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Autore: aileehnly    21/05/2014    1 recensioni
"La solitudine è tutto ciò che ti rimane,Tris.
La morte è tutto ciò che ti aspetta.
I ricordi è la tua sola fonte di felicità.
Adesso,ci sono solo io. "
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter, Tris
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Questi personaggi non mi appartegono,ma sono di proprietà di Veronica Roth. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 
Volevo precisare una cosa,prima della vostra lettura. Ultimamente ho notato come molte fan di Divergent odiano
tremendamente la ship in questione,"Petris",insultando spesso le shippers.  Essendo io,una fangirl che shippa parecchio anche Miles e Shaleine, mi sono subito riconosciuta in questa OTP. E' ovvio che amo la Fourtris e che sia,una specie di "must" nel fandom, ma cosa c'è di male nell'avere delle OTP un pochino diverse? 
Apparte questo piccolo pensiero,vi avviso che nella fanfiction siamo in "Insurgent" e per chi non ha ancora iniziato la saga,potrebbero esserci spoilers.
Buona lettura.



CAPITOLO I


Prigioniera.

Prigioniera.
La morte ti aspetta,la morte sta arrivando.
Non puoi scappare più,oramai. Sei una stupida.
Cosa succederà a Tobias,adesso? L'hai abbandonato.
Adesso hai paura di morire,eh? Ci dovevi pensare prima.
Prima di bruciare l'amore di Tobias,la fedeltà dei tuoi amici,la tua vita.
Sei una stupida.
Prigioniera.
Vigliacca.

 

 

 

Era lì,rannicchiata nella stessa posizione da ore,giorni,forse settimane. Era lì,a fissare un punto imprecisato della parete opposta,fissava le pareti come se si aspettasse che crollassero,come se si aspettasse che qualcuno … qualcuno la salvasse.
Sapeva che non sarebbe stato così,lei si era offerta.
Lei si era sacrificata.
Lei era coraggiosa.
La cella degli Eruditi era buia,spoglia e vuota. Vuota.
Lei stessa si sentiva vuota,pensò. Vuota,sola,disperata,spoglia.
Spoglia di ogni sentimento felice,di ogni … stimolo.
Aveva fame,sonno e freddo,ma oramai non sentiva più niente,la tristezza e quel terribile senso di vuoto la sovrastava. Era tutto ciò che rimaneva in lei.
Non sentì nemmeno le porte che si aprivano,non sentì nemmeno i passi di un individuo ( forse è un ragazzo?) che si avvicinavano. Non sentì la sua voce. Osservava quel punto infinito su quella parete e immaginò che si rompesse. Rise da sola,pensando che probabilmente nemmeno i suoi “poteri da Divergente” potessero aiutarla adesso. (Stai forse impazzendo?) Si ricordò che molte delle persone là fuori,credono ancora che essere divergenti potesse portare chissà quale abilità magica.

«Rigida!» sentì delle urla,qualcuno che la strattonava,ma non percepiva la realtà. Sentiva dolore alla pelle,qualcuno le stava facendo male,qualcuno la stava schiaffeggiando. Non sentì nemmeno gli schiaffi. E cadde.
Cadde in un profondo sonno,nell'oscurità più oscura,fra le braccia di quel individuo. (Stai morendo? Stai morendo? Hai fame.)
Poi lo sentii. Un leggero calore al petto. E' come se il cuore ricominciasse a battere,dopo essere stato pietrificato da quel … vuoto.

Gli occhi si stavano schiudendo,la mente si stava svegliando da quello strano sogno o incubo,non ricordò.
Si sentiva i muscoli intorpiditi,faceva male,malissimo. Lo stomaco parlava per sé,quasi sembrava che abbaiasse:stava letteralmente morendo di fame.
«Sei una completa idiota.» disse una voce,familiare,ma non era ancora del tutto lucida per riconoscere dove si trovava e chi le stava parlando. «Idiota.»
La delusione calò su di lei,come un enorme masso: si trovava nella cella.
L'oscurità regnava ancora,ma lei era stesa sul lettino … con una coperta sopra. Quest'attenzione particolare la sorprese. La sorpresa fu ancora più grande quando si trovò davanti la faccia di Peter,che la guardava con un' aria di arroganza mista a stupore.
Era in piedi davanti a lei,con un piatto tra le mani. Il piatto non sembrava invitante,vi era una fetta di pane e del …(Cibo in scatola? Qua al quartier generale degli Eruditi?)
Non riuscì a trattenere una risata. Sapeva che non aveva senso,anzi probabilmente sembrava completamente matta,ma non le importava. Era più una risata di sfogo,di liberazione … o semplicemente un tentativo di allontanare il dolore.
«Certo che sei proprio andata fuori di testa.» disse osservandomi stranito «Dovresti ringraziarmi. Anzi,ti ordino di farlo. » I suoi occhi sembravano quasi divertiti,come se la situazione lo avesse messo in (buonumore? Peter,in buon umore, senza nessuno da far soffrire? )
«Ringraziarti … ma che cosa è successo,esattamente? » disse Tris,osservando il ragazzo che aveva di fronte. Sembrava diverso.
Lui tornò serio e disse,corrugando la fronte «Beh,stavi morendo. Di fame,credo. Ho l'impressione che tu abbia avuto delle allucinazioni,sai? Comunque sia ti ho portato del cibo e dovresti ringraziarmi. Anche per questa coperta.» indicò quella specie di telo fine che copriva il corpo della ragazza,poi aggiunse «Dillo,sarei un perfetto Rigido. »
La ragazza si allungò per prendere il piatto dalle sue mani e rise. Sentiva il dolore che si irradiava nel petto,ma ora stava calando ( o si sta nascondendo? Tornerà,più forte di prima.) e iniziò a mangiare la fetta di pane. Aveva un sapore orribile,ma non poteva che accontentarsi.
«Sì,un abnegante modello.» nello stesso momento in cui pronunciò quella … parola,si ricordò della sua famiglia. Di sua madre. Di suo padre. Di Caleb. Tutto ricominciò a girare,la fame che prima rischiava di ucciderla … scomparì.
L'espressione di Tris cambiò,divenne triste,quasi disgustata. Allontanò il piatto da sé,aveva un disperato bisogno di sfogarsi,un disperato bisogno che qualcuno mettesse fine a quell'incubo,a quel dolore.
Abnegazione.

