Tatto
C’era un gioco che Roxas faceva con Naminč, una cosa che sembrava carica di sottointesi sessuali, ma che in realtŕ era casta - se poi finivano per fare l’amore, questa č un’altra storia.
Un gioco semplice: uno dei due chiudeva gli occhi, l’altro gli prendeva una mano e la faceva scorrere sul proprio corpo. Chi aveva gli occhi chiusi doveva dire cosa pensava.
– Seta. – diceva Roxas toccando i capelli di Naminč.
– Caduta dall’albero a otto anni. – ridacchiava lei quando portava la sua mano sulla lunga cicatrice sulla spalla.
– Pesca. – mormorava il ragazzo toccandole le labbra.
Un gioco semplice, appunto, attraverso cui le loro mani si raccontavano storie.
[106 parole]
Angolo autrice:
Uhm. Inizio cosě perché questo č quello che mi piace meno. Nel complesso non fa schifo, ma ho scritto di meglio.
E questo č tutto quel che mi vien da dire. As always, ringrazio chi recensisce, segue, preferisce, ricorda, e invito i lettori silenti a lasciare un minimo di recensione.
Un grazie speciale va a Dreamer_98 e a Oxydebast.
Alla prossima e ultima volta (che dovrebbe essere sabato, imprevisti scolastici permettendo)
Jay