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Autore: TizianaLaudani    21/05/2014    0 recensioni
Quando l'amore chiama, qualcuno deve rispondere.
Helena ha diciannove anni e un sorriso elettrizzante, è innamorata della vita e vuole fare la scrittrice.
Andrea invece non si innamora mai.
Ha quasi ventitré anni e una vita apparentemente meravigliosa fatta di moto, feste e divertimenti,
eppure nasconde qualcosa.
La morte della madre lo ha cambiato, rimescolando centinaia di volte la sua vita.
"Quando ti ritrovi ad avere tutto dalla vita e ti rendi comunque conto che ti mancano le cose essenziali.
Quando hai almeno quattro camere da letto e nessuno con cui dormire, quando il destino gioca a dadi col tuo cuore, è quello il momento in cui ti rendi conto che è meglio perderlo che farci i conti tutta la vita."
Due vite che non possono combaciare, due caratteri che non si incastrano mai abbastanza.
E poi l'amore.
Uno di quegli amori che no, non si direbbe, eppure?
Uno di quegli amori che ti regalano sguardi e parole con cui dovrai fare i conti tutta la vita.
Andrea ed Helena.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Helena e Andrea.
-Prologo.
Dedicato a tutte quelle ragazze che nonostante le delusioni,
continuano ad amare.

Guardo inviperita la sveglia e richiudo gli occhi.
Le sette del mattino.
Svegliarsi a quest'ora dovrebbe essere illegale o immorale, dovrebbero mettere in guardia i bambini e avvisare le forze dell'ordine.
Ma tant'è, che mi tocca alzarmi. 
Mi chiamo Helena e ho diciannove anni.
Il diciannove è un numero approssimativo, non è venti ma neanche diciotto, non sono più una bambina ma neanche una vera e propria donna.
Sono in una fascia di età in cui posso fare l'altalena e indossare il sabato sera una gonna più corta, magari non necessariamente entrambe le cose insieme.
Mia madre lavora al supermarket vicino casa e mio padre fa il ragioniere.
Sono due persone distinte, di cinquanta e quasi sessant'anni, eppure nonostante l'età, sembrano ancora dei ragazzini.
Mio padre è un uomo forte e autoritario, forse con una mentalità un po' all'antica ma sicuramente un padre meraviglioso con una simpatia e l'amore per la famiglia travolgenti.
Mia madre invece è più mansueta, lei è la mia compagnia di vita e - che dir si voglia- la mia consigliera più arguta.
Ho due fratelli, Lorenzo e Marco, che hanno ventiquattro e dodici anni ciascuno, e sono due angeli.
Dico sul serio, niente a che vedere con quei fratelli gelosi e possessivi che si ritrovano alcune mie amiche, Lorenzo e Marco sono dolci, affettuosi e protettivi. 
Insomma, la mia è una di quelle famiglie incasinate che ti sembra sempre di portare dietro, anche quando esci. 
La classica famiglia Siciliana che riempie la tavola di cibo e adora chiacchierare all'ombra, d'estate. 
La adoro. 
Starei ore a riflettere su quanto la mia famiglia sia speciale, ma aimè, il lavoro chiama.
E quando il lavoro chiama, Helena deve rispondere.
Un po' come l'amore, insomma.
Biascico verso il bagno mentre mia madre dall'altra parte della casa urla il mio nome, ricordandomi l'ora.
Lo so che è tardi, mamma.
Mi lavo la faccia e i denti e guardo per qualche secondo il mio viso riflesso perfettamente sullo specchio.
Ho i capelli lunghi, quasi biondi, gli occhi  neri e qualche lentiggine sul naso.
Non sono certamente una fan di me stessa, ma con il mio corpo e la mia faccia ci devo convivere ogni giorno, quindi tanto vale accettarsi.
Indosso un paio di jeans strappati e una maglietta leggera sul rosa pallido, ravvivo i capelli e metto il mascara sugli occhi. 
E via, nel traffico della città.



