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Autore: germangirl    21/05/2014    11 recensioni
Harm e Mac dopo l'incontro rivelatore sul lago dorato.
Come sarà cambiata la loro esistenza?
Questa storia fa parte della serie 'Il lago dorato'
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Bud Roberts, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non dormirono molto quella notte. I loro cuori erano pervasi da sentimenti contrastanti: un (quasi) fidanzamento da festeggiare e l’incognita delle loro carriere e di quale proposta avrebbe fatto loro Cresswell la mattina successiva a pendere su di loro come una minacciosa spada di Damocle.

Grazie all’orologio interno di Mac, arrivarono al JAG addirittura con un quarto d’ora di anticipo rispetto all’appuntamento con il Generale, cosa più unica che rara nella lunga carriera militare di Harmon Rabb jr. Ma lui era già lì ad attenderli. Entrambi si chiesero, mentalmente, se avesse dormito in ufficio, ma evitarono di dare voce ai loro pensieri. La situazione era già abbastanza delicata senza farci anche dell’umorismo sopra. E il capo del JAG non sembrava il tipo da amare le battute di spirito.

Entrarono nella stanza del loro superiore e si misero sull’attenti, in attesa di conoscere cosa il destino aveva in serbo per loro per mezzo di quell’accigliato messaggero. Mac era particolarmente tesa: con il Generale aveva sempre l’impressione di essere costantemente sotto esame, sin da quanto aveva messo piede al JAG, e quella mattina non faceva eccezione.

“Signori, prima di tutto voglio sapere cosa avete deciso di fare della vostra relazione” chiese Cresswell, senza troppi giri di parole.

“Ci sposiamo” annunciò sicuro Rabb, omettendo il dettaglio (trascurabile) della mancata proposta e dell’assenza di un anello, cose sulle quali stava ancora lavorando.

“Credo di dovermi congratulare, allora” disse il Generale, cercando di mantenere un tono di voce severo, ma sotto sotto si vedeva che era felice perché, anche se era arrivato da poco, aveva imparato a conoscere e stimare gli uomini e le donne del JAG, andando oltre la loro uniforme o il loro grado.

“Grazie, signore” risposero all’unisono i due futuri sposi.

“La vostra decisione non mi stupisce. Come concordato ieri sera, ho una proposta da farvi. E’ stato aperto un nuovo centro a San Diego in cui lavoreranno congiuntamente gli avvocati della Marina e dei marines. Colonnello, a lei viene assegnato il comando di quel centro. Potrà scegliere lo staff da portare con sé, ma cerchi di non togliermi tutte le pedine migliori.”

Harm fu genuinamente felice per Mac. Sapeva quanto fosse stato importante il corpo dei marines per lei, sin da quando suo zio Matt l’aveva convinta ad arruolarsi. La vita militare aveva rappresentato la svolta cruciale nella sua esistenza, un punto fermo che le aveva permesso di uscire dall’alcolismo e di diventare la persona speciale che era e di cui lui si era perdutamente ed irrimediabilmente innamorato. Qualunque fosse stata la proposta del Generale per quanto riguardava la sua carriera, di una cosa sola era certo: sarebbe andato con la sua Sarah in California. Era pronto a rinunciare a tutto per lei.

Per la donna della sua vita.

Che nel frattempo non aveva aperto bocca.

Il silenzio di Mac sorprese sia lui che Cresswell, il quale la richiamò all’ordine: “Colonnello, non ha niente da dire?”

“Mi scusi, signore, ma con tutto il rispetto vorrei prima sentire quale proposta ha per il comandante” rispose con franchezza.

“E’ presto detto. Comandante, per lei invece c’è una posizione a Londra, a capo delle Forze Navali in Europa, che prevede la promozione a Capitano di Vascello” annunciò il Generale.

La determinazione di Harm vacillò.

Capitano Rabb.

Avrebbe rappresentato l’anticamera alla nomina a capo del JAG! Non che Gordon Cresswell sembrasse intenzionato ad abbandonare la sua poltrona a breve, ma indubbiamente si trattava di un avanzamento di carriera notevole. L’idea accarezzò la sua ambizione per qualche secondo. Poi rivide, come un flash, l’immagine di Sarah che nuotava nel lago dorato, sensuale, languida, forte e indifesa al tempo stesso, e non ebbe alcun dubbio.

“La ringrazio, signore, ma non posso accettare” dichiarò con voce ferma.

Le pupille di Mac si dilatarono impercettibilmente e gli occhi le si riempirono di lacrime che riuscì a stento a trattenere. Nessuno aveva mai fatto un gesto d’amore tanto grande per lei. Quest’uomo, l’amore della sua vita, l’altra metà del suo cielo, la sua anima gemella aveva appena rinunciato alla promozione a Capitano di Vascello per non mettere dieci ore e mezzo di volo, otto di fuso orario e 5489 miglia fra loro.

“Sta rifiutando un ordine, comandante?” chiese il Generale, aggrottando la fronte.

“Sì, signore” Poi aggiunse: “E sono pronto a lasciare la Marina per seguire la mia futura moglie a San Diego. Troverà le mie dimissioni sulla sua scrivania entro la mattinata.”

Nell’ufficio regnò un silenzio surreale per alcuni interminabili secondi. Poi Cresswell fece un respiro profondo e prese nuovamente la parola: “Non abbia tanta fretta di gettare l’uniforme alle ortiche, comandante. C’è un’altra possibilità.”

Ci fu l’ennesima, lunghissima pausa.