Traditrice.
Vigliacca.
Prigioniera.

«Devi smetterla di farti del male.» disse lui e le prese il pezzo di pane dalle mani per poi portarlo alla bocca. Fece un espressione di disgusto.
«Tu hai deciso questo. Tu,tu,solo tu. Sei stata stupida,troppo stupida. Ti potrà sembrare un atto di coraggio,ma io sinceramente ne dubito. E' pura stupidità.» La freddezza della sua voce fece trasalire Tris,lui era comunque Peter,colui che l'aveva quasi uccisa.

Il dolore iniziò a sgorgare sotto forma di lacrime,senza sosta,ferocemente.
(Ha ragione lui,sei stata stupida. Ha ragione. Peter ha ragione.) Lei si portò le mani al viso,quasi per nasconderlo,poi si decise che non le importava più se piangeva davanti al suo nemico,tanto stava per morire.
«Tanto morirò presto. E tutto questo sarà finito.» balbettò fra le lacrime. Queste parole le fecero bruciare il petto,così tanto che si accasciò su sé stessa,esausta. Quel dolore non diminuiva,anzi aumentava. Un fuoco perpetuo che brucia ogni traccia di speranza.
Peter emise un suono,probabilmente un grugnito ed era visibilmente infastidito.
«Che fastidio.» si sedette sul letto,dove lei era stesa e appoggiò la schiena al muro. «Non dovresti torturarti,Rigida. Morirai. E morirai qua,tra gli Eruditi. » sorrise in modo così irritante,che guardandolo Tris ebbe uno scatto di rabbia. (Ecco il Peter che odi.)
Lo guardò ferocemente per poi tirargli un pugno alla spalla,con la poca forza che trovò. Fu soddisfatta a sentire che il ragazzo emise un mugugno di dolore. Però un secondo dopo,lui 
iniziò a ridere sonoramente. Non una risata normale,ma quasi diabolica. Era piuttosto buffo,pensò fra sé e sé.
«Non mi hai fatto male. Sei debole in questo momento,però hai almeno tirato fuori un po' di vitalità.» disse rilassò i muscoli,abbandonandosi completamente al muro adiacente al letto. Sembrava quasi un ragazzo normale.
«Cosa ci fai qui? Dove sono le guardie? Le telecam- » fui interrotta bruscamente.
«Ehi,ehi! Fermati un secondo. Ora ti spiego,data la tua scarsa capacità di deduzione logica. » si raddrizzò per poi continuare «Sei svenuta. Eri disidratata e non avevi mangiato per giorni. Sei una stupida. Mi hanno dato l'ordine di assicurarmi che tu … resti viva,insomma. Hanno ancora bisogno di te per il siero. Probabilmente ti sposteranno in una cella vicino al mio alloggio,sono preoccupati di perdere una cavia importante. E... » fa una piccola pausa,come se volesse sottolineare le parole che stava per pronunciare. «Sanno del nostro odio reciproco.»
(Odio reciproco. Lo odi ancora,tu?) Scosse la testa,certo che odiava Peter.
«Capisco. Odio reciproco. » annuì a sé stessa,senza un motivo apparente. Il ragazzo si alzò dal lettino e la scrutò con un' espressione seria.
«Che c'è,Rigida? » rise,come per schernirla,ma la sua espressione rimaneva seria. «Non mi odi più?» I suoi occhi sembravano leggere i pensieri della ragazza.
«Io … » si guardò le mani,intrecciando le dita fra loro «Certo che ti odio. » (Chi ha pulito il sangue di Edward? Tu. Lo odi.)
Il suo sguardo diventò gelido e uscì dalla cella.
Solitudine.

Sei sola.
hai bisogno di un amico?
Sei sola in questa cella.
Cerchi consolazione da Peter?
Credi che diventerà tuo amico?

No.
Non lo vuoi nemmeno tu.
Stupida.

 

Tris fu spostata due ore dopo,in una cella vicino all'alloggio di Peter. Entrò e fu sorpresa:vi era un lettino minuscolo ma visibilmente più comodo del precedente. C'era una finestra. Il vetro era spesso,molto spesso,per evitare che provasse a romperlo. La ragazza riusciva a vedere i cancelli del quartier generale degli Eruditi,vedeva i soldati Intrepidi sorvegliare il perimetro. Si voltò e fu paralizzata. Vide uno specchio appeso alla parete opposta,anch'esso di uno spessore elevato rispetto alla norma e capì. 
Lei capì che si stavano burlando di lei,delle sue origini.
Guardò il riflesso. Vide una ragazza pallida,da sembrare morta. Gli occhi sembravano enormi su quel viso troppo magro. Le occhiaie era ben visibili. I biondi capelli cadevano sul suo viso,quasi incollate al viso per il sudore. Era orrenda.
La luce entrava da quel portale riflesso di libertà,sentiva il calore del sole sulla pelle.
Le lacrime scorrevano sul suo viso,splendevano al sole.
Era prigioniera e l'unica persona con cui avrebbe passato le sue ultime settimane,era Peter.

 

Ho bisogno di te,Tobias. 

 
  
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