

Quando la ragazza se ne fu andata, mi rivolsi a Shizuru.

"Niente battute sul fatto che 'l'italiana dal sangue caldo' con cui vivo sopporta il freddo meglio di me," l'avvertii.

"Non oserei mai," disse, la sua espressione angelica non avrebbe ingannato nessuno. Vedendo il mio sguardo incredulo, aggiunse, "No, no lo farei. Almeno, non quando posso vedere la reazione dell'ispettrice Armitage una volta spiegata la soluzione del crimine."

  
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