Pov Andrea.
Cazzo. 
Apro gli occhi, ancora impastati di sonno e impreco. 
Porcaputtana, che ora è?
Mi guardo intorno, la ragazza di stanotte sta ancora dormendo accanto a me.
Com'è che si chiamava?
Mi metto a sedere sul letto, con i piedi ben saldi sul pavimento e passo una mano tra i capelli.
"Valeria, s'è fatto tardi, non è che..."
"Mi chiamo Chiara." Si lamenta lei, con gli occhi ancora chiusi.
"Valeria, Chiara, cosa cambia? Io devo andare e anche tu."
Chiara si alza dal letto con addosso ancora le lenzuola e prende i suoi vestiti sparsi sul pavimento.
Roberto mi starà aspettando, chissà da quanto.
Mi trascino contro voglia verso il bagno e dopo aver fatto la doccia, mi vesto. 
Jeans decisamente scuri e maglietta bianca. 
Vivo da solo da qualche anno e adoro non dover dare più nessun tipo di spiegazione a nessuno di ciò che faccio o non faccio. 
Ho ventidue anni e sono maturo abbastanza da poter scegliere da solo della mia vita.
Mio padre ha comprato questa casa con l'intento di vedermi sistemato, neanche fosse una mammina premurosa.
Ha scelto le piastrelle del bagno e ha fatto impiantare l'allarme, ha scelto la casa più bella e più grande che si potesse scegliere, tanto che quasi somiglia ad una villa. 
Vivere in una villa da soli, è uno di quei paradossi grazie al quale inventerei qualche barzelletta.
Ma a me poco importa.
Sono uno di quei tipi cresciuti col motto del "carpe diem", uno di quelli che non hanno paura di sbagliare e che non hanno mai sofferto, o quasi.
Quando ti ritrovi ad avere tutto dalla vita e ti rendi comunque conto che ti mancano le cose essenziali,
quando hai almeno quattro camere da letto e nessuno con cui dormire, quando il destino gioca a dadi col tuo cuore, è quello il momento in cui ti rendi conto che è meglio perderlo che farci i conti tutta la vita. Ed è quello che ho fatto anch'io.
Mia madre è morta in un incidente d' auto neanche tanto tempo fa e da quel giorno la mia vita è cambiata radicalmente. 
La sera dell'incidente ero rimasto a casa, perché lei doveva assolutamente andare a cena con papà.
Si erano riappacificati da poco, dopo quasi un anno di separazione e volevano riprovarci.
Riprovare a stare insieme, insomma.
C'era tutto quel fatto sull'amore che mi avevano spiegato e a cui io non credevo. 
Tutta quella storia del destino che ci conosce già e delle anime gemelle che sono destinate ad amarsi.
Fatto sta che quella notta mia madre e morta, e con lei anche un pezzo di me. 
Salgo sulla mia moto e sfreccio via, sperando in cuor mio che il traffico non m'impedisca di arrivare da Roberto. 

Commento:
Salve ragazze.
Voglio prima di tutto ringraziarvi di cuore, perché se state leggendo questo mio commento è perché avete deciso di darmi un' occasione e di leggere la mia storia, o soltanto il prologo.
E' importante che voi sappiate che questa storia mi appartiene, in ogni modo e da ogni lato.
Ogni singolo aspetto dei protagonisti è un aspetto del mio carattere e ogni loro movimento è stato prima il mio.
Helena è la parte del mio carattere più semplice, lei è spontanea, sempre sorridente e innamorata di tutto. 
Helena vuole vivere, vuole imparare, è curiosa e frizzante.
Andrea invece è irruento, passionale e tormentato.
Il suo carattere è frutto delle sue delusioni, frutto delle mancanze e delle paure.
Ma Andrea non è stronzo.
E' solo terribilmente solo e fragile.
Due caratteri che non combaciano, eppure entrambi dentro di me.
Il loro sarà uno di quegli amori in cui la vita ti catapulta e non puoi più farci nulla. 
Ma il finale è da scoprire.
E la stora è ancora da assaporare.
Vi chiedo di darmi un'altra occasione, così come questa, e di continuare a leggermi. 
L'amore alla fine ruba il cuore di tutti.
Un abbraccio, Tiziana.

 
  
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