La tensione era palpabile.

“Il capo dello staff legale della base navale NATO di San Diego andrà in pensione il mese prossimo. Questa posizione non prevede la promozione a Capitano, almeno non immediatamente, ma sarebbe comunque interessato a sostituirlo?” chiese retoricamente il Generale, pensando se quel testardo di Rabb rifiuta questa proposta ce lo spedisco a calci nel sedere in California, dannazione.

“Sì, signore!” rispose con malcelato entusiasmo.

“Grazie signore!” si unì Mac, apparentemente imperturbabile anche se il suo cuore era in tumulto per la felicità. Sarebbero stati entrambi a San Diego!

“Riposo, signori. Comandante, vedo che alla fine ha cambiato opinione sui marines!” disse sorridendo il capo del JAG, tendendo la mano a Rabb per congratularsi con lui. Harm strinse con gratitudine la mano del suo superiore che tanto aveva fatto per loro. Sostituire l’Ammiraglio Chegwidden non era stata un’impresa facile, ma quel berretto verde si era dimostrato degno di altrettanta stima e fiducia.

L’incarico di Mac sarebbe diventato effettivo a partire dal lunedì successivo, pertanto aveva cinque giorni di tempo per riassegnare i propri casi, impacchettare il suo appartamento e trasferirsi nell’assolata San Diego, così da essere immediatamente operativa. Harm, invece, sarebbe stato dislocato alla base NATO solo alla fine del mese, prevedendo una settimana di affiancamento con l’attuale capo dello staff legale. Questo gli avrebbe dato modo di concludere il progetto che stava attualmente seguendo al Pentagono e di accontentare, dunque, la Congressista Latham. “E’ sempre opportuno tenersela buona”, era stato il commento sintetico di Cresswell.

Harm e Mac decisero di invitare gli amici e i colleghi al McMurphy l’indomani, ufficialmente per congedarsi da loro, ma con l’idea di annunciare anche l’altro grande cambiamento che li riguardava. Chiesero pertanto al Generale di non fare parola del loro fidanzamento fino alla festa.

La giornata trascorse in modo concitato, in un turbinio di cose da fare, tanto che non ebbero il tempo di assimilare davvero la portata della comunicazione di Cresswell di quella mattina. Mac trascorse la prima parte della giornata nell’aula del tribunale e il pomeriggio alla scrivania, cercando di fare ordine fra i fascicoli nel suo archivio così da non lasciare pendenze e cominciando a pensare a quali persone avrebbe voluto con sé a San Diego, così da informarli per tempo. Harm rimase prevalentemente in ufficio – quel giorno non erano previste riunioni al Pentagono –, allontanandosi solo a metà mattinata per un misterioso impegno esterno. Fu solo quella sera, quando si ritrovarono seduti sul divano di Mac a sorseggiare un caffè, circondati dagli scatoloni che avevano cominciato a riempire, che la rivelazione li colpì come un fulmine: da lì a poco si sarebbero trasferiti sulla costa occidentale, avrebbero iniziato due incarichi nuovi e si sarebbero sposati.

Sposati.

Marito e moglie.

Si guardarono negli occhi e, come guidati da una forza invisibile, si abbracciarono stretti. Poi Harm si allontanò da Mac quel tanto che gli bastava per mettersi una mano in tasca ed estrarre un piccolo astuccio di velluto. Con voce tremante, le disse: “Sarah MacKenzie, ti amo. Ti ho amato dal primo giorno in cui ti ho visto nel giardino delle rose della Casa Bianca. Amo la tua forza e la tua fragilità. Amo la tua determinazione e la tua straordinaria bellezza. E voglio dividere il resto della mia vita con te.” Mentre pronunciava le ultime parole, aprì quella scatolina, ne estrasse il contenuto e le mise all’anulare sinistro un anello semplice ed elegante al tempo stesso: un’ametista incastonata su un prezioso arabesco d’oro bianco. “E’ l’anello di mia nonna Sarah. Sai che sono sempre stato pazzo di lei. E adesso vorrei che lo indossassi tu. Sposami, Sarah. Sposami anche se in passato mi sono fatto guidare dalle emozioni, dalle mie ossessioni, dalla ricerca di mio padre e per poco non ci abbiamo rimesso entrambi la vita, e più di una volta. Sposami anche se ci ho messo tutto questo tempo per lasciarmi andare con te. Sposami, Sarah.”

Mac rimase senza parole. L’anello era splendido, ma ciò che la colpì fu l’amore smisurato che lesse nello sguardo limpido e commosso di Harm. “Sì, Harmon Rabb junior, sì, sì, sì!” Si abbracciarono di nuovo, sopraffatti da un’ondata di felicità che non pensavano avrebbero mai provato.

Ora bastava solo informare il resto del mondo.

 

Nota dell’autrice

Cresswell li ha tenuti un po’ sulle spine, ma alla fine ha trovato una soluzione che accontentasse tutti, Congressista Latham compresa, e che spero abbia accontentato anche i lettori.

E con LA proposta del secolo si conclude anche questo viaggio nella nuova vita di Harm e Mac dopo la parentesi magica sul lago dorato.

Permettetemi di dire grazie al mio fantastico angelo custode, grazie alla mia strepitosa esperta di JAG, grazie a chi ha messo la storia fra le seguite, le ricordate e le preferite, grazie a chi l’ha letta in silenzio e grazie a chi mi ha voluto regalare una recensione: il vostro affetto mi ha riempito il cuore.

Un abbraccio,

Deb

  
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